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Notiziario Sezione di Torino Luglio 1917



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VITA SEZIONALE


   Alpinismo in tempo di guerra e disciplina


Le azioni dell' alpinismo sociale ed individuale sono inevitabilmente in ribasso e pure c' è chi dice che, data la già lunga vita di guerra, se ne fa anche troppo, e sarebbe ormai tempo di troncare del tutto un divertimento contrario alla disciplina cui tutti siamo oggi costretti. È vero che un richiamo alla disciplina in tempo di guerra non è su-perfluo per nessuno : per quanto ci si metta di buona volontà e serietà c'è sempre di che migliorare la propria condotta; ma che poi questo venga da chi poco o punto ne dà l'esempio, e sia rivolto secondo errati criteri a una categoria di persone più acremente che ad un'altra non è cosa da tollerare tacitamente
L'accusa colpisce specialmente i turisti domenicali che salgono le modeste vette delle nostre Prealpi, con la ben nota attuale comodità dei treni che porta nei paesi di fondo Valle ad ore non del tutto primissime. E. in nome dell' alpinismo, soprattutto dell'alpinismo cristiano ne manifestiamo qui il netto risentimento. Chi scrive manca dall'alpe dal maggio del 1915, dopo di che fu una volta in gita durante il periodo della licenza invernale, e allora precisamente sentii dire che in nome della serietà e della disciplina nazionale bisogna smettere d'andare a divertirsi in montagna. Altre volte ha poi riudita la frase, anche più feroce e... ridicola, come quando sentii reclamare l'astensione dalle gite in montagna per l'economia del combustibile delle ferrovie. Le quali - si noti - continuerebbero a favorire gli sfaccendati alpinisti a scapito del servizio pei pacifici borghesi che non sanno adattarsi a qualunque piccolo sacrifizio senza protestare. Ma nessun alpinista ha mai protestato.
Non descrivo, per benevolenza verso i lettori, la condotta degli accusatori, atteggiati per la circostanza a patrioti. Ve n'è alcuni pochi in buona fede, appartenenti alla categoria degli incontentabili, ai quali è sempre facile qualsiasi emendamento. Altri, i più, sono in malafede e appartengono alla numerosissima categoria di individui che della guerra (che dura da due anni) si stropiccia alamente, e delle conseguenze della medesima ben poco risente. Dopo tutto è un'accolta di rammolliti che non giunge a comprendere il vantaggio d'una gita in montagna, che continua la sua comoda vita dei tempi andati, senza privarsi d' un sol divertimento, ancora aumentandone anzi il numero e la sconvenienza. Già, i passatempi di questi patrioti non richiedono sciupio di combustibile alle amministrazioni ferroviarie, ché basta un po' di cinematografo scipito, un po' di passeggio in Via Roma (sano turismo!), con le capatine di prammatica alle buvettes, qualche ora in uno sguaiato caffè concerto, e tutt'al più qualche litro di benzina per le giterelle in automobile. Il tutto sempre con la compagnia di amici ed amiche di serietà dubbia ma non meno interessante. E sono buoni critici militari, di larghe vedute politiche, e .. sanno anche inveire assai bene contro il povero fantaccino dal passo pesante e dagli abiti impolverati il quale, per arrivare in tempo alla tradotta che lo riporta in zona di guerra, correndo li ha urtati col voluminosissimo zaino. I più sono individui che non si formalizzano di offendere col loro contegno più o meno corretto quello venerando d'una madre o d'una vedova che piange per il morto in guerra. Per massima parte poi sono bravamente riformati, pure in seguito alle replicate revisioni, in grazia alla co-stituzione fisica alquanto scossa per le fatiche della vita, dopo che gli onesti divertimenti li hanno resi inutili alla Patria, Ostentino pure, questi patrioti dalla facile morale, gli occhi infossati ed il viso giallognolo, la cadenza di poveri stanchi e gli atteggiamenti da esperti del mondo, ché, già, il sano svago dei monti non è adatto per loro. Perché questo non è in contrasto con la rigida disciplina di guerra e con la pratica delle privazioni, ma vi è di preparazione e scuola. Altre menti occorrono per concepire il bello del moto per il solo amore del moto e dell'aria pura, pel bisogno di orizzonti aperti e di riposo nelle fatiche d'una arrampicata. Altri cuori occorrono per accogliere con entusiasmo l'invito del poeta :
Salite in alto a ristorar le fronti, poveri vinti della lunga guerra !
E chi può non si vergogni di andare in montagna e di svagarsi così in tempo di guerra: dalla trincea gli amici lontani ne godono. E noi vorremmo appunto che in beneficio di questo tempo di guerra, la pratica dell'alpinismo e del modesto turismo domenicale si generalizzasse ancora. E ricordando che questa protesta abbiamo levata in nome soprattutto dell'alpinismo cristiano, vorremmo che chi sale in montagna vi andasse piuttosto con un contegno sempre degno dell'ora che attraversiamo. Lo svago noi lo chiediamo alla natura, pacifica e buona, e questo non deve essere turbato da nulla che sappia di frivolo e poco consono alla disciplina dei costumi. Non si vada, in altre parole, a portare in montagna le magagne dell'attuale vita cittadina, offrendo uno spettacolo tutt'altro che edi-ficante alle popolazioni alpestri, e offendendole nella loro penosa e valorosa partecipazione alla guerra.
La serietà della nostra protesta sta appunto in ciò, e vi insistiamo, avendo molto a cuore, dopo il giudizio della nostra coscienza, quello non meno istintivo e giustissimo dell'anima dei nostri montanari.
Natale Reviglio.

