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Notiziario Sezione di Torino Giugno 1985
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VITA SEZIONALE
ESTATE 1985 - RIFUGIO NATALE REVIGLIO ALLO CHAPY D'ENTREVES
REGOLAMENTO INTERNO
Art. 1 - Iscrizioni
Le iscrizioni alle settimane di soggiorno al Rifugio Reviglio sono riservate esclusivamente ai soci di tutte le sezioni della Giovane Montagna in regola con la quota sociale. Esse sono subordinate alla compilazione della scheda di partecipazione ed al versamento dell'acconto, il tutto da inviarsi alla Sezione di Torino nei modi e termini comunicati con apposite circolari. L'ordine di precedenza è stabilito dalla data di ricezione della scheda o dal timbro postale, mentre l'accettazione è riservata al Presidente della Sezione
Art. 2 - Turni settimanali
Il soggiorno al Rifugio Reviglio è organizzato in turni settimanali che hanno inizio con il pranzo della domenica e termine con il pranzo dell'ultima domenica di permanenza. Ai Soci che, per giustificato motivo, non potessero effettuare il periodo previsto verrà rimborsata metà della quota di partecipazione. Nessun rimborso è dovuto a chi dovesse interrompere il turno iniziato ed analogamente i pranzi che per qualunque motivo non venissero consumati non saranno rimborsati
Art. 3 - Collaborazione e pulizia
A tutti i Soci partecipanti al soggiorno viene richiesta una effettiva collaborazione. Ogni Socio deve provvedere a tenere sempre pulita e in ordine la camera assegnatagli ed, al contempo, collaborare alla pulizia dei locali e dei luoghi comuni, A tal fine ogni giorno un gruppo di soci, a rotazione tra tutti i presenti, si incaricherà della pulizia ai piani (corridoi e gabinetti), di quella delle scale, dei locali comuni al piano terra, e delle parti esterne; collaborerà, se richiesto, alla gestione della casa, dando una mano, in cucina e nel servizio bar, apparecchiando tavola e aiutando il direttore di turno in tutti quei lavori necessari per una perfetta gestione della casa. E' auspicabile che i Soci, giornalmente e di loro iniziativa, dichiarino al direttore di turno la loro disponibilità ad effettuare i lavori di cui sopra: il Direttore coordinerà il tutto controllando che vengano ben eseguiti
Art. 4 - Regolamento interno
L'ordine, il buon andamento, il decoro, la pulizia del Rifugio, la conservazione dell'arredamento in dotazione sono affidati a tutti i soci partecipanti al soggiorno; essi si obbligano ad osservare gli orari stabiliti con la massima puntualità. E' vietato fumare nelle camere e nei corridoi, inoltre è vietato lasciare oggetti personali nei locali comuni, nel salone, nell'ingresso e nei corridoi: è vietato, altresì, tenere cani e altri animali domestici. La propria camera deve essere lasciata libera e perfettamente pulita per le ore 11 della domenica fine turno.
Per motivi di igiene è fatto obbligo a tutti i partecipanti utilizzare le lenzuola ed un lenzuolo è obbligatorio avere sul materasso di chi dorme nel sacco a pelo. I soci che si recano in gita devono ritirare il sacco viveri la sera precedente, dopo aver compitato l'apposito modulo entro le 20:00.
Ai soci è consentito fermare la propria auto nel parcheggio riservato alla Giovane Montagna, mentre è assolutamente vietato utilizzare la strada che sale al Rifugio. Il socio ospite nella casa si impegna ad osservare lo statuto della Giovane Montagna, mettendo in pratica i caratteri ispiratori e fondamentali della nostra Associazione.
Art. 5 - Direttore di turno
Il Direttore di turno rappresenta, a tutti gli effetti, il Presidente e l'intero Consiglio della Sezione di Torino: curerà l'organizzazione del soggiorno in tutti i suoi risvolti e nei rapporti con í soci e con terzi e gestirà la casa come un buon padre di famiglia, provvedendo a tutte quelle incombenze che si rendessero necessarie per mantenere il Rifugio sempre perfettamente in ordine. Curerà inoltre tutti gli adempimenti burocratici, amministrativi e contabili, provvedendo agli acquisti di quanto serve per la gestione della casa- E' pure compito del Direttore di turno la emissione delle ricevute fiscali e l'incasso degli importi relativi.
Nello svolgere le sue mansioni si farà aiutare da almeno tre soci, nei modi e nelle forme stabilite dall'articolo 3 del presente statuto.
Il Direttore di turno sovraintenderà al buon andamento dell'attività dei soci addetti alla cucina, lasciando a questi di organizzare come meglio credono il proprio lavoro; inoltre curerà che ogni domenica sia celebrata al Rifugio la Santa Messa.
Il Direttore di turno è tenuto a dare il rendiconto del proprio operato, e ne risponderà di fronte al Consiglio Sezionale.
Approvato dal Consiglio Sezionale del 1° marzo 1985
LE ISCRIZIONI SONO APERTE DAL 30 MAGGIO 1985
Per le tariffe rivolgersi in Sede
E' prevista l'organizzazione di gite con guida
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APERTURE INVERNALI DEL CHAPY
Dal 6 marzo al 24 marzo 33 soci di Mestre hanno riempito con i loro canti,la loro allegria e la loro esuberanza la nostra casa del Chapy. Anche se il tempo non è stato sempre clemente, un bel gruppo ha fatto la traversata dall'Aiguille du Midi a Chamonix e altri giorni li hanno vissuti sulle piste del Checruit e di La Thuile.
Nel complesso un bell'esempio di solidarietà sociale e di amicizia che speriamo abbia a ripetersi anche da parte di altre sezioni.
A.F.
Anche quest'anno a Pasqua il Natale Reviglio ha riaperto per accogliere un buon numero di Soci delle sezioni di Pinerolo (17) e Torino (5). Il tempo ha fatto un po' le bizze, ma non ha vietato ad un gruppo di compiere la traversata dall'Aig. du Midi a Chamonix.
