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Rubrica Vita Nostra Maggio 1930



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VITA SEZIONALE


   Attività sciistica


Davvero questo anno non abbiamo potuto lamentarci della mancanza di neve ! Già in novembre i nostri soci hanno iniziato la stagione sciistica con gite dapprima individuali (come quella al Colle e Punta Sommeiller del 1°novembre) e poi via via sempre più numerose e sociali.
Per tutta la valle di Susa abbiamo portato la nostra gioconda allegria a inebriarsi di sole e a godere dei benefici effetti della neve, bianca e scintillante nell'azzurro cielo. Bardonecchia, Cesana, Clavières, Chiomonte, Oulx, il Sestrières, sopratutto Sauze d'Oulx hanno via via nel corso dell'anno rivisto attraverso le loro strade passare incolonnati, cantando le belle canzoni della montagna, coi lunghi pattini da neve sulle spalle, e avviarci di corsa pei campi immacolati di neve che ci aspettavano.
La nostra casa dello sciatore di Sauze ci ha visto più volte affollare quelle stanze amiche e per tutto l'anno quasi ogni domenica c'era un forte gruppo di soci nostri che s'accingevano a scalare il M. Fraitève, o il Triplex o il Genevris, a scendere al Sestrières, a Cesana, a salire alla Testa dell'Assietta. Non voglio qui parlare di quest'attività normale d'ogni domenica, limitandomi di proposito ad accennare alle principali gite effettuate.
Un ricordo soltanto: abbiamo quest'anno salutato due nuovi sciatori che ancora inesperti mostrarono però di entusiasmarsi di questo sport: i piccoli Carlo e Piero Carmagnola, figli del nostro vice-presidente. Ad essi il nostro benvenuto e il nostro saluto augurale.
La nostra casa ha pure ospitato liete brigate di amici d'altre sezioni: così quelli di Genova e quelli di Milano: e poi ancora gli amici di Aosta e di Ivrea venuti tra noi per la disputa del Trofeo Gemelli.
Non parlo qui della parte attiva presa dalla nostra Sezione nelle nostre massime manifestazioni sociali: il Trofeo Gemelli e la Coppa Angeloni. Di esse si parla in altra parte della nostra Rivista: prendiamo atto con soddisfazione che ci siamo in ambedue comportati con onore, classificandoci secondi.
I nostri campionati sezionali si sono svolti a Sauze quest'anno su di un percorso esclusivamente di discesa. Vi hanno partecipato 15 sciatori, ma molti più furono quelli che si assieparono festosi lungo tutto il percorso: Lago Nero, Pian Bourget, Villa Clotes, Sauze.
La corsa si è svolta ottimamente, su neve buona ma con tempo incerto e nevischio: un grazie di cuore a organizzatori e giuria.
A mezzogiorno ci siamo riuniti a Villa Clotes: dopo la proclamazione dei vincitori abbiamo suggellato con lo spumante il passaggio definitivo della Coppa a chi per ben tre anni consecutivi seppe guadagnarsela con onore. Al nostro campione sociale Piero Giacotto le nostre più vive felicitazioni. Ecco ora l'ordine d'arrivo:
1° Piero Giacotto in 13'30" - 2° Giuseppe Marucco in 16'24' - 3° Paolo Cellino 18' 40" - 4° Piero Biginelli in 19' 42". Seguono nell'ordine N. Viacava, A .Ciocchetti, C. Faggiami, V. Aliprandi e C. Citterio.
I premi consistevano in medaglie d'oro, vermeil, argento e bronzo, un paio di sci e altri oggetti da montagna. La giuria volle citare all'ordine del giorno - pur squalificandolo a termini di regolamento - A. G. Musso che con alto senso di correttezza sportiva, denunciava francamente di aver adoperato la « raspa ».

E veniamo alle gite sciistiche propriamente dette.