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   Pro Cappella - rifugio sul Rocciamelone


I Consoci desidereranno conoscere qualche notizia intorno a questa iniziativa alla quale già dimostrarono il più cordiale interessamento.
Ci compiacciamo avvertirli che il nostro Consiglio Direttivo, in pieno accordo con S. Ecc. Mons. Vescovo di Susa, si occupa con alacrità perché alla iniziativa possa arridere, quanto più presto possibile, il migliore successo.
Il periodo trascorso dall'estate scorsa, all'orquando per difficoltà tecniche si dovettero sospendere i lavori iniziati, ad oggi, fu utilmente speso nel diligente studio dei mezzi più atti per fronteggiare gli ostacoli incontrati e per rendere partecipi della esecuzione del pio e nobilissimo progetto quanti ne comprendono l'alto significato morale.
In recenti sue adunanze ed in un recente colloquio del nostro Prof Rodolfo Bettazzi con Mons. Vescovo, vennero presi definitivi accordi che quanto prima potremo rendere noti a tutti i nostri Consoci per ottenere il loro valido e desiderato contributo.
Intanto, mentre queste linee sono stampate, sull'altra vetta del Rocciamelone ricominciano i lavori. Sia ad essi propizia la Vergine tutrice dei confini d'Italia! Sia prossimo il giorno nel quale si possa innalzare, nella nuova cappella, l'inno dell'amore e della gratitudine!
S. M.

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   Statuto Sociale e dei Regolamenti della Sezione di Torino


Abbiamo effettuata di questi giorni la spedizione della nuova edizione a stampa dello Statuto Sociale e dei Regolamenti della Sezione di Torino. Da lungo tempo maturavamo il disegno di dare ad ogni Socio ciò di cui aveva realmente diritto, ma le circostanze oggi soltanto ci permettono di attuarlo. Nel presentare ai Soci questa pubblicazione ne ricordiamo loro l'importanza, e anche l'aggravio per il bilancio sociale. Far stampare al giorno d'oggi è un lusso e noi ce Io siamo permesso perché necessario. Ogni Socio quindi per sua leggerezza non renda inutile questo sforzo finanziario, faccia un'attenta lettura delle norme fondamentali del sodalizio e ne curi la rigorosa e puntuale osservanza, ser-vendosene all'occorrenza a scopo di propaganda.
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   Consigli Pratici