Allegria e abbondanza di vettovaglie hanno allietato belle serate -Auguri di ritrovarci la prossima Pasqua.
A.M.
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GITE DI INTRODUZIONE ALLO SCI-ALPINISMO
Colletto di Via Fiorcia e Briccas sono state le ultime due gite domenicali effettuate nell'ambito dell'invito allo sci -escursionismo, un tempo splendido e un'ottima neve ci hanno così accompagnati anche in queste due ultime fatiche.
A coronamento di tale attività si è poi svolto un bellissimo giro nel massiccio del Monte Rosa che ha toccato alcune tra le più rinomate cime della zona. Vincent, Punta-Gnifetti e Cima di Jazzi sono state "violate" anche da qualche novizio dello sci -alpinismo, che speriamo di ritrovare prima di tutto nelle prossime gite estive e poi nella stagione invernale 1985-1986.
P.M.
Le gite da effettuare verranno definite di volta in volta al giovedì in Sede in base al numero ed all'età degli interessati che potranno rivolgersi per informazioni a Zenzocchi o Forneris.
Poiché i turni allo Chapy iniziano il 14/7, saremmo dell'idea di gestire autonomamente per i ragazzi la settimana dal 7 al 14 luglio se vi sarà un numero sufficiente di ragazzi e di genitori disponibili per tutti i servizi del Rifugio: cucina - pulizie capigita.
In tal caso pagata la retta di pernottamento alla sezione di Torino divideremo le spese vive potendo anche usufruire del materiale già in dotazione allo Chapy ai prezzi d'uso.
Gli interessati sono pregati di farsi vivi al più presto presso Forneris telefono: 761.552.
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ATTIVITÀ RAGAZZI
Le gite da effettuare verranno definite di volta in volta al giovedì in Sede in base al numero ed all'età degli interessati che potranno rivolgersi per informazioni a Zenzocchi o Forneris.
Poiché i turni allo Chapy iniziano il 14/7, saremmo dell'idea di gestire autonomamente per i ragazzi la settimana dal 7 al 14 luglio se vi sarà un numero sufficiente di ragazzi e di genitori disponibili per tutti i servizi del Rifugio: cucina - pulizie capigita.
In tal caso pagata la retta di pernottamento alla sezione di Torino divideremo le spese vive potendo anche usufruire del materiale già in dotazione allo Chapy ai prezzi d'uso.
Gli interessati sono pregati di farsi vivi al più presto presso Forneris telefono: 761.552.
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17 marzo - XXI RALLY SCI-ALPINISMO
Sulle nevi di Limonetto in una magnifica giornata di sole e... freddo intenso si è svolta l'edizione '85 di una manifestazione che continua nel tempo a presentare un forte momento sociale per tutta la nostra Associazione.
Ottimamente organizzato dagli amici di Genova con la sapiente regia di Gianni Pastine, con la presenza di concorrenti, amici ed estimatori di numerose Sezioni, il Rally ha visto alla partenza squadre di giovani e meno giovani, impegnarsi in un crescendo di tempi, tratti facoltativi, il tutto contenuto in momenti di allegria ed amicizia: particolarmente contagiosa quella degli amici di Moncalieri.
Il Rally dalla sua nascita ha suscitato grande interesse e critiche non sempre sensate e responsabili: è umano non essere sempre in linea con i vari tipi di manifestazione proposti. Resta il fatto però che questo tipo di incontro ha sempre determinato un momento aggregante di forte socialità al di fuori di ogni inutile disquisizione tecnico-sportiva.
Un grazie quindi agli amici della Sezione di Genova che sono riusciti ad organizzare il Rally '85 con fatica non indifferente, in un ambiente di grande amicizia e cordialità.
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CONSIGLI SEZIONALI
Il Consiglio Sezionale del 3 marzo ha approvato il nuovo regolamento dello Chapy che va in vigore quest'anno. Nel Consiglio del 12.4 si è tracciato il consuntivo della attività sciistica invernale, positiva sia per quanto riguarda il corso di sci-alpinismo che il corso per ragazzi di sci in pista. Si è discusso sulla mancata partecipazione della sezione al Rally, demandando a una prossima riunione il prosieguo della discussione, Decise la data di apertura del Reviglio e la tabella dei lavori in vetta al Rocciamelone.
Sono stati ammessi nuovi soci: Filaferro, Bruno, Morano, Bertino, Tealdi. Il Consiglio del 25 maggio ha esaminato la situazione economica della Sezione al 30.3, ha deliberato sulla gestione estiva dello Chapy e incaricato F. Bo di occuparsi del riordino dell'archivio della Sezione.
Sono stati ammessi nuovi soci: Ceola, Lavezzaro D., Lavezzaro P.
I prossimi consigli sono previsti per il 28 giugno e il 9 settembre,
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IX SETTIMANA DI PRATICA ALPINISTICA
Piccole Dolomiti - Campogrosso
1 - 8 settembre 1985
E' la prima volta che la Sezione di Vicenza si impegna nella organizzazione della "Settimana di pratica alpinistica"; un compito certamente non facile che la sezione affronta, però, con la convinzione di poter offrire ai partecipanti, insieme ad un momento di incontro, di sviluppo e di rafforzamento dello spirito sociale, un ambiente di notevole interesse alpinistico.
Le PICCOLE DOLOMITI sono parte delle Prealpi Venete occidentali, ma di esse costituiscono la porzione più frastagliata, più fantasiosa nelle sue architetture rocciose. Il loro nome non è un banale plagio e l'accostamento alle Dolomiti è ampiamente giustificato dalle caratteristiche della roccia, delle pareti, delle cime. Esse posano le loro radici nelle tre province di Vicenza, Verona e Trento e raggiungono la massima altezza con Cima Carega a 2259 m. Innumerevoli sono gli itinerari di arrampicata su roccia, nell'intera gamma delle difficoltà, e, come ben sanno gli alpinisti veneti, è l'ambiente ideale per novizi e per provetti.
