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Notiziario Centrale Febbraio 1938



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VITA SEZIONALE


   ALPINISMO SOLITARIO


Ho ascoltato, nei giorni scorsi, Emilio Comici parlare al pubblico torinese di sue ascensioni solitarie nelle Dolomiti, e ne ho ribadito la convinzione che nell'alpinismo solitario vive l'ispirazione migliore e più schietta dello sport di arrampicamento e, vorrei dire, in genere dell'alpinismo.
Ma non l'alpinismo solitario di chi affronta difficoltà già ben note e comunque largamente comprese nei margini delle sue possibilità, bensì quello di chi marcia risoluto e pur cosciente verso questo limite di possibilità, senza inserire nella sua audacia il troppo comodo calcolo dell'automatica, provvidenziale sicurezza data dal compagno e dalla corda, e senza ricorrere a quella facile elusione della individuale responsabilità che è, nelle difficoltà e nelle incertezze, il consiglio di un compartecipe all'impresa.
Dramma, dunque, dell'uomo e della natura - di cui la montagna è l'espressione più viva e potente - vissuto con un'immediatezza e un'assolutezza senza confronti.
Questo era appunto, io penso, lo spirito dei grandi arrampicatori del tempo eroico come Winkler, Dulfer e Preuss, e anche di molti occidentali come Whymper e Lammer, che conquistati dalla poesia che la montagna svela ai solitari, soli, quasi in geloso segreto concepirono e tentarono grandi imprese e, trionfatori o vittime, vivono ancora in un'aureola di gloria e di leggenda.
E mi par di rivedere l'aspra figura di Tita Piaz sulla terrazza del suo albergo di Perra commuoversi ricordando tra amici lo stile di Preuss che rifiutava, impegnandosi in prime ascensioni, la corda come mezzo di ritorno per la via di salita, se il tentativo gli fosse fallito.
Del resto, se l'alpinismo non è semplice topografica esplorazione della montagna, se ci conduce a salire le vette per le vie più ardue e col minor ausilio di mezzi meccanici, chi potrebbe disconoscere che vi sia in quello stile la sua stessa logica?
Chiunque abbia una anche modesta esperienza di scalate solitarie sa bene di quale intima inesprimibile gioia, di quale senso felice di forza e di interiore trionfante sicurezza esse ci siano dispensatrici proprio là dove la difficoltà e l'insidia fanno il rischio oggettivamente più forte.
E, strano a dirsi, non è l'incoscienza di questo rischio, ma la sua avvertita presenza quella che vale a dare in quegli indimenticabili istanti, al nostro spirito, il più profondo senso della sua unità ed alla vita il suo valore più alto e più vero, come di una felicità legittimamente conquistata.
Mi è accaduto talvolta di pensare convinto in quegli istanti che questa è l'unica efficace medicina per ogni passione, per ogni egoismo, per ogni viltà. ,
Perciò non mi è parso strano quando Comici ci raccontava quella sera
della sua salita da solo per la Nord della Lavaredo quando, in fantastica
esposizione sul vuoto, in un passaggio difficilissimo, un piede gli scivolò e un improvviso moto di riso, ci disse, venne in lui a schernire l'inutile insidia del monte, a segnare, direi, il trionfo di un cuore saldo in una perfette lucida presenza di tutte le facoltà.
Santificheremo dunque questa pratica dell'alpinismo come medicina di ogni passione, educazione alla più eroica virtù, ovvero - secondo l'opinione dei saggi sedentari - la bandiremo come principio di una nuova e più pericolosa passione, una nuova follia, un isterismo del super-uomo di Nietzchiana memoria?
Ivo non so, ma anzichè tentare di vaccinare con la prudenza e con le pretese lezioni dell'esperienza quelli che a tale forma di alpinismo si sentono istintivamente portati, un solo argomento vedo e comprendo capace di temperare questa impulsività agli ardimenti, ed è la fiducia che ad essi quel pericoloso amore per la montagna faccia intendere il valore della vita nell'attimo stesso in cui pare stiano per gettarla, gliene faccia intendere il valore mentre ne insegna il sublime distacco.
MERLO