Apriamo con questo numero una rubrica di Consigli pratici, a cui vorremmo fossero collaboratori tutti i Soci e le Socie che coll'esperienza acquistata nella pratica dell'alpinismo sentono di poter indirizzare i novellini e quanti alle prime armi trovino adombrate da qualche leggera disillusione le soddisfazioni della vita sui monti. Un Socio nostro, assiduo frequentatore delle riunioni e delle gite sociali, inizierà i Consigli con qualche nota sull'« Abbigliamento alpinistico femminile » e noi, senza rubargli uno spazio prezioso per indugiare in ovvi commenti, gli cediamo la parola.
« Spesse volte m'è occorso di sentire delle signorine a rinunciare alle gite in montagna perché sprovviste di costume adatto, del quale non ritenevano per altro conveniente l'acquisto non compensandone lo scarso uso il rilevante importo. Ammetto il ragionamento economico, ma domando in pari tempo: è proprio necessario ricorrere all'acquisto di un costume nuovo, o non è possibile e più pratico adattarne uno già usato e non più in attività di servizio cittadino Un poco di buona volontà e di buon gusto cose che non mancano alle signorine che amano la montagna e un po' di pratica nel cucire risolvono, quasi senza costo di spesa, la questione.
Si tratta di prendere un vestito di panno smesso e di apportargli quelle modificazioni consigliate dall'esercizio dell'escursionismo. Tra le quali modificazioni principalissima quella di dare alla sottana la foggia così detta a campana, tale da permettere un passo sciolto, tagliata nel davanti e chiusa con bottoni o ganci ; l'applicazione di ampie tasche (col risvolto di chiusura abbottonato); l'aggiunta dei tiranti e della cintura: modificazioni che danno all'insieme un aspetta grazioso e spigliato. Non è mai abbastanza raccomandato l'uso dei pantaloni di panno di evidente praticità e convenienza, e di facile confezione ricavandoli da altra sottana fuori uso e possibilmente del medesimo colore o almeno affine.
Pel copricapo c'è poco da dire : tutte sanno farne uno a maglia con un po' di lana, tanto più grazioso se a colori vivaci in contrasto col bianco. Il più arduo problema è invece quello delle scarpe, ed è il più importante a risolversi. Un paio di scarpe nuove ha oggi un prezzo esorbitante adattandone un altro paio si curi che queste abbiano i tacchi piatti e bassi, le punte rotonde e la doppia suola con una robusta chiodatura.
Ecco poche norme pratiche di facile attuazione, dopo le quali le signorine volenterose sapranno come equipaggiarsi con poca spesa, non rinunciando alle gite o non intervenendovi con un abito e una calzatura non adatti, fonte l'uno e soprattutto l'altro di inconvenienti materiali e morali.
f. r.