Sarà quindi anche la sede più adeguata a una manifestazione come la nostra che si propone di dare ai partecipanti una valida maturazione in campo tecnico oltre che una esperienza umana nel segno dell'amicizia e della disponibilità verso chi ci sta accanto.
SISTEMAZIONE: presso il Rifugio Alpe di Campogrosso a 1456 m, posto nella località omonima, in Comune di Recoaro Terme, raggiungibile con automezzi; in camere a 2, 3, 4 letti + camerone a 16 letti; acqua corrente nelle camere, servizi e docce in corridoio.
DIREZIONE: per la parte tecnica: Antonio Feltrin (sez. Padova - Istruttore Nazionale di Alpinismo) e una seconda persona esperta che confermeremo più avanti;per la parte organizzativa: Andrea Carta (Sezione di Vicenza).
EQUIPAGGIAMENTO: imbracatura, cordini e fettucce, moschettoni 4/5), chiodi, martello, corda (chi ce l'ha), casco douvet e indumenti vari per uscite in media montagna.
CONDIZIONI FISICHE è richiesto il certificato medico di buona salute, da allegare alla domanda di partecipazione; è inoltre opportuno che il partecipante si presenti in buone condizioni di allenamento.
NUMERO PARTECIPANTI: in totale 33, dei quali un massimo di 13 è riservato ai capicordata. I capicordata dovranno essere indicati tali dalla sezione di appartenenza e, naturalmente, dovranno essere in possesso di adeguata esperienza.
QUOTE DI PARTECIPAZIONE: Capicordata L. 125.000; Allievi L. 140.000; danno diritto alla mezza pensione in Rifugio (prima colazione, cena e bevande, pernottamento) e ai viveri per la colazione al sacco, dalla sera del 10 settembre alla mattina dell'8 settembre. Il posto letto è predisposto con materasso e coperte. Si possono avere le lenzuola con un supplemento di L. 5.000 per notte. Può essere usato il sacco a pelo.
ISCRIZIONI: compilate esclusivamente sui moduli allegati e accompagnate da un anticipo di L. 50.000 per persona (non rimborsabili in caso di mancata partecipazione) dovranno pervenire alla Sezione di Vicenza (Via Riello 150) oppure ad Andrea Carta (via Gasparoni 36 - 36100 VICENZA) entro e non oltre il 30 giugno 1985.
PROGRAMMA: ritrovo dei partecipanti alle ore 16:00 di Domenica 1° Settembre al Rif. Alpe di Campogrosso; prima di cena celebrazione della S. Messa.
L'attività di palestra e quella propriamente alpinistica saranno definite sul posto in funzione del livello di conoscenze tecniche dei partecipanti.
Dal Rifugio, tutte le vie di salita, dalle più semplici alle più impegnative, sono raggiungibili per sentiero, facilmente e in tempi brevi. Potrà rendersi utile l'uso dell'auto solo nel caso si volesse andare ad arrampicare sul vicino M. Pasubio (6/7 km circa).
Serate di proiezioni di diapositive e di conversazioni di carattere storico-alpinistico e naturalistico saranno tenute nel corso della settimana.
Sarà celebrata la S. Messa la mattina di domenica 8 settembre, prima dello scioglimento del corso.
COME RAGGIUNGERE IL RIFUGIO:
in auto:
1) dal casello di Alte Montecchio della A4 "Serenissima" oppure da Alte Montecchio sulla S.S. n. 11 si prende per Valdagno e Recoaro 446 m 32 km; da Recoaro (indicazioni) la rotabile asfaltata ma piuttosto tortuosa, sale all'Alpe di Campogrosso in 10 km;2) per la S.S. n. 46 "del Pasubio" (congiunge Vicenza a Rovereto) fino al Passo Pian delle Fugazze; poi:
- sul versante trentino, si prende in direzione sud la rotabile per Camposilvano di Vallarsa e dopo mezzo chilometro circa la si abbandona per continuare su quella che si stacca a sinistra;
- sul versante vicentino si prende in direzione sud la rotabile per il Sacrario Militare sul Colle di Bellavista (che si lascia sulla sinistra) proseguendo (con prudenza) sulle pendici del Sergio Alto; in entrambi i casi circa 6 km dal Passo al Rifugio.
con mezzi pubblici: in ferrovia fino a Vicenza; poi autobus fino a Recoaro; indi a piedi in ore 2,30.
ULTERIORI INFORMAZIONI: telefonando ore pasti a:
ANDREA CARTA - tel. 0444/50.29.65
LORENZO CERETTA - tel. 0444/51.19.78
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ATTIVITÀ SVOLTA
24 Marzo 1985 - GITA AL MONTE BRICCAS DA CRISSOLO
La partenza per la gita al Briccas appare già al mattino presto alquanto difficoltosa. In effetti c'è una bocchetta aperta sul tetto del pullman, l'autista non riesce ad azionare nessun pulsante per farla chiudere e qualcuno urla disperatamente: "Autista, ho freddo...". Nonostante gli urli, nulla da fare, ma alla fine una telefonata riparatrice metterà tutto a posto.
Possiamo finalmente ripartire e così giungiamo fino a Crissolo, ma... la partenza della gita si trova un po' dopo, la strada è stretta, non è molto pulita (e detto fra noi l'autista forse è un po' imbranato), per cui iniziamo a legare gli sci sugli zaini e ... " 'nduma".
Arriviamo a piedi fino a Borgo, superiamo il paese e finalmente inizia la salita con gli sci ai piedi.
Tutto normale fino ai 2/3 della gita, quando ci troviamo di fronte al grande enigma: quale sarà mai la punta giusta? Quella di destra o quella di sinistra?
