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Notiziario Sezione di Torino Agosto 1956



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VITA SEZIONALE


   FRANCESCO MARTORI


Dolorosissima, incredibile, improvvisa la notizia percosse il nostro orecchio. Non volevo, non volevamo credere. Sognavo? no, era meriggio: un azzurro chiaro ed una leggera brezza rendeva bello, gioioso quel giorno: due agosto.
Ciccio - così da tutti noi era chiamato - nella notte ci aveva lasciati. Era prossima la sua partenza per Entrèves per assumere la direzione di quell'accantonamento di cui da oltre trentacinque anni con passione e sacrificio curava il buon esito con una organizzazione minata e precisa.
Non volemmo abbandonarlo e domenica, 5, risalimmo ancora la Valle di Aosta, ma gli occhi erano velati dal pianto, il cuore lacerato e nella mente tornavano ricordi di altri gioiosi viaggi che più non si sarebbero ripetuti.
Al cospetto del Monte Bianco, nel Cimitero di Courmayeur, l'abbiamo lasciato affinché continuasse il suo sonno così tragicamente iniziato nella notte fra il mercoledì e giovedì.
Egli desiderava rimanere sempre vicinissimo a noi, là sulla montagna ed insieme a quella gente semplice, forte ed affettiva che in tanti anni di contatti diretti Egli aveva potuto conoscere profondamente, ed amare fino a desiderare di riposare in mezzo a loro.
I Valdostani di Entrèves e Courmayeur hanno accolto questo Suo ultimo desiderio e noi, interpretando la Sua riconoscenza, ringraziamo con un fraterno, simbolico abbraccio, questa gente generosa che ci ama, e che noi vorremmo amare ancora di più.
Lassù nel celeste raduno, la schiera sì fa ognora più numerosa e per quanti ci hanno preceduto nel segno della Fede e dormono il sonno della pace, eleviamo la nostra preghiera di ricordo e di suffragio.

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   MERCOLEDÌ 29 alle ore 7,15


nella chiesa di S. Giuseppe (via S. Teresa 22) sarà celebrato il Funerale di trigesima in suffragio del caro Scomparso.
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   RICHIAMO