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   LA VALSOANA


Metto giù alla buona pochi cenni descrittivi d'una vallata piemontese tanto bella quanto dimenticata e disertata dagli alpinisti e, quasi, dai villeggianti: la Valsaona. E' una ridente valle del Canavese che da Pont s'inoltra fra montagne dapprima folte di castagneti e poi lussureggianti di estese pinete e faggete, con un andamento sud-nord assai regolare
Certo non presenta risorse alpinistiche di gran valore, ma le escursioni che può offrire ad un modesto frequentatore della montagna e l'alta tranquillità dei suoi recessi sono veramente interessanti e non si comprende la ragione di tanto abbandono.
Seguiamo dapprima il fondo valle, lungo la carrozzabile comoda e per parecchi tratti assai elevata sul fondo valle stesso. Strada e torrente la Soana - corrono sempre al lato, soltanto oltre Campiglia si attraversano per riprendere subito il percorso parallelo. Piccoli ma non senza risorse i paesi attraversati dalla bianca via: Ingria, Ronco e Valprato ne sono i principali. Poco prima di Ronco si stacca verso N-W la valle di Forzo, incantevole davvero, e a Valprato poi la valle si biforca nei due rami: N-W di Campiglia e N-E di Piamprato. La Soana ne percorre il primo raccogliendo le acque della Conca di Barmajon; a Valprato si unisce al Rio Piamprato che porta quelle del secondo, poi di masso in masso scende ingrossandosi gradatamente, ricevendo il tributo della valle di Forzo e delle numerose insenature laterali al corso principale. Ritorniamo a Pont e saliamo sul contrafforte di sbocco della vallata che ci sta di fronte, oltre Soana, è la Quinzeina (2344) nota a parecchi Giem-mini e continuiamo la cresta. In breve si è alla punta Verzel (2405) e discesi leggermente al sentiero che corre a mezza costa sul versante ovest raggiungiamo il passo Savenco e poi la Cima di Pal (2494).
Di qui per un'interessante cresta rocciosa, al M. Giavino (2765) che forma gruppo con il M. Goiassa (2760) e la Cresta Mariasco (2411). Questo l'andamento della cresta divisoria tra la Valsoana e l'attigua Valchiusella. Dal gruppo del Goiassa discende uno sperone nella Valsoana, originando due valloni laterali: quello di Foschietto, più dolce e folto di castagneti che sbocca di fronte ad Ingria correndo sotto la cima di Pal, P. Vezel e P. Quinzeina, e l'altro più ripido detto del Servino che sbocca a mezza via tra Ronco e Valprato Questo sperone roccioso forma in alto il M. Canaùssa (2492) sotto cui si distende, azzurro e calmo, il lago omonimo, triste e freddo, dalle rive spoglie di qualsiasi vegetazione. Scendendo verso Ronco, lo sperone si ramifica e nelle piccole verdi vallette che ne derivano s'adagiano ridenti borgate come Tiglietto, Ciuccio, Scandosio, ecc. Dal Goiasso la cresta N. si addolcisce per breve tratto e percorrendola si domina assai bene il valloncello di Pianetto, laterale alla diramazione di Piamprato. Sopra Pianetto, dalla bianca chiesuola simpatica, s'erge la cresta Ciavin (2620) che continua a N. salendo verso il M. Marzo dopo l'intaglio della Bocchetta delle Oche. Il M. Marzo (2755) è indubbiamente la punta più interessante di tutto questo lato della vallata: i suoi contrafforti rocciosi possono dar luogo e delle divertenti arrampicate. Col M. Marzo si è allo spartiacque tra la Valsoana e la Valle di Champorcher formando esso in pari tempo la testata della Valchiusella. Proseguendo per un primo tratto il displuvio colla valle di Champorcher, si discende al Col Santanel ad appena 2357 m. in prossimità del quale ridono gli azzurri laghi di Santanel, e risaliti alla punta (2728) ridiscendiamo al Colle Larissa o Reale (2605).
Abbiamo così percorso tutto il lato sinistro della vallata. Ritorniamo un'altra volta a Pont e percorriamone il destro. Dal M. di Pont (1878) la cresta con andamento angoloso ma con dolce profilo sale all'Uja (1922), alla Cima Loit (2034), alla Cima Rosta (2133) e dopo l'insellatura del Colle Crest alla Punta del Vallone (2479). Di qui vol-gendo ad ovest si raggiunge il M. Colombo (2848) impareggiabile belvedere delle Alpi piemontesi. Il versante sud chiude la conca di Ribordone e quello Nord costituisce il lato destro del valloncello di Lazin, percorso dal Rio omonimo che scende rapido dal lago Lazin (2104). Scendendo tale valloncello ci si porta ad Arcando, borgata nella valle di Forzo la quale sale lentamente fino a Tressi, e Forzo, diventando ripida verso Boschietto e Boschiettera. Questa valle è separata del ramo principale e poi dalla diramazione di Campiglia da un'interessantissima catena rocciosa, tormentata di cime e di spuntoni, iniziantesi colla Cima di Fer (2621) sopra Valprato, col M. Tressi (2864), poi col M. Cavallo (2935) e terminante colla Torre di Lavina, snella e caratteristica nelle due punte: Nord (3273) e Sud (3308), e nei dirupati fianchi striati longitudinalmente da canaloni nevosi. Lo Torre di Lavina ha una bella storia alpinistica che non è qui possibile nemmeno tratteggiare (1): le sue vie d'accesso sono varie e non del tutto facili; la più comoda e rapida è quella che sale dalla Bocchetta di Lavina per la faccia Est. Dalla Bocchetta di Lavina la cresta presenta una serie di risalti e di intagli detti bocchette e abbiamo, nell'ordine, la bocchetta del Rancio (3005), della Scaletta (2858) o poco più lontana quelle dell'Arietta o Nuova (2933) Così disposta ad anfiteatro è la conca di Barmajon o dell'Azzaria, attraversate dalla comoda strada reale di caccia dalle molte ramificazioni che portano alle varie bocchette, attraverso le quali è facile accedere all'alta valle di Champorcher.
Rimane a percorrere la testata della Valsoana. Dal Colle dell'Arietta andremo così al Colle Larissa seguendo la cresta quasi piana della Rosa dei Banchi (3163). Questa montagna di facile ascensione offre qualche interesse dal versante di Campiglia e da quello Nord, (verso la V. di Champorcher) lungo il quale si stende il ghiacciaio dominato a picco dalla vetta. Così lunga e piatta, la Rosa dei Banchi chiude la valle e si protende nella medesima con uno sperone d'andamento normale, che si stacca dalla vetta e digrada a spuntoni, lasciando tra questi, dei colletti di passaggio tra i due rami terminali.
Tale per sommi capi la descrizione orografica della vallata; vorrei avere maggior spazio a mia diposizione per indicare Ie nu-merosissime escursioni e passeggiate che dai paesi di fondo valle si possono effettuare in uno o più giorni. Ce n'è per tutti i gusti e tali da compensare le faticose inerpicate pei ripidi fianchi. Le mete sono svariatissime basta aprire una guida della vallata per vederle elencate in parecchie pagine; basta, e meglio, recarsi a Ronco, Forzo o Valprato perché s'unisca il desiderio di raggiungerle tutte. Per chi ama un parco diversivo alla vita di villeggiatura scelga le sue mete fra i laghi numerosi e sereni, chi vuole i panorami salga alla Rosa dei Banchi al M. Marzo e al Colombo; chi desidera una vivace arrampicata si volga alla Torre di Lavina. Comode e attraenti poi le attraversate nelle valli attigue, tra cui frequentata relativamente, quella nella valle di Champorcher, bella e obliata sorella della Valsoana.
Nella Valsoana mancano le guide alpine, qualche raro portatore sa accampare pretese non indifferenti; mancano rifugi o comode grange ove pernottare, e nei paesi stessi appena discreti o addirittura scadenti sono gli alberghi e le cantine. Ma io non so se tutto ciò sia più causa od effetto della diserzione degli alpinisti e turisti. Certo dapprincipio fu causa, ma sono qui mancati i volenterosi che altrove sono riusciti a trasformare le vallate e a fornirle di comodità.
Ma così la Valsoana è ancora un angolo pacifico e romito a cui tante volte è pur caro salire, e per questo essa è bella, per questo l'immagine delle sue pinete folte ed oscure rimane nell'animo suggestiva, il dorato sorriso dei suoi faggi e castagneti sull'autunno è dolce ricordo e potente richiamo, e l'incanto invernale delle distese nevose di Piamprato e dell'Azzaria è affascinante ed indimenticabile.
n. r.
(1) Ved. C.A.I. Riv. Mensile - Vol. XXXV Gennaio1916.

