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Notiziario Sezione di Torino Gennaio 1994



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
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ATTIVITÀ PREVISTA


   19-20 marzo - XXVII Rally Sci Alpinistico all'Ischiator


Organizzato congiuntamente dalle sezioni di Cuneo e Genova, il rally si svolgerà nel bellissimo vallone dell'Ischiator, valle laterale della valle Stura di Demonte.
Pubblichiamo il programma pervenuto:

Sabato 19 marzo: nel pomeriggio, ritrovo dei partecipanti e accompagnatori presso l'albergo Corborant a Bagni di Vinadio, sistemazione e accettazione delle iscrizioni al rally.
18,00 h S.Messa prefestiva.
19,30 h Cena.
Dopo cena: Costituzione della Giuria. Comunicazioni del Direttore di gara. Estrazione ordine di partenza.
22,00 h Pernottamento.

Domenica 20 marzo
6,00 h Colazione e trasferimento al luogo di partenza.
7,00 h Inizio gara.
13,30 h Pranzo e premiazioni.
16,00 h Scioglimento del raduno.

Quote
Pensione completa (cena, pernott., colazione, pranzo) 95.000 Lit
Pranzo di domenica 35.000 Lit
Prenotazione di massima entro il 19 febbraio e quella definitiva entro il 5 marzo.
Note logistiche
Bagni di Vinadio è raggiungibile in 46 km da Cuneo (deviazione dalla statale del Colle della Maddalena in località Pianche).

Notizie più dettagliate sul percorso di gara saranno disponibili quanto prima in sede.
Gli aspiranti concorrenti desiderosi di partecipare al rally e i simpatizzanti possono per informazioni e iscrizioni rivolgersi
in sede tel. 817.48.06
oppure a:
BARBI Marco tel.329.53.55
CARDELLINO Daniele tel.817.22.12

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   6 marzo - Traversata Moneglia-Riva Trigoso


Tra il Monte di Portofino e le Cinque Terre vi è una montagna ai bordi del mare che supera i 500 metri di quota. Si tratta del Monte Moneglia (521 m), un rilievo arrotondato che si innalza sulla dorsale costiera tra Moneglia e Riva Trigoso. La traversata è un tratto del percorso chiamato "Verdeazzurro", si sviluppa su sentieri ben tracciati attraverso la pineta e la macchia mediterranea, formata oltre che dai pini, da un fitto sottobosco di felci, ginestre e corbezzoli.
Interessante la visita di Moneglia, cittadina di fondazione romana.


Ritrovo di partenza : Porta Nuova 7,20 h
Lingotto 7,26 h
Mezzo di trasporto : Treno
Direttore di gita : ZENZOCCHI Cesare tel. 349.79.62

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   10 aprile Traversata Breil-Saorge


Località di partenza : Breil-sur-Roya
Dislivello in salita : 700 m
Dislivello in discesa : 500 m
Tempo di salita : 4 h

La val Roya, questo lungo solco di montagne tagliato dal confine fra la Francia e l'Italia, è una terra che fin dai tempi antichi è stata luogo di transito e di mistero, e che ora si può visitare per-correndola sia col treno che a piedi.
Si raggiunge Breil con il treno, linea Cuneo - Ventimiglia, storica e caratteristica ferrovia, ricca di gallerie e di viadotti, su un percorso ad unico binario con pendenze considerevoli, tali da permettere la visione dall'alto della val Roya.
Si inizia il percorso a piedi che ha come partenza il paese di Breil e come arrivo quello di Saorge, sentiero che si svolge sempre sulla sinistra orografica del fiume.
Il primo tratto è in pineta, a cui segue una strada sterrata. Si raggiunge poi un bosco in cui ci si inoltra attraversandolo e si perviene a prati terrazzati dove vi sono ancora resti di edifici militari.
Abbiamo ancora un altro bosco da attraversare; il sentiero ora si abbassa e l'ambiente si fa aspro e selvaggio. Tale ambiente ci accompagnerà sino all'attraversamento di un corso d'acqua, dove si riprenderà la salita in un vallonetto al termine del quale una lunga discesa in diagonale ci porterà al Roya che attraverseremo.
Percorreremo un breve tratto della Route Nationale 204 e potremo così osservare le Gorges de Saorge, da cui si scorge il paese che raggiungeremo seguendo prima un tratto di vecchia strada e poi una carrareccia.
Saorge è arroccato su una costiera soleggiata; ha case antiche addossate le une alle altre per difesa. Noi raggiungeremo la piazzetta, osservando in basso la val Roya ed in alto le cime che ci circondano.
Dalla piazza si prosegue lungo una strada che, dopo aver percorso una galleria, ci permette di raggiungere la stazione di Fontan. Le simpatiche automotrici bianco - azzurre FS o giallo - rosse SNCF ci porteranno a Torino.

Ritrovo di partenza : TO-PN 7,35 h
TO-Lingotto 7,40 h
Mezzo di trasporto : Treno
Direttore di gita : BONFANTE Cesare tel. 4342612

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   13 marzo - Gita SciAlpinistica 10 aprile - Gita SciAlpinistica


Vi ricordiamo che in queste domeniche sono previste dal calendario gite due gite sci-alpinistiche. Non dimenticate di venire in sede al giovedì precedente per informarvi ed iscrivervi.

I direttori di gita sono rispettivamente:
BARBI Marco tel. 3295355
GUERCI Alberto tel. 5627662

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   23-25 aprile - Aig. du Tour traversata dei 3 Colli


L'itinerario attraversa quattro bacini glaciali: quello di Tour, quello di Trient, quello di Saleina ed infine quello dell'Argentière che, insieme, costituiscono il più grande complesso glaciale della parte settentrionale del massiccio del monte Bianco.
L'ambiente è grandioso, con terreni perfettamente adatti allo sci senza eccessive difficoltà.
L'Aig. du Tour è un belvedere di primordine poiché il panorama abbraccia una vasta porzione del gruppo del Bianco vero e proprio e tutta la catena delle Aig. Rouges.