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   LUTTI - L'AVV. SAVERIO FINO


E' dovere di gratitudine e di amicizia ricordare in queste pagine il compianto Avv. Saverio Fino, deceduto sulla fine dello scorso anno; immaturamente, quando il fervore della sua intelligenza non comune e la generosità del suo cuore ci permettevano di attendere da lui ancora tante opere di bene
La Giovane Montagna lo ebbe amico autorevole e cordiale, oltrechè nell'azione diretta di propaganda per la vita alpina, in tutte quelle iniziative che al godimento salutare della montagna ne accompagnavano lo studio per la conoscenza e la valorizzazione artistica ed economica.
La nostra Rivista ospitò più volte suoi pregiatissimi articoli sul problema fore-stale e le nostre « feste degli alberi » lo ebbero oratore convincente ed appassionato.
Lo ricordiamo quindi con particolare dolore: al quale aggiungiamo il cristiano ricordo per la pace dell'anima Sua buona, e l'espressione del conforto per i suoi Parenti che da anni appartengono alla famiglia nostra.

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   COPPA GIOVANE MONTAGNA


Domenica 6 corr. mese una quindicina di Soci si sono lanciati in simpatica gara sul percorso: Villa Clotes - Capanna Kind - Pian Bourget - Salice d'Ulzio.
delle giovani reclute dell'Associazione, e la partecipazione di numerosi altri Soci, che poi si riunirono a pranzare coi... corridori a Villa Clotes.
Allo spumante (!) il Presidente della Sezione lesse la classifica ufficiale: 1° Giacotto Piero; 2°. Ventre Luigi; 3° Delmastro Sandro; 4° Delmastro Giuseppe; 5'3 Banaudi Carlo; 6° Bertea Giulio; 7° Maggiorotti Enrico; 8° Fresia Giovanni; 9° Renna Paolo; 10° Merlo Silvio.
La modestia delle signorine ha impedito si effettuasse la gara femminile.
Al pomeriggio alcuni, non ancora sazi, risalivano alla Kind discendendo per la pista n. 29 mentre gli altri si alternavano in esibizioni stilistiche: sempre interessanti.
* * *
La coppa deve essere vinta per due anni anche non consecutivi per cui la bella tradizione dei campionati sociali può ormai dirsi ripristinata.
Venerdì 11 alle ore 22 avrà luogo la premiazione nella nostra Sede. Oltre ai doni offerti dalla Sezione di Torino dal Presidente della « Sezione » e da quello del « Gruppo Sciatori » vogliamo ricordare La laminatura che la Ditta Ravelli ha offerto completa e messa in opera e la bella borsa offerta dalla Ditta Marchesi.
Ricordiamo inoltre che il percorso della gara è stato segnato con le bandierine regalate dalla Bottega dello Sportivo.
Vivissimi ringraziamenti!

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ATTIVITÀ PREVISTA


   20 Febbraio 1938-XVI - GITA AL COLLE DELLA PERLA (m 2086)


Ore 6,30 S. Messa. Ore 7,30 Partenza da P. N. Arrivo a Limone ore 10,07. Al Colle della Perla ore 13 (volendo, slitta fino a quota 1900).
Ritorno: Partenza da Limone ore 21 e arrivo a Torino ore 23,45.
Quota d'iscrizione L. 17. Equipaggiamento sciistico. Direttore di gita: Delmastro Giuseppe.
Iscrizioni in sede Venerdì 18 corr. mese.

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   6 Marzo 1938-XVI - GITA AL MONTE FREIDOUR (m 1445)


Il programma sarà esposto in Sede dal 1° Marzo, a meno che le condizioni della neve non consiglino di sostituire questa gita di carattere... estivo con una sciistica.
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   19-20 Marzo 1938-XVI - GITA A CHENEIL (Punta Fontana Fredda)


Programma sul prossimo Notiziario (Spesa di viaggio L. 28 - pernottamento in albergo).
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