Scarica notiziario originale
(formato pdf 11.2Mb)
Notiziario Sezione di Torino Settembre 1987
ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.
VITA SEZIONALE
ASSEMBLEA SOCIALE GIOVEDÌ 15 OTTOBRE ORE 21,15 ORDINE DEL GIORNO
1) Relazione del Presidente
2) Bilancio e conto perdite e profitti al 30/9/87
3) Varie ed eventuali.
L'assemblea dei soci, convocata per il prossimo 15 Ottobre, è momento importante della vita della nostra Sezione, a cui ciascun Socio dovrebbe partecipare apportando il suo costruttivo contributo di suggerimenti e di critiche. Quest'anno poi viene a scadere il Consiglio Sezionale (Boggero -Bolla MT. - Buscaglione - Castagneri - Ghiglione - Guerci - padre Lovera - Palladino M. - Pari P. - Ravelli - Rocco E. - Rocco G. Rosso R. - Zenzocchi C.) e le elezioni, convocate per lo stesso giorno dell'assemblea, dovranno provvedere alla nomina dei nuovi Consiglieri: nuovi "candidati", disponibili a dedicare un po' del loro tempo per la GIOVANE MONTAGNA ed a portare il loro personale contributo in seno al futuro Consiglio, sono sempre ben accetti.
Scadono anche i Delegati al Consiglio Centrale: personalmente ritengo che almeno tutti i Consiglieri debbano essere anche Delegati per poter portare, al Consiglio Centrale, in modo vivo e costruttivo i problemi e il contributo della nostra Sezione.
Torna a inizio pagina
ELEZIONI SEZIONALI 1987
VOTAZIONI IN SEDE: Giovedì 15 Ottobre - 22.30/24.00
Venerdì 16 Ottobre - 21.00/23.00
VOTAZIONE PER POSTA: con scheda fatta pervenire in sede entro il 16 Ottobre
CONSIGLIO SEZIONALE: 14 preferenze
DELEGATI AL CONSIGLIO CENTRALE : 15 preferenze.
Allegata al notiziario troverete la scheda per poter esprimere le Vostre prefe-renze. Ricordatevi che potete esprimere fino a 14 preferenze per il Consiglio Sezionale ed eleggere 15 delegati al Consiglio Centrale.
Il Presidente
Torna a inizio pagina
CONSIGLI SEZIONALI
Nell'ultimo Consiglio del 7 Settembre si è parlato di Rifugio Reviglio, con una ampia relazione del Presidente su quanto è stato fatto e su quanto resta da fare e un rapido preconsuntivo della gestione estiva.
Si è poi discusso delle gite sociali in calendario prossimamente, dei lavori effettuati al Rocciamelone e del bivacco Pol.
IL PROSSIMO CONSIGLIO SARA' VENERDI' 9 OTTOBRE
Torna a inizio pagina
ASSEMBLEA DEI DELEGATI
CUNEO 7 - 8 NOVEMBRE
L'annuale assemblea dei delegati si tiene quest'anno a Cuneo organizzata dalla locale Sezione. Il programma non ci è ancora pervenuto: chi è interessato potrà trovarlo prossimamente in sede, ove sarà possibile la prenotazione; la trasferta sarà effettuata con auto private.
L'appuntamento è "obbligatorio" per tutti i delegati che risulteranno eletti nelle prossime elezioni.
Torna a inizio pagina
ESTATE AL RIFUGIO REVIGLIO
LAVORI : I lavori programmati sono stati tutti puntualmente eseguiti, anche se hanno un po' scombussolato le prime settimane e ritardato l'apertura del Reviglio.
Allo stato attuale si è proceduto al raddoppio delle docce, allo spostamento della centrale termica e del gas, al rifacimento del terrazzo e della pavimentazione esterna, alla diversa sistemazione della cantina. Inoltre modifiche e manutenzioni hanno riguardato l'impianto elettrico e l'impianto idraulico. In autunno continueremo con la sostituzione del serbatoio del gasolio, con la risistemazione del mancorrente del terrazzo, con il collegamento della centrale termica e con altri piccoli lavoretti.
La sottoscrizione dei Soci ha raggiunto la somma di lire 6.545.000 e ci consente di fare fronte alle spese con i nostri soldi, senza dover richiedere il ventilato prestito.
Per poter seguire tutti questi lavori l'impegno, a causa dei 160 km che separano lo Chapy da Torino, non è stato dei più leggeri: mi sento in dovere di ringraziare tutti quanti hanno contribuito, sia con le offerte che con il lavoro ed in modo particolare, a nome di tutta la Sezione, Michele Culla e Roberto Rosso.
SOGGIORNO: Tutti contenti per l'ospitalità avuta, grazie soprattutto al quoti-diano e costante impegno di LAURA e MADDALENA, alle quali va il nostro grazie più sincero ed affettuoso, nella speranza di averle su con noi ancora a lungo.
