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Notiziario Sezione di Torino Marzo 1988



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VITA SEZIONALE


   GRAZIE PIERO


Da qualche giorno Alberto Guerci mi perseguita, richiamandomi all'ordine: "Il Notiziario deve uscire e manca ancora il tuo pezzo su Castagneri...". Sembrerebbe mia negligenza, ma non è così: quante volte ho preso in mano la penna, rigirandola tra le dita di fronte ad un foglio che era solo e sempre più bianco! cuore batte forte in un tumulto di sentimenti, ma come si può trasportare in scritto tutto quanto hai dentro?
La penna, che pure nei suoi trent'anni e più di servizio, ha sempre fatto il suo dovere, ora è muta; non mi era mai successo, ma mi riesce quasi impossibile scrivere di Piero, parlare di Lui, di un amico che non c'è più.
Già, perchè la realtà delle cose, dura, terribile da accettare, è questa e questa sola: Castagneri non c'è più! Non sarà più con noi, nè in sede dietro la sua scrivania, a borbottare per la troppa gente che gli impedisce di concentrarsi, contento però di averli tutti attorno, nè in gita, sovente insoddisfatto della neve non troppo bella che non lo lascia sciare come vorrebbe.
Non lo sentiremo neppure più, come negli ultimi tempi, lamentarsi di quella maledetta schiena che lo tormenta e non lo vedremo più, sempre sorridente, con quei grandi occhioni così limpidi in cui potevi leggergli diritto nel cuore.
Buscaglione, forte di quarant'anni e più di amicizia profonda, contrastata solo da qualche battibecco per un "rigadin b..." di troppo, Buscaglione, dicevo, ha fermamente declinato l'incarico di scrivere sull'Amico scomparso: non gli era possibile, sempre per via di quel maledetto peso che prende ai sentimentali e che certuni chiamano "magone". Così il compito è toccato indegnamente a me, ma il problema resta sempre quello: in poche righe non si può dire quello che era Piero per tutti noi, e non si può neppure descrivere cosa tutti noi abbiamo provato nel momento della sua scomparsa, di quella profonda angoscia, che ci ha presi così come se una parte di noi venisse strap-pata via violentemente,
Mi viene istintivamente di andare ai momenti belli, ormai purtroppo passati, dell'avventura terrena del nostro carissimo Amico. Ricordo un incontro di tanti anni fa, sulla neve. Ero salito con mio Papà e con Pio Rosso al Col Basset e di qui eravamo ridiscesi a Sportinia. Lì ci eravamo fermati per uno spuntino e sulla terrazza del bar avevamo incontrato Piero con la sua Mariarosa. Mi è rimasto impresso, chissà perchè, quel giorno e quel viso ampio e sereno, con quel sorriso così bello e sincero, specchio di un animo limpido e di un uomo che sprizzava bontà da tutti i pori della pelle.
in tempi più recenti, con il crescente impegno nostro nella vita sezionale, ho potuto conoscerlo più a fondo ed apprezzarlo sempre di più.
Era, senz'ombra di dubbio, e su questo sono certo che tutti concordano con me, il più buono ed il più generoso, sempre pronto a smussare inevitabili punti di attrito, sempre disposto a sacrificarsi per il bene della sua "Giovane", parte importantissima della sua vita, a cui aveva dato tutto se stesso per conservarla così come settantacinque anni fa era stata voluta.
Ammirevole era l'entusiasmo con cui partecipava a tutte le iniziative, facendosi promotore di nuove idee: quanto si è prodigato nel mettere su un coro! Era un po' il suo chiodo fisso, ma tra quattro gatti stonati l'impresa è risulta poi più ardua del suo stesso entusiasmo.
Ricordo i consigli sezionali, con il suo continuo richiamo alla moderatezza, alla parsimonia, con il prezioso suo contributo a far sì che tutto andasse per il meglio.
Tutti noi portiamo dentro la sua voce gentile, che ti metteva subito a tuo agio e ti faceva capire che avevi accanto un amico vero.
In questi ultimi anni molte volte l'abbiamo visto scoraggiato ed abbattuto, perchè non riusciva più ad andare in montagna come voleva; chi l'ha seguito un po' durante la sua malattia, ha avuto modo, più di una volta, di stupirsi di come Piero avesse affrontato questo suo nuovo stato, e non tanto per il coraggio che :rimostrava, ma per la volontà e la voglia di vivere che aveva, e che, a pochi giorni dalla morte, gli faceva ancora progettare il futuro. E proprio di qui è venuta la Sua lezione più bella, qui "a per cui noi tutti dobbiamo essergli grati ancora una volta per quello che ci ha insegnato.
La Fede può fare cose sublimi, può muovere le montagne ha dato a Piero la forza di sorriderci ancora, anche se gravemente malato, e dal suo letto ci ha donato l'insegnamento più alto: mai disperare.
Ovunque tu sia, Amico mio, noi non ti possiamo più vedere ma sappiamo che ora tu stai bene. Ho visto tanta, tantissima gente, ai tuoi funerali, a pregare per Te, a piangere per Te. Ma tu non eri !ì, no non c'eri. Dentro quelle quattro assi, dentro quella bara non c'era che un corpo senza vita e nulla più.
"Memento homo..." dice il sacerdote ricordandoci che il nostro destino è polvere.
Tu eri già volato altrove, più su delle vette più alte, più su delle montagne, su su in Paradiso. Non so se dove Tu sei ci puoi vedere o sentire: ma una cosa sola so, che un giorno ci reincontreremo. Ed allora sarà bello davvero.
Arrivederci, Piero. (Pierluigi Ravelli)

