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Notiziario Sezione di Torino Settembre 1999
ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
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VITA SEZIONALE
Giovedì 30 Settembre - 21,15 h - ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI
L?Assemblea Ordinaria dei Soci è convocata per
giovedì 30 Settembre alle 21,15 h presso la Sede
Sociale per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
1) Relazione del Presidente
2) Esame del bilancio consuntivo 1998/1999
3) Nomina del seggio elettorale per l'elezione del nuovo Consiglio di
Presidenza e dei Delegati al Consiglio Centrale 2000/2001
4) Varie ed eventuali
N.B. Il socio ordinario destinatario di questo notiziario è tenuto, sotto la
sua personale responsabilità , a informare di questa assemblea tutti i soci a
lui aggregati.
MODALITÀ PER IL VOTO
1) Ogni Socio ha ricevuto, tramite posta, la scheda che dovrà essere
spedita o consegnata in SEDE compilata e sigillata, al seggio elettorale
entro le 23,00 h di giovedì 30 settembre. N.B. Il tagliando numerato
NON DEVE essere separato dalla scheda; tale operazione è svolta dal
Presidente del Seggio all'atto dell'inserimento nell'urna.
2) Come da Statuto Sezionale (Art. 19) hanno diritto al voto i Soci
maggiorenni e in regola con la quota sociale.
3) Il seggio elettorale resterà aperto solo la sera di giovedì 30.
4) Dovranno essere eletti 14 Consiglieri e 12 Delegati.
Si raccomanda di indicare i prescelti con cognome e nome.
L'occasione dell'Assemblea è anche quest'anno il momento delle votazioni
per il RINNOVO DELLE CARICHE SOCIALI.
Decadono per fine mandato:
dal Consiglio di Presidenza da Delegati al Consiglio Centrale
SOLERA Lodovico ZENZOCCHI Cesare
CARDELLINO Daniele ROCCO Enrico
ROCCO Enrico RISATTI Stefano
BARBI Cesare BOGGERO Rosangela
RAINETTO Carola CARDELLINO Daniele
ZENZOCCHI Cesare SOLERA Lodovico
RISATTI Stefano ROCCO Giorgio
BARBI Marco BUSCAGLIONE Sergio
BOGGERO Rosangela BRICCARELLO Ettore
ROCCO Giorgio CASTAGNERI MariaRosa
CASTAGNERI MariaRosa FORNERIS Giovanni
BRICCARELLO Ettore RAINETTO Carola
BUSCAGLIONE Sergio GHIGLIONE Franco
GHIGLIONE Franco
Inoltre hanno collaborato in questo biennio e, nello spirito di rinnovamento,
sono disponibili a dare una valida collaborazione, i Soci: BELLO Alberto,
RAINETTO Marta, DEMARIA Marco, SAPORITO Antonello, BERNARDI
Claudio.
Si raccomanda di votare, in particolar modo, Soci che sono realmente
disponibili a partecipare ai Consigli di Presidenza e/o alle Assemblee dei
Delegati.
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ATTIVITÀ PREVISTA
INTRODUZIONE ALL'ARRAMPICATA
Dopo un po' di anni durante i quali l'arrampicata è stata purtroppo trascurata
si vuole ritornare a proporre a tutti i soci, giovani e non, questa fantastica
attività .
Con l'ausilio del socio e guida alpina Claudio Bernardi si svolgeranno tre
serate di teoria e tre uscite pratiche in palestra.
Programma
TEORIA:
Giovedì 7 ottobre ore 21,30
Introduzione all'attivitÃ
Materiali
Manovre di assicurazione
Giovedì 21 ottobre ore 21,30
Tecnica base di arrampicata
Catena di sicurezza
Giovedì 4 novembre ore 21,30
Tecnica di arrampicata
Progressione della cordata
PRATICA:
Domenica 10 ottobre Traversella (Valchiusella)
Domenica 24 ottobre L'Aquila (Giaveno)
Domenica 7 novembre Machaby (Valle D'Aosta)
L'impostazione didattica sarà impostata su nozioni di base per permettere,
a tutti coloro che sono a digiuno di arrampicata, di avvicinarsi a questa
appassionante attività .
Ciò non toglie che sarà ben accetto anche chiunque voglia perfezionare o
semplicemente rinfrescarsi la memoria su tecniche e manovre.
Per chi vive la montagna con passione l'opportunità di gustarne il sapore
verticale è veramente ghiotta!
Informazioni:
sede 011747978
Bernardi Claudio 0118976242
Cardellino Daniele 0118172212
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10 ottobre - Laghi degli Alberg 2038 m (Monte del Frisson) (E)
Un paesaggio fatto di silenzio e di curiosità naturali?
Località di partenza ... : Palanfrè (1379 m)
Dislivello.................. : 678 m
Tempo totale............ : 5,00 h (esclusa salita al M. Frisson)
Difficoltà ................. : Escursionistica
Con i soci della sezione di Cuneo, abbiamo organizzato una gita escursionistica
ai laghi degli Alberg e del Frisson. Sono situati nella riserva
naturale di Palanfrè, che oltre i laghi, include all'inizio della valle, un bosco
di faggi con alberi che superano in alcuni casi i tre secoli di vita ed il metro
di diametro.
Alberg, nella parlata locale di derivazione occitana, significa "ultimi pascoli
di alta montagna".
Da Palanfrè, percorrendo una larga mulattiera lungo il limite inferiore del
bosco di faggi, si giunge alle falde settentrionali della Costa Lausea, dove
si possono notare interessanti fenomeni di erosione idro-glaciale e carsica.
