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Notiziario Centrale Aprile 1942



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VITA SEZIONALE


   ASCESA


Bussano alla porta e una voce « le tre son suonate » si sente dal di fuori. Il conto del sonno, che nuovamente resta da soddisfare, si aggiunge a quello di un paio di giorni a questa parte e si rimanda, per il saldo, a tempi migliori. Infilata la giacca a vento e calzati gli scarponi si esce all'aperto a scrutare il tempo: notte nera e abbastanza fredda; il custode del Rifugio ci dice che ieri sera, verso le dieci, era cominciata una pioggerella fine e leggera, ma persistente; adesso riattacca daccapo. il cielo è quasi tutto coperto, e di laggiù in fondo avanzano grosse nuvole nere. In simili casi, però, la decisione è quasi sempre: « si parte lo stesso ».
Gli ultimi preparativi sono fatti in un baleno, si prepara un panino, si riscalda un po' di latte e di the.
Il sacco alpino sembra quasi pesare più del solito, ma forse è la prima impressione che proviamo dopo la bella dormitina che abbiam fatta nelle calde cuccette del Rifugio. In fila indiana e senza una parola, quasi per non turbare il profondo silenzio che regna all'interno, la comitiva si avvia lentamente su per l'erta.
Quando comincia a sorgere il mattino, il cielo si rischiara gradatamente e le nuvole si diradano spinte da una brezza provvidenziale; l'ultima nebbia scompare sotto i primi raggi del sole, che sin (la quel momento ci promette una bella giornata.
Da due ore siamo in cammino e riconosciamo che, il più delle volte, il tempo nelle nostre Dolomiti ci è amico veramente; non toglie infatti quasi mai la gioia del bel sole agli amanti dell'alpe, ma preferisce piuttosto sfogare il suo malumore durante la notte.
Quando lo stomaco segretamente ci parla, è ovvio che bisogna accontentarlo ed in una di queste brevi fermate abbiamo anche modo di guardare il panorama con un po' di calma, poiché di solito, quando si cammina, le occhiate che si danno all'intorno sono troppo fugaci.
Laggiù, in basso, scorgiamo il Rifugio che ci ha ospitati questa notte, piccolo, tanto piccolo che risalta solo per il suo colore rosso: all'intorno, come un ampio anfiteatro, la montagna lo circonda e sembra voler proteggerlo con le sue maestose rupi. Il sole batte sulle più alte vette, il cielo è diventato di un sereno ceruleo fin dove l'occhio può arrivare con la sua potenza; vicino a noi un falchetto fende l'aria con le sue ali spiegate ed immobili.
Dalla comitiva si levano, a mezza voce, le note delle belle cante' alpine, che ci trasportano ancora più in alto verso le cime e ci riempiono il cuore di gioia e di pace nostalgica. E penso che anche coloro che sono la negazione completa dell'alpinismo, per impossibilità fisiche o, quel ch'è peggio, per preconcetto, portati in questa magnifica posizione nella quale ci troviamo noi adesso, con lo spettacolo incomparabile che ci è offerto davanti agli occhi, nell'atmosfera calma e serena che ci circonda, comprenderebbero anch'essi il nostra animo.
Ma la pace e la gioia non si acquistano senza fatica; la vera pace e la vera gioia che il mondo non dà mai per la semplice ragione che esso steso non le possiede e ricopre invece con questa maschera l'amarezza che lascia poi in abbondanza ai suoi seguaci od ammiratori.
Questo mi passa per la mente mentre riprendiamo il nostro cammino per il ri-pido sentiero e si smorzano le note della nostra canzone.
Per questo l'alpinista, ogni qualvolta che ne ha la possibilità, si rifugia vicino alla sua montagna, dove l'aria che vi si respira è monda da tutte le brutture che l'uomo ha creato per le proprie soddisfazioni, dove l'animo può realmente ricrearsi e lo spirito ritemprare le sue energie per le battaglie future.
Vicino alla meta ci fermiamo un'ultima volta e ammiriamo la croce che di lassù domina l'immensa regione montuosa, simbolo di grandezza e di tranquillità.
E quando siamo seduti ai suoi piedi nessuno trova il modo di esprimere il proprio stato d'animo, preso com'è dalla meravigliosa bellezza che il panorama offre.
Non sono più i mille, i duemila o i tremila metri di altezza, ma l'uomo si sente infinitamente staccato dalla bassezza e ammira la grandezza del Creatore nell'opera sovrumana del creato.
L'ascensione su questi monti è come la vita di ogni mortale: dove il cammino è tortuoso e difficile, la nebbia con le sue cortine impenetrabili toglie il senso dell'orientamento agli inesperti, la vetta è lontana; bisogna camminare con la compagnia di un pesante sacco. Ma lassù è la meta, luogo di soddisfazione spirituale e di pace, lassù è la croce, aspirazione ultima nella vita di ogni uomo.
Sulle più alte vette dei monti, l'alpinista non ha collocato l'immagine di persone amate o il ricordo di cari parenti, l'espressione della sintesi delle sue molteplici attività, ma vuole che lassù, a dominare il mondo, signoreggi la croce, regni questo simbolo perennemente aperto all'abbraccio degli uomini, faro a tutto il mondo di luce spendente ed eterna.
Adragna

