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Notiziario Centrale Luglio-Ottobre 1942



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VITA SEZIONALE


   La Croce sulla Dent d'Herens


E' passata con poco rilievo, nella estate testé decorsa, la notizia d'una scomparsa assai grave per i frequentatori della montagna, massime per quelli che alla montagna chiedono ristori spirituali piuttosto che fisici se non addirittura la semplice e superficialissima distrazione.
La scomparsa di un sacerdote ed alpinista, parroco zelante delle anime affidate al suo ministero ed educatore dei giovani proprio con la pratica dell'alpinismo: don Giuseppe Bordello, prevosto di San Benigno Canavese, amico della Giovane Montagna, cui più d'una volta offrì la celebrazione del Santo Sacrificio nel corso di gite sociali particolarmente interessanti.
Non è qui che si intenda dire di Lui, per commemorarlo e celebrarne le gesta e le virtù: occorrerebbe altra penna, altro spazio, e sarebbe certo cosa degna ed utile, e ci tornerebbe graditissimo che, da parte di chi ne è in grado, si facesse.
Qui, assai più modestamente, ricordando la bella figura di sacerdote, si vuol richiamare un particolare tutt'altro che insignificante del suo trapasso.
Don Bordello è morto per sincope cardiaca, al termine di una settimana di escursioni nell'alta Valpellina. Si può ripetere per Lui come per il leggendario Carrel del Cervino: « il n'est pas tombé, il est mort ». L'ultima sua ascensione: la Dent d'Heréns a capo di una comitiva di giovani cattolici, animosi ed intrepidi nella marcia alpina non meno che nella pietà.
Dal rifugio, pel ghiacciaio delle Grandi Muraglie, a turno le loro robuste spalle oltre il sacco recavano una croce di legno, svolgendo una singolarissima Via Crucis la prima certo del genere ed in un ambiente così solenne - con soste meditative che hanno improntato tutta la scalata.
Il sacerdote di Cristo, forse presago, ha voluto compiere la sua ultima fatica verso il Cielo nel ricordo più vivo della martoriata salita del Golgota compiuta dal Redentore: e, conficcatavi la grande croce, dalla vetta della bianca montagna gli è tornato più dolce levare il volo verso la Patria eterna.
Uno dei suoi giovani compagni di ascensione, Leopoldo Saletti, ha con tocchi commossi e commoventi ricordato questa immolazione in alcune note che abbiamo letto sull'« Osservatore Romano » del 13 agosto e non sarebbe male che i lettori di questo modesto Bollettino ne facessero ricerca e poi oggetto di meditazione.
Il compagno di gita meglio di qualunque altro ha intuito quali pensieri siano passati, da quella Via Crucis al transito, nella mente e nel cuore di un tanto sacerdote, e, forse per sé, forse pei compagni, forse per gli innumerevoli compagni che sentono la montagna piedestallo del trono di Dio, ha steso la breve rievocazione. Noi lo ringraziamo, perché ci ha consentito di conoscere a quali sublimità di spirito sappia giungere un ministro di Cristo, e quale monito ne possa venire a tutti noi per servirci dell'Alpe non solo come palestra ai muscoli, campo d'esplorazione all'intelletto, scuola di energie fisiche e morali, ma, su tutto, mezzo impareggiabile di elevazione a Dio.
E la croce sulla vetta ricordi, agli ardimentosi che vi saliranno, il cuore sacerdotale che per piantarvela non temette di subire lo schianto.
Natale Reviglio.

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   PUNTA PARROT (m 4463) - Parete meridionale.


E' stata una prima ascensione da ascrivere a vanto della nostra sezione Novarese. La bella parete valsesiana doveva trovare chi la onorasse degnamente. E quest'anno con le vittorie della cordata nostra (Della Giulia, Barchietto, Antonioli, Ciossani) e di quella di Adami la cosa è stata sistemata. La bella relazione dell'ascensione, cordialmente inviataci da Della Giulia, non ha potuto trovar posto sul nostro foglietto (oh, la nostra cara e vecchia rivista!) e quindi vi rimandiamo alla rivista del CAI giugno-luglio 1942-XX ove troverete le relazioni delle ascensioni sopraccennate, corredate di note tecniche, di un brillante schizzo di R. Chabod e di una superba fotografia neg. Guglielmina.
Ai valorosi scalatori l'augurio di nuove vittorie.
M. A.

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   GITA DI CHIUSURA ed inaugurazione della nuova sede della Sezione di Pinerolo


Domenica 18 ottobre 1942-XX. - Adunata in Pinerolo alle ore 9,30 giungendovi in bicicletta od in treno. Salita a Costagrande e Rochise. Pranzo al sacco e castagnata. Alle ore 15,30 nella nuova sede di Via Vescovado 12 per la inaugurazione. Ore 17 partenza della comitiva ciclistica per il ritorno. Iscrizioni in sede venerdì 16 ottobre
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   RAPPORTO ANNUALE


15 NOVEMBRE 1942-XXI IN SEDE ALLE ORE 17
(sarà inoltre presentata una nuova serie di fotografie a colori di nostri Soci)

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   ATTIVITÀ ESTIVA


OROPA. - Una specie di giro del... Piemonte ha compiuto la nostra comitiva sociale il 28 e 29 giugno. Il primo giorno Torino, Castellamonte, Ivrea e, attraversa la Serra, a Biella di dove in tram ad Oropa.
Questo giorno è memorando per la cordialissima ospitalità di casa Delmastro a Zubiena e della famiglia Ianno a Biella. Rinnoviamo di qui i nostri migliori ringraziamenti.
Il secondo giorno dopo aver assistito nel Santuario alla funzione coi pellegrini di Occhieppo Superiore, salita in teleferica al lago del Mucrone ed al M. Camino (i più audaci) con ritorno ad Oropa per pranzo, ed a Torino per cena attraverso Cavaglià e Chivasso.

