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Notiziario Sezione di Torino Gennaio 1968



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VITA SEZIONALE


   ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI


I soci sono convocati in assemblea ordinaria presso la sede sociale,
venerdì 2 febbraio 1968 alle ore 21,15 ORDINE DEL GIORNO:
- bilancio finanziario consuntivo 1967
- bilancio finanziario preventivo 1968
- programma attività annuale
- varie.
Si invitano i soci a partecipare attivamente a questa assemblea col personale contributo di idee, suggerimenti e, se del caso, di critica costruttiva.

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   QUOTE 1968


Si ricorda il versamento della quota di associazione 1968, che può essere fatto anche a mezzo C/C Postale 2/885 « Giovane Montagna - Torino ».
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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Venerdì 26 gennaio - ore 21,15


Il sig. Giancarlo Mensa proietterà interessanti diapositive concernenti le diverse fasi di alcune ascensioni di notevole impegno tecnico.
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   Venerdì 23 febbraio - ore 21,15


Il dott. Renato Carnaghi - medico e alpinista - terrà una conversazione sull'argomento medicina alpina » alla quale farà seguire la proiezione di diapositive riguardanti sue ascensioni nei gruppi Monte Bianco e Gran Paradiso.
Sarà, questa, la prima di una serie di conversazioni che verranno tenute da persone qualificate su diversi argomenti di particolare interesse quali, inoltre, tecnica di roccia e di ghiaccio, topografia, soccorso alpino, equipaggiamento, ecc. Le date delle successive conversazioni saranno tempestivamente comunicate. Si tratta di un programma che intendiamo realizzare nel quadro dell'attività volta a perseguire i fini istruttivi, informativi e culturali del nostro sodalizio a pro di tutti i soci.
Ringraziamo sin da ora tutti i collaboratori delle nostre manifestazioni in sede.

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ATTIVITÀ PREVISTA


   MADONNA DI CATOLIVIER m 2105 - Domenica 21 Gennaio


Interessante gita sci-alpinistica ormai ben conosciuta. Per le nuove leve, diciamo che la cappella del Catolivier, punto di arrivo, si trova come su un balcone sporgentesi sopra Ulzio, con magnifica vista sulle valli che a Ulzio confluiscono e su una ampia zona di montagna, compreso il Colle Sestriere. La salita (ore 3,30 circa) si effettua da Beaulard e la discesa, stessa via di salita, si snoda su un bel terreno sciistico.
Appuntamento, per la Messa, a S. Secondo alle ore 6 (unitamente a quelli che partecipano alla scuola di sci) e partenza alle 6,45. Normale equipaggiamento per le gite sci-alpinistiche (non dimenticare le pelli di foca).

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   PASSO CROCE PAUMORT m 2450 - Domenica 4 Febbraio


Fra la Rocca Verde (m. 2842) e la Costa Grossiere (m. 2438) è l'unico passaggio frequentato d'estate fra Rochemolles e gli alti pascoli del Vallone del Frejus.
Da Bardonecchia per il versante Ovest si sale lungo una mulattiera alle grange sotto la Punta Melmise; quindi coll'aumentare dell'altitudine si esce dai boschi nei bei pendii che in discesa saranno la giusta ricompensa alla costanza dei salitori fino al Passo. Si tratta quindi di una bella gita con ottima vista sui valloni del Frejus e di Rochemolles. Di nessuna difficoltà, è discretamente breve: ore 3-4 da Bardonecchia. Questa gita viene programmata in concomitanza al Corso di sci di Bardonecchia. Si ritengono quindi validi gli orari di massima del Corso.

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   5 RALLY SCI-ALPINISTICO ALPI OCCIDENTALI


