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Rubrica Vita Nostra Marzo 1924



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VITA SEZIONALE


   Deliberazioni del Consiglio Direttivo


Nell'adunanza del Consiglio Direttivo del 19 febbraio furono prese le prime disposizioni per l'organizzazione della Festa degli Alberi, nominando all'uopo una Commissione composta dei Consiglieri : Avv. C. Riccadonna, avv. P. Calliano, G. Gribaudo e G. M. Bettazzi. Fu nominata inoltre altra Commissione per lo studio del programma commemorativo del decennio della nostra Società nelle persone dei Consiglieri: Avv. C. Riccadonna, dott. prof. A. Casassa, A. Nebbia e V. Bertolone.
Vennero accettate le domande a socio dei signori: Mario Ferrero, Ettore Vignolo, Mario Vignolo, Claudio Girard, Marchisio Costanza, Perro Carmela, Eugenia Marchisio, Enrico Delpnano, Giuseppe Vertorino, Perucca Gina, Perucca Annibale.
E' stato inoltre accettato il passaggio a socio vitalizio dei soci Fedele Castagneri e Marcello Canova.

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   La 1a Gara sociale di sci - Sauze d'Oulx 24-2-1924


Il microbo della velocità, creatura prediletta di questo secolo XX, trionfa. Con aspetto dinamico o contemplativo ha conquistato tutte le età, tutte le classi sociali. A chi poteva ha fatto acquistare mezzi meccanici, agli altri ha consigliato di aggiungere qualche arnese a quell'automezzo di locomozione fornito dalla natura, che sono le gambe.
Fra questi arnesi ecco nascere e primeggiare lo sci, che, con meraviglioso contrasto, ha fatto diventare il terreno più impraticabile il campo ideale per le folli velocità.
Il suaccennato microbo deve gioirne.
Ma oltre di lui ne gioiscono anche i soci della « Giovane Montagna », tanto più che essi integrano il godimento della velocità colla poesia naturalistica del paesaggio alpino, biancheggiante sotto il classico lenzuolo bianco, e pur tanto svariato nei degradanti pendii, che dagli strapiombi delle vette circostanti scendono con multiformi espressioni nella valle sottostante.
Le statistiche dei nostri soci aderenti allo sci seguono un crescendo impressionante. La turba scapigliata, che ogni domenica cercava affannosamente della neve farinosa, aumentava continuamente di numero. Ci voleva un uomo di buona volontà per amalgamare e valorizzare lo slancio scapigliato, ed ecco l'uomo nella persona del sig. Gino Bianzeno, che munificamente ha donato la Coppa tradizionale.
La Direzione naturalmente l'ha afferrata a due mani, ha mobilitato altri uomini di buona volontà, e pel 24 febbraio 1924 ha organizzato ed indetto la prima gara sociale di sci.
All'appello hanno risposto attori e spettatori, altre quegli esseri neutri, che sono i componenti della giuria.
Tre carovane hanno assalito i tre possibili treni che la sera di sabato e la mattina di do-menica portano da Torino ad Oulx, tre carovane armate di ingombrante bagaglio materiale, e di un bagaglio morale, variante dalle speranze dei concorrenti alle responsabilità della giuria.
Sauze d'Oulx non ha smentito la sua fama, ed il 24 ha fornito un campo magnifico.
Le prime ore del mattino hanno visto ognuno nelle proprie faccende affaccendato, e una lunga teoria sulla strada conducente alle Grangie La Casse, punto di partenza per la gara.
Naturalmente l'argomento principe è costituito dalle discussioni in sordina sul valore dei concorrenti e sulle probabilità dell'esito: il tutto tra le più svariate esclamazioni ed interiezioni e pei retrogradi involontari scivolamenti lungo la salita.
Interessante sarebbe annotare il contegno dei concorrenti avanti il cimento, spaziando tra gli allegri autoincensamenti tipo M. S. e la taciturnità di Bellacomba. Ma qui il redattore mi direbbe che porto via spazio prezioso, e quindi mi porto senz'altro alle ore 11 al traguardo di partenza.
Dei 16 iscritti 13 si presentano al via, che vien dato alle ore 11 4' al concorrente che la sorte ha voluto primo partente, e ad un minuto di distanza man mano agli altri.
Il pubblico commenta lo spunto iniziale, pesa l'eleganza e l'elasticità, e rivede i pronostici.
Il percorso fittamente segnato da rosse bandierine s'inerpica fino al piano Bourget. La schiera punta energicamente i bastoncini, e su per la pineta fila veloce al traguardo segnante l'inizio della discesa di ritorno. Il controllo vede, notevole ed interessanti spostamenti nella posizione dei concorrenti, e segna esattamente i tempi.
La discesa incomincia con una formidabile pendenza, che mette a dura prova l'equilibrio dei concorrenti, minato dalla fatica precedente. E' appena passata mezz'ora, che già la giuria del traguardo d'arrivo avvisa i primi arrivi: due concorrenti filano traverso gli ultimi larici: alla sommità della discesa d'arrivo spunta Marucco 2° partito, che, in magnifica volata, taglia il traguardo alle ore 11 34' 50". Via via, a disuguali intervalli, seguono gli altri dodici, infarinati da capo a piedi, e tutti immuni dal minimo incidente.
Il pubblico si interessa, accoglie festosamente ogni arrivo, applaude e fa festa ad ogni concorrente. Il tutto tra un vocio di pronostici, calcoli ipotetici, esclamazioni ammirative alle più eleganti scivolate, ed ai telemark d'arresto, tra cui spicca quello di Musso.
Hanno corso tutti bene, ed anche gli ultimi della classifica sono giunti con largo margine sul tempo massimo. Se la discesa di Marucco è stata di impressionante velocità e sicurezza, la salita ha rivelato in Rosso una fibra non comune.
A mezzogiorno la gara era chiusa. Salto la descrizione delle inebrianti scivolate, che ci hanno ricondotto a Sauze, gli innumerevoli capitomboli degli inesperti, ed i diversi punti di vista secondo cui ognuno ha soddisfatto l'insradicabile abitudine del pasto. Notate in questa occasione le 5 parole che Baggio ha dovuto aggiungere alle 24 pronunciate dalla sua partenza da Torino, sotto l'imprescindibile necessità di esprimere all'albergatore i propri desideri.
Il «post prandium» vede la giuria riunita a scervellarsi nelle operazioni matematiche, e la successiva proclamazione dei risultati. Eccoli:
Classifica generale:
1. Marucco Giuseppe in 29' 50" 2. Rosso Pio, in 31' 20" - 3. Giacotto Pietro, in 31' 35" 4. Trivero Carlo, in 32' 3".
Miglior tempo in salita :
Rosso Pio, in 21 15".
Miglior tempo in discesa :
Marucco Giuseppe, in 3' 20".
Non c'è che dire, ma per una gara d'incoraggiamento su un percorso di circa 5 Km. si può battere sinceramente le mani.
La proclamazione avviene tra gli evviva ed una bicchierata di Frascati, che ha press'a poco il colore dello champagne.
Poi tutti si gettano nuovamente sui campi circonvicini. Ognuno pensa al fatto suo, ed attribuisce regolarmente le cadute ai cattivi attacchi degli sci, e simili cose del tutto indipendenti dalla propria volontà, od abilità.
Il terreno è tutto uniformemente bianco, ma su di esso se ne vedono di tutti i colori Sci per terra e sci in aria, tuffi a capofitto e sedute involontarie (l'aggettivo non è in genere confessato), posizioni eleganti e contorte, annaspamenti destinati a riportare il corpo nella posizione verticale.
Ma il più bel colore è l'allegria universale.
Sono tutti serenamente lieti e giocondi questi cittadini, montanari: lieti di quel tappeto morbido, che quando cadi quasi ti inghiotte nella sua sofficità, lieti del bel sole ristoratore, che l'aria alpina ti fa più limpido e splendente, lieti di quell'orizzonte dentellato, che ti fa sentire la poesia della natura, così forte nel vasto e mistico silenzio montano.
Caro microbo della velocità, che seppellisci le tue colpe sotto vittorie stupefacenti e sotto ebbrezze passeggere, non è tutto e solo tuo il merito di aver divulgato lo sci. Sei uno degli elementi d'un impagabile quadro, che confonde morbidamente l'innato senso delle emozioni col più innato senso estetico, che noi alpinisti sentiamo così profondamente.
Si le vogliamo le « chine ripide vertiginose» perché insieme « dei pini il fremito, l'azzurro cielo a noi riempiono di gioia il cor ».
PIERO CALLIANO.

