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Notiziario Centrale Aprile 1936



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VITA SEZIONALE


   Esperienza mistica di Pietro Lunn


Pietro Luna è figlio di Arnold Lunn, pioniere dello sci che ama l'Italia di un amore sincero, tanto da considerare perduto l'anno in cui non vi faccia almeno una visita. Pietro, suo figlio, pure convertito recentemente al Cattolicismo, è uno sciatore appassionato, avendo ereditato tale passione dal padre.
A 21 anni appena è capo della squadra olimpica britannica di sci ed è noto negli ambienti dello sci internazionale come pure presso di noi avendo partecipato alla la Sei giorni del Sestriere.
Un suo libro appena uscito, Sci di alta velocità, lo farà ancora più noto.
Qui diamo alcuni tratti di un suo articolo comparso sul Catholic Herald (8 novembre 1935) in cui egli tenta un'interpretazione mistica (la parola è sua) dello sport invernale per eccellenza.
Questi tratti sono riportati dalla « Rivista dei giovani » (febbraio 1936) che noi riceviamo per la amicizia di cui ci onora il Rev.mo Don Antonio Coiazzi, direttore della rivista.

Chi studiasse lo sport potrebbe esser portato alla conclusione sconfortante che più uno eccelle in un ramo particolare, meno gli è possibile di goderlo.
Un individuo, ad esempio, che vada a fare un giro in barca con la moglie, potrà dilettarsi del remare, mentre i membri delle squadre non si dilettano.
È lo stesso nello sci. Quando il novizio impara a sciare, prova per la prima volta la sensazione della velocità nella sua forma più bella, la velocità cioè non diluita da trasmissione meccanica, e quindi il suo godimento non è guastato dalla restrizione d'un tracciato preparato in antecedenza.
Però, a poco a poco, lo sciatore s'abitua alla sensazione della velocità e, se vuole trarne soddisfazione, deve volare sempre più veloce. Disgraziatamente lo sciare ad alta velocità è quanto mai pericoloso, e lo sciatore raggiunge facilmente un certo grado in cui non può trarre soddisfazione dall'eccitazione della velocità, senza, allo stesso tempo, provare paura.
Se è vero, dunque, che più si pratica uno sport e meno se ne può godere, dobbiamo spiegarci perché mai certi individui debbano continuare a fare qualche azione che reca loro poco o nessun piacere.
Si pensa spesso che la spiegazione stia nel desiderio della pubblicità. A prima vista sembrerebbe una teoria plausibile; ma non resiste a un esame accurato.
Per quanto sia vero che gli sportivi godano dell'applauso, e alcuni si esibiscano con difficoltà se esso manca, questa non è la forza vera che li spinge a esercitare questi sport.
Il motivo che sta alla base dello sci e di tutti gli altri sport ascetici è l'essenza dello sport che consiste nel tentativo della volontà di costringere il corpo a compiere esattamente quello che essa vuole.
La volontà dello sciatore deve superare le reazioni fisiologiche che rifuggono dal prendere la direzione più veloce su un pendio inclinato, e deve tenere il corpo sotto il controllo necessario per eseguire le svolte con precisione assoluta.
Quando lo sciatore scia bene, si presentano istanti in cui ha la sensazione che la sua volontà ha vinto, ed egli, per pochi brevi secondi ha raggiunto un controllo assoluto sul suo corpo. Momenti simili sono rari, ma è per essi che si sopportano tutti gli sforzi fisici richiesti da tutti gli sport ascetici, perché allora si prova una felicità, vorrei dire un'estasi, la quale ha niente che fare col piacere o la soddisfazione generalmente intesa con questi termini.
In tali istanti, quando la volontà dello sciatore e il suo corpo lavorano in armonia completa, egli ha una visione momentanea del paradiso dei nostri progenitori dell'Eden terrestre, essendo riuscito a riconquistare non fosse che per un istante, quel controllo completo sopra il corpo, posseduto dall'uomo prima della caduta.
E quando, al termine d'una corsa, nella quale ha provato tali momenti di estasi, lo sciatore sente un bisogno irresistibile di scoppiare in pianto, questo forse non è semplicemente dovuto alla reazione del riposo dopo la tensione, ma può, almeno in parte, spiegarsi mediante una comprensione improvvisa dello sciatore di tutto quanto l'uomo ha perduto col peccato originale.
È questa sensazione spirituale, questa esperienza quasi mistica, questa visione fuggente dell'Eden che fa sì che gli uomini vadano incontro con gioia ai pericoli e alle fatiche dell'alpinismo, all'agonia fisica del remare e del correre per lunghe distanze e superino tutti gli sforzi fisici inerenti a tutti i generi di sport.
Lo sciatore, dunque, trae dallo sciare due specie distinte di godimento; uno è puramente sensuale e procede dalla sensazione acuta della velocità, e l'altro è un godimento profondo, spirituale, che procede dal dominio sul suo corpo. Il primo, come abbiamo già detto, diminuisce coll'esperienza, mentre il secondo può guadagnare un tale potere su di lui che gli riesca impossibile rinunciare allo sci. anche quando ha sorpassato da tempo il massimo delle sue capacità fisiche....