Nessuno lo sa bene, le cartine non ci sono, le voci e i pareri sono tanti. Bene, ognuno scelga per sè, convinto di fare la scelta giusta. E così, continuiamo a camminare ed arriviamo finalmente in punta. Con me ci sono altri 4 partecipanti, gli altri sono... sull'altra punta. Chissà chi aveva ragione! Iniziamo a prepararci per la discesa, che appare veramente bella; la neve permette qualsiasi cosa, siamo tutti molto soddisfatti, ma dulcis in fundo, ci aspetta il lungo tratto di strada asfaltata percorso già al mattino... Quindi ricarichiamo gli sci a spalle e via, Crissolo e il pullman ci stanno aspettando.
Al ritorno ci fermiamo ancora in piola, tanto per concludere una giornata nella quale tutto è andato bene, anche se io ho un dubbio: ma chi veramente è arrivato in punta?
Anna
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31 marzo 1985 - GITA AL M. FREIDOUR
Eravamo solo in undici, ma siamo stati favoriti dal tempo che, almeno nella mattinata, sembrava volgere finalmente al bello.
E' stata una gita piacevole, il cui percorso si è snodato attraverso un sentiero a saliscendi, anche se in alcuni tratti la neve che ancora è presente nella zona ci ha nascosto la vera traccia.
Nel primo pomeriggio, avvantaggiati dall'entrata in vigore dell'ora legale, abbiamo deciso di effettuare una deviazione verso il rifugio Melano. Di qui abbiamo ammirato coloro che si arrampicavano sulla Rocca Sbarua, poi siamo tornati alle macchine con una seconda traversata a saliscendi e l'accompagnamento di alcune... capre, che pascolavano tranquille nei prati circostanti.
Sabina Gianasso
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Domenica 14 aprile 1985 - BECCA D'ARAN
Ore 5,30 - Corso Stati Uniti ang. Corso Re Umberto: sarà l'anticipo di circa un'ora sulla partenza, sarà la mancanza del mezzo socializzante (comunemente detto pullman), sarà la mancanza del nostro "abile maestro", sta di fatto che con questa gita sono iniziate le prime fughe e alla partenza eravamo meno del solito.
All'inizio della gita mentre ci si preparava a partire alcuni membri del "gruppo giovanile" erano visti armeggiare con i sacchi ed altri ammennicoli vari... dopo alcuni istanti allegre note pervadevano l'aria ed esortavano i partecipanti rallegrando gli animi.
Dopo un primo tratto percorso a piedi la combriccola riusciva finalmente a posare i piedi sui tanto sospirati sci e ad iniziare realmente la gita. Giunti a Cheneil il gruppo si divideva e mentre una parte decideva di mutare la propria meta e si dirigeva verso la Punta Tucan uno sparuto gruppetto insisteva e si dirigeva realmente verso la Becca d'Aran.
I sei reduci dalla scissione armati di buona volontà, ma soprattutto di tanta buona musica iniziavano a tempo la salita. All'attacco del canalino la colonna sonora di "Tenebre" diventava la nostra colonna sonora o meglio la mia alle prese per la prima volta con i "coltelli" e i miei pensieri erano molto vicini ad un film del terrore.. o forse solo al terrore!
Se la salita era stata allietata dal "sound" la discesa non poteva essere da meno ed un'ultima sorpresa attendeva i partecipanti dal "sacco delle meraviglie" riusciva ad emergere un casco integrale nero che dava al "portatore della musica" un aspetto imponente da cavaliere solitario e non poteva che esaltarne l'abilità di sciatore. Indubbiamente eravamo riusciti a farci notare!
Forse potrà essere osservato che questo non è il modo corretto di "fare montagna", ma una cosa è certa: è sicuramente un modo di stare insieme e di vivere allegramente i nostri vent'anni.
Antonella
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25-28 aprile 1985 - TRAVERSATA DEL MONTE ROSA
Appuntamento alle 5,30 in piazza... bah! in una piazza, o meglio, in uno degli infiniti controviali di questa città così giustamente orgogliosa del suo illustre passato.
La giornata è chiusa e piovigginosamente tranquilla; qualche presentazione affrettata, qualche stretta di mano, qualche nome mugugnato tra i denti, assieme ad un'occhiata di sottecchi, le solite osservazioni sul tempo, c'è chi vede scuro, e chi invece più chiaro, poi, finalmente, arriva il pullman: ed all'improvviso nasce una sarabanda di sci, zaini ed altri oggetti che, frenetici, volano di mano in mano, fino a trovare un po' di pace nella pancia del pullman; dopo di che partiamo per Alagna. Ognuno può immaginare come si possa trovare l'orecchio musicalmente aperto e piano, oltreché assonnato, di un milanese, quando si trovi catapultato in un insieme di suoni cui non è avvezzo, e che, per giunta, sono anche spesso avvicinati con un gusto per le pure consonanti alquanto discordante; comunque, in mezzo a questo vociare per me inconsueto, arriviamo ad Alagna; il tempo è chiuso e sempre più brutto, ma già da qualche tempo comincia a farsi luogo tra le ombre residue del mattino un altro sole, non radioso e potente come l'altro, bensì più sottile e nascosto, ma non per questo meno caldo: la frizzante e mordace simpatia di questi piemontesi, certo un po' troppo chiusi a rimirare il loro sangue "bleu" e refrattari ad ogni tipo di infiltrazione, ma dal cuore in fondo cordialmente aperto a tutti.
