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Notiziario Centrale Luglio 1939



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VITA SEZIONALE


   Al Gran Paradiso in sci


Il Gran Paradiso per la via solita non offre alcuna difficoltà nemmeno in gita sciistica primaverile; e non meriterebbe quindi, sotto questo punto di vista, un accenno particolare sul nostro notiziario; però rispetto alla solita gita domenicale rappresenta ancora un programma d'eccezione poco effettuato in particolar modo per la scomodità dell'accesso al Rifugio Vittorio Emanuele.
Il percorso normalmente scelto è quello della Valsavarenche che richiede una lunga, noiosa marcia (sci a spalle) su una cattiva rotabile, che a questa stagione non permette l'accesso alle automobili, ed il pensiero di questa sfacchinata basta a scoraggiare i più.
Invece il percorso da noi scelto, che da Noasca scavalca il Colle del Gran Paradiso e scende sul ghiacciaio di Moncorvè, è certamente il più pratico (se pure non il meno faticoso) per raggiungere da Torino il Rifugio Vittorio Emanuele ed ha il vantaggio, rispetto al precedente, di essere molto più interessante ed alpinistico e di offrire anche nella prima giornata di accesso al Rifugio una bella gita interessante di per se stessa ed una magnifica discesa.
Queste poche parole su una vetta pur tanto conosciuta hanno il significato di un invito a questo bell'itinerario che noi stessi ci proponiamo di ripetere altre volte e che vogliamo suggerire a quelli che, avendo due giornate disponibili, desiderano provare la soddisfazione di tracciarsi la via in alta montagna sulla neve intatta.
Fu così che Pol, Sandro e Peppino Delmastro (il più convinto fautore dell'itinerario prescelto) ed io con due corde di quindici metri ed una piccozza, che poi non ebbimo ,occasione di sfoderare dal sacco, ci incamminammo da Noasca il mattino del 21 aprile verso le ore 7 per il Vallone di Noaschetta.
Il Colle del Gran Paradiso salito da Noasca è di quei tali colli così noti agli alpinisti che sembrano sempre lì a cento metri e non si raggiungono mai; perché appena raggiunto quello che pareva il colle ce n'è sempre un'altro più avanti pronto a disingannarli. Raggiuntolo finalmente ci godiamo un'oretta di riposo che ci siamo veramente meritata dopo una salita di 2300 m. di dislivello; poi con una magnifica scivolata sul ghiacciaio di Moncorvè con neve primaverile eguale, dove si svolta facilmente anche col pesante sacco che lo sciatore alpinista deve portare sulle spalle, giungiamo al Rifugio. Il Rifugio è aperto e troviamo il custode Daynè che è qui da un paio di giorni con due sciatori romani.
Il Rifugio aperto vuol dire che per noi ci sarà una comoda cuccetta con abbondanti coperte, una fumante ed abbondante minestra, vuol dire una comodità impreveduta, pure al primo pensiero di soddisfazione subito si sovrappone un certo rammarico: ricordiamo quando lo scorso anno, sempre per la stessa via, siamo giunti qui, abbiamo aperto il localetto invernale, ci siamo aggiustati alla meglio ed abbiamo goduto le ultime ore di luce, noi soli e lontani da tutti, qui dove siamo abituati al pigia-pigia estivo ed abbiamo soggiornato certo con maggior disagio ma gustando la soddisfazione che dà il pensiero di saper bastare a noi stessi, che è pure una delle ragioni che spingono gli alpinisti verso le montagne.
Cerchiamo di fugare la nostalgia del ricordo e non ci vergogniamo di approfittare della comodità inaspettata stappando un paio di bottiglie che il custode aveva in serbo in chi sa quale misterioso nascondiglio, e ben presto affoghiamo nel vino il nostro residuo sentimentalismo.
Così seguiamo anche noi l'esempio di quei tali che dopo aver gridato alla profanazione della montagna all'annunzio della costruzione di una nuova strada o di una nuova funivia sono poi i primi a servirsene ed a provarne l'utilità.
La posizione del rifugio sul largo crestone che domina il ghiacciaio di Moncorvè e lo separa dal ghiacciaio del Gran Paradiso è un magnifico belvedere. Di fronte l'aguzza vetta della Becca di Monciair ed il calottone ghiacciato del Ciarforon dominano su tutto il vasto panorama. Il Ciarforon, in modo particolare, imponente troneggia facendo scintillare i suoi poderosi fianchi ghiacciati ai raggi del sole ed attira i nostri sguardi che dalla terrazza antistante il rifugio gli si rivolgono ammirati. Siamo giunti presto e così, a lungo, pigramente crogiolati al sole, ci godiamo questo riposante spettacolo tanto più attraente perché lo sappiamo guadagnato con la rapidità della nostra marcia.
Più tardi ci raggiungono altri tre amici della Giov. M. giunti a traverso la lunga Valsavarenche: la sig.na d'Aponte, Milone e Biasioli, il veronese venuto a gustare la nostra montagna della quale non solamente per complimento d'ospite (a giudicare dal suo accento sincero) si dichiara entusiasta. All'ora delle galline andiamo a dormire.
Il mattino seguente, alla prima luce, ci incamminiamo su neve durissima. Inutile descrivere l'itinerario che segue dal più al meno (salvo nel primo tratto dove si tiene un po' più sulla destra di chi sale) la arcinota via estiva. Giunti sui 3.600 m. di livello, mentre stiamo ammirando il pittoresco Ciarforon siamo colpiti da un grandioso spettacolo: un grosso tratto di seraccata si stacca dal Ciarforon e precipita dopo un gran salto di roccia sul ghiacciaio di Moncorvè accompagnato da un sordo tuono che a lungo lacera l'aria. Dopo il gran salto una nuvola di nevischio avvolge e precede l'avanzata della valanga e si inoltra per lungo tratto sul ghiacciaio. Mentre ammiriamo lo spettacolo facciamo ripetutamente scattare le nostre macchine fotografiche. Proseguendo, in alcuni tratti dove il percorso è più ripido, procediamo con gli sci a spalla ed i nostri scarponi riescono appena a scalfire la neve indurita. Alla crepaccia terminale, abbandonati gli sci, in breve raggiungiamo la vetta. Il panorama è vastissimo: dal Monviso al Bianco, al Cervino al Rosa oltre alle vicine montagne del gruppo del Gran Paradiso tutto si vede nitidamente a traverso la limpida atmosfera. La giornata è calma e ci possiamo godere per quasi un'ora i 4.000 m. della vetta rivolgendo un particolare pensiero a qualche amico che oggi doveva essere con noi, ed all'ultimo momento, trattenuto da impegni, è rimaste a Torino.
Poi iniziamo il ritorno. La neve dura ed in principio un po' ventata rende la prima parte della discesa laboriosa ma insieme interessante, più sotto diventata uguale ci offre una discesa ideale fino al Rifugio.
Al Rifugio una buona fermata per riposare; poi, salutati gli amici che scenderanno per la Valsavarenche, risaliamo al Colle del Gran Paradiso e su neve buona scendiamo in sci fin verso i 2.300 m. ed in serata a Torino.
C. BANAUDI