Le prime gite alpinistiche si sono effettuate solo in questi ultimi giorni. Per le eccezionali condizioni di innevamento non sappiamo se possiamo così facilmente accettare questa classificazione e regolarci in merito, in quanto ciò presuppone la montagna: roccia e ghiaccio con assenza di neve. - L'eccessivo strato nevoso che si trova sulle rocce, forse ora non è cosi negativo come quando ebbe inizio il grande alpinismo europeo.
Scalate non pensabili trent'anni fa, si possono prendere in considerazione ed anche portare a termine per i miglioramenti tecnici e per le maggiori comodità esistenti in alta montagna con i numerosi e confortevoli rifugi.
Certo l'instabilità del tempo molte volte compromette ancora di più la riuscita dell'escursione e sottopone l'alpinista ad una amletica decisione che sostanzialmente non è altro che la " prudenza e la " rinuncia ....
Questi fatti non sono mai sufficientemente valutati e considerati in quanto per la loro variabile e personale interpretazione sfuggono ai controlli " matematici e " prefissati per cui la loro esatta valutazione dipende dall'intelligenza, dalla volontà e dal grado di ogni singola persona.
Sono queste le doti che elevano l'uomo su tutte le altre creature, per cui egli ha potuto avere in dono quella libertà personale che mai deve essere usata in contrasto con gli interessi della collettività.
Questo fatto è da tener costantemente presente quando facciamo uso di questo altissimo dono.
Nell'armonia delle diverse fasi che formano il complesso problema delle ascensioni in montagna, dobbiamo cercare la migliore soluzione. Non sempre otteniamo quanto è da noi auspicato. Possiamo trovarci in condizioni particolarmente delicate, come quelle create dalle attuali avversità atmosferiche che hanno facilitato dolorosi infortuni, sollevando discussioni che è necessario valutare, in quanto, indirettamente, esse intaccano la base granitica su cui poggia la nostra Associazione.
Sì, i giovani montagnini hanno la " Messa nel sacco e questo patrimonio spirituale continueranno a difenderlo prontamente sempre e dovunque, perché con la S. Messa più chiaramente ci è dato di intendere nel giusto valore le divine parole : " bussate e vi sarà aperto - " qualunque cosa chiediate in nome mio al Padre vi sarà concesso ....
Noi con la S. Messa, collettivamente, sopratutto chiediamo: " Rendici incolumi ai nostri cari e fa che dopo aver ammirato le meravigliose bellezze della natura, allietati nello spirito, irrobustiti nel corpo, ritorniamo con serenità al compimento dei nostri doveri al servizio di Dio ....
Con questi intendimenti, l'attività nostra si orienta verso l'alpinismo classico, perché esso nella sua virilità non degenera nell'acrobatismo colpevole o nel limite estremo della sicurezza della vita umana, che deve essere sempre difesa e potenziata.
Questa difesa si completa, specialmente in montagna, con l'aiuto fraterno che si deve dare in particolari momenti, quando il pericolo potrebbe trasformarsi o già si è trasformato in infortunio.
In queste condizioni tutti indistintamente i soci della Giovane Montagna possono e debbono essere samaritani.
Saranno samaritani coloro che non essendo fisicamente dotati oppure non possedendo capacità tecniche appropriate, con cuore puro eleveranno la preghiera di propiziazione all'Onnipotente.
Saranno samaritani coloro che possedendo tutte le capacità, dopo aver rivolto gli occhi in Alto, si rimboccheranno le maniche e materialmente doneranno al fratello bisognoso la loro energia fisica sino quasi alla consumazione.
Con queste altissime concezioni: " Messa nel sacco e con gli intendimenti del buon samaritano, riprendiamo le vie del monte per ritrovare lassù la gioia dello spirito e la sanità del corpo, e secondo le umane possibilità corrispondere a quanto da noi più che noi dagli altri, molti attendono.
IL PRESIDENTE

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ATTIVITÀ PREVISTA


   TSANTELEINA m 3606 - Vai Rhêmes 1-2 settembre 1956


La valle di Rhêmes è una delle poche vallate aostane che conservano ancora la semplicità montanara e le bellezze naturali della sua riposante conformazione. E' poco frequentata in quanto oggi si cercano le superlative comodità e si dimentica che per lo spirito è necessario ritornare alla primitiva sorgente che così intensamente ricordando i valori soprannaturali, ci fa gioire.
La méta è indicata per buoni alpinisti, ma anche tutti gli altri portandosi in questa vallata non ritorneranno delusi anche se la vetta della Tsanteleina l'avranno ammirata solo dal rifugio
Il programma dettagliato sarà affisso in Sede.
Direttori di gita: Rosso Pio - Orsolano Riccardo.

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   MONTE PARAVAS m 2929 - Val Pellice 15 -16 settembre 1956


Ritorniamo in Val Pellice, al Monte Paravas, perché esso ci offre una buona arrampicata, e nella eventualità di carenza nei capi cordata, la possibilità di raggiungere la vetta senza eccessive difficoltà.
Il comodo rifugio Jervis ci può ospitare con signorilità e larghezza.
Direttore gita : Rosso Pio.

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   29 - 30 settembre


ROCCIAMELONE, m. 3537
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ATTIVITÀ SVOLTA


   BREITHORN m 4165 - 5 - 6 maggio 1956


Contrarietà di diverso genere ci hanno imposto il cambio della Punta Leschaud con il Breithorn, cosicché il numero dei partecipanti è stato inferiore al previsto. Il pernottamento al rifugio del Theodulo, raggiunto con i moderni mezzi meccanici, ci ha permesso di effettuare la gita in particolari condizioni di comodità.
Sferzati da un vento gelido e gagliardo, venti partecipanti raggiunsero la vetta da cui poterono ammirare i grandi colossi che la circondano.
Ridiscesi e ricalcati gli sci, dopo breve sosta al rifugio, Cervinia venne raggiunta, con una velocissima discesa su neve ottima.

