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Notiziario Centrale Agosto-Settembre 1939
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ATTIVITÀ SVOLTA
Visolotto (m 3448) Gruppo Monviso - 6-7 febbraio 1939-XVII
1a ascensione invernale per la parete nord
PIAZZA DOMENICO, G. M., C. A. I.
GAGLIARDONE GIUSEPPE, C. A. I.
Alle 5 del mattino del giorno 6 febbraio lasciamo il rifugio Piano della Regina. Il cielo è stellato e la temperatura molto bassa ci toglie subito il torpore che abbiamo addosso e che quasi quasi ci fa rimpiangere il tiepida giaciglio lasciato poco prima. Calziamo gli sci e via di buon passo; saliamo in silenzio pensando alla prova che ci attende.
Al lago Chiaretto la parete Nord è di fronte ai nostri occhi, illuminata dal primo sole. Sostiamo un momento e ristudiamo la via di salita che ormai abbiamo già ben fissa in mente. In tre ore siamo alla base. Un piccolo spuntino, lasciamo gli sci infissi nella neve, calziamo i ramponi e attacchiamo decisamente.
Risaliamo dapprima un cengione ben innevato e assai ripido che taglia obliquamente la parete verso la cresta Ovest. I ramponi mordono bene e solo nell'ultimo tratto ci tocca scalinare.
Finito il canalone prendiamo in pieno la parete, che seguiremo quasi verticalmente fino in vetta. La scalata si fa assai difficile perché tutte le rocce sono coperte di vetrato e gli appigli pieni di neve assai dura. Molto problematica diventa la sicurezza, anzi in certi momenti siamo solo affidati ai denti dei nostri ramponi. Tuttavia continuiamo a salire manovrando con grande prudenza. Il tempo è sempre bellissimo ma quasi non è possibile dare uno sguardo al meraviglioso spettacolo che ho dietro alle spalle: tutta la mia attenzione è tesa sul compagno che mi precede.
Finalmente si presenta un salto di rocce che è quasi sgombro di neve e parzialmente asciutto, lo passiamo rapidamente e poco dopo vediamo profilarsi nel cielo azzurro, che accenna ad impallidire per l'avvicinarsi del crepuscolo, la vetta agognata.
Le difficoltà accennano a diminuire e quasi spronati dalla vista della meta superiamo rapidamente gli ultimi metri.
Sono le 18; dopo 10 ore di salita effettiva quasi esclusivamente su ghiaccio e senza possibilità di sosta, siamo sulla punta occidentale del Visolotto (m. 3448): la prima salita invernale è un fatto compiuto. Posiamo il sacco e la piccozza e percorriamo l'aerea cresta che ci porta alla punta Centrale (m. 3440) ed in seguito alla Meridionale (m. 3444) ; per la stessa via ritorniamo alla punta Occidentale. Sono le 19: la notte è discesa rapidamente. Liberiamo un anfratto di roccia dalla neve e ci apprestiamo al bivacco. Prima però mettiamo qualche cosa sullo stomaco che in verità comincia a reclamare.
Ci chiudiamo nel sacco di gomma e dopo avere levato una preghiera di ringraziamento all'Altissimo per la bella vittoria che ci ha concesso, attendiamo la lontanissima alba. Nonostante il provvidenziale riparo tremiamo dal freddo ed esperimentiamo la delizia di una notte all'addiaccio nel mese di febbraio a 3400 metri di altezza.
Alla prima luce siamo in movimento; un po' di ginnastica per riattivare la circolazione del sangue e poi dopo un breve conciliabolo ed uno sguardo alla via di salita che si presenta come una voragine di neve e ghiaccio, scendiamo per la cresta Ovest, che presenta più facilità di assicurazione. Alle 11 siamo al Colle Due Dita (3010) compiendo la prima discesa invernale della cresta. Voliamo letteralmente il canalone delle Due Dita e raggiungiamo gli sci.
Una breve fermata e relativo spuntino e poi giù verso Crissolo come ce Io permettono le nostre povere caviglie rotte da 15 ore di ramponi. Alle 15 siamo a Crissolo ed in serata a Pinerolo.
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ATTIVITÀ PREVISTA
OROPA (m 1238) 30 sett. - 1 ott. 1939-XVII
La riuscitissima gita intersezionale dello scorso anno alla Grignetta, ha lasciato in tutti il desiderio di ritrovarci ancora in occasioni consimili, in cui accorrono soci della G. M. di tutte le Sezioni, affratellati dal comune ideale, alpinistico e cristiano.
Ciò ha indotto la sezione di Torino ad organizzare anche quest'anno un'altra manifestazione di carattere generale, con meta ad Oropa.
Non più quindi lo spettacolo di verticali pareti calcaree sullo sfondo azzurrino del Lario, bensì montagne tipicamente occidentali a forma piramidale, dominanti gli sbocchi delle vallate valdostane, e le montagne biellesi da cui si gode lo sfondo luccicante dei ghiacciai del Monte Rosa e che furono di molti tra i migliori vecchi alpinisti italiani.