Il primo dell'anno ci trovava compatti sui monti di Sauze a ben iniziare l'anno, incidendo su quei candidissimi tappeti nevosi l'orma e il solco luminoso degli sci. Altri però lo stesso giorno in compagnia di amici della Sezione di Cuneo, si portavano a Limone e salivano al Colle di Tenda, bellissima gita che meriterebbe di essere maggiormente conosciuta ed effettuata.
Il giorno 5 sorgeva mentre salivamo - in automobile - con gli amici della Sezione di Aosta a La Thuile, donde proseguivamo con gli sci per il Colle del Piccolo S. Bernardo. Purtroppo il tempo non volle esserci amico, e la tormenta, la neve, il vento non ci permise di uscire dall'Ospizio, ove l'Abate Camos ci aveva ospitato con signorile cortesia, se non per ridiscendere, in veloce scivolata sino a valle: ma poi abbiamo voluto riportarci a La Joux a rivedere i luoghi del nostro indimenticabile campeggio del 1926, fatti nuovi e più suggestivi dal bianco e luminoso drappo di neve.
Grazie, amici d'Aosta per le vostre cortesie, saremo lieti sempre di intonare con voi le vostre belle canzoni, e di ritrovarci in lieta brigata sui monti che tanto amiamo.
Il 19 gennaio eccoci a Clavières: siamo una ventina, diretti al Col Gimont. Molti di noi ancora non conoscevano questa bellissima mèta, ma al ritorno eravamo tutti entusiasti dell'appassionante, veloce discesa. Risaliamo al Col Sorel, scendiamo alla Capanna Mautino e per il Colle della Luna ci riportiamo a Clavières e poi a Cesana.
Una lunga pausa nelle gite per far posto alle manifestazioni sciistiche, poi eccoci nuovamente a Clavières il 16 febbraio diretti al Colle Trois Frères Mineurs: siamo in pochi perché altri ha preferito ripetere il « Giro delle Tre Capanne »: comunque bella e interessante passeggiata intorno al formidabile M. Chaberton. Tempo incerto e neve non molto buona.
Finalmente una gita in pieno sole: la P. Dormillouse (m. 2992) il 9 marzo. La sera del sabato siamo saliti, una ventina, fino a Thures dove abbiamo dormito o meglio pernottato insieme alle pecore: al mattino seguente, dopo la S. Messa celebrataci da quel Rev. Parroco, scendiamo a Ruilles e rimontando il Vallone Chabaud saliamo al Col Chabaud: per il canalone della parete N. O. giungiamo in vetta.
Riposo festante e gioioso in una gloria di luce e di sole sfolgorante con uno spettacolo superbo di bellezza davanti ai nostri occhi.
Poi la veloce e magnifica discesa: risaliti al Col Bourget e al Poggio dei Carabinieri e alla Capanna Mautino, scendiamo a Bousson per la cosiddetta « Strada delle Paline ». Altri preferisce giungere alla Capanna Mautino salendo al Colle Bigino e scendere a Cesana attraverso al Col della Luna.
Il 16 marzo il calendario portava: « Gita al Col des Acles »; invece il tempo poco favorevole e un errore di itinerario da parte di chi avrebbe dovuto guidarci ci portò ai Baraccamenti militari della Punta della Mulattiera. Del resto eravamo partiti dal Melezet tardi e senza sacco, appunto perché il tempo non prometteva nulla di buono: così la discesa fu velocissima e ci trovammo tutti prima delle 13 e affamati nella ospitale Casa dello Sciatore del C. A. I.
Poi gite individuali al Colomion o al M. Six e al Colle Sestrières: infine il 6 aprile saliamo al M. Tabor. Pernottiamo al Melezet per potere al mattino assolvere al precetto festivo, poi su in una giornata radiosa ma caldissima. Arriviamo alla vetta quando già altri sciatori hanno iniziato o compiuto la discesa, che pure noi compiamo velocemente, ma con neve crostosa.