1° giorno: Ritrovo alla chiesa di C. Vercelli ang. v. Ivrea
Partenza ore 5 con auto private
Ad evitare malintesi giovedì 21 in sede verranno presi gli ultimi accordi e definiti gli occupanti delle varie auto.
Percorso in auto: Torino - Aosta - Courmayeur - Traforo del monte Bianco - Chamonix. Si prosegue quindi lungo la strada che risale la valle; oltrepassato Argentière si giunge a Le Tour (1453 m) dove termina il viaggio in auto (190 km ca.)
Salita al rifugio ALBERT I (2702 m). In condizioni normali il percorso richiede circa 4 ore e 30; si snoda al margine di un severo ambiente glaciale dominato dalle seraccate del Glacier du Tour. Nella parte intermedia dell'itinerario si percorrono ripidi pendii che richiedono nevi abbondanti e ben assestate. In questo tratto in particolare, ma in tutto il percorso in generale, i partecipanti dovranno, nel modo più tassativo, attenersi alle disposizioni del capo gita che, in caso di pericolo, a suo insindacabile giudizio, potrà modificare il percorso o la meta, per garantire l'incolumità dei partecipanti.
L'arrivo al rifugio è di grande effetto poiché la vista si apre all'improvviso su un grande anfiteatro glaciale al cui margine sud-orientale si innalza la superba parete dell'Aiguille du Chardonnet.

2° giorno: Dal rifugio ALBERT I all'Aig. du Tour e discesa alla Cabane de Saleina
Dal rifugio si raggiunge il glacier du Tour, lo si percorre superando una zona centrale con seracchi puntando al col du Tour (3182 m). Dal colle si mette piede sul ghiacciaio du Trient; traversando sotto l'Aig. Purtsheller si punta alla Fenêtre du Pissoir (3410 m). Lasciati gli sci, si segue la cresta verso Sud che, dapprima nevosa poi con facili rocce, conduce in vetta (3544 m).
Ripresi gli sci si scende sul Plateau du Trient, si passa alla base delle Aig. Dorées e, descrivendo un ampio semicerchio si punta al col des Ravines Rousses ed il glacier des Plines. Da questo punto per comodi pendii si raggiunge il glacier de Saleina a circa 2800 m e lo si percorre spostandosi progressivamente sul lato destro.
A circa 2600 m si lascia il ghiacciaio e con breve rimonta si giunge alla Cabane de Saleina (2693 m).
Tempo complessivo 6-7 ore.

3° giorno: CABANE de SALEINA - COL CHARDONNET - discesa ad ARGENTIERE .
Dalla cabane de Saleina si ritorna sull'omonimo ghiacciaio puntando direttamente al col du Chardonnet (3323 m).
La discesa del glacier du Chardonnet, a parte una zona centrale crepacciata, non presenta eccessive difficoltà e permette di porre piede sul glacier d'Argentière, che si attraversa prima della zona crepacciata, per raggiungere la morena della riva sinistra. Da questo punto si raggiunge Lognan dove si trovano le piste degli impianti di risalita che la collegano con Argentière.
Tempo complessivo 5-6 ore.

In caso di maltempo durante lo svolgimento della gita, sono possibili vie di fuga e precisamente:
Dal bacino du Trient alla cabane du Trient (3122 m) con successiva discesa alla cabane d'Orny e da questa, come pure dalla cabane de Saleina al fondo della Val Ferret svizzera.

Difficoltà e materiali
L'itinerario, essendo classificato per BSA non è adatto ai principianti. E' pertanto richiesta una discreta capacità ed esperienza sci-alpinistica che sarà valutata dal capo gita all'atto dell'iscrizione.
L'itinerario richiede conoscenza dell'alta montagna e buona capacità nella scelta dell'itinerario.
Occorre tuttavia sottolineare che si tratta di zone assai frequentate in primavera, il che facilita parecchio la traversata.
Data la vastità dei ghiacciai possono sorgere, in caso di nebbia, seri problemi di orientamento; è perciò consigliabile che ogni gruppo di 4-5 partecipanti sia dotato di cartina, bussola ed altime-tro.

VITTO
E' necessario portare il necessario per i 3 giorni in quanto i rifugi, in questo periodo, non sono custoditi.
E' unicamente aperta una parte con circa 40 posti.
L'Albert I dovrebbe essere attrezzato con stufa, gas e stoviglie mentre, a tutt'oggi non si hanno notizie in merito per la cabane de Saleina.
Ci si dovrà accordare in sede per i fornelli e le stoviglie in relazione al numero dei partecipanti.

ATTREZZATURA ED EQUIPAGGIAMENTO
Indispensabile equipaggiamento d'alta quota.
In particolare si ricorda:
ARVA, ramponi, piccozza, imbragatura, occhiali da sole, pila frontale, sacco a pelo.
Le corde verranno gestite dal capo gita in relazione al numero dei partecipanti.

ISCRIZIONI
E' necessario conoscere con congruo anticipo il nominativo dei partecipanti per conoscere il livello medio del gruppo.
Le iscrizioni si accettano in sede dal 1° al 20 marzo.
Dopo tale data non si garantisce l'accettazione.

Bibliografia:
"Grandi raid in sci" di Piero Tirone ed. Zanichelli
Alpes et neige - 101 sommet a ski ed. Arthaud

Direttore di gita : Cesare BARBI tel. 4052025

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   10-14 aprile - 3a sett. di scialpinismo ad Anterselva


La Val d'Anterselva parte dalla verde Pusteria e si spinge a nord nel cuore della catena mediana delle Alpi. Dalla piana di Valdaora, al suo ingresso, la valle si può già vedere quasi tutta.
I colossi granitici del suo versante occidentale contrastano molto con la luminosità delle Dolomiti, appena più giù a sud.
L'altro lato della valle è invece occupato da monti dal profilo morbido e arrotondato.
Gli itinerari scelti vanno da quelli meno impegnativi, che si svolgono su ampi e dolci pendii coperti in parte dal bosco rado, a itinerari più difficili, che in genere sono costituiti da ripidi canaloni esposti a sud ed hanno un finale su ghiacciaio rivolto a est. Itinerari alternativi sono stati scelti nelle valli Aurina e Casies, raggiungibili rapidamente in auto.

