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Rubrica Vita Nostra Marzo 1930



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VITA SEZIONALE


   LUTTI


Antonio Marino. Il 18 febbraio scorso, in seguito ad un attacco di risipola, decedeva il socio Antonio Marino, legato alla Giovane Montagna sin dagli inizi della nostra Associazione, alla quale portò con entusiasmo il suo validissimo ed apprezzato contributo quale Consigliere della Sezione di Torino e specialmente nella Direzione delle Gite Sociali.
Fu uno dei migliori propagandisti dell'Alpinismo Cristiano e rappresentava il tipo dell'alpinista di antico stampo, colle abitudini e preferenze che erano proprie di quei tempi, allorché i treni non erano molto affollati, ma quei pochi si ritrovavano quasi sempre sulla vetta. Ed Antonio Marino, modestamente, saliva sempre sulla vetta che aveva divisato di raggiungere; maestro di molti, moltissimi giovani che animava col suo entusiasmo, con consigli e la sua attività che non scemava in alcuna stagione, nelle giornate afose ed in quelle grigie e fredde, su un percorso accidentato e divertente come su una via che appariva ancora interminabilmente lunga.
Non subiva debolezze, sicuro di sé, prudente quanto bastava, saliva magnificamente ed aveva uno stile personale per trattare, come diceva Lui, sia la roccia come il ghiaccio. Amava appassionatamente la montagna per sé stessa e perciò saliva indifferentemente al Monte Rosa come alle Lunelle di Lanzo, e percorreva volentieri itinerari nuovi allorché se ne presentava l'occasione, come ritornava altrettanto volentieri a mete già toccate anche ripetute volte.
Non è possibile qui accennare che molto vagamente alle ascensioni numerosissime della sua lunga carriera di alpinista; egli percorse tutte le Prealpi e le Alpi dalla Valle del Po alla Valle d'Aosta compresa. Fra le maggiori il M. Viso, Boucièr, Charbonel, Bessanese, Uj a di Mondrone, Torre d'Ovarda, Rocciamelone, Levanne, Albaron, Gran Paradiso, Grivola, Torre di Lavina, Grand Assaly, Rutor, Grand Combin, Velan, Tete Bianche, tutte le vette del Rosa, e nel gruppo del Bianco, la vetta suprema, la Tour Ronde, l'Aiguille du Midi, ecc.
Se le sue occupazioni glielo avessero consentito, sarebbe stato certamente uno dei grandi alpinisti, perché di questi ne aveva la tempra e le attitudini.
Tutti i compagni di escursione hanno imparato qualcosa da Lui, il suo carattere faceto ed alle volte alquanto bizzarro, la calma nelle congiunture avverse, facevano di lui un compagno piacevolissimo nelle facili escursioni ed utilissimo nelle ascensioni importanti.
Nella sede sociale, nelle sere di riunione alle quali non mancava mai, sul Naso del Lyskamm o fra le zanzare di Valona e di Argirocastro dove, anziano, compi validamente il suo dovere di soldato fra i fanti del 330 Reggimento, Marino era sempre Lui, arguto e sereno. Temperamento franco, aperto, leale, abbandonava il tono scherzoso nelle contingenze difficili in cui poteva trovarsi la comitiva a lui affidata. Il senso di responsabilità, la sicurezza di sé lo rendeva padrone della situazione e dei gitanti i quali in quei momenti si sentivano comandati con rapidità e sicurezza di vedute.
La sua perdita ha colpito dolorosamente la cerchia dei suoi amici e degli innumerevoli conoscenti anche perché non aveva che amici.
Iddio Lo ha voluto pochi giorni dopo che, con una delle sue manifestazioni caratteristiche, si era recato da buon Cristiano professante a rendere grazie alla Consolata perché l'aveva fatto guarire; perché diceva, « quando si ottiene un piacere al quale ci si tiene, è doveroso ringraziare ».
La Sezione di Torino della Giovane Montagna perde in lui uno dei suoi migliori collaboratori che ha contribuito non poco alla espansione dell'attività alpinistica cristiana della Società. Gli amici si inchinano riverenti al volere della Provvidenza che ha voluto forse fargli una grazia molto più grande di quella chiesta, togliendolo da questa tormentatissima vita terrena, e offrono commossi suffragi di preghiera all'anima sua eletta.
g. c.

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