Come preannunciato, viene organizzato dalla Sezione G. M. di Moncalieri e si effettuerà il 18 febbraio ad Artesina di Frabosa Sottana col seguente programma:
sabato 17 febbraio: nel pomeriggio ritrovo dei partecipanti all'Albergo Artesina; sistemazione, cena e pernottamento;
domenica 18 febbraio:
ore 8,- inizio del rally sul seguente percorso di gara:
- Artesina, m. 1300
- Sella Pagliola Soprana, m. 1646
- Cappella della Balma, m. 1911, facoltativa Rocche Giardina, m. 2165
- Sella di Seirasso, m. 1920
- Colle Bauzano, m. 1951, facoltativa Cima Durand, m. 2092
- Sella Pagliola Soprana, m. 1646
- da qui ad Artesina, m. 1300, prova di discesa in cordata su pista; ore 13,30 pranzo;
ore 15,30 S. Messa all'Albergo cui seguirà la proclamazione dei vincitori e la premiazione.
Da Torino verrà organizzato un pullman la domenica 18 febbraio in partenza alle, ore 7 da via Sacchi (stazione P. N., lato arrivi) per i soci che vorranno partecipare alla manifestazione in giornata.
Per i nostri concorrenti si prenderanno accordi circa l'ora della partenza al sabato 17 e circa i mezzi di trasporto.
La sezione di Torino, quale vincitrice delle edizioni del Rally 1964 e 1967, ha un passato da difendere. Il trofeo che teniamo in sede fa un'eccellente figura e sarebbe un peccato non poterlo conservare. Invitiamo pertanto i soci che posseggono energie giovanili, entusiasmo e volontà a riunirsi in sede per formare le squadre e concordare le uscite di allenamento, anche se queste non potranno essere molte. Proprio quest'anno che nella nostra sezione aleggia uno spirito di rinnovamento non vorremmo andare delusi a causa di una scarsa partecipazione dei nostri concorrenti. Intesi?!!

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   VISITA AGLI ALPIGIANI - 3 Marzo


Questa ormai tradizionale nostra manifestazione di solidarietà e di alto contenuto morale che si basa sulle sole nostre forze richiede un notevole impegno organizzativo ed economico. La data del 3 marzo è abbastanza vicina ed occorre impostare subito il lavoro, ma per fare ciò occorre anche sapere presto su quale entità finanziaria che per ora è zero potremo contare. Detto questo, ci viene in mente una frase che si trova spesso nel Vangelo: « Chi ha orecchie per intendere, ecc. ». I nostri soci sono all'incirca 400 e, pensate, sono quindi ben 800 le orecchie. Almeno lo speriamo. Scusateci, e grazie anticipate a nome degli alpigiani che visiteremo.
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ATTIVITÀ SVOLTA


   GITA AL COLLE VASCOCCIA - 17 Dicembre 1967


Ci siamo trovati in 28 alla S. Messa, che al solito abbiamo assistito a S. Secondo. Un buon numero certo, decisi a risalire i dolci pendii che portano da Antagnod al nostro colle. Giunti a Verres, si aggiungeva inoltre un amico di Milano, che incurante della fitta nebbia stagnante sull'autostrada aveva deciso di passare con noi la magnifica giornata che si preannunciava mano mano ci inoltravamo nella val d'Ayas.
Ma, aimè quale triste delusione ci attendeva; più si risaliva la valle e maggiormente le speranze di fare una magnifica scivolata scemavano.
Giunti a Champoluc non ci rimaneva che, a malincuore, risalire a piedi i dolci declivi che portano al colle.
Da quest'ultimo, raggiunto dopo circa 2 ore e mezza di salita, lo sguardo spaziava sul Monte Rosa. Splendido ed impressionante il massiccio si presentava con tutti i suoi ghiacciai bluastri e le seraccate non ancora ricoperte dal bianco manto invernale.
Al ritorno dopo aver visitato la chiesa di Antagnod, nella quale si può ammirare un magnifico altare in legno finemente sculturato, siamo andati a sfogare il malumore per la mancata discesa con dell'ottimo vino valdostano, anche se, tutto sommato, l'aver raggiunto egualmente la meta, ci aveva risollevato il morale.
E. C. - G. M.

