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Rubrica Vita Nostra Luglio-Ottobre 1923



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VITA SEZIONALE


   CONSIGLIO CENTRALE


Rifugio Santa Maria sul Rocciamelone.
Nei giorni seguenti l'inaugurazione, la squadra operai ha portato a termine i lavori di finimento del rifugio riservato, completando così definitivamente la costruzione.
Questa ora è chiusa ed entrerà in servizio nella prossima estate 1924, opportunamente dotata di materiale, e l'accesso sarà regolato da quelle norme che verranno a suo tempo pubblicate su questa Rivista.

Cinematografia delle feste sul Rocciamelone.
Grazie all'iniziativa del sig. Mario Prandi della nostra città, la cerimonia di inaugurazione della Cappella Rifugio sul Rocciamelone ha avuto la sua documentazione cinematografica con una bellissima ed interessantissima film.
Il Consiglio Centrale, presane visione, ha aderito all'offerta del Prandi, acquistando la originale pellicola di cui curerà la proiezione in Torino ed in Provincia a scopo illustrativo e di propaganda per la Cappella e Rifugio.
Dalla negativa della stessa pellicola il Prandi ha ricavato numerosi e perfetti ingrandimenti che mette a disposizione dietro puro rimborso delle spese dei nostri Soci e di quanti desiderano avere un ricordo della festa del 12 agosto u. s..
Chi desidera approfittarne è pregato di informarne in sede il segretario del C. C. ing. Reviglio.
La Presidenza frattanto rinnova di qua un pubblico ringraziamento al sig. Prandi per il gentile concorso della sua opera al successo della nostra iniziativa.

Un Convegno della G. C. I. sul Roccia-melone.
Il 15 agosto u.s. il Consiglio Regionale della G. C. I. ha tenuto il suo primo convegno alpi-nistico sulla vetta del Rocciamelone, raccogliendo in una solenne manifestazione di fede tante energie giovanili sparse per il Piemonte, ai piedi della Vergine della Neve.
Il Convegno ebbe inoltre uno speciale significato di commemorazione per due amate vittime dell'alpinismo: Silvio Morino e Nino Loretz.
Il primo, caduto lassù tre anni addietro, è ricordato da una lapide murata nella Cappella a cui venne deposta dai convenuti una palma-omaggio. Del secondo, disse commosso il segretario del Convegno e consocio nostro Piero Dolza, ricordando l'opera da egli svolta in qualità di Vice Presidente della G. M. per la Cappella e Rifugio. Raccolti in questo pic-colo Santuario, i convenuti ascoltarono poscia devotamente la santa Messa in suffragio dei due Scomparsi, e coll' animo commosso ne discesero a Susa ove il Convegno si sciolse.

Distintivi Sociali.
Si rende noto ai Soci che i Distintivi Sociali sono oramai in distribuzione presso la Segreteria delle singole Sezioni; essi sono stati coniati in diversi modelli: ordinario, uso spilla, speciale per soci vitalizi, speciale per Presidenti, speciale per Direttore di Gita.

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   Onoranze a Nino Loretz


Dopo la sciagura. del 10 agosto allo Chàteau des Dames, la Presidenza riunitasi in Torino con gli altri membri del Consiglio Direttivo ha tosto concretato un programma di provvedimenti ed onoranze da tributarsi alla memoria del compianto Nino Loretz, sulla scorta di precise proposte giunte da vari Consoci. Esse possono così riassumersi: Sospensioni delle gite sociali fino a tutto settembre; celebrazione di un solenne funerale di trigesima; commemorazione nella gita di riapertura; erezione di una croce sul luogo della sciagura a perenne e cristiano ricordo.
Il funerale ha avuto luogo la mattina del 26 settembre nella Chiesa della Trinità, presenti la famiglia, le rappresentanze delle Società alpinistiche torinesi, e la quasi totalità dei nostri Soci. Ha celebrato il Consocio Rev. Don Massè, assistito dal Canon. Borghezio. Dopo la Messa e le esequie Don Massè ha detto un breve ma commoventissimo discorso commemorativo, del quale speriamo di poter dare il testo in uno dei prossimi numeri.
Domenica 30 settembre riprendendosi le gite sociali si è saliti al Santuario di Sant'lgnazio sopra Lanzo dove è stata celebrata una messa di suffragio.
Quanto alla croce da elevare sul luogo della sciagura si stanno studiando le modalità di esecuzione, e di quanto si delibererà in seguito si darà cenno su queste pagine e sul Notiziario.
Nella Sede Sociale l'amico scomparso verrà ricordato da un ritratto artisticamente incorni-ciato con la bellissima fotografia della chiesa del Breuil e il Cervino, che Guido Rey, con pensiero squisitamente gentile e cristiano, ha inviato alla Giovane Montagna con l'espressione delle sue condoglianze accompagnate dal versetto « Ita Pater, quoniam sic fuit placitum ante Te ».

