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Notiziario Centrale Maggio 1938



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VITA SEZIONALE


   VENTICINQUE ANNI


Col mese di Maggio la Giovane Montagna entra nel suo anno venticinquesimo: da questo al maggio del 1939 essa vivrà così il suo giubileo. Già vecchia? ancor giovane? in salute?
Sempre 'giovane?, grazie a Dio, e conscia e fiera della sua giovinezza
e piena di promesse nelle sue energie.
Questo stato di salute ci interessa, indubbiamente, alla soglia dell'anno giubilare, ma se esso risultasse soltanto dall'estensione dei quadri o dalle intensità della vita alpinistica, o dal grado delle scalate, non ci sentiremmo di iniziare la ricorrenza con animo lieto e fiducioso. La nostra salute risiede prima di tutto e sopratutto nello spirito. Dobbiamo saggiare la mano al polso delle manifestazioni e l'occhio al cronometro dei principi costitutivi. Venticinque anni sono tanti: vi mutano tempi ed uomini, contingenze e gusti. Ma lo spirito deve restate intatto.
Si pongono oggi dei problemi che un giorno non esistevano affatto,
e per essi l'organizzazione deve essere pronta e deve avere il suo atteggiamento ben netto, e -ben radicato alle caratteristiche originali. Tanto più che proprio nel suo campo specifico si sono fatte trasformazioni quanto mai rapide ed estese.
La Giovane Montagna è sorta per l'affermazione di un principio religioso, ha vissuto di aspirazioni e di realizzazioni tutte proprie nel suo Programma, ed i suoi uomini hanno partecipato, come gli altri amatori della montagna, al movimento di attrazione che la stessa esercitava. Presi dal suo fascino forse, ma non accecati dal suo splendore. Ammirati dalle bellezze che essa rivelava del gran quadro della creazione, per arrivare al suo Autore. Chè fermarsi al quadro non le può bastare. Nè ieri, nè oggi.
E neanche domani. La montagna vuole intendere come ascesa, non solo dalla valle alla vetta, ma dalla vetta a Dio. E sarà così desiderata, percorsa, studiata, per raggiungere una più pura e più nobile condotta di vita: la vita dello spirito, la vita che non esaurisce le sue aspettative nei limiti dello spazio e dei tempi ma che tende al profondo dei cieli, e all'eterno. Essa vuole la montagna che non soverchia, che non soffoca gli aneliti dello spirito, imponendo i suoi incantamenti come realizzazione suprema per chi l'avvicina. Qualunque essi siano questi incantamenti: l'asprezza della lotta, la gioia della conquista, lo studio dei suoi segreti, l'incremento delle energie fisiche, e, meno che meno, il soddisfacimento anche inconscio di esibizionismi o l'accontentamento di egoismi come di godimenti sensuali, o il disprezzo stesso dell'esistenza. Buoni o non buoni, questi incantamenti, soverchiando, rovesciano la scala dei valori. Dalla pratica della montagna per la vita si passa alla vita per la montagna.
Vita offerta alla montagna non soltanto quando, dolorosamente, la sciagura si abbatte a troncarne il corso, ma anche quando tutte le sue manifestazioni ne sono influenzate o soggiogate, quando il diversivo al ritmo sfibrante del lavoro come dello studio non è chiesto che alla montagna, e posto non c'è nelle caselle del cervello come negli ambulacri del cuore che per la montagna.
Vita offerta alla montagna anche quando per conservarsi ad essa si indugia o si rinunzia addirittura a risolvere quei problemi più alti e solenni - che sono i veri -: vivere per un prossimo: famiglia, società.
Non questa può essere la concezione della montagna per noi, pur se suonano i venticinque anni, e i tempi ed i gusti sono cambiati, e le possibilità di frequentarla, ascenderla, sviscerarla, si sono fatte svariatissime e seducenti.
Resta il nostro modo di sentirla: scala di elevazione a Dio, mezzo per dare ai nostri muscoli come al cervello ed al cuore gli alimenti della forza, dell'energia, dell'amore; tutti amalgamati in un alone di purezza, tutti nobilitati nella comprensione dell'altezza vera che ad ogni costo deve essere raggiunta e per la quale l'ora dell'alpe può essere efficace come quella dello studio, del lavoro, e magari della rinuncia e della preghiera: Dio!
NATALE REVIGLIO