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   ASSEMBLEA DEI SOCI DEL 14 GENNAIO 1988


Dopo la relazione del Presidente l'assemblea ha approvato il bilancio preventivo 1987-88. E' poi seguita un'ampia discussione sul futuro della Giovane Montagna con un valido apporto di tutti i Soci presenti.
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   CONSIGLI SEZIONALI


Nel Consiglio del 22 gennaio 1988, a seguito dell'istituzione della Commissione di alpinismo deliberata dal Consiglio centrale con il compito di preparare istruttori nazionali della Giovane Montagna, è stato nominato rappresentante della nostra sezione presso detta commissione Roberto Rosso.
Si è poi discusso sull'organizzazione della settimana di pratica alpinistica e sulle proposte per il futuro della Giovane Montagna fatte dai soci nell'ultima assemblea.
Nel Consiglio del 29 febbraio 1988, a seguito dello scomparsa del compianto Piero Castagneri, sono stati cooptati Aldo Cauda consigliere, Celestina De Paoli delegata e nominato Roberto Valle cassiere. Si è parlato di Rally Sci Alpinistico, di Chapy e di settimana di Pratica Alpinistica.

IL PROSSIMO CONSIGLIO E' CONVOCATO PER LUNEDI' 11 APRILE ORE 21,15

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   XXIV RALLY SCI-ALPINISTICO - 19-20 Marzo 1988 - Ghigo di Prali - Lago d'Envie


Non capivo se era congiura, castigo o-avvertimento, ma non si trovava nessuno disposto a partecipare a questo Rally. C'era poco da fare e rifare i calcoli: due diviso tre fa sempre meno di una squadra, e il terzo proprio non saltava fuori.
Fino a che, pronta a sentire ancora un no, telefono disperata a Mauro che, invece, colto di sorpresa e soprattutto ignaro di cosa lo aspettasse, accetta immediatamente.
Possiamo così salpare, accompagnati da uno sparuto gruppo di sostenitori, alla volta di Prali, pronti a difendere l'onore della nostra Sezione (almeno ci abbiamo provato....).
Alloggiamo ad Agape, un centro ecumenico poco sopra Ghigo, in una grande casa che trasmette al tempo stesso serenità e inquietudine. Qui avviene l'apertura ufficiale del Rally, con tanto di corsa di tedofori (baldamente guidati da Mauro che ancora non sa che dovrebbe invece conservare le forze) e accensione di falò bene-augurale.
Il giorno dopo la neve è già molliccia di mattino presto e scendere dai primi due facoltativi è subito un calvario. Il tempo massimo piuttosto largo ci ha infatti indotto (ma non siamo stati i soli) a buttarci immediatamente sui facoltativi, salvo poi trovarci fuori tempo già all'inizio della discesa del tratto obbligatorio e concludere quindi con abbondantissimo ritardo.
Comunque giungiamo in qualche modo al traguardo e Mauro può finalmente sfogarsi contro i suoi aguzzini e liberarsi dall'incubo della voce di Roberto. Deve solo più sdraiarsi comodamente sulla barella e lasciarsi trasportare: in fondo un finale riposante se l'è meritato!
Finisce così anche questo Rally: pranzo, premiazioni, saluti e la consolazione di non essere arrivati proprio ultimi.
Maria Teresa

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   CLASSIFICA XXIV RALLY SCI ALPINISTICO


1^ Pinerolo II punti 224 9^ Ivrea
^ Moncalieri I ,, 222 10^ Genova
3^ Vicenza I ,, 222 11^ Torino
4^ Pinerolo I ,, 216 12^ Cuneo
5^ Pinerolo IV ,, 215 13^ Moncalieri
6^ Pinerolo III ,, 211 14^ Genova
7^ Ivrea I ,, 211 15^ Moncalieri
8^ Padova ,, 204