L'attrezzatura necessaria sono pelli di foca, rampant, cordini, pala, imbragatura, moschettoni e, soprattutto, l'ARVA. Portare il sacco pelo per le eventuali gite di due giorni.
Alloggiamento ad Anterselva di Sotto. Si può arrivare, oltre che con l'auto, in treno fino a Valdaora (distante sette chilometri).
Ritrovo dei partecipanti domenica pomeriggio.
Informazioni più dettagliate in sede (tel. 817.48.06).

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   8 maggio - Incontro al M. Rama in memoria di Renato Montaldo


Località di partenza : Sciarborasca / Arenzano (Genova)
Dislivello in salita : 940 m
Tempo di salita : 3,00 h

Ad un anno dalla Sua scomparsa, viene ricordato l'amico Renato, organizzando un incontro intersezionale delle sezioni occidentali al Monte Rama. Sulle sue pendici perì, in un banale incidente, durante un'esercitazione in palestra di roccia.
Durante la salita, vi sarà un momento di raccoglimento con la S. Messa nel punto dell'incidente, ai torrioni di Sciarborasca.
Il Monte Rama, sito nelle vicinanze di Genova, è un'imponente piramide in gran parte rocciosa. La vetta, 1148 m, è il punto estremo di una lunga cresta orizzontale, bordo meridionale dell'altopiano sommitale. Vi si giunge percorrendo l'autostrada Genova - Savona; uscire al casello di Arenzano e proseguire sino a Sciarborasca, dove si lasciano le macchine e inizia il percorso escursionistico.

Ritrovo di partenza : P.za Pitagora 6,45 h
Mezzo di trasporto : auto private
Informazioni in sede : tel. 817.48.06

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   24-27 giugno - Le Gorges du Tarn


Le gorges sono situate nel dipartimento del Lozère, Francia meridionale, nel complesso montuoso della Cévennes.
Mende, antica capitale del Gévaudan, situata tra la sponda sinistra del fiume Lot e l'alto strapiombo roccioso del Cause de Mende che la sovrasta di 350m, sarà il nostro punto di partenza per le escursioni turistiche:
Gorges du Tarn, itinerario di primissimo ordine, dove il Tarn scorre al fondo di un cañon di struttura carsica tra pareti giallo - ocra. Il cañon è tra i più spettacolari della regione delle Causess ed è una delle meraviglie della Francia.
Aven Armand, scoperte ed esplorate nel 1897 dagli speleologi Martel, Viré e Armand. Le grotte sono situate a 75 metri di profondità e si accede, attraverso un tunnel lungo 200 metri, alla sala grande, dove si può ammirare la "foresta vergine" formata da 400 stalagmiti bianchissime, arboriformi di cui una alta 30 metri. Una luce morbida dà alle stalagmiti una trasparenza di fine porcellana.
Le Puy, antica capitale del Velay, situata in un singolare paesaggio di enormi picchi di origine vulcanica (i puys).
I principali monumenti sono la Cattedrale di Nôtre - Dame, sede di pellegrinaggi culminanti nel medioevo con la venerazione della famosa Madonna Nera, e Rocher Corneille, sperone roccioso alto 130 m sormontato da una colossale statua della Vergine (Nôtre Dame de France) fusa nel 1860 col bronzo di 213 cannoni presi dai Francesi nella battaglia di Sebastopoli. Magnifico panorama.

Il programma definitivo sarà pubblicato sul prossimo notiziario.
La disponibilità è di 40 posti circa. Pertanto, chi desidera partecipare alla gita è pregato di dare la propria adesione, e una caparra, entro il 24 febbraio; mentre il saldo dovrà essere versato entro il 9 giugno p.v.
Viaggio in pullman.

Informazioni : in sede tel. 817.48.06
oppure rivolgersi a : BONFANTE Cesare tel. 434.26.12
ZENZOCCHI Cesare tel. 349.79.62

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   giovedì 24 marzo - L'Orologio dei nostri Antenati


Il signor Dante Banfo , grande appassionato di orologi solari, terrà una conferenza sulle:

MERIDIANE: quegli strani disegni sui muri

Spesso chi ama la montagna, nelle sue lunghe escursioni, si trova davanti a questi antichi misuratori del trascorrere del tempo, semplici nella loro fattura essenziale, ma di difficile lettura interpretativa.
Con una breve esposizione, con l'ausilio di disegni e con la proiezione di diapositive, si cercherà di chiarire i concetti costruttivi ed i vari tipi di linee (orarie, equinoziali, solstiziali, diurne) solitamente presenti sui "quadranti solari" ma che normalmente ed impropriamente noi siamo usi chiamare "meridiane".
Si andrà a vedere i lati sconosciuti di questi "strani disegni sui muri" quindi a dare valore a cosa, con tanto amore, i nostri antenati affrescando sulle pareti, ci hanno lasciato in eredità e che purtroppo, per incuria e disinteresse, troppo spesso si viene a perdere.

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   giovedì 21 aprile - Film dalla Cineteca del CAI Crepacci Corda e Pala


Escursione in alta quota sulle montagne dell'Oberland Bernese, al Grünhorn. Viene illustrato come lo sci-alpinismo sia affascinante ma richiede la conoscenza e il rispetto di determinate regole.
Il film si sofferma sui pericoli della montagna come ad esempio, i crepacci nascosti dalla neve fresca. (Premiato al festival di Trento).