Il programma di questo nostro convegno intersezionale include varie manifestazioni: dalla funzione religiosa nel celebratissimo Santuario, all'omaggio collettivo in memoria di Quintino Sella, fondatore del C.A.I., dalla visita alle tombe degli indimenticabili nostri Pier Giorgio Frassati e Gino Carpano all'adunanza plenaria dei Presidenti sezionali.
Avvalendosi poi della comoda teleferica che in breve trasporta i gitanti sulle rive gelate del Lago del Mucrone, verrà pure data a tutti la possibilità di effettuare l'ascensione alle più note ed interessanti vette vicine quali il M. Mars, M. Mucrone, M. Carnino.
La riunione intersezionale d'Oropa vuole infine ridare nuovo impulso di vita a tutte le vecchie e nuove sezioni che cosi adunate ai piedi della nera statua della Madonnina scolpita da S. Luca, impetreranno dalla Patrona Celeste la protezione sulla venticinquenne nostra Associazione e, come in pio pellegrinaggio, sulle nostro famiglie e sulla nostra Patria.
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PUNTA ONDEZANA (m 3492) - (Spartiacque Piantonetto-Valeille)
La caratteristica e bifida vetta della Punta Ondezzana facilmente individuabile e visibile da quasi tutte le cime del Gran Paradiso, offre su questo gruppo una visione d'insieme non comune.
Accessibile dal vallone di Piantonetto per il ghiacciaio di Teleccio e per un tratto di facile cresta rocciosa.
PROGRAMMA
Sabato, 16 settembre:
Ore 15,30: partenza in torpedone da Torino (Piazza Paleocapa);
Ore 17: arrivo a Rosone e proseguimento per il vallone di Piantonetto;
Ore 21: arrivo alle grangie di Pian Teleccio (m. 1840, Pernottamento su fieno.)
Domenica 17 Settembre:
Ore 4,30: S. Messa;
Ore 5: partenza;
Ore 10,30: in vetta, indi ritorno per la stessa via di salita.
Ore 22 circa; arrivo a Torino.
Equipaggiamento d'alta montagna. Piccozza e ramponi (data la stagione avanzata potrebbero rendersi indispensabili), lanterna, occhiali, fascette, ecc.
Iscrizioni in sede fino a tutto mercoledì 13 settembre.
Quota d'iscrizione: Soci, L. 25; Non suoi, L. 28.
Direttori gita: Giuseppe Delmastro e Carlo Banaudi.
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ATTIVITÀ SVOLTA
CIMA BATTAGLIA (m 2298) - (3-4 giugno 1939)
La fresca e verde conca del Renanchio, sonante d'acque e di campani, soffusa d'una incantevole pace arcadica, accolse la sera del 3 giugno i 27 montagnini ed amici della G.M. partecipanti alla gita sociali.
L'allegra comitiva fu accolta a Scalaro (m. 1405) con viva cordialità dal vice-parroco di Quincinetto e dai montanari e venne ospitata in comode grangie pel pernottamento su foglie.
Ma alle 5 del giorno dopo, s'era già tutti in piedi e, assistita la S. Messa celebrata nella chiesetta locale, il gruppo dei rocciatori partiva per raggiungere al più presto la base della cresta Sud-Est della Cima Battaglia, di cui muoveva all'attacco verso le 9. La cresta, formata da una successione di spuntoni, torri ed in ultimo da qualche crestina aerea, presentò difficoltà medie e condusse tutti in vetta per le 12.
Magnifica la vista sui monti della Val d'Aosta, Cervino, Breithorn, Monte Rosa... Poi una serie di lunghe scivolate nei canaloni e pendii nevosi, accelerò la discesa che in un paio d'ore riportò a Scalaro a ricongiungersi con l'altra comitiva già di ritorno dopo una divertente escursione verso il Bec Ranum.
L'alta vallata stendeva al sole profumati tappeti di fiori: ne cogliemmo a fasci, i più belli, per portare tra le mura della città il ricordo tangibile più gentile della bella valle.
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M. PARAVAS (m 2929) - (17-18 giugno 1939)
Se la gita alla Cima Battaglia si è trovata raramente nei nostri programmi annuali, quella al Paravas costituiva una novità. Però tanto per la bellezza del paesaggio quanto per l'arrampicata, queste due gite si sono imposte in modo da farci formulare il proposito di ripeterle tra non molto.
I partecipanti alla gita superarono la trentina e ad essi si aggiunsero altri 14 della Sezione di Pinerolo, giunti in parte al mattino della domenica.
Alla S. Messa, celebrata davanti al rifugio del Pra, assistette al completo anche la compagnia alpina ivi accampata, con la quale ci eravamo cameratescamente attardati la sera precedente.
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PUNTA (m 3321) e DOME DI CIAN (m 3355) - (1-2 luglio 1939)
Nella gran pace del vallone rinserrato ai piedi del Château des Dames, delle Punte Fontanella, di Balalselmo, e di Cian, l'accogliente ospitalità del custode della diga S.I.P. a Cignana permise un ottimo pernottamento nella notte di sabato ai 31 montagnini.