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   XXII ACCANTONAMENTO ALPINO Entrèves (Courmayeur) - 15 Luglio - 3 Settembre 1939-XVII


DOCUMENTI
Carta di Turismo alpino (o documento equipollente) per i partecipanti che intendono far gite (confine italo-svizzero italo-francese). Tessere del C.A.I. e dell'O.N.D.
Indirizzo: « Giovane Montagna »

Courmayeur per (Aosta) Entrèves
Ufficio postale, telefono e telegrafo a Courmayeur.

SERVIZIO AUTOMOBILISTICO SPECIALE
Si raccomanda per comodità e celerità il Servizio automobilistico F.lli Tabacco della C.I.T., in partenza il martedì, giovedì e sabato alle ore 7 con ritorno a Torino alle 20 e alla domenica in partenza alle ore 6 con ritorno alle ore 22.
Prezzi speciali per i Soci G. M.: L. 25 per corsa.
Prenotazioni e pagamento anticipato in Sede.
Il servizio ha inizio al 22 luglio p. v. con partenza dalla nuova sede della C.I.T. presso il Grande Albergo Principi di Piemonte.
La Ditta prega, per quanto possibile, di servirsi delle corse dei giorni feriali.
ISCRIZIONI
Le iscrizioni si ricevono in sede ogni mercoledì e venerdì sera accompagnate dalla relativa quota nelle seguenti misure (da tre anni invariate):
Turno d'una settimana L. 135
Due turni » 255
Tre turni » 380
Quattro turni » 500
Le quote suddette danno diritto alla completa pensione.
Le spese di viaggio saranno a carico di ciascun partecipante.
Compatibilmente con la disponibilità di posti saranno ospitati i Soci di passaggio ad Entrèves. Essi potranno usufruire dei servizi alla seguente tariffa: pernottamento, L. 6; pranzo, L. 6,50; cena, L. 6,50; colazione. L 1,50.
Possono iscriversi all'accantonamento tutti i Soci delle varie Sezioni della « Giovane Montagna » e i loro famigliari. Sono ammessi anche i non soci purché presentati da un socio che ne assuma davanti alla Direzione tutte le responsabilità. I non soci dovranno pagare una tassa di iscrizione di L. 15 e presentare domanda scritta.
Si raccomandano vivamente le prenotazioni onde evitare affollamento eccessivo.
Prenotazioni impegnative si accolgono solo accompagnate da congruo acconto.

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ATTIVITÀ PREVISTA


   GRAN PARADISO (m 4061) - LA TRESENTA (m 3609)


« Caratteristico e interessante l'itinerario da Noasca al Gran Paradiso si svolge in un ambiente alpino tale da ripagare ampiamente la fatica dell'alpinista amante delle lunghe camminate in valli solitarie ».
PROGRAMMA
Sabato 15 luglio:
Ore 15 precise: partenza da Torino in torpedone (piazza Paleocapa).
Ore 17 arrivo a Noasca e proseguimento per le alpi La Bruna.
Ore 21 arrivo alle grangie e pernottamento (su fieno).
Domenica 16 luglio:
S. Messa.
Ore 3,30 partenza dalle grangie.
Ore 6,30 al Colle Gran Paradiso (colazione), indi per il Ghiacciaio di Moncorvè e il Ghiacciaio del Gran Paradiso in vetta alle ore 11.
Ritorno per la stessa via a Noasca. Ore 22,30 arrivo a Torino.
Verrà pure formata una comitiva con meta la Tresenta (m. 3609) e con un orario assai più comodo del precedente (un'ora dal Colle del Gran Paradiso).
Equipaggiamento d'alta montagna (sono indispensabili: guanti, piccozza, occhiali, lanterna).
Quota approssimativa: L. 26.
Non soci L. 3 in più.
Iscrizioni in sede sino a tutto mercoledì 12 luglio.

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SERATE IN SEDE


   SERATA DI PROIEZIONI


La sera del 23 giugno abbiamo ammirato in sede una nuova bellissima serie di dia-positive illustranti la zona del M. Bianco. Non ci dilungheremo sulla riuscitissima serata; vogliamo soltanto rinnovare i nostri ringraziamenti ai consoci Pio Rosso, Giovanni Denicola, Carlo Banaudi, Peppino Delmastro e Gigi Ventre ai quali siamo debitori della bella ora trascorsa.
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