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Rubrica Vita Nostra Settembre 1925
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ATTIVITÀ SVOLTA
VIII Gita Sociale - M. Lunella - 7 giugno 1925
Il programma, a causa delle sfavorevoli condizioni della montagna, ha subito una modifica sostanziale nella mèta, divenuta la Rocca Patanua, sui cui la quarantina di gitanti è salita con perfetta regolarità di marcia.
E la variante, se ha segnato una quota altimetrica inferiore, non ha però significato meno interesse e soddisfazione
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X Gita Sociale - Uja di BelIagarda (m 2939) - 20 - 21 giugno 1925
Fino a Bonzo, per treno e per auto, si è giunti allegramente nella serata, e dalle quattro della domenica, dopo la Messa celebrata nella Parrocchiale dal Rev.do Parroco Don Quaranta, fino alla notte seguente sempre in marcia... Le tappe della salita su pel vallone d'Unghiasse fino a Gran Lago - trovato ancor gelato - e poi per nevati e detriti fino alla cresta, hanno trovato una comitiva ben affiatata. Il cattivo tempo, è venuto però a troncare la marcia poco oltre la quota 2879, non più lontani dalla vetta. E fra le nebbie si ridiscende al lago, per il pranzo al sacco, e poi di nuovo a Bonzo per il ritorno a Torino in serata.
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XIV Gita Sociale - Albaron di Savoia (3662) - 25-26 Luglio 1925
Per un contrattempo inaspettato l'auto che ci doveva portare a Balme è rimasta in rimessa e in sua vece è il treno delle 15,15 che ci reca a Ceres.
Qui, altra fermata abbondante. Finalmente riusciamo a organizzare il trasporto automobilistico e sbarcare a Balme quando già annotta. Proseguiamo subito per il Pian della Mussa. Il cielo intanto da scuro e minaccioso, si è fatto sereno. Una miriade di stelle ci ac-compagna, e lungo la mulattiera del Gastaldi, si snoda una lunga teoria di lumi: sono le nostre lanterne.
Giungiamo al rifugio verso le una e un quarto, ci accomodiamo alla meglio e attendiamo la sveglia che non si fa sospirare troppo. Alle 4, nella sala da pranzo, incomincia la S. Messa. Celebra il R. Teol. C. Cavallo, nostro consocio, il quale rivolge ai gitanti poche ma calde parole. Terminato il Divin Sacrificio e preparati i sacchi, prendiamo il via. Sono circa le 5. Ci accompagna l'ottima guida Castagneri Domenico: Mini, a cui va data ampia lode per servizio prestato. Il tempo ha mantenuto la promessa della sera precedente, e il suo limpido azzurro ci fa bene sperare. Quando giungiamo sul ghiacciaio di Pian Ghias, il sole tinge di rosa il soprastante ghiacciaio del Collerin.
Dopo una fermata con relativo spuntino, tocchiamo la Sella dell'Albaron, dove formiamo le cordate. Due amici che ci hanno accompagnato con gli sci, li abbandonano per salire con noi alla vetta. Più tardi li vedremo veloci sparire lungo le falde del ghiacciaio. La neve buonissima e resistente ci permette di salire la ripida crestina di ghiaccio senza troppa fatica. Ancora pochi minuti di salita e, per le ultime rocce, tocchiamo la vetta alle 9,45' in anticipo sull'orario. Finalmente possiamo ammirare i nostri bei monti a perdita d'occhio, nel fantastico susseguirsi di punte e di ghiacci sfavillanti sotto i raggi dell'astro !
Per oggi, cosa rara in quest'anno, non si parla di pioggia. Restiamo a goderci queste bellezze per circa due ore mentre consumiamo il pranzo. A malincuore abbandoniamo la vetta a mezzogiorno, per la cresta raggiungiamo la " sella " e quindi per piacevole pendio, scendiamo i ghiacciai del Collerin e di Pian Ghias. La neve intanto sotto l'azione del sole è diventata fradicia, non regge più; si affonda abbondantemente e qualche piroetta solleva l'ilarità generale.
Al fondo del ghiacciaio facciamo un alt, salutiamo ancora le vette vicine e quindi, per il Piano dei Morti, la mulattiera ci riporta a Balme. Quando, alle 23,35, scendiamo alla stazione di Torino, un'afa soffocante ci mozza il respiro. La gita si è svolta nel massimo ordine, e ha trovato pienamente soddisfatti la quarantina di partecipanti.
