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Rubrica Vita Nostra Luglio 1929



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ATTIVITÀ SVOLTA


   Picchi del Pagliaio - 12 maggio 1929


In 24 partecipanti si parte la sera dell'11 alle 20 in torpedone alla volta di Sangonetto dove si giunge alle 21,30; proseguiamo immediatamente a piedi per Forno di Coazze pel pernottamento.
L'indomani mattina, dopo la S. Messa celebrata dal Rev. Parroco di Forno, in breve ora siamo ai Chargiour. Il tempo è sempre nuvoloso ed ogni tanto ci regala una spruzzatina che per altro non ci distoglie dai propositi; continuiamo a salire verso la base dei Picchi e, giuntivi, decidiamo di lasciare i sacchi per proseguire più spediti tanto più che prevediamo di non poterci fermare in vetta causa il tempo sempre incerto.
Alle nove iniziamo su sei cordate la divertente arrampicata che, per un susseguirsi di placche e creste interessanti, ci porta in vetta, alle 11,30.
Pochi minuti di fermata indi ridiscendiamo speditamente a riprendere i sacchi. Alle 13,30 siamo alla fontana dei Chargiour per la refezione. Ne ripartiamo alle 15,30 ed alle 17 siamo a Sangonetto dove ci attende la macchina per riportarci alle nostre case soddisfatti della buona ginnastica e, della sana allegria.
LEONI ARTURO.

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   Colle Albaron di Savoia - (m 3327) - 2 giugno 1927 (sciistica)


Credevamo che la stagione avanzata ci obbligasse ad un più lungo preludio di facchinaggio prima di poter calzare il legno che tanto coscienziosamente traslochiamo da una spalla all'altra onde distribuire in giusta misura l'indolenzimento caratteristico dello sci primaverile... Poco più di un'ora; e dopo la prima colazione risaliamo in piena neve i pascoli della Naressa prima ed il ghiacciaio di Pian Gias dopo su un fondo ideale per gli sci. Su alcuni massi al principio del ghiacciaio del Collerin sostiamo brevemente una seconda volta indi in un'ultima tappa raggiungiamo il Colle dell'Albaron. Gli amici Delmastro e Cometto colgono l'occasione per salire alla vetta dell'Albaron e ci raggiungono in seguito mentre la comitiva già s'appresta al ritorno. Scivolate meravigliose su una neve ideale che solo la primavera sul ghiacciaio sa offrire; fino a Pian dei Morti possiamo sbizzarrirci in esercitazioni svariatissime sicuri di non essere traditi dai frequenti cambiamenti di condizione della neve che quasi sempre in inverno preoccupano lo sciatore durante una lunga discesa. Alle 15 siamo al Pian dei Morti ed alle 17, dopo una lunga sosta scendiamo al Pian della Mussa indi a Torino in torpedone. In complesso: generale soddisfazione ed i soliti propositi di ritorno; per intanto questa è stata l'ultima sciistica della stagione che in miglior modo non poteva chiudersi. Arrivederci dunque alla futura stagione invernale, stagione che tanta buona volontà protrae per 8 mesi dell'anno...
ANGELO MUSSO.

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