È possibile, anche se non facile, l'osservazione di piccolissimi fossili
(nummuliti). Giunti a quota 1700 m, si prende il sentiero di sinistra e si
raggiunge il lago Vilazzo (1870 m), modesto bacino di origine morenica.
Seguendo un erto pendio e attraversando un ripiano prativo, si raggiunge il
lago degli Alberg (2038 m), proseguendo verso ovest si giunge al lago inferiore
del Frisson (2057 m).
Per i più in fiato, dal lago si può raggiungere, in 1,30/1,45 h la cima del
Monte del Frisson (2537 m).
Si ritorna seguendo l'emissario del lago del Frisson, sino ad incontrare il
sentiero di salita, proseguendo si rientra a Palanfrè.
Ritrovo di partenza.... : p.za Caio Mario / via Settembrini 6,30 h
Mezzo di trasporto .... : auto private - è possibile organizzare il viaggio in
pullman, se vi è un numero adeguato di iscrizioni e
fatte con un certo anticipo.
Coordinatore gita ...... : ZENZOCCHI Cesare tel. 0113497962
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15-18 ottobre - Assemblea dei Delegati a Roma
L?Assemblea dei Delegati si terrà presso il Centro Internazionale di SpiritualitÃ
"Mondo Migliore", sulla Via dei Laghi al km 10, Rocca di Papa (tel.
069496801), nella zona dei Castelli Romani.
PROGRAMMA DEFINITIVO
VENERDÌ 15 - Ritrovo alle 5,30 h in p.za Bernini (ist. ISEF), partenza in
pullman e breve sosta per permettere ai Soci delle sezioni di Cuneo e Pinerolo
di unirsi a noi.
Si prosegue per autostrada, con sosta per il pranzo al sacco.
Arrivo a Roma entro le ore 17,00 h
Cerimonia di arrivo della Via Francigena, tra le 17 e le 19, presso gli
ambienti e i giardini di "Villa Mazzanti". A cerimonia ultimata raggiungeremo
la residenza di "Mondo Migliore", per la cena e pernottamento.
SABATO 16 - Dopo la colazione, mattinata dedicata alla visita guidata dei
luoghi più significativi di Roma.
Rientro per il pranzo.
Alle 14,30 h apertura ufficiale dell'Assemblea, seguiranno i dibattiti e
prima di cena si svolgerà la prima parte delle operazione di voto per il
rinnovo del Consiglio di Presidenza.
Al termine della cena, si continuano i lavori assembleari e si completano
le votazioni.
DOMENICA 17 - Dopo la colazione si ritorna a Roma. Nella chiesa di Santo
Spirito in Sassia, nelle vicinanze di San Pietro, parteciperemo alla Santa
Messa. Prima di mezzogiorno ci ritroveremo tutti in piazza S.Pietro per
l'Angelus del Santo Padre.
Dopo l'Angelus, pranzo sociale presso un ristorante sempre nelle vicinanze
di S.Pietro. A pranzo terminato partiamo per una visita turistica,
in una località da definire della provincia romana. Rientro per la cena e
pernottamento a "Mondo Migliore".
LUNEDÌ 18 - Colazione e partenza per Torino.
Lungo il percorso sosta turistica e pranzo al sacco.
Arrivo a Torino in serata.
Saldo dell'intero costo del soggiorno e del viaggio, in sede, entro
giovedì 7/10.
Nel costo sono previsti il soggiorno completo, dalla cena di venerdì 15 alla
colazione di lunedì 18, il viaggio e gli spostamenti in Roma con il pullman.
Ritrovo di partenza.... : p.za Bernini (ist. ISEF) 5,30 h
p.za Pitagora (c.si Orbassano/Siracusa) 5,45 h
Beinasco, largo Torino (fraz. Fornaci) 6,00 h
(appuntamento con i soci di Cuneo e Pinerolo).
Mezzo di trasporto .... : pullman
Coordinatori ............. : BOGGERO Rosangela tel. 0117493926
ZENZOCCHI Cesare tel. 0113497962
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14 novembre - Gita di chiusura ad ACQUI TERME e pranzo sociale
Acqui Terme sorge sulle rive del fiume Bormida. Ha una popolazione
di circa 30.000 abitanti. È il centro principale del Monferrato meridionale.
Stazione termale nota sin dall'antichità . Ha avuto origine da Aquae Statielle,
sede dei Liguri Stazielli, venne occupata dai Romani nel 172 a.c.
È sede vescovile dalla fine del IV secolo con S.Maggiorino.
È stata ducato Longobardo e nel 1277 divenne capitale del Monferrato al
quale rimase sino al 1708, quando passò ai Savoia.
Vi descriviamo una proposta di itinerario turistico, con guida, che prevede
partendo da piazza S.Francesco:
Chiesa conventuale di S.Francesco, di origine quattrocentesca, ricostruita
nel 1800;
Corso Italia, la centrale via dello shopping;
Piazza della Bollente (con sorgente di acqua calda a 70 °C, simbolo della
città );
Scalinata della Schiava, con arco appartenente ad una delle porte della
cinta medioevale;
P.zza Duomo con Palazzo Vescovile del XV secolo, il seminario maggiore
del Vittone, il Duomo romanico (un po' rimaneggiato) con portale
marmoreo scolpito da Antonio Pilacorte, sala capitolare contenente il
trittico di Monserrato del Rubeo, cripta sottostante l'altare maggiore;
Vie del centro storico per ritornare in piazza S.Francesco, piazza Levi,
Palazzo Robellini per l'eventuale visita all'Enoteca Regionale del Brachetto
di Acqui.