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   Ringraziamento


Il socio Vittorio Marchis, benemerito delle affermazioni fotografiche sociali, ha gentilmente offerto alla Sede un suo bellissimo ingrandimento riproducente un tratto della Cresta Nord delle Lunelle. Gli giungano i più vivi ringraziamenti.
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   IN BIBLIOTECA


La Montagna.
Col 15 gennaio u. s. ha ripreso le pubblicazioni il periodico La Montagna già favorevolmente noto tra il pubblico alpinistico torinese per l'esordio compiuto nel 1922.
I numeri finora comparsi sono di indubbia praticità e rispondono davvero ad una sentita necessità: per cui non si può non augurare ai volenterosi che si sono accinti nuovamente alla non lieve fatica, le più lusinghiere ricompense.
Sappiano gli alpinisti torinesi, incoraggiando l'iniziativa, procurare ad essa quel successo che ridonderà a vantaggio non di singoli; ma della causa che tutti ci anima e ci affratella.

Rivista dell'Alto Adige.
Col numero di gennaio questa Rivista entra nel suo IV anno di vita. La serietà d'intenti con cui è diretta ed il suo programma giustificano la simpatia acquistatasi in Italia ed all'Estero e lo sviluppo raggiunto. Questo numero presenta con un buon articolo del Borgatto e bellissime fotografie di H. Reich, l'aspetto invernale delle Dolomiti, non meno attraente di quello estivo.
Consigliamo caldamente queste pubblicazioni ai Consoci in vista delle visite prossime o remote che faranno nell'Alto Adige; e anche per essa la Direzione della nostra Rivista si mette a disposizione per abbonamenti e notizie.

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