Il brutto tempo, però, sembra proprio deciso a resistere, anche se ha smesso di piovere; dico sembra, perché in realtà è in serbo per noi una grande sorpresa: salendo sulla funivia passiamo in mezzo a coltri bianche e soffici di nuvole, che si fanno sempre più appiccicose ed abbaglianti, finché nasce, cresce e si leva un sommesso canto di gioia, è la gioia del sole che ha vinto le nubi, è la gioia dello spettacolo che ci si apre dinnanzi, a noi tutti già noto, ma così magicamente affascinante il proprio spettatore, da far sì che ogni volta questo resti immobile ed estatico a contemplarlo. La giornata uggiosa e muta di prima si è ora trasformata per incanto in un "crescendo" di violini, in una potentissima sinfonia, nella quale tutto si placa, e ritrova silente la pace: è la sinfonia del silenzio montano, interrotto soltanto dal muoversi lento e muto di altre figure, che vicine o lontane, accompagnano il tuo passo. Una voce si leva, imperante ed ironica: 'nduma! Forse questo è il motto della G.M. Alle 12 circa siamo tutti arrivati alla capanna Gnifetti: alcuni pensano ad acclimatarsi, altri, più spigliati e disinvolti, intendono salire sulla Piramide Vincent, invece qualche mente un po' svagata, parlando con l'amica, pensa bene di movimentare l'ambiente scivolando sul pendio, per fortuna tutto innevato, sottostante la capanna; nulla di grave, la protagonista, dopo essersi sentita dì nuovo in possesso di se stessa, risale la china, aiutata da un certo Valerio, che sbucato da chissà dove, si trovava a passare anche per di lì.
Così, senza grandi preoccupazioni, salvo un mal di testa più o meno diffuso, si arriva al mattino del venerdì; meta di oggi è raggiungere il colle del Lys, e di qui scendere alla capanna Betemps: la giornata si preannuncia splendida, e così sarà, fatta eccezione per il vento gelido alzatosi poco prima del colle; arrivati al quale in ordine sparso, alcuni salgono fino alla punta Gnifetti, mentre il grosso del gruppo scende verso la capanna su di una neve stupenda per 1400 m, ed un tracciato altrettanto ottimo, a coronare il quale si erge la imponente parete nord del Lyskamm.
Unico punto poco gradevole di tutta la gita è l'incidente occorso al "Giuva", che, essendoci fermati per mangiare qualcosa, dopo essersi tolto gli sci dai piedi, ed aver fatto qualche passo per scattare una foto, è scomparso nei gorghi di un crepaccio: ed allora veramente è emersa la dote fondamentale richiesta a chiunque di noi, specie se alpinista: la decisione e la forza d'animo, congiunta alla costante coscienza dei propri limiti e delle proprie possibilità. Mettere picche e sci per far sicura, e calare corde, moschettoni e imbracatura, è stata una sola cosa, grazie all'intervento sicuro e deciso di Piermassimo: nei giro di 20 minuti al massimo il Giuva è fuori: frattanto sono scesi anche Valerio, Bruno e gli altri saliti alla Gnifetti, che aiutano a terminare l'opera, mentre poco dopo arriva l'elicottero del soccorso alpino svizzero prontamente chiamato dal Cesare, che porterà l'incidentato a Plateau Rosa.
Il resto della discesa, ovviamente, non è più assaporato e goduto nella sua bellezza, ma, passata la paura per l'accaduto, il cuore ci si riempie di gioia per il buon esito dell'incidente.
Arriviamo alla capanna; la quota differente si fa sentire: passano i mal di testa e l'appetito comincia a tornare. Il pomeriggio passa in fretta sonnecchiando al sole e gustando l'aria frizzante e l'acqua finalmente corrente dopo le seti della Gnifetti.
Il programma per l'indomani è la salita alla Cima di Jazzi, ci andremo tutti, tranne due che faranno la Dufour e cinque che rimarranno a godersi le gioie del riposo.
Il sabato è un'altra giornata magnifica; partiamo tutti di buona ora; dopo aver messo gli sci ai piedi, ed aver fatto qualche traverso, giungiamo ad un salto di roccette; superati i sentimenti non troppo amichevoli di alcuni di noi nei confronti di tali conformazioni alpine, soprattutto grazie ad una provvida corda calataci dalla guida, siamo nell'altro vallone. Si stende dinnanzi ai nostri occhi un falsopiano lungo ed uniforme, ricco di mammelloni simili a dune desertiche; a circa metà del pianoro si alza un venticello, dapprima indiscreto e pungente, poi sempre più acuto, fino a diventare sferzante e gelido.
I più, arrivati in cima, scendono precipiti a recuperare quelli che più stanchi ed infreddoliti aspettano al colle, per scendere in fretta ad un luogo più caldo; la discesa non è granché, rispetto all'impegno continuo della salita e, oltre a ciò, per evitare le roccette, si decide di scendere lungo la morena, passaggio ardito e divertente, soprattutto perché arriviamo un bel po' sotto la capanna, così che, rimesse le pelli, dobbiamo ricominciare a salire sotto un sole cocente. Conclusa questa impresa, però, c'è la ricompensa assai gradita di un piatto di pasta per "giovanotti di Giovane Montagna", e tra i ricordi, i progetti e le battute pungenti si conclude anche questo giorno.
La sveglia di domenica suona ancora presto, ma oggi non c'è più la frenesia dei giorni scorsi, ed anche la colazione si può fare con più calma.