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ATTIVITÀ SVOLTA


   Gite effettuate


L'esiguità dello spazio disponibile non consente più, da parecchi numeri, di dare una minuta, notizia delle gite Sociali le quali, fino Settimana Alpina, hanno avuto sempre il loro regolare svolgimento, con una buona partecipazione di Soci e con una organizzazione lodevolissima.
Dall' aprile all'agosto sono state compiute le seguenti gite:
8 aprile - Punta Lunelle (m. 1382) (accademica sociale) partecipanti 48.
22 aprile - Castel Balangero (m. 2202) partecipanti 46.
6 maggio - Comitiva A - Monte Bocciarda (m. 2213) partecipanti 54.
Comitiva B-Alpi Sellery d'Ammont (m. 1710) gita floreale; partecipanti 32.
19-20 maggio - Monte Barbeston (m. 2482) in unione alla Sezione di Aosta; partecipanti della Sez. di Torino 28.
9-10 giugno - M. Pintas (m. 2542) partecipanti 22.
23-24 giugno - Cresta del Pagliaio (m. 2250) partecipanti 50.
7-8 luglio a) Levanna Orientale (m. 3555) partecipanti 50.
b) Colle Crosiasse (m. 1922) partecip. .....
Di tutte le gite svolte, quella della Levanna è stata certamente la più importante come meta e come successo di organizzazione. Per quanto la montagna fosse ancora in condi-zioni non del tutto estive, e per quanto il tempo non sia stato dei più clementi, dei cinquanta partecipanti ben 39 hanno toccato la vetta, in perfetto orario e senza il minimo sforzo, costituendo un vero record.
21-22 luglio - Punta del Vallonetto (m. 3222) partecipanti 27.

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   I colori della Giovane Montagna sul Cervino


Durante la settimana alpina sul Breuil e precisamente nei giorni 9 e 10 agosto due nostri consoci: Amedeo Appiano e Francesco Martori, hanno scalato felicemente il Cervino, senza guide, per la consueta via del versante Tyndall.
Pochi giorni dopo, il Consocio Teol. Carpano, in compagnia dei sigg. F. Ravelli e G. Rivetti di Biella ha compiuto una arditissima randonnée sulla catena del Cervino, toccando i Jumeaux, la Punta Bianca, ed il Cervino dalla Cresta di Zmutt.

