Scarica notiziario originale in formato pdf - Itinerari alpinismo trekking scialpinismo
Scarica notiziario originale
(formato pdf 15.1Mb)

Rubrica Vita Nostra Ottobre 1931



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.








VITA SEZIONALE


   CAMPEGGIO 1931


Come fu a suo tempo annunziato ai nostri Consoci, quest'anno il campeggio annuale, tanto desiderato quale salutare e gradito intermezzo alle assillanti occupazioni e preoccupazioni di ognuno di noi, fu tenuto al Belvedere di Alagna a 1800 metri sul mare.
La scelta, alpinisticamente parlando, è stata assai felice, perché il Belvedere domina dall'alto con bella vista la magnifica conca di Alagna, si trova quasi sulla strada dell'Olen che conduce alle sfolgoranti meraviglie del Rosa, è centro di partenza per le ardite imprese che, senza dubbio, i nostri Consoci sanno osare.
Forse non completamente felice è stata l'organizzazione dei servizi: bisogna tener conto però delle molte difficoltà presentatesi specialmente a cagione dell'affrettata decisione della scelta.
L'allegria, il cameratismo anzi l'affratellamento dei partecipanti al Campeggio hanno supplito a qualche manchevolezza ed i giorni passati lassù sono trascorsi troppo presto ed hanno lasciato in tutti il vivo desiderio delle future vacanze.
Quindi, come soventi volte le cose improvvisate danno risultati inaspettati, così il nostro campeggio ebbe un'insperata riuscita e numerosi furono i partecipanti, non solo della sezione di Torino; ma persino della lontana incantevole laguna di Venezia, che volle così rendere il suo omaggio di ammirazione alle nostre tanto care montagne.
Dobbiamo proprio perciò ringraziare tutti del contributo di incoraggiamento apportato dalla loro spontanea simpatia per la nostra riunione estiva; tanto, che sin d'ora già si sono iniziati... gli approcci di preparazione per attuare un delizioso soggiorno per coloro che amano la Giovane, alle prossime (...ahimè ancor molto lontane) vacanze.
Si potrà allora rimediare ai piccoli inconvenienti che si sono dovuti riscontrare la scorsa estate; offrendo ancora, come quest'anno un soggiorno incantevole in montagna, lontano dalle noie, seccature ed obblighi cittadini, vicino alla purezza dei ghiacci eterni ed alla schietta rudezza delle roccie alpine.
Contrariamente a quanto la nostra mente poteva pensare, il campeggio non è stato un vero e proprio accampamento, ma bensì, potremmo quasi dire, un soggiorno in un piccolo... possedimento posto sopra un delizioso ripiano, con un dominante ed imponente panorama.
Chi non ha provato una gioia riposante e, diciamo pure, un senso di serenità, quando dopo aver goduto dell'interessante visita di Varallo, della suggestiva impressione di Alagna, graziosa ed elegante; della soave veduta della conca di Otro, col caratteristico paesino omonimo incastonato come gemma nel verde smeraldino dei prati, quando, dicevamo, visto tutto ciò e pure forse un po' stanco fisicamente, ma libero di cuore, leggero di spirito, pieno delle belle impressioni riportate nel vario tragitto, si è trovato a respirare la resinata aria del boschetto che fungeva da lussuoso parco al nostro palazzotto?