Nello sport, nell'arte e in ogni altra cosa sono i piaceri fisici e sentimentali che obbediscono alla legge dei ritorni scompensati. Si fanno tanti sforzi per giustificare l'arte coll'indicarne i grandi servizi nella civiltà, e lo sport col sostenere che le gare internazionali promuovono l'amicizia fra le nazioni.
L'artista però e lo sportivo sanno che la loro opera è una giustificazione di se stessa e la proseguiranno, non per i suoi effetti sulla civiltà o la politica internazionale, ma perché li rende capaci di rompere le barriere di questo mondo materiale e di gustare, anche solo per un attimo, la felicità che sta al di là.

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ATTIVITÀ SVOLTA


   Gita sociale sciistica all'ALBERGIAN


Domenica 29 Marzo si è effettuata la gita sociale al Colle dell'Albergian con 18 partecipanti.
Siamo partiti da Torino in torpedone alle ore 6 e giunti a Pragelato (frazione Grange m. 1550) alle ore 8 circa.
Attraversato il Chisone e seguito il primo tratto della mulattiera, per ampi pascoli nella pineta, siamo giunti al Clot della Soma (m. 2350) alle ore 10,30 circa, indi per il costone quasi pianeggiante e poi a mezza costa, in leggera salita, al Colle del Pis (m. 2602) alle ore 11,30. Breve sosta per ammirare il panorama e poi discesa in Valle Germanasca, fino al Moremount (in. 2525).
Per l'ampio canalone siamo risaliti al Colle dell'Albergian (m. 2701), ore 13.
La discesa sul versante di Fenestrelle si è svolta, nel primo tratto, puntando sul rifugio Bechis ai Laghi dell'Albergian (m. 2363), con neve farinosa, poi pigliando al fondo vallone fino alle Bergerie di Pra del Founs (m. 1925) su pendii ottimi e con neve primaverile. Da dette Bergerie, lasciato a destra il vallone di Cristove siamo saliti di circa 50 metri onde portarsi nel vallone del Laux. La discesa in questo vallone si presenta nel primo tratto un po' ripida ma in compenso, essendo tra fitta pineta, abbastanza sicura da valanghe. Poi, su ampi pendii, raggiungiamo Laux (m. 1200).
Tolti gli sci a venti minuti da Fenestrelle ove ci attendeva il torpedone, rientriamo a Torino con viso da pellirossa.

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ATTIVITÀ PREVISTA


   7a Gita sociale - M. TABOR (m 3177) Domenica 3 Maggio 1936-XIV


Ritrovo ore 5,30 Chiesa Visitazione per la S. Messa. Ore 6,29 partenza per Bardonecchia. Arrivo ore 8,30 circa. Partenza immediata a piedi (facoltativo l'auto fino alle sette fontane).
Arrivo in vetta ore 14. Ore 14,30 partenza per il ritorno.
Partenza da Bardonecchia ore 19,15 a Torino ore 20,50.
Direttori gita: Delmastro Giovanni - Banaudi Carlo.
Spesa viaggio: con riduzione 70% Lire 13,20 più spesa auto da Bardonecchia.
Poiché la gita si effettua in giornata da Torino è particolarmente destinata a sciatori allenati alla marcia dovendosi superare poco meno di 2000 m. di dislivello. Rimane tuttavia la possibilità, in relazione ai partecipanti, di organizzare una comitiva B con programma ridotto (anche non sciistico).

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   8a Gita sociale ROCCA SELLA (m 1509) 10 Maggio 1936-XIV


Gita adatta a tutte le gambe ed a tutte le borse. Arrampicata di roccia per esordienti.
Orario:
Ore 5,30 S. Messa. Ore 6,29 partenza per S. Ambrogio. Arrivo ore 7,04. Proseguimento per la borgata Celle e la Rocca Sella. Partenza per il ritorno ore 20,44 da S. Ambrogio. Arrivo a Torino ore 21,17.
Comitiva A via accademica. Comitiva B canalone.
Direttori di gita: Cometto Giovanni - Musso Angelo.
Spesa di viaggio: L. 4,80.
Non soci L. 1 in più.

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VITA SEZIONALE


   CAMPEGGIO AD ENTREVES - Agosto 1936-XIV


Soci, preparatevi per tempo al Campeggio, frequentando le gite sociali.
Il miglior allenamento, la migliore conoscenza delle proprie possibilità, il miglior affiatamento cogli amici prepareranno l'ottima riuscita delle brevi vacanze alpine.
La Presidenza pertanto invita i soci che avessero intenzione di frequentare il Campeggio di volersi dare in nota, senza impegno, per conoscere fin d'ora approssimativamente quanti interverranno e poterne tener conto nell'organizzazione.

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   LIETO EVENTO


La famiglia del nostro socio rag. Giovanni Denicola, è stata rallegrata dalla nascita di un maschietto.
Al piccolo Franco, alla Signora Denicola e all'amico, le vive felicitazioni dei soci, con l'augurio di lieto avvenire.

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   LUTTO


Dopo lunga e penosissima malattia è morta la Madre del socio rag. Cleonio Gianotti. A Lui, a tutta la sua famiglia le espressioni del nostro cordoglio e la promessa di ricordarLa cristianamente
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