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Notiziario Centrale Aprile 1938



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VITA SEZIONALE


   ....ANDREM SULLA MONTAGNA....


Fra gli scrittori di cose di montagna, il genere letterario che non è certo oggi quello che più contribuisce al risparmio della carta, si riscontrano spesso due posizioni estreme. C'è, parlo alla scarpona, « il fesso integrale » che con lo stesso animo butta giù il « pezzo » sulla montagna e sulla Fiera di Milano, come quel tale, di cui cerco invano di dimenticare il nome, che parlando dello sci su un giornale che si rispetta, si vantava di non aver mai messi ai piedi quei cosi lunghi, ma lodava assai la montagna invernale per l'appetito che stuzzica e l'intimità della vita di rifugio (come chiamava lui gli alberghi di Pocol, a Cortina). E c'è il « cerebrale » che vorrebbe trasportarti in campi inaccessibili distinguendo nell'alpinista sensazioni immanenti e sensazioni trascendenti. Io mi vanto di sentire per i primi un « nescio quid medium » fra la commiserazione e lo schifo e non mi vergogno a confessare di non essere mai riuscito a finire un libro o a rileggere un articolo dei secondi.
Meno male che dal Rey al Mazzotti abbiamo una bella famiglia di penne che sta nel mezzo e sa aprire il tuo labbro al sorriso e sollevarti l'anima dove non avresti saputo arrivare da solo.
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Lorenzo Bracaloni, di cui la Libreria Editrice Fiorentina ha pubblicato in questi giorni il simpatico libro « Andrem sulla montagna », lo mettiamo subito nel gruppo di mezzo e non sappiamo fargli elogio più bello.
Non è un accademico che voglia farci rivelazioni sensazionali di « vie nuove » e di nuove emozioni, è semplicemente un innamorato della montagna e dell'innamorato ha gli entusiasmi e i... capricci (come quello di tenerci a dichiarare che non metterà mai le pelli di foca sotto gli sci...
ma io vorrei venisse con me da Gressoney alla Gnifetti o da Fedaia alla Marmolada, e muterebbe opinione, tanto più che ha gli sci laminati e confessa di non essere un « mago » delle scioline.
Checchè affermi Ubaldo Pellizzari ne « L'Avvenire d'Italia » del 16 Febbraio, son proprio « le avventure da brivido » che mancano al libro, ed è questo un gran pregio: l'ascensione più ardua di cui ci parla l'Autore è la salita al Boè per Val Setus (grado, ricorda una guida, rompendogli forse qualche illusione, forse sotto zero), scartata perchè troppo difficile la salita al Sassolungo che non arriva al secondo grado. Il Bracaloni non mena vanto di vette famose, si accontenta di sentirle in tutta la loro imponente grandezza, e, ciò che conta in uno che scrive, di farle sentire anche a noi, ne ha, come alcuni « assi » dell'alpinismo, predilezioni per il gran nome, ma parla con lo stesso entusiasmo dei ghiacciai della Palla Bianca e di Pratomagno in Valdarno, degli affreschi di una chiesetta montana e dei cani del Piccolo San Bernardo.
Più profondo conoscitore della montagna invernale, che nel libro ha la parte del leone, ci rende il paesaggio dell'Abetone, di Claviere, di Val Gardena con un calore che è frutto di affetto e di impressioni vissute davvero.
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Ma per noi « andrem sulla montagna » ha il massimo pregio di essere riflesso dell'anima di uno che la pensa e vive come noi e cerca nella ascesa del corpo, come Don Achille Ratti e Pier Giorgio, spinta a quella dello spirito. Nei tre capitoli finali della « Polemica » sentiamo Bracaloni commilitone della nostra battaglia. Egli non disconosce i vantaggi che l'andare in montagna ha comunque sul frequentare il cinema o il caffè, ma non tace la nausea che gli fa la continua profanazione del monte per opera di gente che porta in alto la vita frivola e scema della città e crede che la montagna debba servire allo sci e non viceversa e scia nei cento metri quadrati davanti ai grandi alberghi e fa sfoggio di eleganze o peggio di sfrenatezze morali che non si permetterebbe in città... e rimpiange il tempo in cui ci si trovava in pochi lassù, sebbene anche adesso non ci si ritrovi in molti (le statistiche anzi dicono in meno) negli alti rifugi dove ci vuol fiato a salire e non c'è l'acqua calda e il termosifone.
Non voglio neppur accennare ai pregi della prosa fiorentina sulla quale si scorre lisci come in una discesa a corda doppia e a tanti disegni e schizzi di Giulio Giannini Jr. che è alpinista anche lui e quindi artista semplice, brioso, efficace: un'ultima cosa mi preme.
Giustamente, rispondendo a un autorevole attacco contro « i profanatori del giorno del Signore », il Nostro domanda all'Autorità religiosa competente che cosa si è fatto nelle grandi città e nei paesi meta di gite per attrezzarsi in modo che gli escursionisti abituali od occasionali abbiano la
comodità di ascoltare la Santa Messa, e cita esempi nei quali adempiere il precetto festivo per i cristiani così e così rappresenta un vero eroismo.
Non basta condannare, è la conclusione, un movimento imponente e crescente; bisogna capire, favorire, aiutare, distinguere.
E anche di questo (non soltanto delle tre ore di godimento - questo libro, l'avete ormai capito, è di quelli che si leggono d'un fiato -) noi alpinisti sul serio e cattolici di Azione, ringraziamo Bracaloni.