Il 12 aprile saliamo al Rifugio Scarfiotti: dovremmo al mattino portarci alla Punta Sommeiller, ma il tempo avverso ci obbliga ad un affrettato ritorno reso penoso dalla neve che continua a scendere e poi più in basso dalla pioggia...
Ritorno melanconico ma con la promessa di ritentare più tardi...
A Pasqua non pochi furono quelli che passarono alcuni giorni sui monti. Era in progetto una gita al M. Rosa, abbandonata poi per l'incertezza del tempo, e ci dovemmo accontentare d'una gita dalla Capanna Kind al Colle del Sestrières e di qui al M. Alpette e ritorno pel M. Fraitève.
Altri preferiva portarsi da Chiomonte al Ghiacciaio dell'Agnello per scendere poi attraverso il Ghiacciaio d'Ambin e il Col Sommeiller nel Vallone di Rochemolles.
Il 27 aprile ci ritroviamo in ben pochi sul trenino di Giaveno: è una visita di omaggio ai luoghi che hanno visto per la prima volta usati in Piemonte, anzi in Italia, gli sci.
Da Pra Fieul saliamo alla P. dell'Aquila, riposando sul tetto della Cappelletta, costruita poco lontano dalla vetta, unico luogo ove ci si potesse... sedere all'asciutto! La gita è piaciuta tanto che fu ripetuta la settimana dopo dai più entusiasti, accompagnati naturalmente da quelli che s'erano lasciati convincere dalle loro descrizioni.
Purtroppo in maggio il tempo avverso non ci consentì di usare spesso gli sci; unica gita ben riuscita è stata quella del giorno 18 alla P. Sommeiller. Dal rifugio Scarfiotti, ove il Rev. D. Tournoud, Parroco di Rochemolles, ci aveva molto gentilmente celebrato la S. Messa, saliamo al Col dei Fourneaux e di qui alla vetta. Un attimo di riposo nel vento gelato e impetuoso per abbracciare cogli occhi l'immenso panorama bianco che ci avvolge; poi iniziamo la discesa. Ci fermiamo alla Capanna Galambra per il mezzogiorno e quindi giù per la Valfroide, in una inebriante, meravigliosa discesa. Solo in basso troviamo neve fradicia, poco buona.
Ed eccoci ora alle ultime gite in sci: il 1° giugno al M. Tabor. Sci a spalle fino alle
pendici del canalone che porta al Pian della Fonderia, poi su lentamente sotto il sole scottante fino alla cima. Siamo soli in quell'infinito mondo di guglie e di vette e ci stacchiamo a malincuore dalla rustica chiesetta con l'animo rifatto da pochi minuti di meditazione e di contemplazione in silenzio: subito ci afferra l'emozione sempre nuova e sempre affascinante d'una discesa magnifica per neve ottima, dove lo sci disegna facilmente ampie e precise volute.
E poi la gita dell'8 giugno: partiamo in 18 la sera del sabato diretti al Rifugio Castaldi e per mèta dell'indomani, la punta Valletta. Ma, ahimè, al mattino ci attende la nebbia e la neve, così che dopo la S. Messa detta per noi dal prof. D. Zuretti, salesiano, ci accontentiamo di raggiungere il Colletto della Bessanese, o meglio la q. 3220 delle Roccie delle Russelle mentre altri salirà invece al Collerin d'Arnas. Poi giù per il Pian Gias fino al Pian dei Morti e al Pian della Mussa, in divertenti scivolate per neve buonissima, ma purtroppo, almeno nel primo tratto, sotto la pioggia. Un encomio speciale a D. Zuretti che volle e seppe compiere tutta la discesa in sci che pur calzava per la prima volta.

Ed ecco chiusa la nostra attività sciistica per quest'anno. Già abbiamo sostituito gli sci con le corde, i ramponi e le piccozze, e i pattini da neve, ben oliati e messi « in forma » attendono pazientemente la nuova neve del prossimo inverno....