Belle camere; ma ancor più bella la natura circondante il nostro ritiro!
Quante splendide gite, faticose è vero: ma meravigliose! Incombente ed assorbente tutto il nostro programma di escursioni: il Rosa.
Non siamo stati quest'anno troppo fortunati pel tempo e quindi pochi sono stati gli eletti che hanno potuto godere di tutto lo scenario fantastico del Rosa.
Alba e tramonto: ecco di che s'imbevono i nostri spiriti a quelle altezze: Come non si può dire beato chi ebbe la gioia di godere dell'impressionante aspetto del gruppo del Rosa visto da una delle sue cime o dai suoi colli, all'inizio ed alla fine di una splendida giornata?
Anche quelli però che non hanno potuto salire sino a lui, e per ragioni particolari hanno dovuto rimanere a bearsi placidamente dell'atmosfera profumata dei pini del Belvedere, poterono godere ugualmente dei pittorici e diversi aspetti della montagna.
Difetto che, per il motivo precedentemente accennato, fu inevitabile, è stata l'impossibilità di fare modeste escursioni. Pur tuttavia quest'anno, anche chi poteva mettere in atto il grande motto « excelsior » non sempre lo poté effettuare, causa il maltempo.
Oltre l'indescrivibile ascesa alla Punta Gnifetti, sia per la via solita che per la Cresta Signal, ci fu chi poté salire il Corno bianco, il Tagliaferro, il Corno del Camoscio, il M. Turlo, compiere la traversata a Gressoney a Champoluc, a Macugnaga e altre ancora: e presto la nostra rivista ospiterà la relazione di una interessantissima traversata, da Alagna alla Gnifetti per la cresta Signal e di qui la traversata dei Lyskamm con discesa al Felik e ancora la traversata dei Gemelli fino alla lontana Valtournenche, effettuata da alcuni amici nostri.
Infine, ascensioni ed escursioni se ne poterono effettuare e chi le fece non può non ritenersi soddisfatto del Belvedere, anche se dovette adattarsi poi a molte rotolanti discese (e relative salite di ritorno) per giungere in tempo alla S. Messa ad Alagna; anche se ogni mattina doveva adattarsi a fare una salutare passeggiatina armato di tutti gli ammennicoli per la toeletta e fare di una rustica fontanina un caratteristico se pur incomodo lavabo.
Ma che c'è di più bello della vita un po' selvaggia a tu per tu con la viva natura?
Ed è per questo che è desiderabile caldamente che tutta la Giovane Montagna possa godere di questa vita di campeggio che, pure dovrà improntarsi sempre a criteri di semplicità per dar modo a noi di ritemprare i nostri spiriti, purificare gli animi e prepararli a sentire e comprendere il vero bello ed il vero bene.
IL CRONISTA.