I direttori di turno hanno pure loro offerto collaborazione indispensabile, con-tribuendo alla soluzione dei vari problemi che via via si presentavano e creandone qualche volta dei nuovi.
Gite escursionistiche tante ed alpinistiche poche, in sintonia con l'andamento di questi ultimi anni: bisognerà parlarne a fondo, impostando nuovi programmi per un miglior sfruttamento del Rifugio, che deve trasformarsi in una base di giovani appassionati di montagna, se si vuole che la nostra Associazione continui nel tempo.
(Pierluigi Ravelli)
Torna a inizio pagina
BIVACCO POL
La nostra Associazione è stata richiesta, nello scorso mese di maggio, dall'Ente Gran Paradiso di esprimere un parere sulla ventilata sostituzione del bivacco Pol con un altro più capiente che avrebbe dovuto essere messo in opera dalle Guide di Cogne. La nostra opinione, espressa all'ing. Framarin - direttore dell'Ente Parco - è stata ferma e categorica: nessuna rimozione del nostro bivacco, mentre non ci saremmo opposti ad un altro bivacco di supporto.
E così è avvenuto. Il giornalista de "La Stampa" Diego Abram, sul quotidiano torinese dell'11 agosto u.s., ha illustrato ampiamente l'inaugurazione del nuovo bivacco. Lo riportiamo per intero quì di seguito aggiungendo che, dopo la sua pubblicazione, le Guide di Cogne pare abbiano ottenuto la prescritta autorizzazione dall'Ente Parco.
COGNE - Da ieri l'Alta Valnontey è servita da un nuovo bivacco montato dall'Associazione guide alpine di Cogne. Posta ai bordi del ghiacciaio della Tribulazione, a quasi 3200 metri di altitudine, la costruzione (nove posti branda) servirà agli appassionati di alpinismo che saliranno verso la vetta del Gran Paradiso dal versante di Cogne e come appoggio nelle ascensioni più belle.
Il bivacco, intitolato a Marcello Gérard ed Ettore Grappein, due giovani alpinisti morti in incidenti di montagna, è quello a cui l'Ente Parco Gran Paradiso si era dichiarato poco propenso.
Con una lettera l'Ente prospettava un ampliamento del già esistente bivacco Pol, installato dalla "Giovane Montagna" di Torino. Dice Albino Savin, presidente dell'Associazione guide di Cogne: "Naturalmente l'Associazione torinese non intendeva sostituire il bivacco Pol con uno di soli tre posti in più e recante i nomi Pol, Gérard e Grappein. Dal canto nostro, nemmeno in un primo tempo ci eravamo permessi di fare una richiesta in tal senso". Optato per la posa del nuovo bivacco le guide alpine di Cogne fecero quindi domanda all'Ente Parco per ottenere l'autorizzazione. Dopo sei mesi dalla richiesta, non ricevendo risposta, l'Associazione guide continuò nel suo progetto facendo l'ordine a una ditta per la costruzione del bivacco.
Lo scorso luglio le guide di Cogne ricevettero il prefabbricato esposto per quin-dici giorni nella piazza centrale del paese. Ieri, la decisione di posare il bivacco nell'alta Valnontey: un elicottero ha trasportato il prefabbricato sul basamento in pietra costruito dalle guide a circa 30 metri da quello di proprietà della "Giovane Montagna".
Dice Albino Savin: "Non potevamo attendere oltre per la posa della struttura soprattutto tenuto conto che il flusso degli alpinisti nella zona è in questo periodo notevole". Continua Savin: "Comunque avevamo informato delle nostre intenzioni il presidente del Parco, Mario Deorsola".
Il Parco non ha cambiato idea sulla scelta d'installare un nuovo bivacco sul ghiacciaio della Tribolazione, ma è probabile, visti gli accordi raggiunti la scorsa settimana, che l'autorizzazione, seppur a cose fatte, sarà data. In caso contrario sarà di nuovo "guerra". Il bivacco intitolato alla memoria dei due alpinisti "cognein" è stato piazzato senza autorizzazione dell'Ente.
In questo periodo il Gran Paradiso è una delle montagne più scalate dagli alpinisti in vacanza in Valle. Il solo bivacco Pol con i suoi sei posti letto non poteva soddisfare tutte le richieste. Da oggi i posti salgono a 15, ai sei si aggiungono i nove del nuovo piccolo rifugio ancorato al ghiaccio vicino a quello della "Giovane Montagna" di Torino, lungo la "via" per la vetta del Gran Paradiso sul versante di Cogne. Non vi sono problemi per il versante opposto, quello di Valsavarenche, dove per la presenza del rifugio Vittorio Emanuele gli alpinisti non sono costretti a dormire all'addiaccio in attesa del mattino per cominciare la salita verso la vetta dell'unico "4000" tutto italiano.
Torna a inizio pagina
COMITATO PER LA RICOSTRUZIONE DEL RIFUGIO-CAPPELLA DEL ROCCIAMELONE (3538 m)
Considerando praticamente conclusa la stagione estiva '87, ecco un primo bilancio, parziale, della situazione lavori.