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ATTIVITÀ SVOLTA


   A CHENEIL


Quando alle 15,30 del 19 marzo il torpedone si fermò alfine sotto il campanile di Valtournanche, i gitanti, come a dimenticare le peripezie del lungo viaggio, tosto iniziarono frettolosi la salita su per l'erta e fangosa mulattiera che in un'ora e mezza li portò a Cheneil.
Le vette della bastionata delle Grandes Murailles si stagliavano nitide contro il cielo, come maestoso corteo d'ancelle della regina della valle, la Dent d'Hérens, tutte prone davanti al sovrano riconosciuto: il Cervino.
Lunghe, distese di nevai, limitate in basso dal verde cupo delle pinete circondano le basi di quest'imponente mondo d'alta montagna.
Così ci apparve sul far della sera l'alta Valtournanche quando, posati i sacchi nell'ospitale pensione Carrel e calzati gli sci, ci dirigemmo verso il Colle delle Fontanelle (rn. 2600).
Sostammo qualche po' lassù a goderci l'ultimo sole, filtrante a ponente fra le dentellate creste dei monti poi, menti; le luci del crepuscolo arrossavano la cuspide del Cervino, decidemmo di scendere; lunghe e veloci scivolate ci riportarono in breve tempo a Cheneil.
A cena la schietta allegria della comitiva montagnina ebbe campo d'espandersi in pieno. Canti montanari d'ogni età e luogo scossero fino alle basi le pur solide fondamenta della Pensione. Un uragano d'acclamazioni accolse l'arrivo dei nostri Delmastro, Pol e Ventre, reduci dall'ascensione al Chàteau des Dames, nonchè l'arrivo del sempre giovane Ciccio Martori, partito nel pomeriggio da Torino.
Il dì seguente il chiarore d'un'alba fosca ci fece indugiare sotto le calde coltri oltre il consueto. Nebbie grigiastre s'avvoltolavano sulle cuspidi vicine e lontane e il Cervino emergeva a tratti fra la massa di nubi. Durante la notte qualche centimetro di neve fresca era scesa a rendere più veloci le nostre corse in sci.
Dopo la S. Messa celebrata da Don Zuretti - sullo sfondo del Gran Tournalin - eccoci ad arrancare sui declivi della Punta Fontana Fredda. Qualche po' di nevischio cade a intermittenza, ma ciò non distoglie i soliti volonterosi dal salire al Bec d'Aran Sud, ove trovano un po' di sole.
Il grosso della comitiva si sbizzarrisce, tutta la mattina e parte del pomeriggio, in evoluzioni e rapide volate fra la cresta delle Fontanelle e Cheneil ed il continuo saliscendi di « montagnini » entusiasti della località, solca d'innumerevoli piste e anche di buche la distesa dei pendii.
E nevica nuovamente. Alle 15,30 ha inizio il ritorno e due ore dopo ci si ritrovava tutti a Valtournanche. La bella gita ha lasciato nell'animo di tutti noi il più caro ricordo e il desiderio di adunarci sempre più numerosi nuovamente presto fra i monti.

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   A BALME


Ma il sole caccia la neve sempre più in alto tanto che bisogna affrettarsi ad inseguirla. Così al 3 di aprile dal Pian della Mussa si parte attraverso il Pian dei Morti ed il ghiacciaio del Pian Gias verso il Colle dell'Albaron di Savoia. Sono poco meno di 20 sciatori, e chi non è giunto fino al colle è giunto fin dove ha potuto; con neve mediocre, ma con l'entusiasmo consueto.
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   A FROSSASCO