ALBERTO DE MORI

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ATTIVITÀ PREVISTA


   GITA AI DENTI DI CUMIANA (m 1353) 10 aprile 1938-XVI


Per gli appassionati della roccia provetti e novellini, Si tratta di una bella ed interessante ascensione che più di ogni altra permette le esercitazioni da palestra.
Per gli altri, gli amatori delle più facili escursioni, promette pur sempre una bella gita in una stagione in cui la primavera spiega il suo migliore incanto.
Programma:
Santa Messa ore 6.
Partenza da Torino per Frossasco alle ore 6,51 - Via Sacchi.
Da Frossasco proseguimento in corriera per Cantalupa. Arrivo ore 8,30.
In un'ora e mezza ai piedi dei Denti (via Brik: pedale).
Ritrovo delle due comitive in vetta prima delle 12,30.
Viaggio L. 13 circa. Non soci L. 2 in più. Equipaggiamento da mezza montagna. Direttore di gita: II. Merlo. -

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   venerdì 8 aprile - Gita Sociale al COLLE PEYRON (m 2862) (tra i Serous e la Rocca Rissort)


(trasferibile al 23-24)
Attendendosi prima del 21 aprile importanti modificazioni all'orario ferroviario non possiamo dare un programma dettagliato della gita. Detto programma vorrà pubblicato in sede.
Per ora diremo solamente che se per il 21 aprile la strada Bardonecchia-Rif. Alpini sarà sgombra dalla neve la gita verrà effettuata in giornata partendo da Torino con il primo treno e raggiungendo il rifugio in auto da Bardonecchia. Se invece per tale epoca la strada non sarà sgombra, la partenza avverrà da P. N. la sera del giorno 20.
Da Bardonecchia al Rif. III Alpini a piedi occorrono ore 2,30; dal Rif. III Alpini al Colle ore 3,30.
Le iscrizioni si chiudono il venerdì precedente.
Solo viaggio: L. 18,20.
Direttore di gita: Carlo Banaudi. Equipaggiamento sciistico.

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VITA SEZIONALE


   Vita sociale


Vi spiace ridurvi a mendicare compagni di gita al campeggio estivo? Vi spiace dover confessare di... conoscer nessuno?
Pensateci per tempo.
Frequentate le gite sociali.

Frequentate la sede, ove ogni venerdì sera avrete possibilità di accordarvi per una gita adatta alle vostre forze ed ai vostri gusti.

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   CARTA DA TURISMO


Procurarsi subito la « Carta di turismo alpino » per il confine Italo-Francese ed Italo-Svizzero, indispensabile per la maggior parte delle prossime gite.
Occorre domanda alla R. Questura su carta bollata da L. 4. Unirvi un ritratto formato tessera.

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