Il bilancio è abbastanza lieto e ce ne compiacciamo, ma non sarebbe possibile una maggior affluenza di soci alle gite sociali e una minor dispersione in gite individuali Lo vedremo nel prossimo anno.
il cronista.

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   La prima disputa del Trofeo Gemelli


Dobbiamo un particolare ringraziamento, anzi un omaggio devoto e riconoscente al Consocio Medaglia d'Oro Bruno Gemelli, Console generale d'Italia a Rosario di Santa Fé, che ha voluto con signorile generosità e con spirito veramente sportivo donare alla nostra Società tanto ambito trofeo. Trofeo che per l'arte squisita dello scultore prof. Bianchi Pianello è diventato un piccolo capolavoro, ammirato e invidiato da tutti.
Già l'amico A. G. Musso ha illustrato su questa Rivista l'originalità della gara e i fini che si sono proposti organizzatori e dirigenti e: dobbiamo confessare che veramente l'esito è stato favorevole più di quanto era lecito sperare, e siamo certi che il Trofeo Gemelli così lietamente disputato avrà sempre miglior successo nelle successive edizioni che con lo stesso regolamento avranno luogo negli anni prossimi.
Nove erano le squadre iscritte, ma solo sette poterono prendere il via - secondo l'ordine sorteggiato dalla Giuria la sera precedente - sotto un sole smagliante alle ore 7 del 23 febbraio da Sauze d'Oulx.
Prima c'eravamo tutti raccolti nella chiesetta parrocchiale per assolvere il precetto festivo, e avevamo chiesto al Signore di benedire le nostre iniziative tutte...
Il bel tempo ha rassodato la neve caduta con tanta abbondanza nei giorni precedenti, e la marcia delle pattuglie procede tranquilla e veloce su per la pista magistralmente tracciata e segnata con bandierine rosse da Gally e Berguen dello Sci Club M. Freitève accompagnati da una pattuglia di alpini sciatori.
Regolari avvengono i passaggi ai controlli di Villa Clotès (m. 1730), Capanna Kind (m. 2160), Colle di N. D. des Broussailles (m. 2450), Col Basset (m. 2370).
Nessun incidente viene a turbare la serenità della marcia, che avviene serrata in formazione di pattuglia.
Al controllo fisso al M. Freitève (m. 2701) le squadre hanno in media guadagnato mezz'ora sul tempo massimo assegnato.
S'inizia la discesa, velocissima: la neve buona favorisce la corsa, che però è fatta con prudenza dagli sciatori che devono rimanere in formazione serrata di pattuglia, come viene accertato dai numerosi controlli disseminati lungo il percorso.
Al controllo di fondovalle a Bousson (m. 1423) il vantaggio sul tempo massimo è salito in media a 1 ora e le squadre ne fruiscono per una breve refezione al sacco all'aria aperta, sotto il sole.
S'inizia poi la seconda salita su per la pista segnata anch'essa molto bene dai sigg. Ravelli Francesco e Zenoni dello Sci Club Torino e Cellino ed altri della Giovane Montagna assistiti da 2 pattuglie di alpini sciatori.
Ma ecco che a poco a poco il cielo s'oscura, sopravviene la nebbia e comincia a cadere la neve, il che però non impedisce alle varie pattuglie di passare con tutta regolarità ai controlli di Grange Bonne Maison (m. 1575) e Capanna Mautino (m. 2125) e di arrivare con circa 1 ora di anticipo al controllo fisso di salita al Colle della Luna (m. 2380).
S'inizia ora l'ultima discesa, il cui tempo vale agli effetti della classifica finale: le condizioni della neve sono tuttora buone, ma la visibilità a causa della nebbia fitta e della neve che continua a cadere è quasi nulla.
Numerosi sono i controlli disseminati lungo il percorso e fissi alle Grange La Coche (m. 1924) a Clavières (m. 1760) e lungo la strada - ostruita dalle valanghe - che porta a Cesana (m. 1344) per assicurarsi che il distacco fra i singoli componenti le pattuglie non supera - come prescrive il Regolamento del Trofeo - i 15".