Prima della visita turistica, alle 9,00 h, in Duomo sarà possibile assistere
alla santa Messa.
Lasciato Acqui, si effettua la sosta per il pranzo a CESSOLE, in valle Bormida
a circa 15 km.
Nel pomeriggio, tempo permettendo, escursione in pullman a Roccaverano,
759 m, per ammirare il panorama della Langa astigiana dalla torre cilindrica
del Castello.
Ritrovo di partenza.... : p.za Bernini (ist. ISEF) 7,00 h
p.za Pitagora (c. Cosenza / c. Siracusa) 7,15 h
Mezzo di trasporto .... : pullman
Coordinatore di gita... : RICCABONE Giovanni tel. 011356522
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21 novembre - Quattro passi nel Marchesato del Monferrato (E)
Località di partenza ... : Murisengo
Località di partenza .. : Abbazia di San Fede (Cavagnolo)
Tempo complessivo .. : 3,30 / 4,00 h
Difficoltà ................. : escursionismo facile
In quest'anno di celebrazioni di Giubileo e Via Francigena vogliamo
concludere le escursioni a calendario con l'Abbazia di San Fede, bell'esempio
di architettura romanica a poca distanza da Cavagnolo su una
collina tra le vallette del rio San Fede e dei Gobbi.
Il percorso si snoda all'estremo confine occidentale del Monferrato
all'intersezione delle provincie di Alessandria, Asti e Torino con partenza
da Murisengo (293 m). Su strade poderali e a volte campestri, si percorre,
un po' in cresta e un po' in valle, silenziose e selvagge località fuori del
mondo tra campi e boschi anche se a breve distanza dalle trafficate strade
provinciali.
Toccheremo piccoli gruppi di case come Cortanieto, Sant'Anna, Tuffo,
Traversa, poi la valle del Torrente Stura, per risalire a Cerreto e Cappa.
Da Maiaris ai piedi del Bric Sac, si raggiunge la cascina Beia per un disagiato,
ma breve per fortuna, viottolo campestre.
Raggiunta nella Valle dei Gobbi la strada asfaltata, dopo breve percorso
ecco l'Abbazia di San Fede (210 m).
Ritrovo e partenza..... : p.za Pitagora (c.si Cosenza / Orbassano) 7,45 h
p.za Bernini (ist. ISEF) 8,00 h
Mezzo di trasporto .... : pullman
Coordinatore di gita... : ALLARA Carlo tel. 0114342675
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28 novembre - Funzione religiosa al Monte dei Cappuccini
È ormai tradizione che ogni anno, alle 9,30 h, ci ritroviamo al Monte dei
Cappuccini per ricordare durante la Santa Messa, i nostri soci defunti e
premiare dopo la funzione, nel sottostante salone, i Soci ventennali e più.
Dopo la premiazione vi sarà un piccolo rinfresco.
Sono Soci da 20 anni: Ci seguono da 50 anni:
Francesco ARNEODO Adelina CORNAGLIOTTO
Elena ARNEODO BIANCO Mario MAFFEI
Marco DEMARIA
Roberto MOCHINO
Gianni SANTILLI
Ci ricorderemo inoltre di Oreste CERRATO, socio da 60 anni, e di Paolo
BENNA, che segue il sodalizio da 70 anni.
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PRIMO GENNAIO 2000, SULLA NEVE! - 28 Dicembre 1999-3 Gennaio 2000
Come tutti gli anni, la casa per ferie NATALE REVIGLIO verrà aperta ai Soci,
nei giorni suindicati accogliendoli per un periodo di vacanza sulla neve. I
posti disponibili sono limitati per cui si ricorda ai Soci di prenotarsi per
tempo.
Non essendovi Soci che si preoccupino alla gestione della cucina, i partecipanti
dovranno avere un incaricato alla preparazione dei pasti.
L'attrezzatura già presente potrà essere utilizzata, avendo cura di servirsene
con non più di due persone alla volta per non affollare il locale cucina.
Sono altresì disponibili prodotti alimentari non deteriorabili, acquistabili al
prezzo di costo.
Le prenotazioni si accettano in sede, presentandosi o telefonando allo
011747978 il giovedì sera dalle 21,00 h alle 22,30 h, oppure rivolgendosi
a Cesare ZENZOCCHI tel/fax 0113497962.
N.B. Tutte le prenotazioni dovranno essere accompagnate da un acconto,
inviato mediante versamento sul
Conto Corrente Postale: n.13397104 - Giovane Montagna Sez. Torino
Via Rosalino Pilo 2/bis - 10143 TORINO
altrimenti non saranno ritenute valide.
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PROSSIME SERATE IN SEDE
Giovedì 7 ottobre alle 21,30 h
Laura REGGIANI presenta una serata di diapositive, con due nuovi temi
Le Q u a t t ro S t a g i o n i ?
Acceleriamo il tempo e facciamo in una serata un anno intero a contatto
con la natura, in pianura, collina, montagna, fino alle più alte cime , dallo
sbocciare della primavera al più gelido inverno.
"As co l t i a m o g u a rd a n d o "
Alcuni canti di montagna, abbinati ad immagini che li illustrano e ne valorizzano
il senso.
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ATTIVITÀ SVOLTA
11 aprile - Anello Tenda - Briga - Tenda
Siamo una trentina alla partenza da Torino ma quando scendiamo dal
treno a Tenda e ci contiamo siamo quasi sessanta!!
Miracolo della Giovane Montagna!
Lungo il percorso infatti abbiamo "raccolto" un buon numero di amici
di altre sezioni tra cui alcuni bimbi.