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ATTIVITÀ SVOLTA


   10 GENNAIO 1988 - MONTE GIAISSEZ 2588 m


Come è ormai tradizione per le prime gite scialpinistiche dell'anno, ci troviamo di fronte alla solita mancanza di neve, per questa ragione la prevista gita al Monte Midia è stata sostituita da quella al Monte Giaissez, una punta posta sulla dorsale che termina con la nota Dormilleuse.
Abbiamo deciso di partire presto la mattina (ore 6.00) e la decisione ha destato qualche perplessità, specialmente in coloro che, ormai in pensione, sono abituati alle gite nel corso della settimana.
In macchina, in 15, siamo giunti fino a Ruilles dove, abitualmente, si arriva solo nella stagione inoltrata. Qui abbiamo iniziato la salita su una neve molto simile a quella primaverile e tra ampie macchie erbose; per tutto il percorso siamo stati confortati da un bel sole. La vetta è stata raggiunta dopo circa quattro ore di marcia.
Bella la discesa nonostante qualche difficoltà nel tratto finale dove abbiamo dovuto destreggiarci abilmente tra alberi, pietre, erba e ghiaccio, ma alla fine abbiamo raggiunto le auto dove, nei darci appuntamento alla gita successiva, abbiamo pregato il cielo affinchè mandasse giù un po' di neve.
Alberto Zenzocchi

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   31 GENNAIO 1988 - MONTE FALINERE


Il sole è ormai alto quando, buttandoci improvvisamente a destra su di una stra
dina innevata, scampiamo alla delirante coda di pistaioli che serpeggiano lungo tutta la Valtournanche.
Mentre cerchiamo di recuperare la nostra più o meno amata identità di sciatori-alpinisti, le auto ci conducono molto più in quota del previsto: meglio, tanto più che è tardi e il tempo sta peggiorando.
Saliamo a Cheneil che nevischia, e qui qualcuno sparisce misteriosamente (?) verso l'alberghetto di questa sperduta frazione, ricomparendo poco dopo con aria sfacciatamente soddisfatta. Intanto continua a nevicare, fa freddo, e al primo colletto si ferma il grosso della compagnia, mentre pochi scelti proseguono faticosamente per la cima: un pendio poco simpatico che persuade ben presto ad abbandonare gli sci, poi la cresta e infine la meta.
La discesa avviene nella solita atmosfera ovattata di quando c'è nebbia in montagna. A gruppetti sparsi si galleggia, o almeno si tenta di farlo, ne la profonda neve fresca: come al solito c'è chi se la cava benissimo e chi fa pratica di sopravvivenza, mentre quasi tutti sì dimostrano all'altezza di un altro genere di "farina". Le provvidenziali disposizioni (collegate ai loschi traffici della mattinata) degli organizzatori permettono infatti di planare in piatti colmi di polenta "concia" che vanificano molti ferrei propositi dietetici.
La disinvoltura dei partecipanti cala poi vistosamente al momento di rituffarsi nel freddo umido del mondo esterno e calzare di nuovo gli sci; lo spirito è però senz'altro rinfrancato, tanto da spingere tutti i non-autisti a continuare la discesa fino alle porte di Valtournanche.
Maria Teresa

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   14 FEBBRAIO 1988 - MONTE CHIARLEA


Sono le 6,30 in Piazza Caio Mario, è il nostro luogo di ritrovo per partire per una nuova avventura; la gita di sci d'alpinismo alla punta Chiarlea.
La voglia alla partenza è sempre scarsa, ormai però ci siamo svegliati, vestiti. quindi è meglio darsi un contegno e partire. Dopo il solito viaggio in macchina arriviamo a Prali, paese del tutto deserto. I pistaioli non sono ancora arrivati e i villeggianti locali stanno tutti rintanati nelle loro case. E così noi, "sciatori alpinisti audaci" rompiamo il silenzio con la nostra preparazione. Metti gli scarponi, controlla le pelli. sgancia, aggancia gli attacchi, guarda la roba dentro lo zaino, e poi via, camminando sulla neve che scricchiola sotto gli sci.
Il percorso è calmo nella prima parte, camminiamo su un sentiero all'ombra, ma finalmente raggiungiamo il sole e riusciamo anche a scorgere la vetta. Mi sembra così lontana! Si continua a camminare, qualche pino, lunghi falsi piani, una sosta per rifocillarci, canalino e poi l'ultima parte che è un percorso scelto. Ovvero la neve è poca, le pie-tre sono tante. Non importa, nonostante queste avversità arriviamo al colle dove ci dà il benvenuto, con la sua possente figura. il Monviso. Qui bisogna lasciare gli sci per raggiungere la vetta, pochi minuti di pietraia ed anche la punta Chiarlea è stata conquistata
Ci riempiamo gli occhi con tutte queste montagne e quindi decidiamo di scen- dere al colle.
Ci rifocilliamo un po', godiamo il sole caldo e quindi ci prepariamo per la discesa. L'inizio non è esaltante, bisogna evitare le pietre e la neve non è bella, scendendo comunque migliora.
Scattiamo qualche foto, un po' di risate e poi ci andiamo (veramente solo in 5) a complicare la vita in un fitto bosco certi di trovare una neve stupenda. E' vero, la neve era alta, soffice, bellissima, solo una cosa era di troppo, il fitto bosco. Ci disincastriamo dagli alberi e continuiamo a scendere fino a raggiungere le macchine. Prali si è trasformato, adesso è un paese di montagna affollatissimo, noi ci sentiamo come dei pinguini all'equatore e quindi divalliamo, un po' stanchi però in fin dei conti felici.
Anna