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   ALBARON di SAVOIA (m 3662) 19 - 20 maggio 1956


Perché fu in parte disertata questa gita ?
Stabilire le cause sarà una ricerca utile. In questo momento non è il caso di soffermarci.
Ancora una volta la preparazione curata dei direttori di gita è stata laboriosa. Basti pensare che al sabato mattina non si era certi di poter pernottare al Piano della Mussa e questo certamente non per indolenza.
Tutto però si svolse poi regolarmente e senza affanni, anche se scesi dal pullman e calzati gli sci per controllare la qualità della neve, la pioggia ci ricacciò subito nell'accogliente alberghetto in attesa della cenetta che consumammo in allegria fraternamente uniti.
Per la dimane « pensieri no ghe n'è », cioè non ce li prendiamo.
All'ora della sveglia piove ancora. Siamo egualmente svegliati per sentirci dire che non si parte. Fatica del direttore di gita malamente ricompensata con gli anatema lanciati al suo indirizzo per averci svegliati quando già si era sicuri di non poter partire.
I dolci sogni sono stati interrotti, perciò il reo pagherà ... sì pagherà! - Qualcuno non riesce a riprendere il sonno, così un'ora e mezza dopo è la sveglia per la partenza, perché ora non piove più.
Giunti al Roc Venone però riprende.
Questo fatto scompiglia i tredici gitanti per cui una parte si ferma, ma visto che i più proseguono, anche loro dopo poco riprendono a salire.
E' smesso di piovere e le nuvole pigramente si scompongono e ricompongono solleticate dal vento che soffia senza grande convinzione da Nord, Nord Ovest e poi da Nord.
Quando alle 11,15 si giunge al Colle, la direzione dell'aria è buona, ma siamo nella fase della « scopatura » e perciò non si può ammirare il paesaggio che altre volte ci è stato motivo di grande soddisfazione.
Verso le 11,45, all'inizio della discesa, la visibilità e la neve sono diventate ottime e scendendo il sole ci accompagna, mentre in alto le nubi corrono lontano.
Ci indugiamo a godere questa seconda parte della giornata che largamente ci ricompensa delle fatiche passate.
Per l'impossibilità di aver potuto portare con noi il Sacerdote, abbiamo assistito alla SS. Messa pomeridiana, celebrata a Lanzo, ove giungemmo alle ore 17. - Comodamente eravamo a Torino per l'ora normale di cena, soddisfatti per la bella gita effettuata e per tutte le difficoltà così provvidenzialmente appianate.

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   GRAN PARADISO (m 4061) - 2 - 3 giugno 1956


La mancata tempestività delle prenotazioni ci ha tolto la possibilità di avere un pullman a nostra disposizione, cosicché il viaggio non ha potuto svolgersi con quelle ben note comodità che caratterizzano le nostre gite.
Alpinisticamente è stata una gita ben riuscita, anche se non tutti i trentaquattro partecipanti raggiunsero la vetta, che con i suoi 4000 metri ci ha offerto una visione di incomparabile bellezza in un trionfo di luce e di azzurro.
Il ritorno è stato un po' precipitoso, in quanto non avendo potuto avere con noi il Sacerdote dovemmo trovarci ad Aosta alle ore 18,30 per la SS. Messa.
Alle ore 21 eravamo a Torino con un dolce ricordo.