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VITA SEZIONALE


   Nuovi rifugi sulle Alpi Occidentali


In questa estate sono stati inaugurati numerosi nuovi rifugi in vari gruppi e vallate delle nostre Alpi Occidentali, e ciò è veramente confortante esponente dell'attività alpinistica in continuo incremento nella nostra regione. Tanto più che questi nuovi rifugi sono dovuti all'iniziativa di enti diversi, tutti ugualmente benemeriti della diffusione del sano amore dell'Alpe.
A tacere del rifugio Santa Maria sul Rocciamelone che è per noi della Giovane Montagna ragione di legittimo orgoglio dato lo scopo a cui è destinato, l'altezza a cui si eleva e le difficoltà incontrate nella costruzione, altri quattro sono i rifugi apertisi agli alpinisti dal giugno al settembre.
La sezione di Torino del C. A. I. in occasione del sessantennio della sua fondazione ha condotto a termine ed inaugurato, con un convegno intersezionale brillantemente riuscito, il Rifugio di Santa Margherita nel gruppo del Rutor a 4 ore e mezza da La Thuile ad un'altezza di m. 2420.
Si tratta di una vasta e solida costruzione situata in uno dei gruppi più seducenti e finora meno frequentati appunto per la difficoltà di accampamento.
Il Club Alpino Accademico, grazie alla generosità del suo Presidente Dott. Borelli, ha aperto un piccolo rifugio al Fauteuit des Allemands nel gruppo del Monte Bianco.
L' U. A. Uget è benemerita per un vasto locale egregiamente adattato a rifugio in Valle Stretta (Bardonecchia) a m. 1761, a cui fin da questa prima stagione hanno affluito vere frotte di alpinisti.
Domenica 16 settembre poi l'Unione Escursionisti Torinesi ha aperto i battenti del suo rifugio al Pian del Roc nel vallone della Balmetta sopra Bussoleno, bella costruzione an-che questa ed opportunamente piazzata in un gruppo alpino interessante e particolar-mente frequentato dai Torinesi per la sua vicinanza.
Con pensiero squisito nei rifugi dell' Uget e dell' U. E. T. sono stati ricordati Soci morti in guerra, con opportune lapidi ed iscrizioni.
In occasione del sessantennio di fondazione del C. A. I. la Sede Centrale di questo benemerito sodalizio ha rimodernato l'antico Rifugio Quintino Sella nel Vallone delle Forciolline al Monviso ed ha collocato due ricordi commemorativi alla fontana di Sacripante ed al grande Rifugio - Albergo al lago Grande di Viso.
Le cerimonie si sono svolte domenica 12 agosto p. p.

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   Disgrazie alpine


L'estate del 1923, eccezionale per le buone condizioni del tempo e della temperatura, è tuttavia stata caratterizzata da un numero dolorosamente impressionante di sciagure alpine.
Eccone l' elenco riportato dalle notizie comparse sui giornali :
Il 15 luglio il Presidente del Club Alpino di Gap, durante un'escursione alle Grotte del Diavolo precipita in un burrone pel franamento della riva.
Il 19 luglio nel gruppo del Rosa perisce tragicamente il Prof. William Papon - Ker ordinario di letteratura e di poesia nelle Università di Londra, Cardiff ed Oxford, valente letterato come rinomato alpinista ed atleta.
A San Candido (Innichen) la Sig.na Adele Resignani di Milano, nel ritorno da una gita al M. Piana sopra Dobbiaco precipita in un burrone.
Il 10 agosto, contemporaneamente alla sciagura che ha colpito la G. M. allo Chateau des Dames con la fulminea morte del nostro caro Loretz, al Dente del Gigante tre alpinisti e due Guide di Chamonix, per uno scivolone del capo cordata precipitano miseramente nel precipizio.
A Trafoi, e precisamente al Pizzo Maddatsch tre studenti milanesi diciottenni: Carlo e Federico Tremolada, e Paolo Mejani, pare per la friabilità degli appigli, sono scivolati da una parete a picco sotto la vetta, cadendo l'un sull' altro, al fondo del burrone alto 80 metri, restando istantaneamente cadaveri.
Alla Jungfrau tre alpinisti, giunti in prossimità della vetta sono precipitati in un crepaccio.
Da questo elenco sono esclusi i caduti sulla Lunella nella primavera scorsa, ed il prode Bich di Valtournanche, coi quali il doloroso totale raggiunge quasi la ventina.

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   La punta Sud dell'Aiguille Noire de Peteret conquistata


Il 27 luglio u. s. è stata scalata per la prima volta la punta Sud dell'Aiguille Noire du Peteret nel gruppo del M. Bianco, dal Comm. Enrico Augusto di Biella, che le ha posto nome punta Edoardo Bich a ricordo perenne della giovane guida di Valtournanche perita nel giugno scorso alla Becca d'Aran.
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   Lo stato d'abbandono della Capanna Regina Margherita al M. Rosa.