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   13 MARZO 1988 - MONTE LERA


La gita al monte Lera per me è iniziata veramente bene.
Ci troviamo all'appuntamento con tutti e al momento di ripartire la mia macchina fa le bizze, non c'è verso per metterla in moto. Pazienza, ci trasbordiamo su un'altra vettura e partiamo verso Valdellatorre.
Arriviamo in paese e mettendoci gli scarponi. Pilli mi comunica che non sta bene. Lo guardo, è verde, forse non è il caso di partire. Quindi dopo un po' di indecisione noi torniamo a Torino, la compagnia si scioglie. Comunque alle 16.30 io torno a Valdellatorre per riprendere i miei genitori e qui tutti mi fanno il resoconto della gita, in mezzo ad un po' di pompieri e volanti che si sparpagliano per la montagna causa incendio.
Comunque torniamo alla gita. In partenza, su indicazioni sbagliate di un locale prendono un sentiero che non esiste. Camminano un po' sparpagliati finchè riescono a trovare il famigerato "sentiero giusto". Arrivano in vetta. Si rifocillano.
E poi iniziano a scendere, ma anche qui il percorso non è semplice. Un po' di fuoco sparpagliato, un po' di brutte ceneri non tanto spente. Io intanto continuo ad aspettare. Ma eccoli i prodi eroi tutti arrivano con dei grossi sorrisi.
Anna

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SERATE IN SEDE


   GIOVEDÌ 28 GENNAIO


Tutti noi conosciamo bene Roberto autore delle immagini presentateci, pochi però erano a conoscenza del suo profondo gusto estetico messo in luce dalle fotografie proposte.
Ci immaginavamo qualcosa di allegro, spensierato, un po' goliardico ed invece ecco apparire immagini sfumate, a tinte calde, con prevalenza di meriggi, nebbie, inquadrature ricercate. Si poteva obbiettare che è facile ottenere ritratti "romantici" della montagna; ma lo scopo dell'autore non era tanto quello di far sognare il pubblico quanto il volerne attirare l'attenzione con inquadrature banalmente belle. E così fra le tinte dolci di tramonti e di nebbie tutte le foto sono sembrate collegate le une alle altre in un logico discorso che aveva per tema il bello.
Cr grazie all'autore da parte di tutti i presenti.
Alberto

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   GIOVEDÌ 10 MARZO


La giornata che non prevedeva alcun tema prestabilito è stata brillantemente impegnata con immagini extra europee dell'amico Roberto Cambursano. La proiezione di diapositive riguardava il Perù, paese visitato dall'autore con un viaggio organizzato da "avventure nel mondo", le immagini rendevano assai bene lo spirito rustico caratteristico di questa nota agenzia di viaggi.
La tematica principale era la storia di questo paese ricco di splendide testimonianze incaiche; non mancavano tuttavia altre immagini riguardanti la geografia, degne di rilievo le fotografie del Lago Titicaca riprese dalla sommità di una delle sue isole.
Nel complesso le fotografie ammirate si scostavano un po' dallo stereotipo tipico di organizzazioni turistiche del tipo "a tutto pensiamo noi".
Il tema extra europeo sta divenendo sempre più ricorrente nelle serate della G.M. Ricordiamo le immagini dell'Etiopia di Marco, gli U.S.A. di Paolo, i Caraibi presentatici dai coniugi Ardrizzi, ecc. Con questa nostra ultima serata il pubblico numeroso ed attento ha dimostrato di apprezzare questo genere un po' diverso e altro molto istruttivo; ringraziamo pertanto Roberto Cambursano per la bella serata ed auguriamoci che presto possa proporci nuovi piacevoli argomenti.
Alberto