N. I.
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XV Gita Sociale - Rocciamelone - 15 - 16 agosto 1925
Quest'anno la gita che, secondo una pia consuetudine non mai interrotta dal 1914 la G. M. organizza al Rocciamelone, aveva un'attrattiva di più: il pernottamento nel Rifugio Santa Maria. Finalmente, dunque, si entra nella pratica attuazione del sogno per lunghi anni accarezzato.
La coincidenza con altre manifestazioni alpinistiche ha impedito forse una più ampia partecipazione; tuttavia la comitiva che la sera del 14 agosto, lasciava Porta Nuova nel trambusto del ferragosto, sorpassava la trentina. Si è avuta una sola comitiva dal versante di Susa: lo scopo della gita nostra al Rocciamelone non è già quello di un arrampicata, bensì d'una visita alla Madonna, e quindi anche il percorso più faticoso e meno attraente è accettato. Tanto più che la parte peggiore di tale percorso, - il tratto Susa Trucco - si è fatto di notte, e nella giornata del 15, raggiunta Cà d'Asti verso le 9,30 si è ascoltato la Messa lassù nella vecchia cappella, e poi si è proseguito a scaglioni per la vetta. Bello il tempo, bello il panorama. Un pomeriggio ed una serata in punta sono episodi interessantissimi. Comitive dall'uno e dall'altro dei versanti salgono, si inginocchiano, guardano, riposano e ripartono: giungono alpinisti e valligiani, e per quelli che arrivano tardi o non si sentono di rifare tutto un lungo e faticoso cammino prima di riposare sotto un tetto amico, serve da asilo il rifugio.
Quella notte, illune, gelida di vento, il nostro Rifugio ospitava una quarantina di persone disposte alla meglio nei giacigli e sulle panche, ma ben raccolte nei piccoli ambienti rivestiti di larice.
Le prime luci dell'alba trovano i convenuti già desti, affaccendati ad una sommaria toeletta, od attorno alle cucinette ad alcool.
Un the, un caffè latte, gustati ad avidi sorsi, e ripetute capatine sulla cresta, ai piedi della Madonna, dove il vento sibila più forte ma il panorama si distende più ampio ed affascinante. Spettacolo superbo il levar del sole lassù. Quante volte l'abbiamo pensato nel corso degl'anni passati!
Un campanello dalla voce argentina richiama a raccolta nella cappella. Il consocio Teologo Cognavallino vi celebra la S. Messa, accompagnandola con un ben appropriato fervorino. In questa chiesina, squallida, angusta, le preghiere hanno un fervore tutto particolare: sentiamo l'anima vera della Giovane Montagna vibrare in tutta la sua sublime purezza, ecco, il Rocciamelone, con questa cappella e con le nostre preci, è davvero la sintesi del nostro alpinismo nobilitato dalla Fede.
Usciti sul piazzale ci schiaffeggia un vento gelato che ci consiglia a sollecitare i preparativi per la discesa: il sole è pallido, pare deciso a scomparire del tutto. Scendiamo. Ma poco oltre Cà d'Asti, il sole ritorna a splendere, le nubi si squagliano, la montagna è tutta in festa ancora, e noi, calando rapidamente siamo sempre rivolti in su a guardarla.
Il pranzo al sacco vien consumato molto in basso, nei boschi presso il Seghino, si che, dopo una ben comoda siesta, si arriva ancora in tempo per il treno delle quattro, e con qualche ora di anticipo, eccoci di nuovo in Torino prima del tramonto, mentre i treni riversano nelle sue vie i reduci del ferragosto campagnolo.
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VITA SEZIONALE
Gruppo fotografico - 11 Concorso 1925
Il Direttorio del Gruppo fotografico rammenta ai propri soci il 2° concorso bandito nel N. 4 della Rivista coi titoli : a) Fronde e fiori dell'alpe ; b) Picchi e ghiacciai. Il tempo utile per la consegna delle copie scade il 15 ottobre, ed ai primi di novembre si avrà l'esposizione nel salone sociale. Per le modalità del concorso gli interessati potranno rivolgersi ai membri del Direttorio nelle sere di mercoledì e venerdì.
Si fa viva preghiera in pari tempo ai Soci ed in particolar modo agli iscritti al gruppo, di volerlo far conoscere ai Soci nuovi, onde accrescendone la falange, ne possano aver profitto le manifestazioni e l'Associazione stessa.