Torna a inizio pagina


   Attività Alpinistica


Finita la stagione sciistica, eccoci nuovamente all'attacco della roccia in attesa delle ascensioni estive su ghiaccio. L'inizio come sempre, avviene con la classica arrampicata della Parete Nord delle Lunelle di Lanzo, della quale già abbiamo pubblicato la relazione, seguita nel mese di maggio dalla salita di Rocca Sella e della cresta dei Picchi del Pagliaio. Gite interessanti, frequentate da moltissimi soci, desiderosi di prepararsi ad ascensioni ben più difficili, allenando i loro muscoli e imparando la tecnica della roccia e l'uso della corda.
Peccato però che i soci non rispondano con altrettanto entusiasmo alle iniziative della Commissione gite: troppi preferiscono andarsene per proprio conto alla ricerca di più aspre difficoltà e disertano le gite sociali. Ma queste riescono pur ugualmente belle e gioconde, iniziate col compimento del dovere della santificazione della festa in perfetta serenità di spirito e fraternità d'animo.
Ed eccoci infine in giugno all'attacco del M. Orsiera (m. 2890). Soltanto 11 soci si sono ritrovati al mattino del 7 giugno nel rifugio dell'U. E. T. nel vallone di Gavia ad ascoltare la S. Messa, celebrata per loro dal rev. D. Zuretti. Poi su, in fretta fino al colletto di Gavia e all'attacco della cresta Dumontel: fatte le cordate in due ore di arrampicata divertente, la comitiva è tutta riunita sulla vetta Nord. Una preghiera in comune ai piedi della Croce, che ricorda la morte di due giovani precipitati sulle impervie balze della parete nord, un grazie sentito al Sacerdote che ci ha guidati, e poi - dopo aver soddisfatto le esigenze dello stomaco e goduto della bella giornata - s'inizia la discesa, in parte pel canalone est e in parte nuovamente per la cresta accademica. E la gita ha termine a Bussoleno dopo un lento e lieto vagabondare per i prati fioriti della Balmetta e del Cervetto.
Una gita individuale al M. Villano (metri 2663) resa possibile dal fatto che a Villarfocchiardo si celebra la S. Messa alle ore cinque e alcune altre di minor importanza: e poi un'altra gita sociale: M. Rosa dei Banchi (m. 3163). Quando i direttori di gita avevano, per predisporre l'ascensione, pregato il parroco di Champorcher, rev. D. Noussan, a voler celebrare la S. Messa al Lago Miserin, quel degno sacerdote aveva prospettato un desiderio: innalzare sulla vetta una Croce, offerta da noi in memoria dei nostri Morti sulle montagne e celebrare lassù la Santa Messa. La proposta fu accolta con entusiasmo, fra i consoci fu aperta una sottoscrizione per la raccolta dei fondi necessari e l'amico Mortarotti si assunse l'incarico di costruire la croce, disegnata dall'ing. Reviglio, offrendo cosi per la riuscita della cosa, l'opera sua preziosa. E poi alla gita presero parte più di trenta amici, più una buona schiera di soci della sezione di Ivrea. Era con noi il salesiano Don Atzori, che celebrò la S. Messa nella parrocchiale di San Giorgio ad Hône, al mattino della domenica 28 giugno e poi molto allegramente iniziammo la salita del Vallone di Champorcher, portando con noi la Croce che solo allora era stata finita. Questo contrattempo, alcuni disguidi postali e ancora un increscioso equivoco non avevano permesso a D. Noussan di predisporre i lavori per mettere a posto la Croce e nemmeno di assentarsi da Champorcher. Così fu Don Atzori che al mattino del 29 giugno, festività dei Ss. Pietro e Paolo, celebrò la S. Messa nella raccolta chiesuola al Lago Miserin. Avevamo pernottato un po' dappertutto in quel rifugio, troppo stretto per contenere tutti noi; ma pure al mattino, dopo la S. Messa proseguimmo allegramente fino alla vetta. Giornata meravigliosa che ci permise di godere di uno splendido panorama su tutta la cerchia delle Alpi nostre, amareggiata soltanto dal disappunto di non aver potuto veder condotto a termine il progetto nostro. Ma a questo provvide il Rev. Don Noussan, una quindicina di giorni dopo, aiutato dai valligiani tutti, e così ora la bella Croce offerta dalla « Giovane Montagna » è lassù, e par benedica alle nostre ascensioni e insieme implori dal Signore la pace eterna per i nostri Morti.
Diciamo ancora qui grazie al Rev. Don Noussan, che della cerimonia fu l'ideatore, a D. Atzori che ci volle accompagnare per tutta la gita, all'amico Mortarotti, l'artefice umile dell'opera, che il giorno della inaugurazione ritornò sulla Rosa dei Banchi e vi rappresentò la nostra Società (Chissà poi perché egli abbia voluto andare in bicicletta fino al lago Miserin e, terminata la funzione, scendere poi con quel veicolo dalla finestra di Champorcher (metri 2838) a Cogne e ad Aosta! ).