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ATTIVITÀ SVOLTA


   Domenica 13 maggio 1917 - Gita floreale in collina


In esecuzione a un punto del programma sociale presentato nell'ultima Assemblea, si è svolto nel pomeriggio di domenica 13 maggio una breve gita floreale sulla nostra collina. L' itinerario molto comodo ha permesso una discreta affluenza di Soci e Socie che tro-vatesi al convegno alla Madonna del Pilone, sono saliti a Reaglie donde percorrendo la cresta boscosa hanno raggiunto l' Eremo. Fatta una piccola sosta la comitiva per la strada di S.ta Margherita rientrava in città verso le 19.
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   Domenica 17 Giugno - VI Gita Sociale - Punta Quinzeina (m 2334)


Messa alle ore 6. Partenza 6,55 da P. Susa per Pont ove si arriva con sensibile ritardo alle ore 9,15. Immediatamente, presa la strada di S.ta Maria ci si portai a Frassinetto. Sosta di un quarto d'ora e ripresa della marcia per le Alpi Moschietto Vi si giunge alle 12 e si pranza. Alle 13.30, si ridotti a cinque più volonterosi, ci rimettiamo in cammino per raggiungere la vetta che tocchiamo alle 15,45. Dopo aver ammirato, se non il bel panorama, una bellissima nebbia alle 16,15 ridiscendiamo alle Alpi Moschietto, e riuniteci al grosso che nel frattempo ha mietuto grandi mazzi di fiori proseguiamo per Frassinetto e Pont, soffermandosi brevemente a S.ta Maria per una seconda refezione. Alle ore 20,30 si riparte da Pont per Torino. Arrivo alle 22,30.
La più schietta allegria ha naturalmente regnato in tutto il giorno nella piccola, troppo piccola comitiva. Ci si era difatti appena in 12, e quantunque dati i tempi che attraversiamo non ci sia da pretendere assai, il numero dei partecipanti potrebbe essere sensibilmente accresciuto se le signore socie prendessero parte un po' più attiva in questo ramo di sviluppo sociale.
F. Ravasenga