Incantesimo bianco

Il film narra di una gita sci-alpinistica all'Aiguille d'Argentière nel massiccio del Monte Bianco e da modo così ai partecipanti alla tre giorni di sci-alpinismo, che ancora non lo conoscono, di vedere in anteprima l'ambiente dove si svolge la gita descritta in questo notiziario.

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ATTIVITÀ SVOLTA


   21 novembre - Traversata Camogli - Portofino


7,10 h arrivo trafelata alla stazione col mio zaino sulle spalle; per fortuna alla biglietteria non trovo code e dopo aver sbagliato binario (n. 13 anziché n. 3 che mi avrebbe portato a Milano anziché a Genova) mi ritrovo finalmente sul treno giusto, verso la sospirata meta.
La giornata si prospetta delle più nere: ad Asti vediamo dal finestrino grossi fiocchi di neve; le previsioni sono quelle di una gita sotto la tormenta, ma dopo Novi Ligure ecco fare capolino il sospirato sole che, man mano che ci avviciniamo a Genova, diventa sempre più consistente.
A Genova ci attende il gruppo della Giovane Montagna locale, con un consistente gruppo di giovani che forma un notevole contrasto con la nostra comitiva (quasi tutti rigorosamente "over 50").
A Camogli sosta per le immancabili focacce locali; e poi via, quasi di corsa, perché il gruppo non aspetta (è una vecchia tradizione della G.M.: mai aspettare i ritardatari e i meno allenati: che si arrangino!).
Si inizia con gli 800 e passa scalini (non ricordo il numero esatto), poi si prosegue sul sentiero tra la macchia mediterranea, che è tutto un sali - scendi, attraverso campi, frutteti di cachi e di ulivi, sentierini che si intersecano e non sai quale prendere, militari di guardia ai seggi per le votazioni locali e che ti dicono che loro lì ci sono per la prima volta e ti guardano come se fossi un alieno, quello che guida la marcia non si vede più, chissà dov'è, chiami e nessuno ti risponde. Dopo circa una buona ora di marcia eccoci riuniti al punto di ritrovo (segnalato finalmente da una serie di cartelli); vivaci discussioni se prendere il sentiero in mezzo ai boschi più innocuo e tranquillo, o se prendere il sentiero che corre a picco sul mare; opterei per il primo ma la banda mi convince: ma dai cosa fai, andiamo tutti da lì, cosa vuoi che sia.
E via con prelievi clandestini di profumatissimo timo, con passaggi a strapiombo sul mare, riconoscendo però che il paesaggio è veramente mozzafiato, corde fisse nei passaggi più impervi, qualche non più giovane signora in difficoltà, qualche giovanotto un po' avanti negli anni dimostra una discreta strizza.
Mi fermo a metà strada praticamente esausta appoggiandomi a un pino (o è un abete?) e vengo amorevolmente confortata e rifocillata da un caritatevole gruppo di soci di Ferriera in quel di Avigliana; si incomincia la discesa incrociando un nutrito gruppo di gitanti che va verso il sentiero opposto ed è tutto uno scambio di gentilezze, passa tu che aspetto io, no grazie prime Lei, noi siamo tre pullman, e Voi?
Come Dio vuole arriviamo a San Fruttuoso dove mi lascio cadere al limite delle mie poche forze sugli unici centimetri quadrati rimasti liberi (anche perché come al solito sono giunta ultima), e qui consumiamo un frugale e veloce spuntino con nelle narici non solo "sapore di mare" ma anche e soprattutto "sapore di gatto"; scopriamo infatti che la popolazione di San Fruttuoso è composta quasi unicamente da gatti. Dopo il lauto pasto quasi tutto il gruppo riprende la marcia (cioè i soliti temerari ed infaticabili) attraverso il monte fino a Portofino con altre tre ore di cammino; la sottoscritta con uno sparuto gruppo di soci prende il battello che ci porterà a Camogli e poi il treno fino a S. Margherita Ligure, dove ci ritroviamo infine con il resto della comitiva.
Arrivo a Torino a Porta Nuova alle 20,00 h; tutto bene.
Fine della gita.
Arrivederci alla prossima.
Gabriella Bezza Guerra

P.S.: Adesso che ci penso, la meta della gita era Portofino, ma Portofino non l'abbiamo vista neanche in cartolina. Speriamo la prossima volta.

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   28 novembre - In contro al M. dei Cappuccini


Il tradizionale ritrovo autunnale ai "Cappuccini", com'è d'uso chiamarlo, ci ha radunati alle 9,30 per la S. Messa celebrata da Padre Onorato. Un doveroso ricordo agli Amici che ci hanno lasciati ed a ciò che hanno rappresentato per la Giovane Montagna.
Dopo la S. Messa ci siamo spostati nei locali dell'attiguo salone per festeggiare i Soci di 20 anni, 50 anni e 70 anni: è stata un'ulteriore occasione per riunirci e celebrare con loro questi mo-menti.
Ettore Briccarello

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   Giovedì 23 dicembre - Auguri Natalizi in sede


Mai avevo incontrato tanti Soci nella Sede della GIOVANE MONTAGNA come la sera del 23.12.1993!
L'iniziativa di partecipare allo scambio di Auguri ed alla celebrazione natalizia ha avuto una larghissima adesione ottenendo quindi un più che lusinghiero successo.
Ed è stata una serata veramente ben riuscita!
Alle 20 abbiamo partecipato alla S. Messa celebrata da don Esterino Bosco che ha sottolineato l'alto valore di queste riunioni conviviali. Un gruppo di giovani della sottostante Parrocchia della SS. Annunziata ha accompagnato la funzione con suggestivi canti natalizi.
Subito dopo ci attendeva un ricco spuntino che era stato organizzato da Rosangela con l'aiuto di parecchi Soci; vista però la grande affluenza, si dimostrò un po' esiguo! Speriamo che l'anno prossimo si senta coinvolto un maggior numero di Persone.
Dopo un festoso scambio di auguri ci siamo lasciati con la speranza di poterci ritrovare nelle varie attività sociali del 1994.
Un plauso particolare al nostro Presidente per la bella iniziativa innovatrice!