E' una brutta domenica, nevischiosa e chiusa; la partenza è un po' problematica, ma superato il primo pendio ripido e ghiacciato, ed i crepacci più pericolosi, partiamo tutti in schiera, finché, arrivati ad un ripido pendio privo di neve e fornito di un bel salto per chi intendesse scivolare, ci togliamo gli sci e scendiamo con i ramponi, certo un poco... pesanti, ma sinceri e leali. Proseguiamo, chi con gli sci, e chi a piedi, fino a che incontriamo la strada che porta agli impianti di Zermatt: la funivia per il piccolo Cervino è chiusa, e perciò, dopo la prima stazione della funivia, raggiungiamo il colle del Teodulo con mezzi non molto ortodossi, e di lì scendiamo a Cervinia. Qui ci aspettano circa tre ore di attesa, poiché siamo in anticipo, le passiamo raccontando, come si faceva un tempo nelle sere d'inverno in campagna, le storie più incredibili ed affascinanti, capaci di suscitare fantastici giuochi d'immaginazione, che riescono a far dimenticare persino il freddo pungente. Finalmente arriva il pullman, che ci porta ad una bettola ben nota, ove poter concludere in allegria i quattro giorni trascorsi sempre con la medesima gioia, e nella quale poter placare anche la pancia che comincia a reclamare i suoi diritti: finalmente oggi mangiamo, in una orgia di salami, patate, sanguinacci, intrugli esotici di ricotte e droghe varie, mentre volano di piatto in piatto i famosi tomini, che suscitano l'ilarità di "Vengoanchio" e si mesce vino a profusione, che desta la bramosia, oltreché del buon lucano dagli occhietti piccoli e luccicanti, anche di tutti gli altri commensali. Finito il rifornimento ritorniamo in pullman sul quale ricominciano i racconti delle imprese di ignoti Titani, le quali ti fanno sentire dolcemente il fanciulletto che eri, tra le braccia sicure dei grandi; in modo tale che il viaggio passa in un baleno, lasciando nel cuore lo struggimento per dover uscire da quel fantastico mondo di sogni, assieme alla gioia di aver trovato chi ti ha permesso di viverli nelle sue parole.
Siamo a Torino, un saluto affrettato e tutti corrono a casa, senza lasciarmi il tempo di ringraziare con uno sguardo chi mi è stato compagno in sì bella avventura, né di salutare tutta assieme quell'allegra compagnia. Solo rimane all'orecchio un insieme di suoni, dapprima indistinti, e poi chiari: la relazione della gita, incarico gravoso, non perché non ne abbia la voglia, bensì perché non mi sento in grado di portarlo a termine con la dovuta forma: so già che finirà per farne, come del resto ho fatto, un'insulsa cronaca, senza riuscire ad eliminare quelle forme stereotipe, che non permettono mai, o quasi, di mostrare agli altri fuori di te la gioia e la serenità che simili esperienze, sempre diverse, pur nella loro uniformità, recano al cuore che le ha vissute con coscienza. Vorrei solo di nuovo ringraziare chi mi ha permesso, con la sua sicurezza e decisa serenità anche nelle situazioni meno felici, di vedere e convincermi fino in fondo che l'armonia con se stessi, e di se stessi con tutto il resto dell'universo di cui siamo parte, è il valore che più di ogni altro bisogna ricercare in ogni luogo ed in ogni nostra azione: ed in fondo l'andare in montagna può essere uno dei mezzi, con cui cercare di riabbracciare quella parte del creato, che ogni individuo, come tale, lascia fuori di sè alla sua nascita, ed il ritorno al quale è il fine ultimo di ognuno di noi.
Andrea Casati
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25-26 maggio 1985 - PUNTA ROSSA DELLA GRIVOLA (3630 m)
La punta Rossa della Grivola avrebbe dovuto essere una gita sci-alpinistica di grande richiamo per tutti, sia per l'assenza di difficoltà oggettive che per l'importanza della vetta. Purtroppo la società della gita si è limitata a quattro soli partecipanti e questa scarsa affluenza va ricercata in parte nelle condizioni meteorologiche (maggio è il mese dei monsoni piemontesi) ed in parte nella infelice imposizione di un bivacco in tenda dato che la salita non è agevolmente effettuabile in un sol giorno.
Questo angolo della Val d'Aosta conserva intatto tutto il fascino dell'ambiente alpino selvaggio ed incontaminato; un paesaggio tormentato da enormi valanghe, impreziosito da aeree cascate, animato da gruppi di camosci, musicato da schianti di nevi cadenti.
Comunque per i partecipanti è stata una bella esperienza risalire il vallone del Trajo fino ad un comodo risalto pianeggiante nei pressi di un ruscelletto. La notte trascorsa in tenda sotto brevi scrosci di pioggia ci ha resi parte viva di quel mondo ancor più vivo e il risveglio in un'alba umida di nebbie ci ha stimolato alla ricerca del sole là - sulla vetta.
La discesa su neve via via più morbida e non certo entusiasmante è stata ravvivata sul finire da un ultimo tratto percorso sui resti di una grossa valanga in un caotico intreccio di creste e cunette.
Al termine un ultimo sguardo su verso il vallone del Trajo con l'augurio di ripercorrerlo presto.
A. Guerci
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SERATE IN SEDE
7 Marzo
Ancora una volta Peppino Castelli ci ha presentato un'ottima serie di diapositive riguardanti una sua esperienza di sci -alpinismo nell'Alto Atlante e sulle dune del deserto Marocchino, il tutto condito da scene di vita fra le popolazioni berbere dell'interno.
Il tutto ha destato molto interesse e meritati applausi.
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28 Marzo
L'amico Adami ha proiettato in sede una serie di bellissime diapositive di un suo viaggio in India e Pakistan.
Un grazie a Fiorenzo che con un dettagliato commento ha fatto rivivere sensazioni e luoghi ai più sconosciuti.
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11 Aprile
L'amico Bertino Guglielmo ci ha presentato una serie di diapositive scattate durante una spedizione nelle Ande di alcuni anni fa. L'argomento ha interessato moltissimo anche per l'insolito ambiente paesaggistico e umano di questa parte del nostro pianeta.
Purtroppo la serata è stata guastata un pochino dall'incompatibilità fra il proiettore e i telaietti delle diapositive che ha provocato numerose interruzioni.
Complimenti e applausi per le ottime fotografie.
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18 Maggio
Il socio Briccarello Ettore ci ha presentato una serie di diapositive riguardanti il gruppo dei Diablerets, Oberland Bernese e Alta Valle del Rodano.
Le fotografie hanno suscitato ammirazione per le magnifiche inquadrature e la loro qualità tecnica.
Gli applausi hanno sottolineato l'apprezzamento di tutti i presenti.