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VITA SEZIONALE


   ATTIVITÀ RAGAZZI - 24 APRILE 1988 - MONTE DI PORTOFINO


Felicemente conclusa la scuola di sci che ha visto iscritti al corso 18 allievi (per metà principianti), vecchi e nuovi amici potranno ritrovarsi per scambiarsi le ultime "battute" DOMENICA 24 APRILE.
Per tale data abbiamo in programma la gita al MONTE DI PORTOFINO (traversata S. Margherita Ligure - Camogli) il cui programma è ancora da definire nei dettagli ma che potrà anche aver luogo in treno (il 25 aprile è festivo per cui ci si potrà adeguatamente riposare).
Naturalmente la gita è aperta a tutti i soci (anche i non più ragazzi).
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Forneris - tel. 76.15.52.
In sede verrà affisso programma dettagliato.

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ATTIVITÀ PREVISTA


   17 APRILE 1988 - BEC DI MEA (1546 m)


Località di partenza: Chialamberto
Dislivello di salita: 750 m
Tempo di salita: ore 2,30 3.00
Percorso molto interessante per la varietà del paesaggio ed i contrasti dell'ambiente. Il tracciato del percorso, ad anello, con partenza da Chialambertetto, frazione di Chialamberto, si svolge a mezzacosta attraversando rustiche e suggestive borgate, sino a giungere al caratteristico cucuzzolo roccioso Bec di Mea e ridiscendere per altro sentiero sino a Bonzo.
Ampie vedute sulle montagne della Val di Lanzo e sul fondovalle della Val Grande.
La parete sud-ovest del Bec di Mea, con alcuni itinerari di notevole livello tecnico, permette agli appassionati di cimentarsi sul verticale.
Partenza alle ore 8.00 da piazza Bernini.
Organizzazione gita a cura di Zenzocchi Cesare - tel. 349.79.62
Mezzo di trasporto: auto private.

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   23-24-25 APRILE 1988 -TRE GIORNI DI SCI ALPINISMO AL COL COLLON


La gita, calibrata per soddisfare tutti i palati, dai più tranquilli ai più esigenti, si svolge in un ambiente splendido e ancora poco conosciuto.
La partenza avverrà dalla diga di Piace Moulin e l'arrivo, dopo tre giorni di Haute Route ( 1° giorno: Place Moulin - Rifugio del Col Collon; 2° giorno: Rifugio del Col Collon - Cabane des Vignettes; 3° giorno: Cabane des Vignettes-Glacier) sarà a Glacier: sarà a cura degli organizzatori il trasporto dei partecipanti a Place Moulin per recuperare le auto.
L'invito è esteso a tutti, ricordandovi che la gita non presenta particolari difficoltà, ma richiede attenzione e un po' di allenamento, in quanto ci troviamo pur sempre in ambiente di alta montagna.
ATTREZZATURA : da sci-alpinismo - utili coltelli da ghiaccio e ramponi.
RIFUGI: il Col Collon è incustodito, mentre la Cabane des Vignettes è un ottimo rifugio-albergo.
VIVERI: Occorre prevedere la cena di sabato, in quanto al Col Collon non si trova nulla. Poi, invece, domenica alla Cabane des Vignettes ci si può rifocillare. Viveri di conforto e per gli spuntini di mezzogiorno di sabato e domenica.
VIAGGIO E PARTENZA: sabato 23 aprile alle ore 5.00 ritrovo in Piazza Rebaudengo con le auto private.
COSTO: oltre al viaggio occorre prevedere il pernottamento e la cena alla Cabane des Vignettes il sabato sera (circa 40 fr.sv.) e il costo della "impiolata" la sera del 25.
ORGANIZZAZIONE: per informazioni e prenotazioni (termine ultimo il 14 aprile):
Pilli Ravellí - tel. 650.20.72 51.80.41 ore ufficio
Roberto Rosso -tel. 35.25.61, oppure il giovedì sera in sede.

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   SABATO 23 APRILE - Salita al Rifugio Col Collon (2818 m)


Dalla diga di Place Moulin seguire per circa 45 minuti la stretta strada pianeggiante in terra battuta che costeggia il lago artificiale.
Superato il ponte sul torrente Oren la strada aggira una collinetta e termina presso una cappella. Si prosegue per la mulattiera di Prarajer fino alle baite La Lé (1992 m ore 1 ).
Di qui si imbocca la comba d'Oren: calzati gli sci, per facili pendii si raggiungono le baite la Garda (2211 m).
Proseguendo poi sul fondo del vallone con direzione Nord-Ovest, si raggiungono le morene del ghiacciaio d'Oren Sud e si superano in un incassato canale posto tra le morene ed il versante Ovest della becca Vannetta. Raggiunto così il Plan du Gan (2450 m circa) proseguire ancora per un tratto in direzione Nord-Ovest poi voltare nettamente a destra (Est); superato un ripido ma breve tratto, cí si trova sui piani superiori sottostanti il Col Collon. Sulla sinistra, in alto, su uno spalto roccioso si trova il rifugia che si raggiunge in pochi minuti. Dislivello in salita 868 m ore complessive 3,30-a 4,00.