Giovanna Pari

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   Capodanno al Natale Reviglio


Tradizionale vacanza di fine anno al Rifugio Reviglio, con un buon numero di partecipanti. Neve e allegria in abbondanza. Graditi ospiti un gruppo di giovani genovesi. Abbiamo dato ospitalità ad alcuni turisti scampati alle valanghe di Val Ferret. Grande lavoro di spalatura al posteggio macchine per le super nevicate, ma nessuna è rimasta la !!!
Arrivederci al prossimo anno.
Augusto Mochino

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   9 gennaio - Cinque Terre e Presepe di Manarola


Domenica mattina, ore sette: sta piovendo, ma dieci coraggiosi soci si trovano alla stazione di Porta Nuova.
Il cielo continua a promettere pioggia ma, passato l'Appennino, appaiono i primi lembi d'azzurro. A Monterosso le nostre speranze non vanno deluse: il cielo completamente sereno, il mare calmo e un sole quasi estivo sono il preludio di quella che sarà una bellissima gita. Dopo aver riposto nel sacco gli inutili maglioni e giacche a vento, salendo e scendendo un'infinità di scalini, giungiamo a Vernazza dove, su una scogliera, ci fermiamo per una piccola colazione. Altri scalini, ma anche sentieri costeggiati da vigneti, fichi d'India e da una mimosa completamente fiorita e giungiamo a Corniglia, dove ci fermiamo per il pranzo. Più tardi scendiamo nuovamente verso il mare. L'ultimo tratto di sentiero è interessato da movimenti franosi ed è sbarrato da una cancellata in ferro, che viene superata con qualche acrobazia. Giunti a Manarola ci confondiamo con i turisti locali e, seduti su un muretto che si affaccia al mare, ci gustiamo uno spettacolo naturale, ma sempre incomparabile: il tramonto del sole.
Raggiungiamo quindi la parte alta dell'abitato per osservare il presepio luminoso. Alle 17,30 precise dalla collina di fronte si diffondono le note dei più conosciuti canti natalizi e, tra i filari delle vigne, si illumina un centinaio di pecore, pastori, magi, pescatori e, al culmine, la capanna con la stella cometa. Dopo aver contemplato questo originalissimo presepio, scendiamo verso la stazione per raggiungere La Spezia e quindi Torino.

G. M. Robatto

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   16 gennaio - Punta dell'Aquila


"Cantami, o Diva, del pelide Achille..."
Così come Omero, anch'io cerco ispirazione per stendere questa mia prima relazione sulla prima gita del 1994.
Non aspettatevi una relazione tecnica, in quanto sono sprovvisto della terminologia e delle conoscenze appropriate; tenterò invece di raccontare semplicemente quello che io ho provato.
Vivendo a fianco di una provetta alpinista e venendo a contatto con persone con una profonda conoscenza della montagna, so che ognuno ha una gita preferita, un monte o una cima prediletta. Anch'io ne avevo una, la Cialma.
Ebbene, ora ne ho un'altra, l'Aquila! Salita costante, dislivello ragionevole, assenza di "guce" e, soprattutto, niente ALBERI!! Quest'ultimo fattore non è determinante in salita, parte che io preferisco, ma in discesa che, se ulteriormente caratterizzata da neve fresca, irregolare e ventata, diventa per me un'impresa ben più ardua che sconfiggere gli ateniesi!
Avrete capito quali sono le mie capacità tecniche. Sono uno scialpinista "sui Genesis". Comunque, per la prima volta, ho affrontato l'impresa con un mio pari, cioè con un cane! Purtroppo ho constatato che anche lui era molto più a sua agio sulla neve di quanto lo fossi io.
Chiudo questa relazione ricordando che, sempre per la prima volta, abbiamo fatto un'esercitazione con gli ARVA. Francesco ci ha spiegato con passione ed enfasi il suo utilizzo e la necessità di operare nel minor tempo possibile, di corsa. Lui. Noi abbiamo eseguito le ricerche con impeccabile flemma inglese, ascoltando lo strumento come un "merenderos" ascolterebbe il suo Walkman. Alla fine però abbiamo trovato l'ARVA sepolto. Morto.
Spero comunque che queste esercitazioni vengano ripetute ogni gita per impossessarci della tecnica necessaria per utilizzarlo in modo proprio. AD MAIORA!

Gianni Antonucci

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SERATE IN SEDE


   Giovedì 18 novembre - Immagini dell'attività 1993


Scopo della serata era di ritrovarsi con i partecipanti alle varie gite effettuate nella scorsa stagione per rivivere i bei momenti trascorsi assieme, anche attraverso la proiezione delle diapositive dei vari partecipanti. Sotto questo aspetto la serata è stata sicuramente deludente in quanto i gitanti intervenuti sono stati veramente pochini e le diapositive disponibili per la proiezione sono state insufficienti a supportare una serata.
Credo sia necessario puntualizzare come la vita associativa si esplichi e si rafforzi anche attraverso queste manifestazioni; si invitano pertanto i soci ed in particolare i partecipanti alle gite a dare un maggior contributo di partecipazione a queste manifestazioni tenendo anche conto del notevole onere organizzativo ed economico che la sezione si assume per l'effettuazione e la riuscita delle gite.
Buona invece, al di là di ogni più rosea aspettativa, la partecipazione dei soci non gitanti che con la loro presenza ed il loro consenso hanno dato un po' di incoraggiamento agli organizzatori ed ai pochi soci attivi presenti in sala.