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   SOGGIORNO INVERNALE OVVERO CAPODANNO AL CHAPY D'ENTREVES


Rifugio Natale Reviglio
1° relazione di chi è stato incaricato di farla...
Si è ripetuto quest'anno l'esperimento di un breve soggiorno invernale al Rifugio Natale Reviglio. Le cose sono andate bene, sia per il minor numero di partecipanti (18), che per la miglior organizzazione e lo spirito di adattamento dei soci. Si sono potute mettere in funzione la stufa a carbone del riscaldamento centrale e due stufe a gas grazie alla faticata di Frigero e Viano che hanno portato su le bombole.
La poca neve non ha consentito l'effettuazione di una vera gita sci-alpinistica, cionono-stante metà dei partecipanti è giunta tra auto e sci (il 31-12) fin quasi al fondo della Val Ferret, mentre un altro gruppo ha preferito le piste del Checrouit. La notte di Capodanno è stata trascorsa da tutti nel salone del Rifugio allietata da danze vecchie e nuove e da canti di montagna grazie al giradischi ed ai microsolchi portati da Silvio ed Anita. Impedita la sortita di due giovani borghesi che rivestivano paludamenti cittadini, il tocco ci ha colti riscaldati da quattro salti e dai 5 gradi di temperatura e la veglia si è protratta sino alle tre, grazie ad abbondanti libagioni e su una vasta varietà di companatico preparato da due gentili donzelle. Il giorno di capodanno ha visto i più, approfittare ancora delle piste del Checrouit ed i meno, dormire e prepararsi alla pomeridiana partenza dopo un ultimo lauto pasto all'ospitale Ristorante delle Funivie.
Giovanni Forneris

2° ... e relazione inviataci spontaneamente da due partecipanti sui 18 (non anni, parteci-panti) i cui nomi omettiamo per non togliere agli altri 16 il piacere di indovinarli...
Ed ora a noi. Il momento della verità è giunto: basta con il velo di omertà che fa consi-derare i soci della Giovane Montagna solo delle persone serie, mentre, per fortuna, non lo sono che in parte.
Cominciamo con i consiglieri, uno dei quali è stato eletto, con tutti i crismi, « Mister Chapy ». Non ci dilunghiamo sulla natura della fascia e soprattutto dello scettro, di squisita ma assai strana fattura, utilizzati per l'incoronazione.
Sempre restando nell'ambito del consiglio, chissà cosa ne direbbero i soci benpensanti di un eletto che, per accorciare il duro percorso dalla cucina al salone delle feste, sceglie quello normalmente usato per i piatti!!!
Che invece le donne sappiano qualche volta cucinare è stato ampiamente dimostrato da un solenne risotto alla « Val Ferret » elargitoci dopo le disumane fatiche della domenica. Era ora che i signori elettori si ricordassero delle donne! Anche loro servono a qualcosa benché come portatore d'acqua per il sullodato risotto si sia rivelato estremamente idoneo il consigliere irresponsabile.
Che poi la pala-zappa, normalmente utilizzata per lavori agresti, serva anche d'inverno è stato dimostrato durante la gita in Val Ferret quando la macchina di un socio, non avendo le pelli di foca, si è rifiutata di rimettersi in marcia.
La suddetta gita non è stata solo dedicata all'ammirazione delle bellezze del panorama, ma anche all'istruzione dei partecipanti; infatti è stato rispolverato l'alfabeto e non soltanto quello italiano. Ma quanto ci costa insegnare a questi liceali!
Passiamo ora alla cronaca mondana. La festa ha avuto un grande successo grazie anche alla notevole abilità e resistenza dimostrata dai ballerini. Ad un attento osservatore saltavano all'occhio le differenze delle diverse scuole, in particolare quelle genovese, parrocchiale e Val Formazzana, rappresentate tra tre vezzose fanciulle che hanno dura-mente lottato per evitare i pestoni dei meno capaci cavalieri i quali, nonostante le lezioni extra (2 pas, 1 paset), possono ringraziare unicamente le robuste calzature delle dame se non hanno dovuto improvvisarsi chirurghi ortopedici.
A dimostrazione di quanto sopra basti il fatto che una signora presente ha tentato a più riprese di dare in prestito il marito affinché imparasse a muoversi con un certo ritmo. Di ben altra classe l'esibizione di due soci che, con una specie di danza del ventre, cercavano di sciogliere la loro cordata illudendosi di allenarsi per il corto raggio.
Questo è un piccolo saggio di quello che si può fare volendo divertirsi. Lasciamo alla fantasia dei lettori il resto, facendo presente che sarà sempre poco in confronto alla realtà. Per ulteriori dettagli consigliamo di partecipare alle manifestazioni del prossimo anno, in occasione dell'Epifania 1969, data che i cavalieri saranno pregati di ricordare con particolari omaggi alle colleghe festeggiate.
Due dei diciotto (indovinate quali, ma non picchiateli).
Poco alla volta riusciamo ottenere che nostri soci ci esprimano suggerimenti, proposte, il loro pensiero su certi argomenti a mezzo di uno scritto che, venendo pubblicato sul notiziario, favorisce una circolazione di idee fra tutti i soci (almeno quelli che il notiziario lo leggono). Ringraziamo gli autori dei due scritti riportati in appresso, augurandoci che altri soci facciano seguito.