A Ca' d'Asti sono stati rifatti i pavimenti dell'ingresso e del locale invernale (che durante l'apertura estiva è utilizzato come magazzino). Ora l'aspetto è decisamente più accogliente, grazie anche ad un paio di tronchi e ad alcuni ceppi utilizzabili come panche e sedili. Al primo piano è stata installata una seconda cisterna in vetroresina da 2000 lt. in sostituzione di un serbatoio in ferro da 1000 lt. Sulla falda nord del tetto dell'edificio è stata installata una gronda per raccogliere l'acqua piovana e convogliarla, in vaso di necessità, nelle cisterne interne mediante un sistema di tubazioni e valvole.
In vetta durante la prima parte di agosto il tempo poco favorevole ha impedito lo svolgimento regolare delle operazioni programmate (vedi Notiziario di giugno). Sono stati comunque sostituiti tutti gli infissi esterni: le nuove porte sono divise a metà e sarà possibile accedere ai locali anche in presenza di neve abbondante sul piazzale. Questo lavoro ha impegnato a lungo il nostro Fulgido.
La sabbia ancora ammucchiata in un angolo del rifugio è stata spostata nell'adiacente intercapedine est. Nei mesi precedenti Pier Massimo, dopo aver studiato un semplice, ma razionale arredamento per il locale, ne ha curato personalmente la realizzazione. Dal 20 al 23 agosto abbiamo poi provveduto al montaggio della perlinatura sul lato di ingresso, alla riparazione della stessa dove necessario, al consolidamento dei due tavolati e alla messa in opera dei ripiani, ganci, panche e tavolo. Il locale ha veramente cambiato aspetto e già molta gente lo ha utilizzato per dormire confortevolmente in vetta. Speriamo ora nel buon senso e nell'educazione dei frequentatori. In funzione di come verrà trattato studieremo per il futuro un miglioramento della dotazione fissa del rifugio.
L'aggiornamento relativo ai lavori ancora eseguiti durante i fine settimana di settembre verrà pubblicato sul prossimo notiziario.
Giorgio Rocco
Torna a inizio pagina
ATTIVITÀ SVOLTA
GRAN QUEYRON - Domenica 28 GIUGNO 1987 - (m 3060)
Come prevista la partenza è avvenuta intorno alle 6,00 con un gruppo di partecipanti; giunti al luogo dove abbiamo lasciato le automobili (poco dopo Prali) per le 8,00, sempre accompagnati da uno splendido sole, abbiamo iniziato la nostra intrepida camminata verso la cima.
Il gruppo è rimasto abbastanza compatto per tutta la gita realizzando così, almeno in parte, quella tanto declamata gita sociale. Otto su dodici, all'incirca alle 13,30, hanno raggiunto la punta godendo della sublime bellezza, che ha permesso loro di vedere dalla parte italiana il versante nord del Monviso, mentre dalla parte francese il panorama spaziava fino alla Barre des Ecrins e al Pic di Rochebrune.
La sosta sulla punta è breve perché il fresco comincia a farsi sentire, salendo la foschia, e insieme ad essa anche la fame; così raggiungono presto coloro che si erano fermati al colle, nei pressi di una casermetta diroccata: terminati i "viveri", iniziamo tutti insieme con un po' di malinconia, dovendo abbandonare quei bellissimi luoghi, la discesa. A quella altezza ormai il sole ci aveva lasciati, ma lo scenario della montagna anche così era indescrivibile, arricchito dai colori brillanti di cui si ricoprono i versanti e che catturano in ogni istante il nostro sguardo.
Gli ultimi giungono verso le 18,00 alle auto, ritrovando con esse anche il caldo sole che li aveva abbandonati per il tratto finale del percorso.
E così "arrivederci Prali" per una gita altrettanto simpatica e che possa lasciarci qualcosa che rimanga sempre in noi e nei nostri ricordi come è successo per questa gita.
Roberta Dughera
Torna a inizio pagina
M. DESTRERA - 11-12 Luglio
Camminando incerti nella notte non ancora rischiarata dalla luna, cerchiamo di individuare l'esile traccia che dovrebbe condurci dal rifugio Pontese alla Bocchetta di Valsoera e di qui al rifugio Pocchiola-Meneghello. Con un po' di fortuna riusciamo a non perderci, e dopo qualche ora scarichiamo finalmente i nostri pesanti sacchi davanti al rifugio. Maria Teresa ed io abbiamo voluto anticipare la partenza al venerdì sera, per poter arrampicare anche sabato e tentare così di terminare una nuova via sul M. Destrera iniziata due settimane prima.