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ATTIVITÀ PREVISTA
15-16 giugno - GRANDE AIGUILLE ROUSSE (3482 m)
Località di partenza: 1° giorno: Lago Serrù 2240 m / 2° giorno: rif. Pian della Ballotta (2470 m)
Dislivello di salita: 1° giorno: 230 m / 2° giorno: 1012 m
Tempo di salita:: 1° giorno: l ora / 2° giorno: 4 ore
Difficoltà: BSA - Percorso su ghiacciaio - corda, piccozza e ramponi
Percorso: - 1° giorno: Costeggiare il lago Serrù sulla sinistra idrografica e con un traverso portarsi alla base del ripido canale nevoso sotto il Piccolo Colluret. Il rifugio si trova addossato e al riparo delle rocce alla sinistra (salendo) del canale.2° giorno: Portarsi sul Pian della Ballotta o risalendo il canalino (molto ripido) oppure il pendio erboso sopra il rifugio (salire sul tetto e proseguire con cavetto d'acciaio). Attraversare il piano in direzione Sud e salire sul ghiacciaio della Losa; dalla parte superiore del ghiacciaio piegare a destra e superato un contrafforte roccioso (facile) portarsi con facile mezzacosta al Passo della Vacca (2980 m). Attraversare in piano verso Sud il Glacier des Sources de l'Isère, aggirare uno sperone roccioso che scende dalla vetta e risalire per ottimi pendii al colletto tra Petite e Grande Aiguille Rousse.
Facilmente in vetta per la cresta nevosa. Discesa per la via di salita.
N.B. - Gita effettuabile anche in giornata, partendo però da Torino alle ore 02.00 di domenica.
Ritrovo partenza: sabato 15.6.1985 alle ore 14:00
Direttori di gita: Marco Valle - tel. 32.46.02
Giorgio Rocco - tel. 749.01.03.
Mezzo di trasporto: auto private
Termine ultimo di prenotazione per il rifugio: 6 giugno 1985.
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16 giugno - COLLE SIA' (2274 m) - CERESOLE REALE
Interessante percorso escursionistico in una zona di alta concentrazione faunistica con branchi di stambecchi e camosci. L'escursione si svolge in una bella mulattiera, adatta e remunerativa per tutti.
Dal Colle ampio panorama sul vallone del Roc: Ciarforon, Becca di Monciair, i Denti del Broglio ed il vicinissimo Courmaon con la sua bella parete triangolare di roccia.
Il sentiero inizia dalla frazione Prese di Ceresole e toccando le Alpi Prà del Cres, Ramà e Ciapins raggiunge la spalla erbosa del Colle in circa ore 2,30.
Volendo è possibile proseguire al bivacco E. e M. Giraudo aggiungendo un'ora e mezza di fatica.
La gita potrebbe essere effettuata con la partecipazione dei giovanissimi: sarebbe forse possibile realizzarla in pullman.
Partenza da Corso Re Umberto ang. Corso Stati Uniti alle ore 7.
Direttore di gita: F. Bo tel. 309.50.88
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22-23 giugno - INCONTRO INTERSEZIONALE A M. BALDO
Ricordiamo particolarmente agli escursionisti questa gita il cui programma è apparso nel numero precedente del notiziario per la bellezza paesaggistica e perché offre l'occasione di un simpatico incontro con gli amici delle altre sezioni.
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6-7 luglio - MONTE DISGRAZIA (3678 m)
Località di partenza: Da Sondrio per la Val Masino e poi per la sua laterale Valle di Preda.
Pernottamento: Rifugio Cesare Ponti 2559 m.
Dislivello: 1° giorno 604 m / 2° giorno 1119 m.
Tempo di salita: 1° giorno: ore 1,30-2 / 2° giorno: ore3-4.
Difficoltà: PD (corda, piccozza, ramponi).
Questa gita potrà far conoscere la bella e verdeggiante Val Masino e chi già la conosce la rivedrà certo con molto piacere. E' una gita adatta sia agli alpinisti che, senza troppe difficoltà, potranno salire una delle montagne più belle della Valtellina, sia agli escursionisti che potranno ammirare una valle poco frequentata contornata da splendide montagne e ricca di verde, fiori (rododendri) e torrenti.
Primo giorno: dall'abitato di Sondrio si percorre la Val Masino fino al paese di Cataeggio da dove una vecchia strada dell'ENEL consente di arrivare con l'auto al vasto pianoro di Preda Rossa (1955 m). Il sentiero traversa il pianoro verso la sponda sinistra della valle. Fra larici e massi di granito e serpentino si entra in una valletta che permette di superare un ripido terrazzo. Dal terrazzo in breve, procedendo verso Nord -Est, si arriva al rifugio Ponti (2559 m: ore 1,30-2).
Secondo giorno: dal rifugio Ponti si rimonta la morena laterale del ghiacciaio di Preda Rossa e dopo circa un'ora si inizia la salita del ghiacciaio sul suo lato sinistro per un facile pendio che acquista man mano in ripidezza fino ad arrivare alla Sella di Pioda (3387 m).
Dalla Sella si percorre fedelmente la cresta di neve e rocce (Ovest -NordOvest) e con salita abbastanza facile ma non banale (ottimo panorama) si raggiunge l'anticima. Per facili rocce serpentinose si perviene infine sulla vetta (3678 m; ore 3 - 4 dal rifugio).
Variante: è possibile dal ghiacciaio di Preda Rossa raggiungere direttamente la cresta salendo il canalone Schenatti (ghiaccio e rocce; pendenza 40 - 45°).
Discesa: percorso di salita.
Mezzo di trasporto: auto.
Direttori di gita: F. Arneodo
P. M. Ponsero -tel. 952.81.42
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7-8 settembre - POINTE DE LA GRANDE CASSE (3852 m)
Località di partenza: Entre des Eaux (Termignon -Vanoise)/Ref. de la Vanoise (2535 m)
Dislivello di salita: 2° giorno: 1337 m
Tempo di salita: 1° giorno: 2 ore / 2° giorno via normale 4-5 ore
Difficoltà: PD+ corda, piccozza e ramponi indispensabili.
