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Rubrica Vita Nostra Novembre-Dicembre 1932



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VITA SEZIONALE


   CRONACA


Incominciamo la nostra cronaca con una lieta constatazione: abbiamo la rivista di dicembre nel mese di dicembre; ed interpretiamo questo fatto come un indizio di buon augurio per l'anno venturo. E' infatti intenzione della Direzione della Rivista che col mese di gennaio prossimo questa esca puntualmente, così che ci possiamo servire della rubrica di « Vita nostra » come di un notiziario, ed essenzialmente sia possibile pubblicare in tempo utile i programmi delle gite del mese. Dato il fervore di propositi che anima i componenti la Direzione e la redazione, c'è da sperare che le difficoltà che ogni mese si frapporranno immancabilmente alla puntualità della nostra pubblicazione possano essere superate.
Passiamo ora in rassegna l'attività dei nostri soci in questi mesi d'autunno. Stagione di « morta » per parlare in termini poco eleganti, ma molto espressivi. I soci reduci dalle alte vette raggiunte l'estate scorsa, che la chiusura dei rifugi o la brevità e la rigidità delle giornate non permettono ormai più di raggiungere, si lasciano raramente tentare dalle ascensioni più facili adatte a questa stagione e preferiscono vivere dei recenti ricordi; le brevi gite di allenamento su roccia hanno perso la loro attrattiva principale (a quale scopo infatti allenarsi ad arrampicare quando andiamo verso l'inverno); anche gli escursionisti si lasciano prendere da questo senso di indolenza generale ed a poco a poco un solo pensiero finisce per predominare: tutti ormai pensano alla neve.
Tuttavia, se pure fu molto limitata l'attività dei nostri soci, dobbiamo ricordare una gita sociale al monte Granero (m. 3171) con una diecina di partecipanti, di cui una buona parte era nuova alle nostre gite (e questo fa sperare bene per l'avvenire); non importa se qualcuno è rimasto a mezza via; questi ritorneranno altre volte con maggior allenamento e raggiungeranno la méta. Tra le gite individuali ricordiamo ai primi giorni di .Settembre un tentativo al Cervino, respinto dal persistente maltempo, che non permise nemmeno di raggiungere il rifugio Luigi Amedeo. Altre gite, alle Lunelle, ai Denti di Cumiana ed all'Orsiera m. 2890 sono le uniche di cui abbiamo avuto notizia dai nostri soci in questi mesi.

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   GRUPPO SCIATORI


? Abbiamo già imparato dalla rivista precedente la notizia della riapertura della nostra « Casa dello sciatore » a Sauze d'Oulx. Le tariffe di pernottamento, quest'anno notevolmente ridotte, sono state stabilite nella speranza di attirare molti soci, che procurino con la maggiore loro frequenza un introito globale almeno non inferiore a quello che si poteva attenere con una più alta tariffa. La nostra « Casa dello sciatore », ci dà la sicurezza di trovare il posto per dormire, ma offre essenzialmente ai soci il vantaggio di trovarsi riuniti sotto lo stesso tetto in un ambiente conosciuto ed in un'atmosfera di cordiale affiatamento.
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   GITE SCIISTICHE 1932-33


? I soci del gruppo sciatori si sono riuniti due volte in sede ed hanno compilato il seguente programma di massima per le gite della presente stagione:
Dicembre 1932: Monte Fraiteve (m. 2701) e Monte Moncrons (m. 2502);
Gennaio 1933: Madonna di Catalovie m. 2105; Punta dell'Aquila m. 2115;
Febbraio: Carnevale in montagna;
Coppa Pier Giorgio Frassati;
Giro delle tre Capanne;
Marzo: Colomion m. 2026;
Cima Dormillouse m. 2929;
Aprile: Monte Tabor m. 3177;
Colle del Vallone m. 2652;
Maggio: Albaron di Savoia m. 3600.
Ecco intanto il programma dettagliato delle gite di Dicembre:
3-4 DICEMBRE. Monte Fraiteve (m. 2701).
Stimiamo inutile presentare ai nostri lettori e soci questa montagna cosi frequentata da tutti gli sciatori che vi salgono in circa due ore e mezzo dal Colle di Sestrières o dalla Cap. Kind.
Ritrovo sabato 3 dicembre a Porta Nuova alle ore 19,45.
Domenica 4 - ore 7: S. Messa a Sauze d'Oulx - partenza ore 8,15. Arrivo a Torino in serata.
Iscrizioni in sede entro venerdì 2 dicembre. Quota per i soci con tessera O. N. D. (è necessaria la nuova tessera) L. 18 - pernottamento escluso.
Direttori di Gita: Delmastro e Morello.
17-18 DICEMBRE. Monte Moncrons (m. 2502).
Il Moncrons è situato tra i colli di Costapiana e Bourget, in una zona sopra Sauze d'Oulx a dolce pendio, che offre una magnifica scivolata su terreno facile adatto anche per principianti.
Sabato 17 partenza da P. N. (ritrovo ore 19,40).
Domenica 18: ore 7: S. Messa; ore 8,15 partenza per raggiungere la vetta in circa ore 3,30. - Arrivo a Torino in serata.
Quota d'iscrizione per i soci muniti di tessera O. N. D. (è necessaria la nuova tessera) L. 18 - pernottamento escluso.
Direttore di Gita: Bernardo Merlo.