Il Presidente del C. A. I., Eliseo Antonio Porro, dopo aver visto senza frutto i ripetuti richiami suoi e delle precedenti Presidenze del C. A. I. perché l'Osservatorio di meteorologia e fisica terrestre nella Capanna Regina Margherita al Monte Rosa venga sollevata dal deplorevole abbandono in cui è tenuta dal 1911, scioglie ogni riserva, e investe della questione i 30.000 Soci del C. A. I. sottoponendo loro una relazione documentata della costruzione di detta capanna e dell' Istituto Scientifico Angelo Mosso al Col d'Olen e li informa del deplorevole disservizio che perdura all'Osservatorio.
La relazione, redatta con accuratezza e competenza dall' ex Presidente del C. A. I. avv. grad'uff. Basilio Calderini, è stata pubblicata sul fascicolo del giugno scorso della Rivista Mensile del C. A. I.
Recentemente s'è occupato della questione anche il Corriere della Sera colla pubblicazione d'una lettera di Giulio Caprin, piena di rivelazioni poco lusinghiere sul funzionamento della Capanna.
C'è veramente da augurarsi, che pel buon nome della scienza italiana, i reclami siano raccolti da chi gli spetta, sì che l'istruzione che gli stranieri ci invidiano e che è unica in Europa, ritorni al suo antico splendore, ragione per noi di vanto e non di vergogna.

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   I Confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso


Nell' intento di estendere la conoscenza delle disposizioni legislative relative al Parco Nazionale del Gran Paradiso, e persuasi di giovare ai Soci che frequentano assiduamente le vallate dell'alto Canavese e d'Aosta, riportiamo dalla Gazzetta Ufficiale del 3 settembre l'elenco delle zone comprese nel Parco, stabilito dal R. Decreto 13 agosto u. s.
Alta Valle dell'Orco. - Zona compresa fra gli antichi confini del Parco, la frontiera con la Francia, la vetta della Punta della Vacca e la frazione Chiapili di Sopra, nella conca di Ceresole.
Alta Valle Soana. - Zona compresa fra la vetta della Rosa dei Banchi, la Cugnona e la Cresta di Trezzi in Val Campiglia; fra detta Cresta, Colombo Nord, Plata Lazin in Val di Forzo.
Alta Valle di Champorcher. - Zona compresa tra la vetta della Rosa dei Banchi, il suo ghiacciaio, il Bec Costazza e la Finestra di Champorcher.
Alta Valle di Cogne. - Zona compresa tra l'antico confine presso Lillaz, la costa delle Teppe Lunghe e la Finestra di Champorcher.
Alta Valle di Rhèmes. - Zona compresa fra l'antico confine (Becca di Tsambeina) ed il Colle di Rhèmes (frontiera francese).
Zona sullo spartiacque tra la Savaranche e la Dora di Rhèmes: sovrastante alle frazioni di Tache (Rhèmes - St. - George), Bouillet (Introd), Chevrère (Valsavaranche).
Sono quindi per legge estese alle zone stesse tutte le prescrizioni contemplate nel decreto - legge 2 dicembre 1922, n. 1584, costituente il Parco Nazionale, fra cui si ricorda in particolar modo il divieto assoluto di caccia e di pesca.
Per migliore chiarezza nella segnalazione dei confini verranno collocate delle tabelle sulle località. Ma indipendentemente dalle stesse, il decreto deve avere la sua integrale applicazione nei termini di legge.