Alle 5 del giorno dopo la comitiva assisteva alla S. Messa celebrata dal Rev. Don Piovano missionario della Consolata e poscia iniziava il suo cammino percorrendo le sponde suggestive del lago artificiale, su cui si specchiavano rosee le cime dei monti illuminati dalle prime luci.
Con svariate peripezie venivano guadate le acque scroscianti di vorticosi torrenti e per una serie di balze e morene, ci si portava nella conca che racchiude il ghiacciaio della Roisetta. Il facile ghiacciaio veniva percorso velocemente fin sotto l'erto pendio terminale; le sette cordate percorrevano in breve il ripidissimo canalone toccando per le 10 il colletto di Cian (metri 3120).
Qui la Punta di Cian si partiva davanti a noi in tutta la sua imponenza e, purtroppo, in tutta la sua veste invernale. Prudenza volle perciò che si limitasse il numero dei salitori della bella montagna; che divisi in due cordate e muniti di ramponi potevano, dopo un'erta scalata di ghiaccio e di roccia, raggiungere l'ambita meta. Tutti gli altri volgevano invece a Nord e per facili pendii nevosi pervenivano in mezz'ora dal colletto al Dôme di Cian.
La giornata limpida e luminosa permetteva di assaporare le bellezze di cui era onusto lo sterminato panorama del mondo alpino che si parava all'intorno: dal Gran Paradiso, dalla Grivola, dal Ruitor, alla Becca di Luseney, al Combin, ai Bouquetins, al Cervino, ai ghiacci del Rosa, saliva un arcano inno di gloria al Creatore di tante meraviglie...
Ci fermammo lassù sino alle 15 poi, avvenuto il ricongiungimento di tutta la comitiva al colletto, s'iniziava il ritorno.
La gita, pienamente riuscita sotto tutti i punti di vista, lasciava liete e profonde impressioni nel cuore d'ognuno dei partecipanti che, certo, ricorderà ancora per molto tempo le ore piene di fulgore trascorse lassù.
Ci sia permesso esprimere il nostro vivo ringraziamento ai carissimi consoci Riccardo e Roberto Rosso, per la particolare collaborazione da essi prestata al buon successo della gita.
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GRAN PARADISO (m 4061) - (15-16 luglio 1939)
L'elaborata organizzazione, il notevole numero di partecipanti e la tenace volontà dei direttori di gita a nulla valsero contro le persistenti avverse furie del maltempo che accompagnarono dall'inizio alla fine quella che si prospettava riuscisse una delle più rilevanti manifestazioni d'alta montagna compiute in questi ultimi anni dalla Giovane Montagna.
Giunti a Noasca in due torpedoni, i 50 montagnini, nella serata del sabato percorsero in quattro ore il tragitto che li separava dalle Alpi della Bruna (m. 2460), località fissata pel pernottamento nell'alto Vallone di Noaschetta. Sistemati alla meno peggio su paglia nello stanzone d'una grangia più o meno riparata dalle intemperie, trascorsero così le poche ore di sonno.
Alle 3 del mattino seguente, il montagnino Rev. Don Mario Adamini celebrò la S. Messa poi... orde sterminate di neri nuvoloni salirono a ricoprire il cielo e una pioggia violenta ci tenne tappati nel nostro misero riparo fin verso le 7. Approfittando d'una lieve sosta del diluvio, metà di noi volle ad ogni costo sfidare le avversità atmosferiche; perveniva perciò in breve al Lago di Guy, percorreva il lungo Piano omonimo e si portava sulla morena del ghiacciaio (m. 3000 circa).
Qui la pioggia mista a nevischio riprese a cadere con forza, mentre una fitta cortina di nebbia impediva qualsiasi visibilità: niente da fare per oggi!...
Fradici d'acqua ritornammo alle grangie ove almeno i canti e la mai smentita allegria montagnina cacciarono e tennero lontane tutte le musonerie. A gruppi separati, ripartimmo dalle 13 in poi pel fondo valle, ma durante il non breve percorso, la pioggia fitta e continua ebbe ancora modo d'innaffiarci senza pietà. Giunti che fummo a Noasca, guazzanti negli abiti pregni d'acqua, un vento gagliardo cacciò la nuvolaglia ed un sole caldo e giocondo, apparve alfine ad illuminare le nostre cinquanta sagome gocciolanti...
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VITA SEZIONALE
NUOVI SOCI
In questi ultimi tempi, sono entrati a far parte della schiera montagnina torinese: Viglietti Mario, Grimaldi Edoardo, Filipello Carlo, Bolla Giuseppe, nonché le gentili signorine: Bernardi Erminia, Bernardi Felicia, Berruto Anna, Recluta Elena, Rosso Maria, Defilippi Jole, Crovella Virginia.
A tutti, la Presidenza sezionale rivolge il cordiale saluto di benvenuto, augurandosi da ognuno una fattiva cooperazione.
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