Attraversiamo Tenda percorrendo i caratteristici vicoli, su e giù per il
paese addossato alla montagna. Un'occhiata alla chiesa, una foto qua e lÃ
poi, superato il torrente, cominciamo a salire lungo una comoda strada
sterrata in mezzo ai boschi fino al Col Loubaira. Di qui l'ambiente cambia si
lasciano i boschi per scendere su un versante brullo tra ginestre e biancospini
accompagnati dal profumo di timo e di lavanda.
Incrociamo un'altra comitiva numerosa di ragazzi che compiono il percorso
in senso inverso, passiamo ai piedi di pareti su cui altri ragazzi fanno
scuola di roccia e scendiamo a Briga.
Breve sosta per compattare la comitiva (che quando cammina in fila
indiana è lunghissima) poi, dopo uno sguardo al paese, l'avanguardia attacca
speditamente il sentiero che percorrendo un vallone profondo e brullo
ci riporta in quota. Il sole scalda parecchio, la salita è ripida, la fila si allunga
e mentre i primi pranzano al Col de Boselia altri sostano alle grange.
Riunito il gruppo ci rimettiamo in cammino su un sentiero panoramico
a mezza costa mentre nuvoloni neri sembrano rincorrerci. Siamo sopra
Tenda quando il sentiero prende a scendere ripido verso il fondovalle. Piccola sosta per la preghiera poi, mentre si alza un vento rabbioso e si sente
il tuono rimbombare in lontananza ci precipitiamo verso la stazione dove
arriviamo con le prime gocce. Tutto calcolato.
Bravo Cesare! ci hai portato proprio in un bel posto e con tantissimi e
simpatici amici.
Laura Reggiani
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9 maggio - Rocca Sbarua
Pur non avendo mai avuto occasione di arrampicare, ho deciso di partecipare
a questa gita.
Inizialmente ho provato la via dell'iniziazione, con tiri molto facili, cogliendo
così l'occasione per prendere confidenza con la roccia e per imparare
le manovre fondamentali per operare in sicurezza.
Dopodiché ho tentato il primo tiro sulla via cinquetti e mi è bastato.
È stata comunque un'esperienza interessante e nuova, e sicuramente vi ritornerò
presto.
P.S. Un grande ringraziamento a Daniele, che ha avuto la pazienza di
sopportarmi.
Elisabetta Baldi
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9 maggio - Monte Freidour
Nonostante il tempo, mantenutosi piovoso fino alla sera precedente,
ben sedici partecipanti hanno optato per la gita piuttosto che per l'ozio cittadino.
Sono stati premiati così da una giornata completa di sole.
Raggiungiamo il rifugio Mellano, presso "la Sbarua", intorno alle
10,30. Il rifugio e, naturalmente, le pareti della palestra di roccia, erano affollate
di giovani arrampicatori, tra cui anche il gruppo della Giovane Montagna.
Dopo una breve fermata e percorrendo il sentiero sulla sinistra della
Sbarua, abbiamo raggiunto verso mezzogiorno i 1445 m della vetta, tra
qualche folata di nebbia.
Pranzo e quindi recita di una bellissima e lunga preghiera che Franco
Ghiglione ha detto per noi.
Non per fare del facile umorismo, ma egualmente, riteniamo riferire
che, nel ritorno, il nostro gruppo è stato definito da alcuni turisti spiritosi
seduti presso un bar, con cordiale ironia, come composta da "tipi stagionati".
E infatti era proprio così. Eravamo tutti vecchiotti od almeno non più di
primo pelo, anche se tenaci nelle fatiche alpinistiche.
E questo appellativo di stagionati a noi fa ritornare alla mente anni
passati e lontani in cui si veniva proprio da queste parti e proprio per "fare
roccia". Tempo trascorso, vicende e speranze vissute accanto a care persone,
che ricordiamo nel viso e nel nome, una per una, ancora presenti,
come se il tempo fosse ancor quello.
Bianca Maria e Luigi Gianotti
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15-16 maggio - Gran Paradiso in sci
Al richiamo del Gran Paradiso hanno risposto una quindicina di soci,
partecipando all'ultima uscita scialpinistica.
Le previsioni del tempo tanto avverse quanto sballate e le innumerevoli
disdette di prenotazione al rifugio Vittorio Emanuele II ci consentivano
di poter scegliere le varie alternative di pernottamento. Si è deciso di dormire
tutti insieme nell'ampio camerone sotto il tetto, così basso che persino
Daniele C. era costretto a muoversi col dorso piegato a 90°. A cena,
tra minestre, salame, pane e formaggio ci hanno offerto delle pesche che
non è proprio il tipo di frutta che cresce fra i pendii delle montagne. Un
bicchierino di genepy o una tazza di tisana ci ha permesso di evitare problemi
di insonnia durante le poche ore della notte. Come tutti i 4000 che si
rispettino si è fissata la sveglia alle 4 h e un'abbondante colazione è stata
il miglior viatico per salire. È ancora buio quando usciamo fuori, ma ben
presto le prime luci dell'alba colorano la suggestiva cornice di monti intorno
a noi. Gli esperti dicono che la neve è decisamente dura. Qualcuno
pianta un volo di qualche decina di metri davanti allo sguardo attonito di
quanti stavano superando un lungo e ripido muro di ghiaccio. Grazie a Stefano
Risatti per il provvidenziale placcaggio che arresta la caduta. È difficile
immaginare che qualcos'altro avrebbe potuto fermare lo scivolone. Recuperati
gli svariati cocci sparsi lungo il pendio, si può continuare a salire.
Un bolognese, in seguito battezzato Alberto Tomba per la notevole somiglianza,
ci restituisce un coltello arrivato molto in basso.