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   IN BIBLIOTECA


Luci ed Ombre - raccolta annuale di fotografie artistiche italiane 1923.
Succede assai di frequente, anche per parte di menti colte ed esteticamente educate, che
si neghi alla fotografia un valore ed una capacità artistica: ancora ieri un rinomato scrittore svizzero, per giustificarsi d'aver passato sotto silenzio in un suo recente libro sulla la produzione fotografica che insigni interpreti hanno dato del Cervino, riscontrava in questa una forma di inferiorità artistica.
A convincerci dell'infondatezza di una tale svalutazione non mancano, per buona ventura, argomenti e rivendicazioni: una fra le tante, efficacissima, è appunto il piccolo volume « Luci ed Ombre » che il Gruppo piemontese per la fotografia artistica, in una bella ed elegante edizione della Casa E. Celanza di Torino, ha recentemente pubblicato raccogliendo una cinquantina di saggi dei migliori cultori italiani della fotografia, sia professionisti che dilettanti.
La pubblicazione, che si annuncia come raccolta annuale, vuol appunto dimostrare
- e lo dimostra - che la fotografia è un'arte: « un'arte a sé, compiuta e vivente di propria vita » e non già destinata ad asservire altre arti figurative.
E ciò malgrado la rigidezza dei suoi procedimenti, della sua tecnica che, se la costringe inevitabilmente verista, contiene in questo suo incatenamento la ragione più alta della sua nobiltà e l'argomento più rispettabile del suo valore.
Del resto quali siano i compiti della fotografia nell'Arte e dell'artista nella, fotografia, si legge luminosamente nelle brevi pagine del Bricarelli e Brezzo e dello Schiaparelli, che precedono la raccolta.
Della quale parlando su questa Rivista, vogliamo mettere in spiccato rilievo la parte che in esse vi ha il paesaggio alpino come elemento d'ispirazione e materia di interpretazione pel fotografò artista, sotto qualunque aspetto esso si presenti.

Ecco difatti i paesaggi nevosi di P. Oneglio e della Signora Sofia Oneglio Morra, le cui nere Alp nella raccolta solitudine del grigiore invernale ricordano tanto simpaticamente ore di poesia, che tutti abbiamo trascorso sulle nostre Prealpi.
E mentre il nostro Gaidano col Paradiso delle api reca la lieta nota di un sorriso di sole su una aiuola alpina, Cesare Schiaparelli in Prealpe stende un ampio e morbido paesaggio solatio, rotto qua e là dalle amiche ombre dei castagneti; G. Barberis coglie gustosamertte un duplice raggio di sole sulla soglia del cupo bosco; mentre G. C. Dall'Armi, raccolto mestamente attorno ad un suggestivo Camposanto fra i monti dice tutta la pace del breve recinto dominato dalla Croce.
Aspetti viventi del monte che artisti senza tavolozza ma con perfetta sensibilità ed equilibrio han saputo rendere malgrado le inflessibilità delle leggi dell'ottica e della chimica.
La raccolta si completa con ottimi ritratti, scene, paesaggi, marine ecc. nei quali professionisti come O. Ecclesia, C. Scarabello, E. Massaglia, G. C. Dall'Armi, Sciutto, Sommariva etc. e dilettanti quali A. Bologna, M. Avenati Bassi, C. Celanza, C. Baravalle, R. Menochio ed i nostri Stefano Bricarelli ed I. M. Angeloni tengono alto l'onore della loro squisita personalità artistica.
Il Gruppo Piemontese per la fotografia artistica può dunque essere fiero di questa prima affermazione - alla quale ha presieduto, col Bricarelli e lo Schiaparelli, Guido Rey - affermazione che certo valorizzerà finalmente anche fra gli Italiani, che non conoscono le analoghe raccolte inglesi ed americane, una schiera di artisti già meritamente apprezzata all'estero; mentre, indubbiamente gioverà a divulgare il culto d'un'arte vera ed essenzialmente moderna.
Coi rallegramenti nostri cordiali per il buon debutto 1923, giungano al Gruppo Piemontese i migliori auguri per Luci ed Ombre degli anni venturi.
n.r.