Il mattino successivo, un po' stanchi per la marcia notturna, ci avviamo verso la parete. Sistemato alla base il cartello "lavori in corso" attacchiamo la via Locatelli che ci permette, con uno strategico traverso a metà parete, di raggiungere il punto più alto toccato due settimane fa. Due laboriose lunghezze in arrampicata mista libera/artificiale ci portano a 50 metri dalla vetta. L'ultimo tratto sembra però un osso duro e non c'è più tempo per impegnarvisi. Usciamo allora in punta per la via Locatelli e rapidamente scendiamo per il sentiero raggiungendo, nuovamente in piena notte, il rifugio. Gli altri partecipanti, nel frattempo arrivati da S, Giacomo, ci davano ormai per dispersi.
Il giorno successivo, la gita "ufficiale". Come sempre, una grandissima affluenza per la parte "alpinistica": due persone, più il sottoscritto.
Quando gli altri ancora dormono (beati loro) il piccolo ma agguerrito gruppetto di arrampicatori si dirige verso lo sperone SO del M. Destrera, percorso dalla via Frachey, quasi mai ripetuta. Giunti alla base, in qualità di direttore di gita affido il comando della cordata a Teo, che impeccabilmente conduce per due lunghezze. L'arrampicata è simpatica, la roccia buona, ma peccato non aver portato la falciatrice....
Con altri due tiri di corda siamo in punta. Poiché è ancora presto per scendere mi faccio calare dalla vetta per ispezionare i cinquanta metri mancanti della nuova via: sono davvero duri, bisognerà tornare....
Scendiamo al rifugio. Gli altri non sono ancora tornati dal Lago di Motta, e pos-siamo così riposarci un poco prima di intraprendere l'interminabile discesa verso S. Giacomo.
Francesco
Torna a inizio pagina
XI SETTIMANA DI PRATICA ALPINISTICA 23-30 Agosto - S. Martino di Castrozza
Arrivando alla casa della sezione di Verona si incontrano subito molte facce note: quelle di chi, quattro anni fa, aveva già partecipato ad un'altra settimana di pratica alpinistica a S. Martino. Allora era piovuto tanto, quasi ogni giorno, e nel ricordo di tutti era rimasta nitidamente impressa una spiacevolissima sensazione di acqua che scorre lungo la schiena.
E ora tutto questo sembra destinato a doversi ripetere ancora una volta: già la sera di domenica l'acqua scroscia forte oltre i vetri e lo stesso rumore ci accoglie al risveglio.
Piove inesorabilmente tutto il giorno e ancora il successivo, mentre all'interno della casa si svolgono accuratissime lezioni teoriche e i principianti sono sommersi da cumuli di nozioni circa ogni tipo di nodo esistente e non.
Ben presto nasce una vera e propria accademia del nodo e i più virtuosi si esibiscono nei giochi più spettacolari e misteriosi: nodi ad otto che si formano miracolosamente per aria dopo sapienti lanci di corda, barcaioli e mezzi barcaioli con una sola mano, un solo dito, un solo dente, alla ricerca del sempre più difficile e stupefacente.
Passano le ore e si vedono in giro persone in piena crisi di astinenza, che hanno ormai distrutto tutti gli stipiti delle porte a furia di appendervisi e vagheggiano di attrezzare la sala da pranzo con chiodi a pressione o, più classicamente, utilizzando le crepe nei muri.
I più approfittano però della situazione per stringere nuove amicizie e ringiovanire quelle vecchie, cosicché l'atmosfera inizia a riscaldarsi notevolmente.
Un paio di tentativi in palestra si risolvono in un bagno generale e a questo punto iniziano le prime scene di disperazione.... senonché, come per magia, il mercoledì pare che il tempo sia discreto e partiamo tutti per la lotta con l'Alpe, anche se sicuri di prendere acqua. Invece piove solo qualche minuto ed i giorni successivi il miracolo si ripete, fino alla splendida giornata di sabato, tutta sole e cielo azzurro.
Arrampichiamo così per quattro giorni pieni, un po' sulle Pale di S. Martino e un po' in val Canali.
Il tempo incerto ci costringe a ridimensionare un po' i programmi e a scegliere per lo più vie brevi, vicine e non molto impegnative, ma alcune cordate hanno l'occasione di concedersi lo spigolo del Velo della Madonna, altri il Camino degli Angeli sulla Pala di S. Bartolomeo, lo spigolo del Sass d'Ortige e poi le solite Castiglioni alla Cima Roda, la Langes al Dente del Cimone, la via ferrata al Cimon della Pala e altre ancora.
Ogni sera ci ritroviamo quindi affamatissimi, pronti a divorare senza pietà tutto ciò che Giulio Terragnoli ci ha amorevolmente cucinato. E a questo proposito bisogna dire che Giulio & C. di Verona si sono veramente impegnati al massimo, ma chiedere alla stessa persona di cucinare, fare la spesa, arrampicare da capocordata e coordinare il tutto è forse un po' troppo, sia ai fini della buona riuscita della settimana che della salute psico-fisica del soggetto in questione. Si è avuto qualche momento di panico, come quando il cuoco ha fatto tardi sul Velo e giù alla casa si iniziava a svenire per la fame ma ogni intoppo è stato superato grazie alla collaborazione di tutti.