Non c'è tempo per puntare alla vetta, d'altronde bisogna ammettere
che non è alla nostra portata. Ci accontentiamo di fermarci sopra la rispettabile
quota di 3800 metri a ridosso di un colle. Sole e vento freddo ci segnano
il viso. È impressionante scendere il ghiacciaio con gli sci ai piedi su
creste decisamente poco larghe e pendii alquanto scoscesi. Il ritorno a valle
si sente nelle gambe, zaini pesanti gravano su spalle ormai indolenzite,
una lunga pausa al rifugio ci consente di recuperare le forze e le energie
abbondantemente spese.
Comunque sul volto di ognuno di noi traspare un misto di gioia e
stanchezza, segni evidenti di chi si sente profondamente pago.
Francesco Polito
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23 maggio - Monte Villano
Mi accingo qui a narrare di quella che forse sarà ricordata come una
delle più anomale gite dell'anno.
E non già anomala per uno solo, ma per ben due motivi; dei quali, a
mio avviso, il primo da considerare positivo l'altro invece un po' negativo.
Procediamo però con ordine.
All'appuntamento in corso Regina si presentano, quasi in perfetto orario,
sei giovani personaggi.
Non già "giovani" come puro titolo associazionistico, ma effettivamente
tali di fatto: il più vecchio del gruppo ancora non si è reso conto di
aver sconfinato nella trentina.
«NOMINATION per la gita più giovane dell'anno»
Si parte dunque per la Valsusa, verso Bussoleno, Città e quindi Travers
da dove, lasciate le vetture, ci incamminiamo lungo il sentiero che sale
verso il rifugio Amprimo.
Pochi passi ci svegliano completamente dall'intorpidimento del mattino
presto ed all'improvviso ci appare tristemente chiara la seconda anomalia
della gita: Alberto, Antonello, Corrado, Francesco, Massimo, Daniele.
Anche i meno assidui consultatori della Settimana Enigmistica avranno
percepito la singolare carenza di questo gruppo.
Infatti è evidente la mancanza di una figura femminile.
«NOMINATION per la gita dell'anno con meno donne»
Benché sconfortati da questa scoperta procediamo, su comodo ed
ampio sentiero fino al rifugio Toesca, poi verso il colle del Villano seguendo
i bolli di vernice ed infine risalendo il canale ancora innevato.
La giornata, prima calda e soleggiata, si va guastando rapidamente;
dal fondovalle salgono nubi minacciose.
Rinunciamo perciò al progetto di salire la cresta sud-est e, poiché il
grosso del gruppo ha deciso di fermarsi al colle, siamo solo in due a proseguire
per la vetta.
Il percorso è breve ma delicato a causa del terreno ripido e fangoso,
con la presenza in alcuni tratti di accumuli di neve.
In punta foto di rito con sfondo di nebbia, poi il ritorno al colle dove
qualcuno ha approfittato per schiacciare un pisolino.
La discesa vorremmo farla lungo il versante ovest, verso il rifugio Val
Gravio, ma dopo essere scesi di circa 500 metri su pietraia e prati imbocchiamo
invece un sentiero che attraversa a mezza costa le pendici del Villano
e con un ampio giro ci riporta al rifugio Amprimo.
Breve pausa per goderci qualche superstite raggio di sole, poi nuovamente
in cammino verso casa.
Daniele
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23 maggio - Fort Grand Maye e Croix de Brétagne
Per un sovrapporsi di gite escursionistiche, con la stessa data, la gita
in programma è stata rimandata.
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5-6 giugno - Bivacco Carpano
Partiamo da Torino con tempo incerto che però diventa certo (sul
brutto) man mano che ci avviciniamo alla montagna. Alla diga di Pian Teleccio
siamo avvolti da una fitta nebbia ma i giovani, impavidi, fanno il
censimento dell'attrezzatura, si caricano di corde, ramponi, piccozze e giÃ
si vedono sull'Ondezana.
Costeggiamo il lago (o almeno così mi dicono perché il lago non si vede)
poi il sentiero si fa più ripido e inizia a piovere.
Escono rapidamente dagli zaini ombrelli e mantelline e si prosegue.
Siamo letteralmente attorniati da branchi di stambecchi che ogni tanto
emergono dalla nebbia come fantasmi.
Raggiungiamo il rifugio Pontese dove posso ammirare in fotografia ciò
che si dovrebbe vedere dalle finestre.
Dopo una buona cena e un po' di fisarmonica andiamo a nanna sperando
che domani ... Ma dopo una notte di diluvio ecco un'alba grigia come
e più di ieri. Scornati, scendiamo sotto l'acqua con le pive dentro il
sacco.
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24-27 giugno - Raduno Intersezionale Estivo al "Natale Reviglio" nel 40o dell'Inaugurazione
Dal 24 al 27 giugno 1999 la Sezione di Torino della "Giovane Montagna",
nel corso dei festeggiamenti per il quarantesimo anniversario
dell'inaugurazione della Casa per Ferie "Natale Reviglio" allo Chapy nel
comune di Courmayeur, ha accolto i soci di numerose altre sezioni per il
Raduno Intersezionale Estivo indetto in tale località . E' anche stata occasione
per fare escursioni nella zona, particolarmente nei primi due giorni,
approfittando del bel tempo.
Giunti già alcuni il 24, avvalendosi della festa patronale di San Giovanni
in alcune città , al pomeriggio in un piccolo gruppo ci siamo diretti da
Plampincieux ai boschi della Saxe verso il rifugio Bertone. La salita si è
conclusa al punto panoramico che lo sovrasta, potendo così contemplare
in un pomeriggio assolato e senza nubi tutta la splendida catena dei monti
circostanti.