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   DOMENICA 24 APRILE


Traversata Rifugio Col Collon - Cabane des Vignettes (3158 ml
Dal rifugio si risale la valle tenendosi un po' a sinistra, fino a raggiungere il Col Collon (3114 m) sullo spartiacque di confine tra Italia e Svizzera. Dal colle si svolta a sinistra in direzione Ovest e per ampi pendii si perviene al Col de l'Evéque (3392 m - 2 ore). Da qui la possibilità in 15 minuti di salire alla becca d'Oren.
Dai colle scendere lungo il ghiacciaio del Mont Collon, tenendosi piuttosto a sinistra in direzione Nord fino a quota 3150 per ampi e facili pendii, proseguendo fino al col de Chermontane (3053 m).
Intraprendere la risalita alla Cabane des Vignettes (3158 m) collocata su un alto salto di roccia che domina la gigantesca seraccata del ghiacciaio du Mont Collon. (Dislivello in salita 694 m. In discesa 234 m, tempo totale della traversata ore 4,30-a 5 00).
Per i più allenati è possibile, da quota 3150, la salita all'Evéque (3700 m). Si risale voltando a destra, (Est poi Sud-Est) la comba glaciale, via via più ripida ed esposta a Nord-Ovest racchiusa tra la Mitre de l'Evêque (3672 m) e l'Evêque e si raggiunge, sci ai piedi, una sella fra le due punte avendo posto attenzione ad alcuni crepacci: uno, circa a metà salita, a volte presenta an muretto di un paio di metri che va superato sci a spalle. Dalla sella voltare a destra per un ultimo molto più ripido pendio: portando o meno gli sci a seconda delle condizioni, raggiungere una crestina nevosa e seguirla fino in vetta.

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   LUNEDÌ 25 APRILE - Traversata Cabane des Vignettes (3158 m) Glacier (1562 m)


Soluzione 1 (per i più tranquilli). Si ritorna al Col de Chermontane (3053) con breve discesa e poi si prosegue per il lunghissimo ghiacciaio di Otemma fino a quota 2255 m. Di qui, si risale alla Fenetre Durand (2803 m - 2 ore), dalla quale con bella discesa su terreno non glaciale si perviene a Glacier (1562 m). Dislivello in salita 548 m. In discesa 903 m + 1241 m.


Soluzione 2 (per i più allenati). Dalla Cabane des Vignettes ridiscendere il ghiacciaio d'Otemma fino alla base del salto roccioso che racchiude a sinistra la grande seraccata della Pigne d'Arolla che scende fin nei pressi del rifugio, quota 3100 circa. Di qui con direzione Nord-Nord-Ovest si risale un valloncello glaciale poco accentuato e abbastanza ripido. Più in alto salire pendii più dolci che conducono, dopo essersi districati tra alcuni grossi crepacci, nei pressi del colletto da cui in pochi minuti e sci ai piedi si perviene in vetta alla Pigne d'Arolla (3796 m - 2 ore).
La discesa si effettua percorrendo il ghiacciaio del Brenay e raggiungendo prima il Col du Brenay poi, facendo attenzione ad alcuni subdoli crepacci; spostandosi verso sinistra verso i Potons.
All'altezza della seraccata spostarsi decisamente a destra e discendere questo tratto di circa 250 metri parecchio ripido a fianco di detta seraccata. Raggiungere quindi la Cabane de Chanrion 2460 m e di qui la quota 2255 m da dove inizia la risalita per la Fenêtre Durand dalla quale con bella discesa su terreno non glaciale si perviene a Glacier (Ollomont) riacciuffando gli altri più tranquilli.
Dislivello 696 m + 548 m; dislivello in discesa 1541 m + 1241 m.

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   8 MAGGIO 1988 - PICCHI DEL PAGLIAIO (2289 m)


Palestra di arrampicata - Escursionismo
Da Forno di Coazze prendere verso N. una mulattiera, si sale alle case Dragone, Oliva, Ruata e Ciargiour 1345 m riuscendo sulla cresta un poco ad Ovest di dette ultime baite, si prosegue per la larga cresta, con bel sentiero, dapprima per ripidi prati poi per piani di detriti si perviene al colletto. Per attaccare la roccia occorre portarsi un po' a destra onde imboccare un canaletto sulla falda orientale del primo picco. La traversata della cresta è molto attraente e passibile di molte varianti: i passaggi più interessanti sono l'attacco delle rocce del primo torrione, un camino obliquo liscio "canalino Biressi" sul versante meridionale del medesimo prima di raggiungere lo spigolo della cresta nella sua parte superiore; la discesa del primo torrione per un camino incassato nella roccia; placca liscia sotto la punta del secondo torrione, vari tratti sottili sul terzo torrione. Finalmente una placca piuttosto liscia discendendo dal terzo torrione al colletto 0. Tre ore da Ciargiour.