Così anche questa settimana si conclude, tra facce stanche e qualche occhio segnato dal poco dormire, ma la soddisfazione è la nota di fondo.
In conclusione è d'obbligo una tirata d'orecchi a chi poteva esserci ma non c'era: da Torino si era avventurata fin là solo la sottoscritta; non è il caso di vergognarsi un po'?
Maria Teresa
Torna a inizio pagina
MONT VELAN - 5-6 Settembre - (3734 m)
Sto camminando sul sentiero che conduce al bivacco Savoye, e la Valpellina mi si presenta in tutto il suo splendore, ancora selvaggia e incontaminata.
Sono soltanto cinque i compagni di gita con cui domani affronterò il Mont Velan, e sinceramente mi dispiace un po' ritrovarci sempre in pochi. Io avrei voglia di raccontare tante cose delle mie stupende vacanze appena terminate, invece tutti sembrano presi dai loro problemi e un po' chiusi in se stessi.... Peccato! La montagna dovrebbe unirci molto di più, stimolarci alla conquista non soltanto di vette impegnative, ma anche dell'amicizia del vicino che cammina e arrampica con te. Mentre attraverso pietraie alternate a prati, vedo che qualcuno dei partecipanti ha già accelerato il passo, fino a scomparire, forse ha fretta di arrivare al bivacco in tempo record.... Io invece mi accontento di ammirare i fiori e di scrutare il cielo, in cui cominciano ad apparire nubi piuttosto minacciose.
E' mattina : alle 7 decidiamo di partire per il Mont Velan, dopo che il cattivo tempo ci ha già tenuti fermi per oltre un'ora. Fino al colle di Valsorey l'ascensione non presenta eccessivi problemi, nonostante stiano cadendo fiocchi di neve, poi ci investe un vento tremendo, che ci accompagnerà fino alla vetta. Le ore passano, quando finalmente mettiamo piede sull'ultima parte del ghiacciaio le nubi si lasciano attraversare dal sole e compaiono il Monte Bianco, le Grandes Jorasses, il Cervino......
Il sole ha un potere magico di riscaldare anche il cuore umano, perché ci lasciamo contagiare tutti dall'entusiasmo per la bella ascensione compiuta.
Ma dobbiamo scendere, per raggiungere altri sei amici che oggi sono saliti al bivacco Savoye. Li troviamo sorridenti ad accoglierci sul sentiero e a condividere la nostra gioia. I miei pensieri di ieri svaniscono come per incanto, non so neanche se ho fatto bene a comunicarli in questa relazione, ma purtroppo fanno parte integrante della mia passione per la montagna.
Sabina
Torna a inizio pagina
BIVACCO SAVOYE - 6 Settembre
Domenica 6 settembre, risolti alcuni problemi di trasporto, due vetture con sei volenterosi partono in gita sociale.
Dopo una infelice variante al programma ci si ritrova di buon passo sulla mulattiera verso la diga.
Superata questa e raggiunta la strada poderale incontriamo le vetture dei nostri amici che ci avevano preceduti per il Velan. Rincuorati anche dal bel tempo subentrato (una spruzzatina di riporto ci aveva accompagnati all'inizio) oltre che dalla conferma della presenza degli amici, seguiamo il percorso esattamente come previsto.
L'asta del bivacco è l'unico segno che ce lo indica perché proprio anche l'ultima e molto ripida balza erbosa ce lo negano.
Finalmente il largo sorriso di Roberto che ci viene incontro rassicura che la fatica è finita.
Bellissimo il poggio sul quale è posto questo piccolo ed accogliente bivacco.
Il panorama è incomparabile e di questo ci riempiamo gli occhi. Peccato che un vento insistente ci impedisca di godere appieno del bel sole ma non certo di rifocillarci.
Aspettiamo gli amici "alpinisti" ed all'arrivo sui loro volti traspare la fatica sopportata ma anche la contentezza per la cima raggiunta.
Ci apprestiamo alla discesa con la promessa di salutarci più giù.
Sulla strada del ritorno un bellissimo tramonto conclude questa giornata.
R. Valle
Torna a inizio pagina
RADUNO INTERSEZIONALE NEL GRUPPO DI BRENTA - 11-12-13 Settembre
Alle sei del mattino di venerdì 11 settembre 1987 ci ritroviamo presso la tangenziale iniziando il viaggio verso Pinzolo, nelle Giudicarie.
Poco prima di mezzogiorno giungiamo presso l'Hotel Bellavista a Giustino di Pinzolo, dove ci sono già rappresentanti di altre Sezioni.
Sarebbe stata nostra intenzione salire per la Val di Genova verso il Mandrone ed i ghiacciai dell'Adamello, ma gli amici di Venezia e Vicenza ci avvertono che la Val di Genova è inagibile a causa delle recenti alluvioni; pertanto, dopo rapida consultazione di carte e guide, decidiamo di avvicinarci al gruppo della Presanella. Saliamo in auto per la Valle di Nambrone e la Val d'Amola, poi in un'ora e mezzo raggiungiamo il Rifugio Segantini all'Amola (2372 m).