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   Gli scritti alpinistici di Pio XI


È stata annunciata di questi giorni la pubblicazione degli scritti alpinistici di S.S. Papa Pio XI, relativi alle ascensioni da Lui compiute e di cui i nostri lettori già conoscono un sunto nell'articolo Pio XI alpinista comparso nel n. 1 del 1922 per cura del teologo Carpano. L'edizione che si annuncia oggi è dovuta all'iniziativa della Sezione di Milano del C. A. I. che volendo celebrare solennemente il suo cinquantesimo anno di vita ha preso questa deliberazione in omaggio al suo più illustre Consocio. La raccolta è fatica particolare dell' on. Francesco Mauro e dell' avv. Giovanni Bobba e sarà presto lanciata al pubblico dalla Casa editrice Bertieri e Vanzetti.
Il volume sarà adorno di illustrazioni tratte da fotografie dei più eminenti alpinisti italiani ed esteri: Rey, Sella, Holmes, etc. e sarà preceduto da una prefazione dell'on. Mauro.
Ne riparleremo.

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   Rettifica


Nel precedente numero, parlando dell'opuscolo « La Pointe de Ronce et le Lamet » del Comandante Emile Gaillard, il recensore ne ha interpretato erroneamente la nota 2 di pagina 6, facendo asserire al Gaillard che la linea di confine al Rocciamelone dovrebbe passare per quella vetta. Ciò è inesatto: il Gaillard intende invece unicamente rilevare che il Rocciamelone è uno di quei punti nettamente specificati in cui il confine si scarta dalla linea spartiacque, sottinteso che questa passi per la vetta. E ciò per una ragione storica, avendo Re Vittorio Emanuele II, all'epoca del trattato di cessione della Savoia alla Francia, richiesto che la punta del Rocciamelone restasse interamente italiana in virtù delle tradizioni che la legano alla Casa Sabauda.
Abbiamo creduto doveroso rilevare l'inesattezza in cui è incorso il nostro collaboratore, onde non venga ingiustamente addebitata all'insigne autore francese un' errata affermazione.
Nel comunicarci questa rettifica - che si riferisce unicamente alla linea di confine - il nostro collaboratore ribadisce il suo punto di vista riguardo lo spartiacque principale della catena alpina, secondo cui questo, contrariamente a quanto è generalmente ritenuto, non passa per la vetta del Rocciamelone. Ciò che si riserva di dimostrare in un articolo che pubblicheremo prossimamente.
(n.d.r.)

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   LUTTI


Nel luglio scorso è deceduto dopo lunga malattia, ma in giovanissima età, il consocio Francesco Contini, la cui figura buona e serena era cara a tutti i compagni della G. M.
Da tempo il male lo teneva lontano dalle manifestazioni sociali, ma continuava a vivere la vita sociale attraverso la partecipazione delle sorelle e le relazioni nelle desiderate visite degli amici.
Lo piange una famiglia che lo adorò e che solo nella rassegnazione cristiana ha saputo trovare la forza esemplare per accettare una simile prova. Giunga ad essa la rinnovata espressione del cordoglio di tutti gli amici e Soci della G. M.

Vivissime condoglianze porgiamo alla Socia sig.na Bauchiero per la immatura ed improvvisa perdita del suo Papà Francesco Bauchiero; ed al Socio signor Gerosa per la morte del suo adorato figlio Pietro, vittima di un crudele ed inesorabile morbo.
Un altro lutto si è aggiunto a quelli che hanno recentemente colpito la nostra Società. Inaspettatamente è morto il nostro Consocio il marchese Cesare Cuttica di Cassine. Aveva soli 23 anni. Studente di ingegneria, gli mancavano pochi esami al conseguimento della laurea ; era stato ufficiale di complemento nell'ultima guerra e si era portato egregiamente; da qualche tempo era entrato nelle nostre file e ne seguiva con simpatia le manifestazioni e il rapido sviluppo.
Di animo mite e gentile, di costituzione sana e di ottima posizione sociale, la vita gli sorrideva, e la morte l'ha rapito improvvisamente, lasciando parenti ed amici sbalorditi e addolorati per la sua rapida scomparsa.
La Giovane Montagna da queste colonne rinnova alla Famiglia i sensi della condo-glianza cristiana.

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