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   14-15 MAGGIO 1988 - GRAN PARADISO (4061 m) DAL GHIACCIAIO DI LAVECIAU


Località di partenza: 1° giorno Alpe Prouvioux 1870 m
2° giorno Rif. Chabod 2750 m
Dislivello di salita: 1° giorno 900 m / 2° giorno 1300 m
Esposizione: Nord-Ovest
Difficoltà: BSA

1° giorno: si sale da piano del Terrè lungo la mulattiera fino fuori del bosco, poi per ampi pendii si raggiunge il Rif. Chabod.
2° giorno: dal rifugio si sale con un giro da sinistra a destra verso il crestone che si abbassa dal Piccolo Paradiso. Si giunge nel ghiacciaio di Laveciau e traversando sotto la parete N-0 del Gran Paradiso si percorre il vallone glaciale che sbuca nella sua parte centrale al termine della "schiena d'asino" nei pressi della Becca di Moncorvé. Da qui si prosegue verso nord, ormai si è in vista della cima.
Lasciati gli sci prima della crepaccia terminale si raggiunge in breve la vetta per facili roccette.
Per la discesa si segue l'itinerario di salita sino sotto la parete N-0 del Gran Paradiso poi direttamente sul villaggio di Pessey.
Necessari: piccozza, ramponi, corda.
Partenza: Corso Stati Uniti angolo Corso Re Umberto, ore 12,00.
Organizzazione gita a cura di Bertoglio Valerio - tel. 216.50.46.
Mezzo di trasporto: auto private.

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   29 MAGGIO 1988 - MONTE PLU (2100 m)


Palestra di arrampicata - Escursionismo Uscita con guida alpina
Partenza Bracchiello 834 m in Val d'Ala di Stura.
La cresta della Scuola è un crestone molto ben definito che staccandosi dalla cresta del monte Plu termina nel vallone delle Crosiasse a poca distanza dai casolari Fugias 1131.
La cresta si presenta con una successione di salti di differente altezza e di diversa inclinazione; non molto definita nella parte bassa, prende slancio e figura nella parte alta è alpinisticamente più interessante.
La cresta non ha itinerario obbligato, ma si presta a numerose varianti, anche di alta difficoltà; manca naturalmente di continuità, ma l'arrampicata anche se discontinua, si mantiene sempre molto interessante ed assai divertente.
Per accedervi da Bracchiello 834 m, portarsi verso l'estrema destra della frazione, seguendo le numerose stradine che si sviluppano nel caratteristico borgo alpestre.
Il sentiero, passando tra le rocce ed i castagni, con percorso a mezza costa, dopo aver toccato due piccole baite, si porta verso l'imbocco del vallone delle Crosiasse; supera tra due grandi blocchi un passaggio particolarmente suggestivo ed entra nel vallone tagliando a mezza costa a grande altezza sul torrente che, racchiuso tra due pareti a picco forma alcune bellissime cascate. Superate alcune balze rocciose si giunge in vista di alcune baite poste sulla sponda opposta del vallone. Abbandonare allora la mulattiera e scendere al torrente per un sentierino; valicarlo e risalire rapidamente ai casolari Fugias, ottima fontana, ore 0,45. L'attacco della cresta è subito a destra delle ultime case.

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   4-5 GIUGNO 1988 - TRAVERSATA TEODULO-MEZZALAMA