L'indomani ancora condizioni meteorologiche ottimali ci hanno permesso
una lunga e panoramica escursione in Val Ferret: oltrepassata La
Vachey ci siamo diretti nel vallone di Malatrà , mentre nel frattempo due
giovani, promesse della "G.M.", sono andati ad arrampicare sulle placche
di Pré de Bar.
A 2056 m, presso le Alpi di Malatrà , tappa d'obbligo al termine della
salita anche per ammirare il recente Rifugio Bonatti. Attraversato il torrente
di tale vallone, dall'Alpe Gioè (2007 m) comodi sentieri e saliscendi, anche
se saltuariamente resi difficoltosi dall'attraversamento di torrenti e nevai,
ci hanno condotti all'Alpe superiore dell'Arnuva (2003 m). Di lì una
comoda mulattiera ci ha fatti scendere alla strada di fondovalle, per la quale
siamo saliti fino al ricostruito Rifugio Elena, ora situato presso l'Alpe di
Pré de Bar a 2062 m, continuando ad osservare sempre nuovi scorci delle
aspre vette che dalle Grandes Jorasses, prima con la parete S.E., poi con
la triangolare e verticale parete E. si protendono fino al Mont Dolent (3819
m) passando per l'Aiguille de Leschaux, il M. Greuvetta e l'Aiguille de Triolet.
Nel frattempo ci siamo ricongiunti con i due arrampicatori ed assieme,
raggiunte le auto, fatto ritorno allo Chapy, paghi della meravigliosa giornata
trascorsa. Un vivo grazie ad Elio, della G.M. di Moncalieri, per aver permesso
un più comodo trasbordo automobilistico.
A sera coloro che praticano l'alta quota, nel frattempo giunti numerosi,
si sono riuniti con la guida alpina Marco Degani appositamente fatto intervenire,
per combinare la più impegnativa giornata dell'indomani, dovendo
salire con la funivia al Rifugio Torino e di lì scalare, per roccia e ghiaccio,
la Tour Ronde.
Il giorno successivo, 26 giugno, chi non è stato al gioco...indovinate
chi è..?
Ovviamente, la "météo", come dicono i francesi !!
Due giorni di bel tempo erano già stati troppi !!
Già fin dall'alba numerose, troppe, nuvole occupano il cielo e le vette
più alte ne sono già coperte. Coloro che sono saliti al "Torino" vengono
accolti da nebbie sempre più fitte. Viste le condizioni poco favorevoli
dell'alta quota, la guida consiglia una variazione: anziché la Tour Ronde, è
preferibile salire l'Aiguille de Toule, a 3534 m. In tal modo scendono sul
Glacier du Géant, aggirano dal basso la vetta, la salgono da Ovest e ne discendono
per il versante Est. Durante il percorso hanno via via un "crescendo"
di variazioni: dalla nebbia al nevischio poi alla nevicata fitta.
Ma alle 12 h sono già di rientro.
Intanto anche gli escursionisti s'incamminano: ci spostiamo con le auto
in Val Veni, salendo con esse fino al Pré de Pascal a 1912 m poi proseguendo
a piedi lungo i tracciati delle piste da sci alla Courba Dzeleuna ed
alla stazione a monte della seggiovia Zerotta.
Di lì un ardito sentiero dapprima, una larga cresta poi ci conducono
sulla vetta del M. Chetif a 2328 m. Qualche minuto di raccoglimento sotto
l'imponente statua della Madonna poi il ritorno per la stessa via fino alla
seggiovia. Nel frattempo le condizioni meteorologiche stanno rapidamente
peggiorando e le prime gocce ci accolgono mentre arriviamo agli impianti
sciistici.
La prima parte del programma (lo Chetif) è stata fatta, ma ora è sconsigliabile
proseguire sui fianchi della Val Veni fino al Miage come previsto.
Per ora la pioggia compare solo saltuariamente, ma decidiamo di ritornare
comunque alle auto e con esse andare fino alla Visaille, termine della strada
carrozzabile.
Colà giunti, piove. Cosa fare? Per intanto, attendere. Dopo breve
tempo smette e, seppur circondati da nebbie, saliamo a piedi fino al lago
del Miage.
A differenza di ieri, la visibilità è ridotta, il clima autunnale, l'ambiente
e la natura non si esprimono più al meglio come il giorno precedente, ma
l'amicizia che c'è fra noi supera questi ostacoli. In breve ritorniamo alle auto
e con esse al Reviglio, dove intanto altri ospiti si sono aggregati.
Domenica 27 giugno è il giorno delle celebrazioni: mentre anche il
tempo ci concede tregua, alle 10,30 h Don Reviglio, figlio dell'architetto
che progettò quest'edificio, celebra la Santa Messa, nel corso della quale
ed al termine di essa numerose voci si levano in vario modo per ringraziare
il Signore ed a lodarlo per aver potuto farci edificare e conservare questo
edificio, vera opera d'arte nello splendore di questi luoghi. Tutta la nostra
Associazione può ben sentirsi fortunata nel possedere questa Casa per Ferie:
è dovere dei soci conservarla come un grande bene.
In particolare, il nostro Presidente, Cesare Zenzocchi, nella sua allocuzione
cita le tre statue della Madonna che dalle vette vicine gettano il loro
sguardo verso di noi: quelle dello Chetif, del Dente del Gigante e
dell'Aiguille Noire.