Il tempo variabile, con banchi di nebbia, non ci permette di ammirare appieno la zona, ma l'indomani un sole smagliante ci allieta consentendoci di varcare la Costiera di Cornisello. Due di noi valicano la Bocchetta del Laghetto, gli altri attraversano la Bocchetta dell'Uomo, scendono al Lago Superiore di Cornisello e ci riuniamo al Lago della Vedretta (2603 m).
Ridiscendiamo quindi ai Laghi di Cornisello, a valle riprendiamo le auto e verso le 17 ci raduniamo all'Hotel Bellavista: siamo in 23 partecipanti della Sezione di Torino ed in 120 circa in rappresentanza delle varie Sezioni della "Giovane Montagna".
L'indomani, domenica 13 settembre, una trentina di noi alle 6.40 circa rag-giunge in auto il Rifugio Vallesinella (1513 m) sopra Madonna di Campiglio, e per il Rifugio Casinei e il Rifugio Tuckelt sale lungo la Vedretta di Tuckett. Essa è ormai di ghiaccio vivo, ma un provvidenziale manto di detriti ghiaiosi non rende necessario l'uso dei ramponi. Giungiamo così alla Bocca di Tuckett (2648 m): l'ambiente che ci circonda è tipicamente dolomitico, consentendoci di ammirare monti e pareti con caratteristiche tanto diverse da quelli a noi abituali.
Discendiamo sul versante E., alla testata della Val Perse, per un pendio senza neve; in una radura, fra grossi massi, prende inizio il "Sentiero Osvaldo Orsi" che attraversa da E. il gruppo di Brenta. Passiamo sotto la verticale parete E. della Cima di Brenta, attraversando poi ripidi ed infidi canaloni di sfasciumi e per una cengia naturale attrezzata con corda metallica, ci rechiamo su uno spallone presso il Naso dei Massodi, dove il sentiero ridiventa più agevole. Per una serie di conche, ammirando il meraviglioso Campanil Basso di Brenta, ed una risalita raggiungiamo il Rifugio Pedrotti alla Tosa (2491 m). Breve pausa, poi per la Bocca di Brenta (2552 m) un nevaio ed una lunga traversata tocchiamo il Rifugio Maria ed Alberto ai Brentei, al quale è giunto in precedenza anche l'altro gruppo proveniente direttamente dal Rifugio Tuckett.
Il sentiero prosegue per una noiosa serie di saliscendi, poi fra larici e mughi tocchiamo nuovamente il Rif. Casinei ed ancora nel bosco di conifere alle 17,30 ci ritroviamo al Rifugio Vallesinella.
Un breve rinfresco ci permette di accomiatarci e, salutandoci, riprendiamo la strada per tornare a casa, con la promessa di rivederci l'anno prossimo in una zona altrettanto bella.
Ettore Briccarello
Torna a inizio pagina
ATTIVITÀ PREVISTA
4 OTTOBRE 1987 - ARRAMPICATA IN VALLE DELL'ORCO
La Valle dell'Orco è forse conosciuta da tutti gli arrampicatori o aspiranti tali, almeno per sentito dire. Quello che però non si è mai capito bene è se ci vadano ad arrampicare in tanti o in pochi. Le placconate del Sergent, infatti, registrano spesso nelle domeniche estive il tutto esaurito, mentre altre pareti hanno pochissime visite in tutta la stagione e magari sempre delle stesse persone.
L'ambiente è splendido, uno dei più riusciti compromessi tra comodità di accesso (in genere una mezz'ora di cammino, che però basta già a scoraggiare qualcuno) e sensazione di avventura su una grande parete.
Avventura che è tutta solare sulle pareti della sinistra idrografica della valle e tinta invece di scuro su quelle di fronte, più fredde e solitarie, istintivamente meno invitanti ma pur sempre piene di fascino.
Le possibilità offerte sono vastissime, dalle placche attrezzate a spit all'artificiale estremo: si può cercare l'ambiente protetto della falesia oppure giocare ai californiani su big-wall in miniatura.
Insomma, basta scegliere. Per qualsiasi incertezza conviene affidarsi all'ottima guida "Arrampicate in Valle dell'Orco" di Maurizio Oviglia e Roberto Mochino.
E poi la cosa migliore è andare a toccare con mano o anche solo dare un'occhiata da turisti.
Per informazioni sulla gita rivolgersi in sede oppure a
Paolo Tealdi tel. 72.68.69
Renè de Giorgi tel. 67.79.82
Torna a inizio pagina
GIRO DELLA VAL D'OTRO - Domenica 11 Ottobre 1987
Da Alagna si prende la mulattiera che, con una ripida scala in pietra, sale attraverso la pineta fino alle prime tipiche baite di Otro, antico e stupendo agglomerato walser della Valsesia, uno dei meglio conservati di tutte le Alpi.