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   CIMA BATTAGLIA (m 2298) - 2 - 3 giugno 1956


Venti escursionisti montagnini trascorsero due giornate di spensierata allegria nella raccolta pace della Val Renanchio, sopra Quincinetto, sì che ad alcuni « vecchioni » presenti, dalla chioma e barba ormai grigia, parve rivivere giornate consimili di vent'anni prima, quando la giovinezza rideva gioiosa fra chiome e barbe più nere e più folte. A sera, dalla lobbia d'un fienile, canti vecchi e nuovi scossero la silente tranquillità che normal-mente avvolge il borgo di Scalaro (m. 1413).
Il mattino seguente, dopo la SS. Messa celebrata dal Parroco di Quincinetto, vide allungarsi la comitiva pei pendii adducenti alla cresta Sud Est della Cima Battaglia. Ma il pernottamento scomodo, certe smanie di correre in salita, nonché alcuni nebbioni minacciosi, spezzettarono la comitiva stessa, di modo che, quando giunse il momento di sferrare l'attacco finale, il gruppo di punta s'era ridotto ad otto superstiti. Le ultime difficoltà vennero da questi vinte di slancio, ed elle 11,45 essi si stringevano la mano in vetta. Le ore successive videro i nostri montagnini, nuovamente riuniti, a gustare in beate «flanerie» quella distensione alla quale li ha ormai disabituati la vita cittadina. Più tardi, sotto un pergolato fronzuto di fondo valle, si raccolsero in simposio, dal quale solo all'ultimo istante li scosse il fischio del treno già in attesa alla stazione.
Unanimamente è stato chiesto almeno un bis all'effettuazione di gite analoghe.
E. M.

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   MONTE LEONE (m 3552) - 16 - 17 giugno 1956


E' una delle più belle gite sci-alpinistiche; bisogna ritornare! Questa è stata l'affermazione dei partecipanti.
Durante il viaggio si è potuto ammirare poco, in quanto il cielo si ovattava sempre più fino a regalarci le prime gocce arrivando al Colle del Sempione.
L'ospitale accoglienza del sig. Priore ci è stata particolarmente gradita, mentre la cena servitaci con: minestra, secondo: spaghetti, terzo: ravioli, ed in ultimo frutta sciroppata è stata una sorpresa punto apprezzata anche se questa era la normale cena alla svizzera preparata sia pure da una cuoca italiana, Così ci disse il sig. Priore quasi a scusarsi della nostra viva delusione.
La S. Messa venne celebrata nella bellissima cappella e verso le ore 5 iniziammo la salita con la minaccia di scure nubi che ci attorniavano togliendoci la vista del paesaggio. Partimmo perché speravamo.
Quando venne raggiunta La Sella, quota 3325, la tormenta aveva avuto il sopravvento sui pigri venti del nord ostacolandoci così il raggiungimento della méta. Solo quattro vollero proseguire a costi quello che costi », e raggiunsero la vetta.
La discesa pur nelle avversità è stata di grande soddisfazione ed abbassandoci il tempo migliorava concedendoci una buona visibilità.
Anche i gitanti, che già avevano stabilito di effettuare escursioni nei dintorni del Colle, trovarono modo di godere per le caratteristiche bellezze di questa zona.
Il ritorno è stato molto umido e la speranza di rimirare il lago d'Orta nelle luci del tramonto è stata cambiata nella realtà di una fitta pioggia che rendeva il paesaggio triste e malinconico, tuttavia interessante.

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   PIZZO BERNINA (m 4050) - 29 - 30 giugno - 1 luglio