Cesare Barbi

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   Giovedì 9 Dicembre - Un viaggio a Capo Nord


Questa volta siamo stati condotti da Rosangela Boggero, da Maria Rosa Castagneri e da Giovanna e Ferruccio Pari, a Capo Nord.
Il percorso, a carattere soprattutto turistico, è iniziato dalla Danimarca, poi siamo stati condotti in Norvegia, ne abbiamo raggiunto il settentrione, abbiamo fatto sosta al mitico Capo Nord (come recita il titolo) ed abbiamo concluso il viaggio in Lapponia.
Una vera gioia poter ammirare terre da noi così lontane, ma purtuttavia non dissimili dalle nostre zone alpestri.
Ciò che ci ha maggiormente appagato lo sguardo sono stati l'ordine e il nitore dei posti: da noi purtroppo sono peculiarità che stanno diventando sempre più rare.
E' stato un bellissimo viaggio che ci ha concesso di contemplare il "sole di mezzanotte": un invito a visitare queste terre remote.

Ettore Briccarello

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VITA SEZIONALE


   VALANGHE E NEVE


"Relazione della lezione seguita al corso di sci alpinismo della SUCAI Sez. Torino"

Non si può mai escludere il rischio al 100%, rimane sempre anche nelle condizioni più favorevoli un margine di errore nella valutazione delle condizioni del manto nevoso.

Cos'è la neve. La neve si forma per condensazione di vapor d'acqua in condizione sovrasature su un granello di pulviscolo. Si ha la formazione di una struttura cristallina di forma dendritica che si ingrossa nel moto di discesa verso terra. La struttura dendritica consente ai vari cristalli di incastrarsi fra di loro costituendo una struttura più compatta. La neve appena caduta ha un pe-so specifico che si aggira sui 30-40 kg/m3 appena scesa, di circa 100 kg/m3 dopo qualche settimana e di 600 kg/m3 a primavera.
E` un ottimo isolante termico: ciò significa che si viene a creare un notevole salto termico tra la temperatura al suolo e la temperatura alla superficie del manto nevoso. Al contatto con il terreno la temperatura rimane generalmente attorno ai 0-1 gradi Celsius, mentre alla superficie esterna del manto la temperatura può facilmente variare di parecchi gradi.
In tali condizioni i cristalli depositatisi per primi, e cioè che si trovano negli strati inferiori del manto, subiscono con il passare del tempo una reazione di sublimazione passando così dallo stato solido allo stato di vapore. Tale vapore può tranquillamente salire verso gli strati superiori, condensandosi, successivamente, sui cristalli di tali strati per effetto della temperatura esterna più bassa. Si vengono in questo modo a creare i cristalli a calice. I cristalli a calice sono caratterizzati da una notevole facilità di scorrimento, e sono loro che costituiscono una delle componenti principali della formazione delle slavine. Essi infatti agiscono, per gli strati di neve che si depositeranno successivamente, come uno strato di cuscinetti a rotolamento, favorendo cioè lo scorrimento, su piani paralleli al terreno, dei vari strati di neve depositatisi.
Fin qui abbiamo considerato soltanto le cause di alterazione del manto nevoso per cause interne; a queste rimangono da aggiungere le alterazioni portate dal vento e dal sole, che ne modificano velocemente, ed imprevedibilmente le condizioni.
Il risultato è che a pochi giorni dalla nevicata possiamo trovare condizioni del manto nevoso completamente opposte a seconda dell'esposizione e delle condizioni meteorologiche.