Alle ore 16 tutte le squadre sono arrivate a Cesana, in condizioni eccezionali di freschezza, malgrado la severità del percorso (50 Km. in formazione serrata di pattuglia con un primo dislivello di 1200 M. e un secondo di 950 m.) e le difficoltà, incontrate nell'ultimo tratto in discesa.
I componenti la Giuria, Medaglia d'Oro Bruno Gemelli, prof. Virginio Camera, segretario regionale della F. I. E. in rappresentanza appunto della Delegazione Regionale, cap. Carrera, in rappresentanza del 3° Reggimento Alpino, Giuseppe Ravelli dello Sci Club Torino, prof. Casassa, vice-Presidente e consulente medico della Giovane Montagna e i presidenti delle varie Sezioni della G. M., procedono alla verifica dei controlli, al computo dei punti e dei tempi impiegati dalle singole pattuglie: indi passano alla proclamazione dei vincitori e all'assegnazione dei premi.
1a classificata: la 1a squadra d'Aosta che ha impiegato 24' e 5" a scendere il tratto Col della Luna-Cesana che vince così il Trofeo Gemelli e la Targa donata dal C. C.; medaglia d'oro ai componenti la squadra (Jeantet R., Olivotto, Norat e Degioz (ris.);
2a classificata: la 2a squadra di Torino in. 24'43" (Cometto, Delmastro e Viacava, Medaglia argento ai concorrenti) che vince così la grande medaglia d'argento del Ministero della Guerra;
3a classificata: la 1a squadra di Torino in 25'19" (Giacotto, Musso e Biginelli) che si aggiudicano così la medaglia vermeil donata dalla Deputazione Provinciale Torinese.
4a classificata: la 1a squadra di Ivrea in 26'55" (Ghiringhello, Zanetti Camillo e Zanetti Giulio) alla quale viene assegnato l'artistico trofeo donato dall'Associazione Nazionale Alpini.
Seguono nell'ordine le altre squadre.
Vengono poi distribuiti i doni pervenutici da Autorità, da amici e da Ditte che avevano voluto rendere col loro concorso più ricca e più interessante la competizione.
Citiamo con particolare senso di gratitudine il Podestà di Torino, conte Paolo Thaon di Revel e la Contessa Ballatore per i loro ricchi doni. E poi vogliamo ricordare i tre paia di sci delle ditte Calamaro, Castagneri e Angrisani, la slitta della Ditta Persenico, la giacca a vento e i guanti della Casa degli Sports, il golf lana della Ditta Dalmasso, la piccozza della Ditta Tagliani, i bastoncini da sci dei F.lli Ravelli, i rasoi Valet della Ditta Caudano , i rulli per fotografia della Ditta Trossarello e molti altri ancora.
A tutti giunga il grazie rinnovato e sincero della Giovane Montagna.
L'originalità della nostra gara era stata seguita con grande interesse dal Ministero della Guerra, dal Comando del Corpo d'Armata di Torino e dalla Delegazione regionale della F. I. E. ai quali siamo veramente grati per il valido aiuto prestatoci.
Ma il miglior premio doveva essere per noi la parola augusta di encomio e di augurio che S. A. R. il Principe di Piemonte ci faceva trasmettere a mezzo di S. E. il Prefetto.
E della nostra riconoscenza che rinnoviamo da queste pagine con tutto il nostro cuore, seppero rendersi degni interpreti la Medaglia d'Oro Bruno Gemelli, il prof. Camera e infine il nostro Presidente cav. Bersia, esaltando il significato della gara, e i lusinghieri risultati conseguiti, degno coronamento degli sforzi compiuti dalla nostra Società e dai soci tutti, per la gloria maggiore dell'Italia, alla quale abbiamo dato tutto il nostro amore, reso più puro dalla nostra passione per il monte.
il cronista.

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