L'ubicazione e la capienza del rifugio Marinelli sono state determinanti per la riuscita del nostro annuale raduno intersezionale estivo. Gli ottanta partecipanti di cui una metà torinesi, trovarono un'ottima cucina, buon vino e soffici cuccette invitanti ad un prolungato riposo!
Queste comodità, come poi l'incertezza del tempo non furono sufficienti per distogliere i « giovani montagnini » dal programma alpinistico, per cui: chi verso il Bernina, chi verso il Pizzo Palù e chi più modestamente verso la Punta Marinelli, di buon mattino lasciarono il rifugio ritornando alle più svariate ore.
Alla sera la bevuta ed i canti si protrassero sino alle ore 23, cioè fino a quando il custode non impose il silenzio.
Eporediesi, vicentini, veronesi, veneziani, genovesi e torinesi ebbero una buona occasione per fondere insieme le loro voci e le loro passioni.
Il ritorno è stato meno gioioso poiché non solo la neve e la pioggia ci accompagnò con grande prodigalità sino al pullman, ma ancora il mancato arrivo di una cordata ci tenne in pensiero per circa 24 ore.
La Madonnina della Noire è stata protettrice di questa nostra manifestazione sociale.

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   PIC DE NEIGE CORDIER (m 3613) 14 - 15 luglio 1956


All'ultimo momento non è stato possibile sostituire il « Leoncino » con un pullman di maggior capienza, così solo venti furono i fortunati che da Cezanne raggiunsero il rifugio du Glacier Blanc dopo una comoda camminata di un'ora e tre quarti.
Al mattino partenza ritardata. Da poco aveva cessato di piovere e la nebbia avvolgeva ogni cosa ed in definita era la direzione dell'aria che avrebbe dovuto spazzare via questa intrusa.
In lunga fila salimmo ed ai piedi del rifugio Caron il sole appariva con buone intenzioni. La neve indurita dal gelo era in condizioni ideali per cui facile era l'ascesa. Giungemmo in vetta senza avere la possibilità di ammirare la vicinissima Barre des Écrins, la Meije, la Gran Ruine, Les Agneaux, ecc., in quanto le nubi tutto ovattavano minacciando neve e pioggia ad ogni istante.
Riuscimmo a giungere al rifugio asciutti; ciò non sarebbe stato se di poco avessimo ritardato il ritorno. Fra una schiarita e l'altra potemmo giungere al pullman con gli indumenti in ordine, mentre in alto le rocce si imbiancavano di neve.

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VITA SEZIONALE


   FILATELICA - "Il collezionista Italia Filatelica"


Il pensiero di un nostro consocio, che senza perdersi in inutili discussioni è passato all'azione facendoci pervenire in abbonamento « Il collezionista Italia Filatelica » è pienamente da noi condiviso. Questo fatto può essere un motivo affinché i nostri soci « filatelisti » si ritrovino in sede per scambiarsi le loro reciproche conoscenze e da questa comune passione possa rafforzarsi ed amplificarsi ancora di più la pratica dell'alpinismo, scopo finale della nostra associazione.
Un grazie sentito porgiamo al caro amico che in tutte le sue azioni desidera conservare l'anonimo, pago solo di aver contribuito a vivificare la vita sociale.
Ai soci filatelici ora il compito di sviluppare l'idea. La sede è a loro disposizione in qualunque sera della settimana.

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   INFORTUNIO


traversata dal Piccolo al Gran Paradiso, in un accidentale infortunio, Nando Bauchiero subì una dolorosa frattura alla gamba sinistra. Oggi in via di guarigione, porgiamo l'augurio di rivederlo nuovamente e presto sulla montagna, dove la volontà, l'intelligenza e la prudenza trovano una palestra ideale per queste importantissime doti umane.
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   IN FAMIGLIA


Hanno annunciato il loro matrimonio:
Dott. Angelo Bonfiglio con Flora Ruella Ing. Sergio Bianco con Rosanna Tua
Il più bel fiore è sbocciato nella casa di Oreste ed Ernestina Cerrato: LUIGI

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   DIPLOMA


Nella sessione estiva Carluccio MUSSO ha ottenuto il diploma in ragioneria.
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   LUTTO


A Giuseppe Ruffatti per la perdita dell'amato Papà porgiamo le più sentite condoglianze, mentre eleviamo la nostra preghiera in suffragio dell'Estinto.
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