M. VILLANO. - Per questa gita molti preferirono il treno. La stagione era calda. Ma la giornata fu bellissima e ventilata. Pernottammo nell'affollatissimo rifugio U.G.E.T. poco sopra Pian Cervetto. Salita con orario ottimo attraverso la Porta del Villano. Altra comitiva si diresse alla punta Pian Paris.

UJA DI MONDRONE. - Si pernottò a Mondrone... all'albergo. Salita, al solito; dura fino al Colle dell'Ometto, con finale sulla divertente cresta rocciosa. Panorama incomparabile sulle vette delle Valli di Lanzo; una ventina di vette al disopra dei 3000 metri che suscitarono tanti ricordi e tanta nostalgia: quando vi ritorneremo.... Discesa ingarbugliata, da un canale all'altro sul versante che guarda direttamente Ala. Poi via in bicicletta, ma con sosta a Trave, chi lo sa perché? Ora, con la bicicletta certi capricci sono leciti.

ACCANTONAMENTO DI ENTREVE. - Ed ora non mi metterò ad osannare a Ciccio per non farlo arrossire fino alla radice dei... capelli. Mi limiterò alle notizie salienti ed alla scarsa cronaca alpinistica. Notevole la partecipazione della Sezione di Vicenza con 11 soci che salirono senz'altro al M. Bianco, eccezion fatta per un paio di sfortunati. Lo salì pure il nostro Presidente per la quinta o sesta volta. Non ricorda: ormai ci ha fatto il callo. Tra le altre ascensioni è inoltre indispensabile ricordare la salita all'Aiguille Noire da parte delle signorine Guglielminotti e Lavarino con la guida Ottoz e del nostro gradito ospite il Rev. Don. Zuretti al torrione di Entreve durante una riuscitissima gita sociale in cui i capicordata ripeterono la salita del tratto finale per dare a tutti la soddisfazione di toccare la vetta. Ricordiamo ancora la partecipazione di soci di Verona e Genova e le graditissime visite dei nostri amici tenenti Scagno e Gobbi, che facevano venire l'acquolina in bocca a tutti parlando della loro vita nel regno incantato del gigante delle Alpi.

ROCCIAMELONE. - L'autunno vicino allunga le sue ombre. Se non si approfittava della prima domenica di bel tempo, anche quest'anno non avevamo la soddisfazione di una visita alla nostra cara Madonna del Rocciamelone. Fu così che il 13 settembre, Viano e Don Zuretti in testa, si effettuò la riuscitissima gita tra nubi e sole con unanime soddisfazione degli intervenuti.

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   NOZZE E NASCITE


Auguroni e congratulazioni ai novelli sposi: Gay Decio e Teresina De Aqostini, Benna Paolo e Lina Camerlo, Mezzalira Girolamo e Lia Margot, Merlo Silvio e Margherita Masera; ed ai neonati Mario Maggiorotti di Enrico, Renato Braggio di Giuseppe; Achille Paravicíni di Filippo, Margherita Grosso di Clemente.
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   LUTTI


Vivissime condoglianze al nostro consocio Geom. Cav. Fino per la morte della sua amatissima consorte, da parte specialmente della presidenza e degli anziani, vecchi compagni di gite.

Sul fronte balcanico trovava morte gloriosa il sottotenente di fanteria Giuseppe Andreis volontario di guerra mentre, in aspro combattimento, tentava generosamente di portare aiuto ad un suo soldato che, fuori dei reticolati, era in pericolo di essere catturato dal nemico. Per quest'azione, che gli costò l'estremo sacrificio, è stato proposto per la medaglia d'argento. Al fratello avv. Andreis, nostro socio vitalizio, già decorato della Croce al V. M. nel 1918 e reduce ora dal fronte greco ove, combattendo con la Divisione « Julia » come Capitano di artiglieria alpina, fu proposto per la medaglia di bronzo al V. M., porgiamo i sensi delle nostre più sincere condoglianze fieri di additare ai giovani quali valorosi soldati sappia educare la montagna.

Mentre sta per uscire il notiziario ci giunge la notizia di un altro grave lutto. Franco Paiuzza, ventenne, universitario, volontario di guerra, non è più. Pochi giorni dopo finito il corso di istruzione veniva inviato in Croazia ove il piombo nemico troncava la sua vita terrena di studio e di bontà. Alla Sezione genovese, che lo ebbe socio affezionato, ed alla famiglia desolata, le nostre più sentite condoglianze.
nostro grande dolore.

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