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   COMUNICATO


Si avvisano i soci che con il mese di Dicembre è scaduta la validità della loro tessera O N. D.; essi sono quindi pregati di provvedere alla rinnovazione.
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ATTIVITÀ SVOLTA


   ROCCIAMELONE - Gita Sociale - 14-15 Agosto 1932


Molte erano state nelle nostre simpatiche riunioni settimanali le discussioni sull'importanza, le difficoltà, i pregi ed i difetti di questa escursione.
Pareva, dall'interessamento dei più, che molti sarebbero stati i partecipanti ed invece l'unica cosa che si ebbe a lamentare fu l'esiguità dei partenti la domenica mattina 14 agosto. Otto eravamo, pochini invero; ma il sogno che ciascuno aveva in cuore della desiderata meta riempì alquanto il vuoto lasciatoci dagli amici assenti.
Con il consueto buon umore si giunse a Susa alle ore 8 e s'iniziò subito la lunga ascesa verso la vetta.
Tappa di prammatica ai Casolari del Trucco. Un po' faticoso l'ultimo tratto anche per il caldo e... per l'appetito che minava le forze.
Non appena però la cristallina acqua della fontana ci ebbe dato il suo fresco ristoro, dimentichi di ogni stanchezza, ci preparammo a consumare il nostro pranzo.
Ma il tempo che sino allora ci aveva favoriti incominciò a rannuvolarsi e subito dopo ad innaffiarci con grossi goccioloni che ci fecero racimolare precipitosamente le sparse vettovaglie e correre a rifugiarci nei casolari circostanti.
Un temporale in piena regola ci costrinse a rimanere rinchiusi sin verso le 16 e mezzo e a cercare di alleviare il disappunto giocando a quell'intelligentissimo, ma pur divertente, gioco dell'« asino ».
Finalmente sfogatosi il temporale ecco nuovamente il sole! Il sole, il sole, si ode da ogni bocca come un grido di liberazione e sacco in spalla eccoci fuori a riprendere la salita.
Quale spettacolo di pace, di serena bellezza è mai la natura dopo un acquazzone! Ogni cosa dall'umile fiorellino dell'alpe al pino svettante, tutto è purificato dall'acqua e riveste le tinte dell'iride sotto la carezza del sole.
Ai lettori della nostra Rivista questi spettacoli sono famigliari; inutile quindi il dilungarsi. In marcia godiamo dello spettacolo del variare delle luci per il rincorrersi delle nubi, degli intermittenti arcobaleni, sino a tre quarti della strada, finché il tempo ritorna al brutto e pioggia, nebbia e vento ci accompagnano sino al Rifugio di Ca' d'Asti. Molto a malincuore dobbiamo rinunciare all'idea di arrivare in vetta in serata e non ci rimane che pernottare al poco ospitale Rifugio.
Un freddo atroce ci tiene svegli sino alle 4 del mattino del lunedì; fortunatamente a tale ora balziamo fuori, ci immergiamo, imbacuccati quanto mai, nella gelidissima e stellata notte ed alla luce delle lanterne saliamo verso l'alba delle nostre aspirazioni, verso la meta delle nostre anime: l'Assunta.
In vetta arriviamo senza tappe alle 6 circa; la nebbia ci impedisce di scorgere quanto ci circonda; solo la statua della Madonna ci sovrasta colla sua dolce visione. Eccoci ai suoi piedi trepidanti facendo nostro il saluto angelico: Ave o Maria !
Ascoltiamo la S. Messa nella suggestiva cappella e con ancora negli occhi e nel cuore lo sguardo soave ed il mistico atteggiamento del bronzeo simulacro della Vergine Maria, ricordiamo ai piedi del Cristo tutti i nostri cari, coloro che amiamo in Lui.
Compiuto il sacro rito siamo nuovamente fuori a goderci il sole che finalmente ci allieta in tutto il suo sfolgorio; la neve è abbacinante di splendore e dinanzi al cantico della natura in festa ci sentiamo più buoni.
Stella mattutina, ora pro nobis, è l'ultimo saluto prima di riprendere la via del ritorno, lieti della nostra fatica.

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