La gita ebbe termine felice: da Champorcher abbandonando la valle e il torrente Ayasse, saliamo al Colle Plan Fenêtre (m. 1685), veramente incantevole, e poi giù per il vallone - bello sì, ma un po' lungo - che scende ad Issogne e a Verrès. Splendida vista sulle montagne. della Valle di Champoluc e su tutto il percorso dell'Evançon dalle sorgenti alla sua confluenza nella Dora.
Il 12 luglio siamo, nuovamente con Don Atzori, al rifugio « Mariannina Levi » alle Grangie della Valle, che già ci aveva così graziosamente ospitati il giorno della gita
al M. Sommeiller. Lasciamo il buon Salesiano tutto solo: egli scenderà a valle per portarsi ad Oulx a passarvi l'estate: (grazie ancora e arrivederci altre volte, vero? ) e noi saliamo allegramente al Colle O. d'Ambin (m. 2872). E qui ci dividiamo: alcuni pochi salgono al Niblé, meta ufficiale (m. 3365) per la cresta O.S.O. e il ghiacciaio del Niblé; altri scendono nel Vallone d'Ambin e affrontano le erti pendici del Gran Cordonnier (m. 3087) alcuni per la parete E. e altri per quella O. scendendo poi tutti al Col Barale (m. 2937). Infine un'ultima schiera raggiunge il Colle E. d'Ambin (m. 2920) traversa tutto il ghiacciaio del Niblé fino a quota 3163 dove afferra la cresta che dalla P. Ferrand va alla Rocca d'Ambin. Attraversati i colli dell'Agnello, scendono sul ghiacciaio omonimo, e, pel colle del Gran Mouttet (m. 3200) passano su questo ghiacciaio e su quello del Gran Toasso per portarsi al Colle dei Rochers Penibles (m. 3226) e per cresta al Nodo di confine (m. 3352) pervenendo così finalmente ai piedi dei Denti d'Ambin. Bella arrampicata, questa, molto divertente, che comporta la traversata completa del primo (m. 3371) e del terzo (m. 3365) dente e l'ascesa del dente centrale (m. 3353) per la cresta S. Il tempo ci fu veramente amico e potemmo godere nel modo migliore del sole e del panorama che ci s'offriva di lassù: imponente lo sdrucciolo che dai Denti precipita sul ghiacciaio e lago di Savine. verso il Moncenisio. E poi via di corsa: è già tardi e Chiomonte è lontana: scivoliamo veloci sulla neve che ricopre i ghiacciai e nemmeno ci fermiamo un istante al Rifugio Vaccarone: soltanto chiediamo una tazza di latte ai pastori di Thullie.
Per il Colle dei Quattro Denti scendiamo alla Ramà e infine sul treno che ci riconduce a Torino, ci ricongiungiamo agli altri amici, pur essi lieti della bella giornata e della bella gita compiuta, e carichi di fiori di lavanda.
La Val di Lanzo ci accoglie per l'ultima gita prima del Campeggio estivo: in automobile la sera del 25 luglio saliamo al Piano della Mussa, e di qui ci portiamo al Rifugio Gastaldi. E' con noi il rev. prof. Don Zuretti, che dopo aver celebrato la S. Messa per noi, ci segue con ardore giovanile su pel ghiacciaio della Bessanese al Colle omonimo (m. 3200): qui ci leghiamo in cordata e iniziamo la salita della cresta Rey. Bella arrampicata, un po' lunga e con roccia non sempre buona. Non si può consigliare assolutamente in comitiva numerosa ed è da raccomandarsi la prudenza e una certa padronanza della tecnica della roccia. Comunque l'ascensione piacque grandemente e gli alpinisti si ritrovarono festanti e contenti sulla vetta della Bessanese (m. 3632) ai piedi della piccola statua della Madonna.
Una prece e poi il ritorno per la via solita, rallentato da una lieve storta occorsa ad uno degli scalatori. E così l'arrivo al Piano della Mussa avvenne a notte alta, il che non valse a scemare la letizia dei cuori. Alcuni pochi invece erano saliti alla Ciamarella, (m. 3676) fermandosi prima a tagliare un po' di gradini su pel ghiacciaio e poi ancora - percorsa la cresta Ovest delle Rocche di S. Robert, - sulla spalla nevosa che scende verso l'Albaron di Sea.
E così hanno termine le mie lunghe istorie: dopo le parentesi del campeggio e la pressoché inevitabile stasi autunnale, attendiamo fin d'ora con ansia le prime nevi per ritornare con entusiasmo, che mai scema, allo sci.
II CRONISTA.

Torna a inizio pagina


   CONSIGLIO CENTRALE


Al nostro Vice presidente generale, commendator dott. prof. Adolfo Cesassa è stata assegnata dalla Croce Rossa Italiana la medaglia d'oro di benemerenza, per l'efficace opera svolta per la istruzione delle infermiere del Comitato di Torino.
Congratulazioni vivissime.

Torna a inizio pagina