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VITA SEZIONALE


   INVITO


In tempo di Concilio e di riforme, in quest'epoca « beat » dedita esclusivamente a deni-grare quanto, ancora non molti anni fa, era alla base della vita di relazione, anche la G. M. non poteva rimanere ancorata a vecchi schemi, insensibile a tutto questo lievitare di iniziative.
Ed ecco infatti, sia pure dopo discussioni, mugugni e scontenti, un consiglio giovane, con un presidente giovane, per soci giovani che vogliono una Giovane tale anche di fatto, al passo con le nuove aspirazioni, cosciente dei nuovi problemi, alla avanguardia in quanto a dinamismo e ad iniziative.
A tutti i soci, che ci auguriamo sempre validi e numerosi, vogliamo trasmettere il nostro entusiasmo per la montagna e per tutto quanto, in breve, sa di montagnino. Per far ciò si ha bisogno della partecipazione di tutti i soci, per riceverne consigli, proposte, critiche anche, se necessarie e costruttive; questo perché si lavora di più, ci si impegna per far meglio solo quando il proprio lavoro è di qualche utilità e c'è la soddisfazione che esso torni a vantaggio di qualcuno o di qualche ideale.
L'impegno che i consiglieri ci mettono, e lo può testimoniare chi scrive, va spesso oltre le loro possibilità, poiché anch'essi, come tutti noi, lavorano o studiano ed hanno impegni famigliari; lo fanno perché sentono lo spirito della Giovane, lo spirito che i fondatori cinquanta e più anni fa hanno infuso nella Società, quello spirito che purtroppo si era un pochetto affievolito in questi ultimi tempi. L'invito pertanto che si rivolge a tutti i consoci è il seguente: frequentiamo un po' di più la sede per ritrovare i vecchi amici, per formare nuove amicizie, per combinare le gite della domenica, oppure per vedere insieme le filmine o le diapositive di qualche comune amico.
La sede non deve più essere così fredda; mancano i termosifoni, o meglio, non li accendiamo...; ebbene, saremo tutti noi a riscaldarla!!!
Ognuno porti il suo contributo; il socio anziano la sua esperienza, ed il giovane il suo entusiasmo, e tutto andrà per il meglio.
Tanto per cominciare ho presentato una proposta al Consiglio: perché non introdurre l'album gite, sul quale annotare tutte le relazioni dei soci, sia relative alle gite individuali che a quelle collettive? Potremo corredare le relazioni dei necessari elementi (località, rifugio, posti letto, difficoltà, itinerario, ecc, ecc.), farci lo schizzetto della zona stralciandolo eventualmente da una cartina, e poi... starebbe lì per tutti!!!
Non va? Allo scrivente pare una proposta da non trascurare affatto, semmai da perfe-zionare. Il Consiglio, la Commissione Gite, i soci, tutti aspettiamo al proposito anche i vostri suggerimenti.
Sarebbe un buon inizio, non vi pare? Avremmo poi ancora tante altre cose da dire, da combinare, da fare insieme, non foss'altro che per conoscerci un po' di più.
Guido Ruffa

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   A PROPOSITO DEL CONGRESSO