Meccanica della valanga. Il manto nevoso permane in una condizione di equilibrio sul terreno sottostante grazie alla forza di attrito tra manto e terreno. Forse più che di meccanica sarebbe più corretto parlare di dinamica della valanga. La neve infatti, come tutti i corpi, obbedisce a precise leggi fisiche (un po' di richiami di fisica daranno sicuramente un aiuto a capire il fenomeno): ha un suo peso, una sua densità e, per come è costituito il manto nevoso (vi ricordate i cristalli a forma dendritica), è in grado di offrire una certa resistenza allo scorrimento dei cristalli. Se noi sezioniamo il manto nevoso possiamo riconoscere gli strati di neve depositatisi in successive nevicate e possiamo dire, considerando ogni strato come un unico blocco, che ogni blocco è caratterizzato da una sua rugosità superficiale cui possiamo far corrispondere un coefficiente di attrito e una conseguente forza di attrito. Il coefficiente di attrito dà in pratica un'idea della forza che lo strato nevoso considerato offre al movimento naturale o provocato.
Se esiste questa forza che si oppone al moto perché si staccano le valanghe? Le valanghe si staccano perché in determinate condizioni noi applichiamo sul manto una forza che è superiore a quella di attrito. L'esempio più semplice per capire il fenomeno è analizzare il moto di un corpo su un piano inclinato: se noi appoggiamo un corpo su un piano e poi iniziamo ad inclinare il piano stesso il corpo resterà fermo fin ad una certa inclinazione del piano, poi incomincerà a muoversi.
La forza - peso del corpo è diretta verticalmente verso il suolo ma la si può scomporre in due componenti: una perpendicolare al piano inclinato su cui è appoggiato il corpo e diretta verso il basso, l'altra parallela al piano inclinato e diretta anch'essa verso il basso. La componente verticale mi indica la forza impressa dal corpo al piano; se i due corpi presentano una certa rugosità superficiale, se sono cioè ruvidi, la componete perpendicolare della forza peso tenderà ad incastrare le asperità delle due superfici impedendone in questo modo il movimento reci-proco.
Questo fenomeno costituisce la forza di attrito: essa dipende perciò principalmente da due fattori: la componente perpendicolare della forza peso e la rugosità degli strati, o meglio in maniera più semplice l'inclinazione del piano e il coefficiente di attrito. Più il piano è inclinato, minore è la componente perpendicolare della forza, minore di conseguenza è la forza di attrito opposta al movimento.
Non abbiamo però ancora parlato della componente parallela al piano: tale componente è la vera responsabile del moto del corpo. Finché questa componente è minore della forza di attrito il corpo non si muove, quando le due forze si uguagliano il corpo si trova in equilibrio instabile: basta cioè un piccolissimo spostamento per metterlo in moto; se è maggiore della forza di attrito il corpo si muove.
Lo sciatore con il suo movimento introduce, sugli strati del manto nevoso, un movimento parallelo al piano e va perciò a modificare notevolmente l'equilibrio del manto nevoso. Si viene in pratica ad introdurre una componente di forza parallela al piano che, se non è equilibrata da una pari forza di attrito tra gli strati del manto, innesca la discesa della slavina.
Fin qui sembrerebbe solo un problema di fisica, e in pratica lo è, la vera incertezza però consiste nel valutare la solidità dei legami tra gli strati di neve che compongono il manto. Non si riesce in pratica a valutare quale potrebbe essere un coefficiente di attrito probabile. Esso infatti dipende da un numero troppo elevato di variabili, molte delle quali non quantificabili, e che possono assumere valori diversissimi a seconda del punto in cui ci si trova. Le condizioni meteorologiche da sole influenzano in maniera pesantissima gli strati nevosi, come abbiamo precedentemente visto.
Bisogna inoltre fare attenzione ad un altro fatto importante: tutti i pendii di una dorsale sono collegati fra loro. Ciò significa che pendii ripidi possono rimanere in equilibrio non perché stabili di sé stessi, ma perché ancorati a pendii meno ripidi e più stabili; la rottura perciò di un ancoraggio, su un pendio poco ripido, magari a causa di uno sciatore, può provocare il distacco della valanga sul pendio più ripido. Non è perciò detto che passare in una valletta al riparo da un pendio ripido sia meno pericoloso, perché ricevo in testa la valanga del pendio sovrastante.
Si può in ogni caso affermare, con le dovute cautele che pendii con meno di 22 gradi di inclinazione e con più di 50 gradi sono con buona probabilità sicuri. I primi perché poco pendenti e gli strati nevosi non riescono a prendere velocità, i secondi perché molto ripidi e la neve che cade durante le nevicate si ammucchia direttamente sul fondovalle.
E` fondamentale esaminare bene i pendii durante la parte di salita della gita, al fine di poter scorgere i pendii e i valloni da evitare in fase di discesa. La scelta dell'itinerario più sicuro deve essere sempre fatto anche se le condizioni della neve sembrano sicure.
Questo argomento riporta perciò inevitabilmente al discorso della conduzione della gita. Ci sono alcune regole fondamentali che ogni partecipante dovrebbe rispettare (se non per l'incolumità degli altri per amore della propria): se il gruppo è numeroso bisogna procedere, in salita, suddivisi in gruppetti di 4-5 persone distanziati di alcune decine di metri gli uni dagli altri, facendo però in modo di mantenere a vista sia il gruppetto che precede, che quello che segue. Questa norma ci consente, in caso di valanga, di aver un minor numero di travolti, con tutti i benefici per la successiva ricerca (più manodopera), e per la felicità di chi è rimasto fuori. In di-scesa è buona norma procedere anche qui a piccoli gruppetti, programmando la sosta in un luogo sicuro al riparo da eventuali slavine che possono essere provocate dai nostri compagni che ancora stanno scendendo, e in modo che tutti i partecipanti possano arrivarci senza troppa fatica. Le tracce devono comunque, e in ogni presumibile condizione della neve, essere fatte in modo da tagliare il meno possibile il pendio. Le soste devono essere fatte in luoghi sicuri e che ci consentano di esaminare il successivo tratto di strada in modo da poter scegliere con calma il successivo tracciato.
Se possibile è preferibile seguire sia in salita che in discesa le eventuali dorsali presenti. Ciò crea sicuramente qualche problema in più ma in tali zone è molto più improbabile il distacco di slavine.
La prima precauzione è quella di partire documentati. Non si può partire alla cieca, bisogna studiare sulle cartine i possibili percorsi di salita e discesa, magari anche aiutandosi con fotografie scattate in gite precedenti, bisogna sentire il bollettino nivometeo non solo la sera prima ma possibilmente più volte nella settimana per seguire l'andamento delle condizioni meteorologiche (presenza di vento, bruschi innalzamenti o abbassamenti di temperatura, piogge ecc.), bisogna avere il coraggio di cambiare gita se le condizioni del terreno, visto dalla carta, e il bollettino meteo non ci convincono, Dobbiamo in ogni caso ricordarci che la montagna è li e non scappa. In un rifugio ho trovato scritto "...ricorda uomo che quando tu non c'eri io già c'ero, e quando tu non ci sarai più io ci sarò ancora..." Firmato "la Montagna". Se anche iniziata la gita vediamo che le condizioni non ci piacciono, e se possiamo, torniamo indietro, andiamo magari a sciare in pista. In certi casi non è poi neanche così umiliante (anzi per alcuni è sovente auspicabile).
Devo chiedere scusa per la lunghezza dell'articolo ma sono argomenti che è forse più facile affrontare oralmente e con l'aiuto di disegni, schemi e fotografie. Le cose fin qui dette si possono trovare su pubblicazioni di tecnica alpinistica, trattati in maniera più approfondita, e con tutti i supporti visivi necessari; vi rimando perciò a tali pubblicazioni per una migliore conoscenza dell'argomento.
Concedetemi solo una piccola considerazione, anche alla luce della sicurezza delle gite "sociali": mi trovo perfettamente d'accordo con la relazione della gita effettuata l'anno scorso e redatta da M.T. Bolla. E` inutile e stupido rischiare il distacco di una slavina per la gioia effimera di passare su un pendio "vergine". Questo riporta anche ad un altro argomento: se la gita è di gruppo tale è e tale deve rimanere dalla partenza all'arrivo. E` pericoloso, soprattutto se inesperti, dimostrare di aver fiato da vendere in salita e di essere più bravi dell' "Albertone" nazionale in discesa, le nostre dimostrazioni potrebbero costare molto caro sia a noi stessi che ai nostri amici, senza parlare poi dei poveri capi gita che fungeranno per rispondere di tutto coi che è accaduto per lo scarso senso di responsabilità di una o poche persone.