Il 10 aprile dieci cordate danno l'assalto alla via Brik dei Denti di Cumiana. Tra arrampicatori e non, partecipano alla gita 25 Soci della Sezione di Torino e 17 di Pinerolo. Una quasi grande adunata quindi in questa bella palestra, a vagliare le proprie forze sugli eleganti passaggi, resi meno faticosi dalle lunghe fermate causate dalla numerosa comitiva.
Brindisi finale in comune coi pinerolesi, ed una lieta sorpresa che vorremmo si ripetesse più spesso: la gita costò effettivamente soltanto metà di quanto previsto sul notiziario.
* * *
Sono passate ora altre domeniche e con la scusa del tempo incerto i montagnini Torinesi ora battono la fiacca. Non occorrono raccomandazioni il bel programma di gite che seguiranno si raccomanda da se.
Il cronista

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   VENERDÌ 20 MAGGIO IN SEDE ALLE ORE 21,30


PROIEZIONI DI DIAPOSITIVE ESEGUITE DA NOSTRI SOCI
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ATTIVITÀ PREVISTA


   21-22 Maggio 1938 - PUNTA VALLETTA (m 3370)


Sabato 21 Maggio ore 15 partenza in torpedone da Piazza Paleocapa.
Ore 17: arrivo al Piano della Mussa. Proseguimento a piedi per il Rif. Gastaldi. Arrivo: Ore 20,30.
Domenica 22 Maggio: Ore 4,30 S. Messa. Partenza: ore 5,15.
Comitiva A: arrivo sulla Punta Valletta (m. 3370) ore 11.
Comitiva B: esercitazioni sul Pian Gias. Ritorno in serata a Torino.
Equipaggiamento sciistico di alta montagna.
Le iscrizioni si ricevono in sede mercoledì 18 maggio accompagnate dalla quota di L. 27. Sarà a carico dei soci il pernottamento al Rifugio.
Direttore di gita: Carlo Pol.
Si ricorda la carta di turismo e la tessera del C.A.I.

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   4-5 Giugno 1938 - PUNTA CRISTALLIERA (m 2801)


Sabato 5 giugno alle ore 15,35: partenza da P. Nuova.
Ore 16,19: arrivo a Bussoleno. Proseguimento per il vallone del Gravio fino al rifugio GEAT (m. 1400). Arrivo: ore 20. Pernottamento.
Domenica 5 giugno: S. Messa alle ore 5. Ore 8 al Colle di Pra Reale (in. 2525) di dove in 3 ore si raggiunge la vetta.
Per il ritorno partenza da Bussoleno alle ore 19,46 ed arrivo a Torino alle ore 20,51.
Equipaggiamento da alta montagna. Iscrizioni venerdì 3 fino alle ore 22,30 accompagnate dalla quota di L. 15 tutto compreso. Non soci L. 2 in più.
Direttori di gita: Enrico Maggiorotti e Sandro Delmastro.

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VITA SEZIONALE


   NUOVI SOCI


Siamo lieti di accogliere tra i nostri Soci le Sig.ne Bisacca Teresa, Denti Anita, Marello Maria Teresa ed i Sigg. Annovaizi Carlo, Delmastro Sandro, Reviglio Severino, Rosso Roberto, Silvestrini Paolo. Alcuni di essi hanno già partecipato a parecchie nostre gite e mentre ci aspettiamo da questi la perseveranza ci auguriamo di poter presto annoverare anche gli altri tra i nostri gitanti più fedeli.
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   IMPORTANTE


Attendete con impazienza il notiziario di Giugno! Vi troverete:
L'invito ad una SERATA DI PROIE-ZIONI di fotografie a colori del Prof. Italo Mario Angeloni.
Il programma dettagliato del CAM-PEGGIO per il quale raccomandiamo di prenotarvi in tempo onde non provocare affollamenti dannosi. La direzione desidera tutti presenti, ma anche tutti contenti.
I programmi delle gite all'ARGENTERA ed al ROCCIAMELONE.
Il calendario di massima delle MA-NIFESTAZIONI PER IL VENTICIN-QUENNIO sociale che è anzitutto venticinquennio della nostra Sezione.

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