Quest'ultima, in particolare, è stata portata lassù da un nostro socio,
Pio Rosso, già divenuto figura carismatica della "Giovane Montagna". A lui
vadano i nostri pensieri e ringraziamenti per essere stato uno dei più entusiasti
promotori di questa costruzione. Che la Santa Vergine ci protegga
sempre!
Nel suo discorso fa inoltre menzione dei numerosi soci che volontariamente
si sono prodigati e continuano a prodigarsi per mantenere e migliorare
questo tesoro dell'Associazione, invitandoci pertanto a proseguire
su questa via per conservarne e potenziarne lo spirito e gli scopi.
Dopo le riflessioni, siamo passati ad una parte (... complice anche
l'ora...) più materialistica: nel salone ci attendevano le tavolate, ed ancora
una volta alcune socie hanno lavorato e si sono sbizzarrite per appagare i
nostri palati.
Alla fine, una spettacolare esibizione (...e degustazione...) di crostate
da loro stesse confezionate con i simboli del 40° e della G.M.
Purtroppo ogni cosa piacevole finisce, ed a partire dalle 15 h, questa
volta accompagnati anche da una pioggerella, ci salutiamo augurandoci altri
incontri così belli ed amichevoli.
Con l'augurio di rivederci presto.
Ettore Briccarello
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4 luglio - Giro dei Quattro Colli al Gran San Bernardo
Partenza 7,30 h, da Torino, presso la chiesa di San Michele Arcangelo,
in Corso Vercelli angolo via Ivrea. Qualcuno si lamenta: perché così
tardi? Perché al coordinatore proponente (che non è il sottoscritto...) piace
così. A me restano le incertezze: sono pur sempre 150 chilometri, su strade
anche ad intenso traffico, che non si fanno in un "soffio". Speriamo
vada bene.
Fortunatamente è così. Alle 9,35 h arriviamo al parcheggio presso la
Montagna Baus (2373 m), un chilometro prima del Colle del Gran San Bernardo.
Ad attenderci c'è già Sergio Buscaglione (...il coordinatore proponente...)
inquieto perché c'è nebbia e lo scopo principale della gita è compromesso
(il panorama oggi non sussisterebbe). Conciliabolo per gite alternative,
ma non ne esistono altre prive di tale prerogativa. Tanto vale iniziare,
e ciò avviene alle 9,50 h salendo verso il primo colle, la Fenêtre de Ferret,
a 2698 m.
Lo raggiungiamo fra la nebbia, ma una volta toccatolo saltuariamente
si vedono i laghi del versante opposto: i laghi Fenêtre. Fin là farebbe anche
piacere andare. Da quella parte (dalla Svizzera) salgono due escursionisti
che dicono la nebbia sia solo sul confine, mentre in basso splende (?) il sole.
Il "sole" degli svizzeri lo conosco bene: rimangono i dubbi... Purtroppo
ci dividiamo in due gruppi: in 13 scendiamo ai laghi per vedere quanto sole
ci sia, i rimanenti preferiscono rimanere dove c'è nebbia e freddo. ChissÃ
perché?
Ai laghi, nonostante la neve, è un pochino meglio (ma non esageriamo,
però ...) Perché non salire al secondo colle? Tanto un po' di sole c'è.
Così facciamo e salendo per pietraie e nevai arriviamo a ridosso del tratto
finale, ricavato nella roccia e sul quale passavano i cavalli che dalla Val
Ferret svizzera rifornivano l'Ospizio. Affrontiamo anche questo, ed alle
13,10 h siamo tutti al colle, ora chiamato Col des Bastillons (2757 m) sulle
nuove carte, una volta Col des Chevaux.
Le vette principali, quali Grand Combin, Mont Velan, Mont Dolent,
una alla volta e solo una per volta, si fanno vedere. Ma basta già così !!
Ci consultiamo ancora: è purtroppo preferibile scendere (perdere per
poi riguadagnare quota) che rimanere sulla traccia più alta. Altrimenti ci sarebbe
minor perdita di quota ma un maggior pericolo offerto da ripide traversate
su nevai, al momento sicuramente pericolose. Divalliamo per nevai,
rasentando laghetti parzialmente gelati e con colori mutanti fra il bianco,
l'azzurro ed il turchese, fino alla quota 2436. Di qui risaliamo sulla sicura
mulattiera che ci conduce verso i successivi colli: è lo "Chemin des
Chevaux" citato sulle carte.
Ovviamente inizia anche a piovere (siamo o no in Svizzera?) ma dopo
breve smette, giusto per affrontare l'unico pezzo da prendere con cautela.
La maggioranza evita la neve salendo per cenge e roccette, in pochi affrontano
due ripidi nevai (dove la mulattiera è ancora coperta di neve) ma
in breve siamo tutti al terzo colle, Pas des Lacerandes (2714 m). L'ultimo
tratto ormai è una agevole discesa, il pendio è esposto ad Est, senza praticamente
neve ma già adorno da ampie zone d'erba e costellato di fiori.
Alle 17,10 h siamo sulla strada asfaltata con la quale valichiamo il
quarto colle, il valico del Gran San Bernardo a 2469 m. Dopo le premesse
mattutine è ancora stata una discreta giornata!!
La gita sembrava fallita invece si è rivelata piacevole. Certo che con
una giornata limpida come tempo fa successe a me sarebbe stata indimenticabile!!
Dispiace per coloro che per un po' di nebbia hanno perso un'ottima
occasione.
Amici, un po' più di ottimismo !!