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   Domenica 15 luglio - Gita Pellegrinaggio alla Grotta di Martassina (Ala di Stura)


Partecipando al pellegrinaggio organizzato dal C. R. P. alla Grotta di Martassina, il 15 luglio la sezione di Torino della G. M ha effettuato una breve gita nei dintorni, intervenendo alle funzioni religiose celebratevi e compiendo una affermazione dell'alpinismo cristiano. Vi aderirono parecchi Soci e Socie.
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VITA SEZIONALE


   Necrologia


Un nostro carissimo amico è scomparso: il Prof. Pietro Peluffo della Sezione di Torino e socio fondatore della G. M. Tutti ne ricordano l'affettuoso interessamento, sia nei tempi non facili degli inizi come nei lieti giorni del rapido sviluppo. Assiduo alle gite ed alle riunioni sociali fu anche attivo propagandista arricchendo la Società di non pochi buoni elementi.
La sua fine repentina ed inattesa ha lasciato nel più profondo dolore la Famiglia accresciuto pochi giorni dopo dalla morte di una delle sorelle del compianto Professore. La G. M. ne sente l'irreparabile perdita e nell'ora del più profondo cordoglio invia agli accasciati parenti la parola di condoglianza confortandola di cristiano suffragio.

Ai Consoci Fratelli Gaidano che hanno perso nel mese scorso quanto di più caro avevano su questa terra: la buona Mamma, inviamo le più sincere condoglianze unendoci di cuore alle preghiere di suffragio per l'anima dell'Estinta.
La Presidenza

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   La G. M. al fronte


Si trova da qualche tempo fra noi in cura presso l'Ospedale militare di riserva Regina Margherita l'amico e socio Geom. Giovanni Macciotta, aspirante ufficiale nel I° Artiglieria da Montagna. Ferito al braccio destro da un frammento di granata nei combattimenti del maggio per la conquista del Vodice, è attualmente prossimo alla guarigione.
Alieni per massima dal tessere elogi e tributare lodi, manifestando all'amico la nostra ammirazione ci felicitiamo con lui per la buona soluzione del sinistro occorsogli nell'adempimento del sacro dovere di soldato e formuliamo l'augurio d'un completo e sollecito ristabilimento.

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   SEZIONE di PINEROLO - Gite effettuate


29 giugno 1917 Giasset del Collet (Gran Truc) m. 1751. Ore 4,15 adunata in Sede: 4,30 messa. Alle 5,10 parte la squadra ciclisti e alle 5,17, col treno, i rimanenti. Arrivo a San Germano alle 6; partenza immediata. Passando per Brutta Comba si giunge alle 8,30 alle Sangle (1135) ove ci si ferma per un primo spuntino. Alle 9 si riprende a camminare, diretti alla Vaccera, ove si giunge alle 10,45 avvolti da fitta nebbia. Poco dopo incomincia a piovere, e continua così anche dopo il pranzo al sacco consumato sotto il tetto ospitale dell'Albergo dell'Aquila, per cui si deve rinunziare a salire al Giasset del Collet. Al ritorno pioggia e vento disturbano non poco. Alle 17 si è nuovamente a San Germano donde, parte in bicicletta e parte in treno si rientra in Pinerolo allegri, poco stanchi, ma... bagnati.
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   NOTIZIARIO


Soci militari. Sono aumentati di numero dopo la chiamata alle armi della classe 1899. Oggi tra essi contiamo pure gli amici Tabone Andrea, Boccardi Lorenzo, Pedrale Emilio, Barbieri Giovanni.