Frattanto siamo lieti di poter comunicare che per l'interessamento di un nostro egregio nuovo Socio, le Ditte Bertinara e Vaudano, ed A. Bardelli, gentilmente concedono una vetrina per l'esposizione pubblica delle prove del nostro Gruppo. La Direzione del Gruppo Fotografico rivolge loro il più vivo ringraziamento.
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IN BIBLIOTECA
ALESSANDRO CALIGARIS - Sette leggende alpine - Pinerolo, Tipogr. Sociale, 1925.
Il nostro Consocio e Collaboratore, raccoglie in un volumetto alcune pagine di ispirazione montana, narrando in forma piana e con appropriata semplicità, alcune di quelle fiabe che, nei paesi di fondo valle e su per le estreme borgate, sono ancor oggi tenute in considerazione di storie vere. È la semplice e fresca poesia dell'ingenuità dei nostri montanari piemontesi, che sgorga da ogni pagina: l'A., sulla scorta di episodi ed incontri toccatigli nelle sue peregrinazioni alpestri, e in margine alle sue ascensioni alpinistiche, fa parlare queste anime semplici che oggi a poco a poco vanno scomparendo - e ferma così per la sua passione di poeta della montagna e per il nostro conforto, la tradizione. Non si sofferma in studi, raffronti, commenti; egli ode e riporta, apparentemente assente.
Eppure la sua sensibilità di artista vibra in ogni pagina, in ogni vicenda, e conosce il non facile segreto di saper far gustare la tenue storiella, il suo ambiente patriarcale che qua e là è dipinto con pochi e felicissimi tratti.
L'A. che esordisce con questo volume, è un' ottima promessa per la letteratura che ama attingere l'ispirazione alle fresche aure dei monti; noi pertanto ci ripromettiamo che, dopo queste sette leggende, con la stessa serietà e sentimento, vengano senza limite le sue pagine buone e care per la nostra anima innamorata dell'Alpe.
n. r.
N. B. - Il libro è posto in vendita a L. 5, ma, per cortese concessione dell'A. presso la Sede trovasi a disposizione dei Soci alcune copie al prezzo ridotto di L. 4.
Prof. F. SACCO - Il Lago Santo (estratto dal vol. « Il Lago Santo » pubblicato dalla Sezione dell'Enza del C. A. I.).
Prof. F. SACCO - Marmitte dei Giganti (estratto dalla Riv. L'Escursionista - 1925).
Cascate del Piemonte (estratto dalla Riv. Pro Piemonte - 1925).
Cascatelle (estratto dalla Riv. Primavera Italica).
Gorge del Piemonte (estratto dalla Riv. Pro Piemonte).
Omaggi dell'Autore.
L'illustre Autore, già benemerito della diffusione di tanti opuscoli e studi sugli aspetti più caratteristici della natura alpina, aggiunge con questi volumetti, nuove perle alla sua collana, e continua con un'attività che ha del prodigioso ad educare le menti delle generazioni alpinistiche a saggiamente conoscere ed approfondire i fenomeni che la montagna presenta con inesauribile varietà ai suoi visitatori.
L'opera del Prof. Sacco, più che analizzata in ogni esemplare dei suoi studi, va considerata nel suo complesso, e pertanto assurge, dalla dissertazione dello studioso, all'altezza di una missione, per la quale le nostre schiere alpinistiche devono rivolgergli un plauso fatto di ammirazione e di gratitudine.
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LUTTI
Sui primi d' agosto, la giovane esistenza della Signorina Giuseppina Rognone, si è spenta, e l'anima Sua eletta è volata al Cielo. Da quanto tempo il suo corpo soffriva le insidie d' un male atroce, dopo che Io spirito aveva tanto sofferto per sciagure e disgrazie ! Nel dolore silenzioso la sua bontà d'animo divenne sorriso d'angeli, e sorridente se n'è partita nel giorno sacro alla Madonna della Neve. Era Socia nostra tra le prime e più intensamente attaccate all' opera del Rocciamelone: oggi, dal più alto culmine, riposando nell'eterna beatitudine, benedice a tutti.
Scenda la Sua benedizione a conforto nostro e soprattutto della Sua adorata sorella Olimpia, alla quale la Giovane Montagna rinnova da queste pagine l'espressione del più sincero cordoglio.
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