Si perviene così a Follu (1664 m -1 h 15') con la semplice chiesetta e poi si attraversano le frazioni di Dorf (1598 m) Scarpia (1726 m) e Weng (1715 m) sino a salire all'Alpe di Pianmisura (1854 - 30'). Di qui sono possibili due itinerari: uno, più breve, scende verso il pianoro dell'Alpe Farinetti e di qui ad Alagna, (dislivello di questo giro 626 m in salita - 3 h 30' tempo totale) mentre per i più volenterosi da Pianmisura si risale il vallone fino al passo Foric (2432 m - 2 h) con stupendo panorama sul Rosa e si ridiscende, per la valle d'Olen sino ad Alagna (in totale 1330 m in salita - 6 ore).
Direttori di gita: Anna Bosa tel. 30.65.52
Pilli Ravelli tel. 51.80.41
Partenza: Corso Re Umberto angolo Corso Stati Uniti - ore 6,00 con pullman.
Torna a inizio pagina
DOMENICA 25 OTTOBRE 1987
La prevista gita al lago Maggiore è stata sostituita per questo 25 ottobre con la visita a Villa Favorita sul lago di Lugano.
In questa occasione sarà possibile visitare la favolosa residenza del Barone Thyssen Boremisza, sede della sua eccezionale collezione d'arte privata, la più grande del mondo, che ospita in questo momento cinquanta capolavori dell'impressionismo presi a prestito dall'Ermitage di Leningrado.
Villa Favorita è posta al centro di un vasto parco che si adagia per circa due chilometri sulle rive del lago di Lugano. Per tale ragione, chi non fosse interessato alla visita delle opere d'arte potrà comunque godere dello splendido panorama offerto da questo bell'angolo di Svizzera.
E' indispensabile portare un documento valido per l'espatrio.
La partenza in pullman avverrà alle ore 7 precise da Corso Re Umberto angolo Corso Stati Uniti, mentre il rientro è previsto per le ore 20 circa.
Il prezzo del biglietto di entrata alla mostra è di 12 franchi svizzeri, salvo sconti previsti per comitive.
N.B. - Chi desidera visitare Villa Favorita è pregato di confermare la parteci-pazione entro giovedì 8 ottobre.
Direttore di gita: Mario Palladino tel. 780.24.19
Torna a inizio pagina
PUNTA DELLA MERLA (1907 m) -15 Novembre 1987
Località di partenza: Pinasca 550 m. - Colletto di Serre Marchetto (1135 m). Dislivello: 772 m.
Da Pinasca (550 m) si può salire in auto fino al Colletto di Serre Marchetto (1135 m circa). Di qui si prende verso. N. la larga mulattiera sulla cresta del M. Cucetto poi si prosegue per la Punta della Merla che si raggiunge dopo 2 ore.
Direttori di gita: Ettore Briccarello tel. 273.48.22
Sabina Gianasso tel. 88.22. 78
Torna a inizio pagina
GITA SCIISTICA A VALTOURNANCHE - Domenica 13 Dicembre
Inizio della stagione sciistica con un'uscita in pista a Valtournanche che ci consentirà di ripiegare, in caso di mancanza di neve, sulla vicina Cervinia.
La gita si effettuerà in autopullman con partenza alle ore 6,30 dall'angolo di Corso Stati Uniti con Corso Re Umberto.
Direttori di gita: Anna Bosa tel. 30.65.52
Pilli Ravelli tel. 51.80.41
Torna a inizio pagina
VITA SEZIONALE
29 NOVEMBRE 1987 INCONTRO IN SEDE - PREMIAZIONE E PRANZO SOCIALE
L'annuale incontro sociale si terrà quest'anno, come per gli ultimi anni, in sede con il seguente programma :
ore 10.15 - S. Messa di suffragio per i Soci defunti nella chiesetta dell'Annunziata
con ingresso da Via Po
ore 11.30 - Rinfresco in sede e premiazione dei soci ventennali e cinquantennali
ore 12.30 - Pranzo sociale in ristorante.
Le iscrizioni al pranzo sociale (il ristorante di Torino e il costo, saranno resi noti in Assemblea) si raccolgono in sede o telefonando a
Roberto Rosso tel. 35.25.61
I Soci che festeggiano quest'anno 20 e 50 anni di fedeltà alla Giovane Montagna sono:
Soci Ventennali : DESTEFANIS GIANCARLO
Soci Cinquantennali : FRIGERIO ANTONIO
ZORIO MANFREDO
Un affettuoso pensiero a BICE MILONE DAPONTE che festeggia i sessant'anni di Associazione.
Torna a inizio pagina
PROSSIME SERATE IN SEDE
GIOVEDÌ 22 OTTOBRE
Paolo Pari ci presenterà una serie di immagini tratte dal suo recente viaggio negli USA. Non mancate!