Elezioni. - Nell'adunanza generale dei soci tenutasi domenica 8 luglio nella sede, si é proceduto all'elezione di due consiglieri in sostituzione dei due nuovi militari: Tabone Andrea e Boccardi Lorenzo, con il seguente risultato : Reita Stefano e Goria Angelo.
Apprendiamo con vivo piacere la no mina a Cappellano Militare, addetto ad un Battaglione Alpino, del nostro carissimo presidente Rev. D. Canavese, attualmente sul Carso nell'adempimento del proprio dovere d'italiano.
I soci soldati nei loro ultimi scritti inviano a tutti i consoci delle due sezioni i loro saluti ed auguri di prosperità. Noi, ringraziandoli sinceramente, contraccambiamo di cuore.
La Sezione Filodrammatica sta allestendo uno spettacolo di beneficenza che verrà rappresentato con i nuovi scenari, opera del nostro vice-presidente Umberto Colombini,
Pietro Tajo, segretario.

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   Aumento di tariffe delle Guide


Stralciamo dalla Rivista del C.A.I. (luglio 1917) questo comunicato del Consorzio Intersezionale Guide e Portatori Alpi Occidentali, deliberato circa l'aumento in via straordinaria per il 1917 delle tariffe.
La tariffa da L. 2 è portata a L. 4; di L. 3 a 6; di L. 4 a 8; di L. 5 a 10; L. 6 a 12; di L. 7 a 14; di L. 8 a 15; di 10 a 18; di L. 12 a 20; di L. 14 a 22; di L. 15 a 23; di L. 16 a 24; di L. 18 a 26; di L. 20 a 28; di L. 25 a 34; di L. 30 a 40; di L 35 a 46; di L. 40 a 52; di L. 45 a 58; di L. 50 a 64; di L. 60 a 75 ; di L. 70 a 86; di L. 80 a 92; di L. 90 a 96; di L. 100 rimane L. 100
Le eventuali tariffe intermedie debbono essere aumentate in proporzione alla più prossima tariffa sopra designata.
NB. - Affinché questo aumento abbia valore le guide e i portatori dovranno unire al libretto il corrispondente specchietto loro inviato.

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   PICCOLA POSTA


Pietro Tajo - Pinerolo. Un plauso sincero per l'attività spiegata dalla sua Sezione e per l'ottima relazione, succinta e precisa come appunto vogliamo che siano i resoconti del nostro operato. Come vede l'abbiamo pubblicata integralmente. A tutti i suoi colleghi un cordiale ringraziamento e l'augurio d'un sollecito ritorno alla completa esplicazione del vasto programma. Ci Saluti Don Asvisio. Ossequi.

Tenente Feliciani. Z. di G. Conservo la tua lettera fregiata dallo stemma dei Bombardieri del Re e ti ricordo la promessa delle impressioni pel futuro. Ma niente futurismo, per carità! Che io sappia la G. M non conta altri bombardieri: tu sei l'unico e puoi andarne fiero. Auguri e auguri ...

Peppino Strambo. Z. d. G. Hai perso la macchina da scrivere? Risuscita e, se puoi, mandaci altre notizie più precise e più consolanti dell'amico Gallian.

L. G. Cervatto - Quando ci manderai la relazione di nuove ascensioni nel gruppo del M. Rosa? In mancanza di meglio facci una cronistoria delle tue scalate al ... Col d'Egua.

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   Soci inscritti dal 1 Gennaio al 15 luglio 1917


SEZIONE di TORINO: Bettazzi Cecilia; Viziano Norina; Trivero Cesira; Trivero Mario; Feliciani Ten. Luigi; Viotti Annetta; Borello Adelina; Testeri Elvira; De Guidi Laura.
SEZIONE di PINEROLO: Davicino Carlop Ormezzano Ezio; Losano Eugenio; Morero Angelo.

Sezione di Torino:
Soci al 1. gennaio 1917 137
Nuovi Soci dal 1. gennaio 1917 9
Totale Soci 146,

Sezione di Pinerolo;
Soci al 1. gennaio 1917 40
Nuovi Soci dal 1. gennaio 1917 4
Totale Soci 44

Totale Soci al 15 luglio 1917 190

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