Percorso: dal posteggio di Entre des Eaux (Parc National de la Vanoise) si segue un sentiero ben segnalato lungo il vallone Leysse, risalendo per ultimo al Col de la Vanoise dove sorge il Rifugio.
Dal Rifugio, seguendo evidenti tracce, portarsi sulla morena laterale destra del ghiacciaio "des Grands Couloirs" e risalirla fino a dove è possibile passare sul ghiacciaio. Aggirata una serie di seracchi sulla destra o sulla sinistra (a seconda delle condizioni), risalire, puntando verso il Col des Grands Couloirs, un largo e uniforme pendio alto circa 400 m, che presenta pendenze fino a 45°. Dal termine del pendio facilmente si guadagna la vetta. Discesa per la via di salita (2-3 ore).
N.B. E' possibile, con percorso ben più impegnativo (D+), salire la parete Nord per il Couloir des Italiens, dopo aver scavalcato (sempre partendo dal rifugio) il Col de la Grande Casse (3093 m). Pendenza massima 55°. Discesa per la via normale.
Ritrovo di partenza: Corso Stati Uniti ang. Corso Re Umberto ore 9,00.
Direttori di gita: Giorgio Rocco - tel. 749.01.03
Guido Valle - tel. 32.46.02
Mezzo di trasporto: auto private
Termine ultimo di prenotazione per il rifugio: 29 agosto 1985.
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29 settembre - PUNTA CHARR&Agrava; (2844 m)
Da Beaulard si sale con le macchine alla frazione Puis e di qui per strada sterrata fino a circa 2000 m. Si prosegue a piedi (finalmente) per il colle della Mulattiera dal quale si stacca una via ferrata che attraversa tutto lo scosceso versante Nord della Charrà, fino al passo della Sanità. Di qui per facili roccette alla vetta.
Questa ferrata piuttosto insolita nelle nostre alpi occidentali fu costruita dagli alpini durante l'ultimo conflitto sfruttando cenge naturali e ripristinata nel 1975. Non presenta alcuna difficoltà, solo un po' di attenzione e si presta a varianti comunque non impegnative.
La discesa si può eventualmente svolgere sul versante opposto attraverso il Col des Acles e naturalmente rivalicando il passo della Mulattiera.
Località di partenza: Piazza Massaua, ore 6,30
Direttore di gita: Adami F. - tel. 606.23.83
Mezzo di trasporto: auto private.
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SERATE IN SEDE
27 giugno
Fotografie di soci sull'attività invernale.
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19 settembre
Foto scelte di Elio Pastore.
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VITA SEZIONALE
BIBLIOTECA
Bernard e Hubert Odier - Tutte le Alpi in sci dall'Austria al Mediterraneo - Ediz. CDA/Torino
Dall'Austria alle Alpi Marittime grandiosa traversata sci -alpinistica attraverso i gruppi alpini del Grossglockner, all'Otzal, al Bernina, al Monte Rosa, al Gran Paradiso, alla Vanoise, ecc.
Lorenzo Bersezio - Piero Tirone - Gran Paradiso, Vanoise, Delfinato - Ed. CDA/Torino
Tre parchi nazionali, tre massicci ricchi di storia sci -alpinistica, tre giardini di neve vissuti attraverso 86 itinerari e 3 grandi raid.
Fritz e Herbert Reuther - Guida alle piante officinali delle Alpi - Ediz. Zanichelli.
Sono descritte una settantina di erbe (piante) officinali, le più note e reperibili, completate con splendide fotografie che ne permettono l'individuazione senza possibilità di errore.
Samivel - I grandi passi delle Alpi Occidentali - Ediz. Priuli e Verlucchi/Ivrea.
La storia dei "passi" va di pari passo con le necessità dei popoli e così i primitivi sentieri "da capre" sono diventati i vari posti di frontiera conosciuti da tutti. Pagine avvincenti e foto stupende di montagne non certo minori solo perchè "transitabili" a chiunque!
Provincia di Torino - Sci Escursionismo - Comunità Montana Provincia di Torino.
18 itinerari, per un invito allo sci-alpinismo, adatti a principianti ed esperti escursionisti con gli sci.
Arturo e Oreste Squinobal - Due Montanari - Ediz. Dall'Oglio.
Falegnami e guide alpine, pur avendo realizzato grandi imprese sul le Alpi e in Himalaya, sono rimasti fedeli alle proprie radici. In questo libro narrano la propria esperienza umana, le proprie origini, il timore iniziale verso la montagna e l'arrampicata.
Autori Vari - Mestieri tradizionali tra rocce e dirupi - Ediz. Museo della Montagna - Torino
Vita genuina e quotidiana delle genti di montagna, con tutti gli spunti tradizionali e culturali che emergono dai racconti dei protagonisti.
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VITA SEZIONALE
La casa dei nostri soci Lidia e Bruno RATTI è stata allietata dalla nascita di
CECILIA
rallegramenti e auguri a tutti gli amici.
E' scomparsa improvvisamente una nostra anziana affezionata socia
MARGHERITA VASTAPANE
tutti coloro che l'hanno conosciuta La ricordano con simpatia e rimpianto unendosi al dolore dei suoi cari.
Ci uniamo al dolore di Lina POPOLI AVATTANEO per la perdita del fratello ed a Vittorio ALOI per la perdita della mamma. Ad entrambi le condoglianze della Giovane Montagna.
Nello scorso mese di marzo è scomparso il Signor MO MODESTO, ultimo presidente della ormai scomparsa sezione Valsesiana. Alla Signora Maria e ai suoi cari il cordoglio di tutta la Sezione di Torino; sul prossimo numero della "Rivista" sarà ricordato con un breve profilo.
Siamo spiacenti di dover invitare gentilmente i Soci morosi a regolare la loro posizione sociale. A questo scopo inseriamo il modulo di c.c.p. Grazie.
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