Torna a inizio pagina
GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE
serata d'eccezione con tema "Oceanico": Giorgio e Mariolina Ardrizzi ci presenteranno la traversata dell'Atlantico in Barca a vela. Sono foto uniche che vale la spesa vedere per l'originalità del tema proposto e per l'elevata qualità tecnica frutto della selezione di oltre mille diapositive.
Anche se il tema proposto sembra un po' fuori luogo per la Giovane Montagna invito tutti a partecipare per vivere in immagini un'esperienza rara e preziosa.
Torna a inizio pagina
VITA SEZIONALE
LETTERE
Alla Presidenza Centrale della Giovane Montagna Ai Componenti del Consiglio Centrale
p.c. Al Consiglio Sezionale e Presidenza di Torino
Con la presente per rassegnare le mie dimissioni dal Consiglio Centrale. Nel ringraziare per la cortesia riscontrata nei miei confronti in tanti anni di presenza in seno al Consiglio, porgo i migliori auguri di buon lavoro a Voi tutti.
La mia irrevocabile decisione è dettata da nuovi impegni assunti e da un sincero, se pur modesto tardivo apporto, ad un eventuale ricambio delle cariche sociali al vertice della nostra Associazione, con elementi preparati e responsabili, attenti all'evolversi delle realtà sezionali.
Giunta alla soglia dei 75 anni di vita, la Giovane Montagna deve affrontare problemi di non facile attuazione, con una struttura in grado di "ascoltare, suggerire e decidere", nello spirito dei suoi predecessori, le proposte ed i nuovi intendimenti delle Sezioni, con particolare attenzione al settore giovanile.
Dopo anni di permanenza nella Presidenza Centrale, nei quali sono stato partecipe e responsabile degli eventuali ritardi od omissioni nel risolvere suggerimenti ed idee, trasmessi da amici vari (e di questo chiedo scusa!), ringrazio quanti mi hanno onorato della loro fiducia e pazienza.
Cordiali saluti
(Franco Bo)
A Franco, che per tanti anni è stato delegato della nostra Sezione in seno al Consiglio Centrale, il grazie più sentito da tutti noi nel momento in cui lascia l'incarico senza nessun rancore per incomprensioni che, inutile negarlo, ci sono state.
P. L. R.
Torna a inizio pagina
RICORDI D'ESTATE
"Qui la roccia è meno dura, ci metterò soltanto una mezz'ora!" grido, quasi trionfante, al mio compagno.
Primo pomeriggio di piena estate, parete esposta a sud.... nonostante la tenuta quasi balneare, che spingerebbe al suicidio qualunque alpinista conservatore, sto copio-samente sudando e mi rendo conto di avere un aspetto assai poco dignitoso.
Ma di quale dignità vado parlando? Mi trovo desolatamente appeso ad una corda, come un insaccato misto; dal mio baudrier pendono, oltre ai regolamentari chiodi, moschettoni e rinvii, strani oggetti come spazzole di ferro, una sega da legno, una chiave inglese....
Ma quella che sto preparando non la chiamano arrampicata libera?
Una voce mi giunge dal basso: "Vuoi il cambio?". Breve conflitto psicologico, e quindi supero la tentazione declinando, con fermezza e cortesia, l'insinuante invito.
Ci dev'essere, evidentemente, una latente vocazione masochista che mi spinge a perseverare in questa strana attività, a metà fra il metalmeccanico e il lavatore di finestre.
Da dieci minuti ormai vado martellando su quel maledetto piantaspit.
Le mie scarpette, comode come stivaletti malesi, ancorché semislacciate stanno da tempo comprimendo oltre ogni ragionevolezza le estremità inferiori.
Nelle orecchie mi risuona ancora il sarcasmo della consorte: "Passi le tue giornate a ripulire le rocce, e son tre anni che ti chiedo inutilmente di verniciare la ringhiera del balcone!".
Ma come si può spiegare ad un carattere placido e sedentario il fascino di aprire ed attrezzare nuove vie di arrampicata" Fascino ancora più intenso considerando che, sino a non molto tempo fa, mi accostavo con aria tremebonda - nelle palestre di roccia - alle difficoltà definite "classiche"?
Ma tant'è, da sempre non si è profeti in patria, e con questa confortante considerazione continuo a martellare.
La presunta mezz'ora si è paurosamente dilatata, ma il foro è finalmente fatto: non senza compiacimento interiore infilo la mano nel sacchetto della magnesite, dove ho provvisoriamente riposto la piastrina dello spit.
Ci credereste? Il suddetto sacchetto è stato nel frattempo adottato da un calabrone senza casa. Morbido, colorato, costituisce evidentemente una sistemazione di lusso; vistasi improvvisamente sfrattata, la fortezza volante si difende con l'unica, efficiente arma a sua disposizione.
Un urlo vergognoso, parole irriferibili, e mentre tremila lire di piastrina precipitano miserevolmente nel bosco sottostante, inauguro alla grande lo stile "rapid free". Chissà perché, scommetto che a Patrick Edlinger non è mai successo !
E. Pastore
Torna a inizio pagina