SABATO: ritrovo per la partenza in auto al solito angolo (Corso Stati Uniti angolo Corso Re Umberto) alle ore 7,00. Salita a Cervinia - Plateau Rosà in funivia e discesa fino al Rifugio del Teodulo. Possibilità di sciare sugli impianti estivi.
DOMENICA: dal rifugio del Teodulo (3324 m) salire il ghiacciaio del Pian Rosà, direzione prima Sud e poi Est, fino al Colle del Breithorn 3826 m senza difficoltà, ma facendo attenzione ad insidiosi crepacci poco appariscenti. Dal colle dirigersi verso Nord-Est scendendo di circa 200 metri e lasciando a sinistra la quota 3780 superare la Porta Nera e, costeggiando la base del Polluce, risalire leggermente fino al Colle di Verra 3848 m. Di qui parte il pendio terminale che conduce alla sommità del Castore 4221 m. Dal Col di Verra, con direzione Ovest-Sud Ovest, discendere fino a una zona pianeggiante a quota 3250 m circa. Qui voltare decisamente a Sud, tenersi sulla sinistra verso il piccolo ghiacciaio di Verra districarsi fra qualche crepaccio e raggiungere il rifugio Mezzalama 3004 m. Dal retro del rifugio per pendio ripido, ma breve, si perviene al fondo del vallone del piccolo ghiacciaio di Verra e, voltando a Sud, con bella discesa raggiungere i piani di Vena. Da questi una bella strada sterrata porta a Saint Jaques 1614 m.
Partenza: sabato 4 giugno ore 7,00, Corso Stati Uniti angolo Corso Re Umberto. ,
Mezzo di trasporto: auto private.
Organizzazione: Pilli Ravelli - tel. 650.20.72 - Roberto Rosso - tel. 35.25.61

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   9-10 LUGLIO 1988 - BEC DE CHAMBEYRON (3389 m)


Località di partenza: Chiappera di Acceglio 1614 m.
Dislivello: 1150 m il primo giorno e 574 il secondo.
Pernottamento: bivacco G. Barenghi 2815 m.
Difficoltà: PD (un passo di III).
Da Chiappera la strada percorre una conoide alla base della bastionata rocciosa che sostiene il Vallonasso di Stroppia; una mulattiera a sinistra si alza rapidamente, prima per la conoide e poi per cenge erbose, vallette e canalini, permettendo di superare i salti rocciosi e giungere al rif. Stroppia (2260 m). Di qui si raggiunge il Vallonasso che si risale fino al biv. Barenghi, situato sulla sponda del Lago del Vall. di Stroppia (ore 4,00).
Il secondo giorno si segue la traccia che dal bivacco rimonta un pendio di ghiaia verso il Col de Gippiera, fino ad un pianoro da cui si sale direttamente al canale di attacco per blocchi di pietra, dirigendosi poi verso una breccia fra due puntine rocciose; di qui un altro canale permette di attraversare la muraglia verso sinistra, giungendo ad un pianoro inclinato da cui un camino e il successivo canalino portano sull'orlo della muraglia e quindi, per roccette instabili, in vetta (ore 2,15).
In alternativa al Bec de Chambeyron sono possibili altre escursioni (anche brevi e facili), sempre pernottando al biv. Barenghi o, per chi lo preferisce, al rif. Stroppia.

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   17-24 LUGLIO 1988 - SETTIMANA VERDE ALLO CHAPY


Proseguendo quella che da qualche anno è diventata una tradizione, vorremmo quest'anno portare i ragazzi a scoprire "nuovi itinerari" alla portata dí tutti: Lago d'Arpy - vallone dell'Armina - Lago del Miage e, perchè no, una passeggiatina nel ghiacciaio del Gigante o qualche scappatella in quel di Chamonix ad ammirare il versante francese del Bianco.
Le iscrizioni si riceveranno in Sede.

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   GIOVEDÌ 14 APRILE


Augusto Mochino ci presenterà una carrellata di immagini sul tema: "Luoghi noti, ma dove sono?". Al termine potremo ammirare le diapositive di Lino Pacchiotti su: "I fiori di montagna".
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   GIOVEDÌ 12 MAGGIO - ORE 21.30


Il reggente della Sezione CAI di Borgosesia Giovanni Bonfanti ci presenterà un audiovisivo in quadrissoivenza incrociata dal titolo "E la vita continua", da lui realizzato e di particolare bellezza ed effetto.
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   GIOVEDÌ 9 GIUGNO - ORE 21 precise


A spasso tra le rocce e nella storia, guidati dal Prof. Luciano Gibelli: il suo bel libro "Scrissero nella montagna - Le leugne rèis" è in biblioteca G.M. e lo consigliamo anche per l'originale stesura in italiano e piemontese e le ottime fotografie.
Sarà un modo nuovo e diverso di percorrere i sentieri alpini e di leggervi la conferma che "tuti i nastri pensé pì bej a l'an già avuje j'Antich", con gratitudine per chi li ha scritti sulla roccia e per chi con tanta intelligente passione ce li propone.

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VITA SEZIONALE


   VITA SEZIONALE


Annunciamo con dolore la scomparsa della Madre del nostro socio Renzo Robatto.
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   22 Maggio 1988 - Ricordo di Padre Lever


Nella ricorrenza del sesto mese dalla morte, verrà celebrata una S. Messa in suffragio alla Sacra di S. Michele, domenica 22 maggio - ore 11.
Informazioni in Sede opp. Zenzocchi Cesare - tel. 349.79.62

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