Il Cai in collaborazione con la regione ha disposto dei bollettini nivometeo che forniscono tutte le indicazioni sulle condizioni meteorologiche e nivometriche e forniscono con una scala da 1 a 5 il grado di rischio di distacco del manto nevoso. Riportiamo qui di seguito i numeri di telefono e la scala unificata del pericolo da valanghe.

Risponditori telefonici regionali o provinciali:

Regione Liguria 010 532049
Regione Piemonte 011 3185555
Regione Valle d'Aosta 0165 31210
Regione Lombardia 1678 37077
Prov. Aut. di Trento 1678 50077
Prov. Aut. di Bolzano 0471 270555
Regione Veneto 1678 60345
Regione Friuli-Venezia-Giulia 1678 60377

Il bollettino viene emesso da Dicembre ad Aprile alle ore 13,00 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. Nel Veneto l'emissione è giornaliera dal lunedì al venerdì.


Scala unificata del pericolo da valanghe

1. Debole
Il distacco è possibile solo con un forte sovraccarico** su pochissimi pendii ripidi estremi. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee. Condizioni generalmente sicure per gite sciistiche.
2. Moderato
Il distacco è probabile con un forte sovraccarico** soprattutto sui pendii ripidi indicati. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee. Condizioni favorevoli per gite sciistiche ma occorre considerare adeguatamente locali zone pericolose*.
3. Marcato
Il distacco di valanghe è probabile con un debole sovraccarico** soprattutto sui pendii ripidi indicati. In alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe. Le possibilità per gite sciistiche sono limitate ed è richiesta una buona capacità di valutazione locale.
4. Forte
Il distacco è probabile già con debole sovraccarico** sulla maggior parte dei pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe. Le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale.
5. Molto forte
Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido. Le gite sciistiche non sono generalmente possibili.

* Nel bollettino nivometeo vengono generalmente descritte in modo più dettagliato (quota, espo-sizione, forma del terreno, ecc.).
** Sovraccarico: - forte: es. gruppo compatto di sciatori, mezzo battipista, uso di esplosivo;
- debole: es. singolo sciatore, escursionista senza sci.

Marco Demaria

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   13 gennaio - Assemblea ordinaria dei Soci


Giovedì 13 gennaio si è svolta l'assemblea alla presenza di un discreto numero di soci. Il Presidente relaziona sulle attività svolte dopo l'ultima assemblea. Passa poi ad illustrare le gite e manifestazioni varie previste nel nuovo calendario sociale. Viene data inoltre lettura del bilancio preventivo per il 1993-94.
Vengono poi esposte due iniziative umanitarie, di cui viene data notizia in altra parte del notiziario.
Termina l'assemblea senza interventi validi e, purtroppo non perfettamente guidata, lascia tra i presenti un senso di generale insoddisfazione.
Il Presidente

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   QUOTE SOCIALI 1994


Hanno già rinnovato la quota associativa 1994 soltanto il 45,4% degli ordinari e il 42,3% degli aggregati.
INVITIAMO quindi tutti coloro che non hanno ancora rinnovato la loro iscrizione alla Giovane Montagna a farlo al più presto (secondo il regolamento entro la fine di marzo), preferibilmente venendo in sede al giovedì sera (21,30 ÷ 23,00) - se no che ci sta a fare? -, sia mediante versamento sul ccp 13397104 intestato a Giovane Montagna via S. Ottavio 5 Torino.

Vi ricordiamo le quote 1994:
SOCI ORDINARI 25.000 Lit
SOCI AGGREGATI 10.000 Lit

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   CONSIGLI SEZIONALI


Dopo l'uscita dell'ultimo notiziario si sono svolte due riunioni di consiglio che, oltre ai vari argomenti trattati di normale amministrazione, ha approvato la proposta formulata dai soci nell'assemblea dell'ottobre u.s.: effettuare dal Reviglio gite con guida nelle settimane di maggior affluenza dei soci.
Si decide, inoltre di affiancare in due gite sci-alpinistiche la guida Claudio Bernardi, a quei soci che intendono iniziare o perfezionare la pratica del fuori pista per dare loro la sicurezza e la conoscenza dell'ambiente dove lo si pratica.
Vengono poi portati a conoscenza del consiglio, da parte della commissione Reviglio, i lavori e quanto necessario per completare la richiesta inoltrata negli anni scorsi ai VV.FF. di Aosta inerente alle norme di sicurezza.
Il Presidente

PROSSIMO CONSIGLIO SEZIONALE: 14 Marzo

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   Nuovi Soci


Sono stati ammessi a soci i signori:
Cavalli Pier Claudio Locco Maria Teresa
De Bernochi Patrizia Villani Lucia
Frigero Marco

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   Iniziative di solidarietà


La Giovane Montagna sez. di Torino intende partecipare, una tantum, a due iniziative di solidarietà dando un contributo.

La prima con l'acquisto di una copia numerata di una acquaforte - acquatinta, a tiratura limitata, raffigurante il versante della Brenva al Monte Bianco, eseguita dall'artista veronese Stefano Tedeschi, noto alpinista appassionato di arrampicata su ghiaccio. Il ricavato della vendita di queste acqueforti sarà devoluta alla famiglia dello scomparso GianCarlo Grassi.

La seconda, dare una somma di denaro a favore dell'Associazione case famiglia PierGiorgio Frassati. Nata tre anni fa', intende aiutare quelle persone colpite da disabilità fisica, anche grave. Tra i suoi obiettivi, questa Associazione ha l'acquisto di un alloggio da adattare alle necessità di questi disabili.
Ne fa' parte, in qualità di vicepresidente, il figlio del sig. Mongiano (socio della sez. di Moncalieri) Dario, colpito da grave handicap. Sarà tra coloro che utilizzeranno l'appartamento.

Se vi fosse qualche socio che intende contribuire o avere più informazioni su queste iniziative, può rivolgersi in sede (tel.817.48.06).

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