L'ultimo numero del '67 del Notiziario ci ha informati, tra l'altro, di un Congresso straor-dinario della Giovane Montagna; mi pare una buona occasione per esprimere qualche idea personale, cioè di socio giovane, sulla nostra associazione e sulla situazione della nostra Sezione in particolare.
È ormai da anni che tutte le associazioni alpinistiche, senza esclusione, registrano un costante calo nelle attività, nel numero degli iscritti, e soprattutto nella partecipazione dei soci alle attività e alla vita della società. Le ragioni di questo fenomeno vanno ricercate, a mio avviso, nel progresso tecnico (impianti meccanici di salita, sviluppo della viabilità e della motorizzazione) e nel progresso sociale (maggiore tempo libero, più comodità, maggiore apertura d'idee verso gli sport della montagna) che hanno contribuito a rendere i frequentatori della montagna sempre più individualisti. A questo si deve aggiungere la mentalità tipicamente moderna che fa apparire tutto facile, tutto a portata di mano, e si giunge così alla situazione attuale con i monti assaliti da masse di sprovveduti che per lo più vedono nella montagna solo « lo sport, l'hobby, la moda ». Non intendo generalizzare: ci sono certo nella massa quelli che vorrebbero fare qualcosa di più, divenire appassionati e non solo frequentatori della montagna, ma forse non sanno dove rivolgersi o temono di trovare un ambiente chiuso, antiquato.
Così vediamo da una parte sorgere, specie nei grandi centri, innumerevoli gruppi escur-sionistici o esclusivamente sciistici più o meno individualizzati ma sempre privi di esperienze e di un forte spirito animatore, e dall'altra pochi affezionati che sostengono le ex-gloriose associazioni alpinistiche. E a queste ultime resta il grave problema di porsi, se già non l'hanno fatto, sotto lo scudo (e la sovvenzione) dello Stato.
lo credo però che, almeno per quanto riguarda la G. M., ci siano validi motivi per mantenere la nostra indipendenza: diamo uno sguardo allo Statuto Fondamentale (quanti possono dire cii conoscerlo?) All'articolo 1 si legge che la G. M. « ha lo scopo di promuovere e favorire la pratica e lo studio della montagna con manifestazioni sia di carattere alpinistico che culturale ». E all'articolo 2: « L'Associazione è apolitica e si ispira ai principi cattolici senza tuttavia partecipare ad organizzazioni di carattere confessionale ». Dunque, esiste una base che distingue la nostra Associazione da ogni altra ed esistono i presupposti per darle quel fervore di attività che tutti desideriamo.
Si tratta di portare avanti le nostre idee, di farle progredire oltre i limiti raggiunti, nei modi e nelle forme più adeguati ai tempi. Quindi innalzare il livello delle gite sociali e individuali, intensificare i rapporti e gli scambi tra le Sezioni, dando all'aspetto spirituale e religioso della nostra vita sociale quell'importanza che i Fondatori gli attribuirono ponendolo in testa allo Statuto e che noi abbiamo almeno accettato iscrivendoci all'Associazione. Non si tratta di fare della G. M. una associazione religiosa: sarebbe un errore grave quanto quello di farne un non meglio identificato gruppo escursionistico di raccoglitori di violette, ma di offrire ai soci l'opportunità di migliorarsi, di dibattere i problemi, di approfondire le conoscenze in campo religioso.
A proposito di adeguamento ai tempi, io credo che anche qui non si tratti di rivoluzionare fin dalla base, di prendere iniziative eccezionali allo scopo di fare del chiasso, secondo la moda del momento; è la forma che bisogna cambiare, e soprattutto quel carattere schivo e chiuso che sembra essere tipico di noi soci torinesi, ma che non è assolutamente giustificato in questi tempi di larghe vedute e di aperti dialoghi.
Un argomento ancora mi pare importante: la partecipazione dei soci a tutte le attività, decisioni e responsabilità dell'Associazione; tutti i soci possono intervenire con consigli, suggerimenti e, perché no, rimproveri e richieste di giustificazioni rivolti al Direttivo per migliorare l'andamento della Società; ma, non tutti forse sanno di avere questo diritto. L'Assemblea dei soci è il solo organo con diritto di decisione nell'ambito della Sezione, il Direttivo ha soltanto il potere di eseguire come ritiene meglio le deliberazioni dell'assemblea e di fare proposte alla stessa. Ma questo ordinamento richiede la parteci-pazione diretta di tutti, la collaborazione attiva dei soci. Per avere di più dalla Società, dobbiamo dare tutti di più.
Ho parlato più sopra di portare avanti le nostre idee; aggiungo qui che sarebbe forse necessario esportarle, cioè farci conoscere, allargare il cerchio dei soci: la Giovane Montagna è una magnifica idea, e 50 anni di vita lo dimostrano, dunque, diamo a tutti gli appassionati della montagna la possibilità di conoscere la nostra Società e il suo spirito, e chissà che altri, tanti altri, si aggiungano alle « solite facce », in sede e in gita. È assurdo pensare che non esistano altri desiderosi di fare dell'alpinismo come lo intendiamo noi, ma dobbiamo essere noi a creare l'ambiente, a fare dell'Associazione un centro di attività.
In conclusione non vorrei aver dipinto un quadro troppo pessimistico o troppo personale della nostra situazione e delle prospettive che ci si presentano; d'altra parte sarei ben contento di suscitare delle discussioni sull'argomento, a tutto vantaggio della Società.
Silvio Frigero

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