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Rubrica Vita Nostra Ottobre 1928



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ATTIVITÀ SVOLTA


   Domenica 7 ottobre


8 soci del I° Gruppo « Torino » aderenti alla Giovane Montagna, hanno effettuato una gita a scopo turistico istruttivo a Stresa sul Lago Maggiore.
Partiti alle ore 4 da Torino si arrivò a Stresa alle ore 8,35. Visitato il Collegio Rosmini e la tomba di Antonio Rosmini, e fatta una breve visita alla città, ci portammo in battello all'Isola Bella; per un'ora e mezza abbiamo visitato il grandioso palazzo Borromeo, ricco di ricordi storici e di opere artistiche, e il giardino annesso. Riprendemmo alle 12,20 il battello per Pallanza, toccando l'Isola dei Pescatori e Baveno. A Pallanza dopo un fraterno banchetto all'alber-go Nazionale, abbiamo visitato la città, spingendoci fino al santuario di S. Caterina e alle ore 16 si ripartiva per Stresa, ove si giungeva alle ore 16,40 ancora in tempo per assistere a una gran parte delle feste che si svolgevano appunto in quel pomeriggio per la sfilata dei costumi ossolani e per alcune manifestazioni folkloristiche della milizia di Calasca e della Milizia Nazionale del 1821. Alle ore 18,42 si riprendeva il treno per Torino ove si giungeva alle ore 23,15.
Il Capo comitiva: F. MORTARA

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VITA SEZIONALE


   Fiori d'arancio


Il 18 luglio i consoci Renzo Pessatti e Bice Richelmi, della Sezione di Ivrea si sono uniti in matrimonio (con particolare benedizione del Santo Padre).
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   Culle


16 agosto : Maria Giacinta, del consocio Roscio Federico.
Vivi rallegramenti ed auguri.

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   LUTTI


Enrico Beltramo.
Un altro dei nostri giovani consoci è andato a raggiungere nella luce e nella beatitudine eterna gli amici Pier Giorgio Frassati e Nino Loretz.
A venticinque anni, laureando ingegnere, pilota aviatore, era stato promosso sottotenente della R. Areonautica e destinato allo aerodromo di Mirafiori: la vita si apriva facile ormai davanti a lui, e gli prometteva ogni felicità.
E invece è venuta la morte a stroncare improvvisamente la sua giovane e forte esistenza e a portarlo a quella che è l'unica vera felicità.
Ché la morte non l'ha potuto cogliere di sorpresa o impreparato: animo profondamente cristiano, educato nella nostra Religione, s'era preparato ogni giorno a morire e ad esser pronto a presentarsi al Tribunale di Dio.
Cattolico militante e convinto, socio del circolo « Immacolata » della G. C. e del « Cesare Balbo » della F. U. C. I. aveva sempre profuso in mezzo agli amici le sue preziose doti di apostolo; studente, soldato, ufficiale aveva saputo imporsi in mezzo ai suoi coetanei che rispettavano in lui il cristiano allegro e puro, forte e buono.
« Mens sana in corpore sano » e il corpo teneva addestrato e agile nella ginnastica, nel canottaggio, nell' alpinismo. Amava la montagna, perché, come l'amiamo noi, ascendere in alto è l'aspirazione nostra; perché sui monti, lontano dalle città, respiriamo meglio, ci sentiamo migliori, siamo più vicino a Dio.
Socio della G. M. da molti anni ne seguì sempre con amore il movimento: e io lo ricordo nelle nostre gite e nei nostri campeggi sempre allegro e gentile, lieto di poteri fare un piacere, sempre pronto a dire una parola buona. E la sera, come l'amico Pier Giorgio, non tralasciava mai di elevare il pensiero al Dator di ogni cosa: un grazie per la buona giornata trascorsa, una preghiera per la giornata ventura.
Un episodio: al campeggio di Pont Valsavaranche volle rinunciare e non fu piccol sacrificio per lui a parecchie gite per non lasciar solo un amico, che, colpito da grave lutto, non si sentiva allenato per sostenere tali fatiche.
Lo attraevano le difficoltà e la bellezza e le prime cercava nelle ascensioni di roccia e di ghiaccio, e la seconda amava contemplare e gustare buon fotografo, fissava poi sulla lastra le immagini che più l'avevano impressionato.
Poi la montagna non gli bastò più: volle ascendere ancora più in alto e volle imparare a librarsi a volo nel cielo conseguendo in breve tempo il brevetto di pilota.
Bisognerebbe leggere le sue lettere dove esprime, vibrante, le sue prime emozioni di volo, tutto solo, nell'azzurro infinito, piccolo atomo nelle mani di Dio infinitamente grande!
Amici, il Signore l'aveva giudicato ormai maturo per il Cielo e gli ha donato il premio che ha promesso ai puri, ai misericordiosi, a quelli che hanno saputo come il nostro Enrico vincere le proprie passioni, piegare il proprio carattere.
Vada ai genitori, ai fratelli, ai parenti la espressione del nostro sincero cordoglio; li conforti il pensiero che la Fede ancora ci unisce e ci addita non lontano un eterno ricongiungimento nel Signore.
CARLO POL

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