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   GITE SOCIALI


ROCCA SELLA - 3 aprile 1942-XX (ciclo-alpina) - (m. 1509).
S. Messa a Maria Ausiliatrice alle ore 6; partenza immediata per Alpignano, Almese, Novaretto (Km. 27); arrivo alle ore 8,40. Proseguimento a piedi per Celle (ore 10) e Rocca Sella. - Ritrovo a Novaretto per il ritorno alle ore 18. - Direttori di gita: M. De Paoli ed A. Morello.

MONTE TABOR - 10 maggio 1942-XX (gita sciistica) (m. 3177).
Direttore: P. Milone.

SAGRA DI S. MICHELE - 14 maggio 1942-XX (ciclo-alpina) - (m. 962).
S. Messa alla Crocetta alle ore 6; partenza per Giaveno (Km. 29) e per Valgioie alla Sagra. - Direttore di gita: G. Viano.

Seguiranno altre gite ciclo-alpine, di quindici in quindici giorni, alle Lunelle, alla Madonna della Losa, al Colle del Lis e ad Oropa.
In caso di cattivo tempo la gita si intende rimandata alla domenica seguente.

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   QUOTA SOCIALE


Affrettatevi a versare la quota sociale (ce n'è bisogno ed è vostro dovere) direttamente in sede o facendo uso del nostro c/c postale 2/885. Nel mese entrante si inizieranno le esazioni a domicilio, maggiorate come di consueto.
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   LUTTO


Il 4 marzo scorso immolava la sua giovinezza alla Patria il sergente pilota Durando Mario, fratello della nostra Socia signora Maggiorotti Ida. Inviamo commossi le più sincere condoglianze.
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   FOTOGRAFIE A COLORI


Rinnoviamo i più cordiali ringraziamenti al Dott. Emanuele Ponti ed ai fratelli Cavallo che la sera del 27 marzo scorso ci presentarono, degnamente illustrandole, una scelta di bellissime fotografie a colori. Specialmente ap-plaudite furono una serie di tramonti (Ponti) e ritratti di bambole (Cavallo) oltre ad appetitosi commestibili. Ci auguriamo di averli ancora altra volta tra di noi.
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   CESTINI DI VIMINI


Cestini per biciclette. greggi, robusti, adatti per gite, possono essere prenotati in sede (vedere modello esposto) al prezzo speciale di L. 11.
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   RETTIFICA


Il numero di telefono dell'abitazione del Presidente Dott. Milone stato ora sostituito. Attualmente quindi lo troverete ai numeri: 35.042 (abitazione) e 48.711 (ufficio).
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