Ettore Briccarello
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4 luglio - Passo della Mulattiera
Gli interpreti delle profezie di Nostradamus si sono sbagliati: oggi infatti
non c'è stata la fine del mondo che avevano annunciato, bensì una
serie di sventure che per i malcapitati hanno comportato la grave conseguenza
di una forzata rinuncia alla gita; così i già scarsi iscritti si sono ulteriormente
ridotti: a Beaulard ne mancano 2 su 6 (vedi Nota). Sotto un cielo
variabile e vagamente minaccioso proprio verso il Colomion iniziamo la salita
lungo la stradina asfaltata che in 3 km porta alla frazione Puy, dove facciamo
una abbondante scorta di acqua alla fontana della borgata. Ogni
tanto il sole fa capolino tra le nubi che hanno l'indubbio vantaggio di limitare
il caldo. Lo sterrato ha preso il posto dell'asfalto e dopo un piacevole
tratto nel bosco il fondo meno buono (leggi pietrisco grossolano e mobile)
e la pendenza fanno spesso perdere l'equilibrio ed aumentare la fatica. Poco
prima di arrivare al Colomion la rottura di una vecchia forcella ammortizzata
(come sopra, è ancora Nostradamus che colpisce) appieda il 25%
del gruppo: lo sfortunato deve fare marcia indietro, e dopo la fatica della
salita non può neanche godersi l'ebbrezza della discesa, dato che è obbligato
ad accompagnare a mano la bici. Il lungo diagonale che dal Colomion
porta fino al Passo della Mulattiera è sempre abbastanza impegnativo, sia
per il fondo che per la pendenza; al passo il vento freddo ci fa cercare un
angolino almeno parzialmente riparato per rifocillarci e decidere l'itinerario
di discesa. Decidiamo di provare il percorso verso Pian del Colle e Melezet:
il sentiero che dai pressi del Col des Acles scende nel vallone Guiaud si rivela
decisamente impegnativo ed in alcuni tratti ci obbliga a scendere dalla
bici. Successivamente si trasforma in un ripido sterrato che in breve ci fa
raccordare con la strada asfaltata per Melezet e Bardonecchia. Percorso
poi un breve tratto della statale per Torino attraversiamo la Dora al ponte
situato in corrispondenza del sottopassaggio della ferrovia della vecchia
statale e, seguendo il percorso della pista di fondo, ritorniamo al parcheggio
di Beaulard.
Giorgio Rocco
Nota: alla sera i due dispersi hanno fatto sapere di essere stati vittime di un brutto
inconveniente; una bici, praticamente nuova e quindi evidentemente non avvezza a questo tipo di coercizione, si è divincolata dal portabici durante il viaggio
in macchina ed è finita rovinosamente sull'asfalto: mesto rientro a casa.
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4-11 luglio - II Settimana di Pratica Escursionistica a Chialvetta
Si può rifiutare un favore ad Antonello? Sicuramente no! Allora ecco
la relazione della II settimana di pratica escursionistica che si è svolta a
Chialvetta presso la casa della G.M di Cuneo.
La settimana è strutturata con lo scopo di formare capi-gita: alle escursioni
di difficoltà crescente è affiancata un'attività didattica che permette
di acquisire nozioni di base sull'orientamento, sulla lettura delle cartine,
sulla meteorologia, ma la cosa su cui si insiste di più è sicuramente la
necessità di una buona preparazione e di una conduzione di gita responsabile,
non dimenticandosi mai che si tratta di un'attività sezionale. Il segreto
del successo, però, è il buon senso dei coordinatori e dei partecipanti.
Quello che mi ha spinto a partecipare anche alla seconda settimana di
pratica è il fatto di poter assaporare il clima di amicizia che nasce e si sviluppa
nel corso della settimana e che la rende assolutamente
un'esperienza indimenticabile. È bello conoscere realtà diverse dalla propria
sezione; è bello condividere le fatiche e le gioie che nascono nel proprio
cuore con persone che non considerano il "far montagna un altro possibile
momento di egoismo"; è bello stupirsi di fronte ai panorami della Valle
Maira; quando si è in compagnia è bello persino prendere la pioggia e la
grandine. È difficile scrivere su un foglio bianco l'aria che si respira durante
la settimana di pratica, l'unico modo è quello di parteciparvi, ... magari a
partire dal prossimo anno.
Elisa Pistono
Sez. di Moncalieri
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10-11 luglio - Pic de Neige Cordier
In data 10/11 luglio l'allegra combriccola della Giovane Montagna si
è messa in marcia per affrontare la bella vetta del Pic de Neige Cordier
nell'affascinante massiccio del Parco Des Ecrins.
In realtà , l'affascinante massiccio del Parco Des Ecrins lo abbiamo apprezzato
solo nel pomeriggio del sabato; una costante pioggerellina ci ha
accompagnato fino all'arrivo al Réfuge du Glacier Blanc, in un cielo coperto
da "liete nubi" direbbe il Foscolo, da cui sbucavano imponenti e romantiche
la Barre Des Ecrins e il Dôme de Neige nei loro ghiacciai a confondersi
nel cielo.
Ed in questo paesaggio austero decine e decine di comitive in partenza
con noi, ed altri di ritorno stanchi e felicissimi, quasi misteriosi nel descrivere
i tempi ed i modi tecnici della ascesa.
Giungiamo al rifugio ancora in tempo per goderci una inaspettata
schiarita del cielo, che ci permette di rilassarci al tiepido sole prima della
"cena pre-ghiacciaio" come sempre ricca di torte caloriche della nonnamamma-
zia, bustine molotov-energetiche e vinello genuino; per i più raffinati
persino una tisana conciliante.
Alle 22,00 h tutti a dormire secondo gli ordini del nostro saggio capogita
(Daniele); ed alle 03,00 h come per incanto ci siamo trovati in un mare
di nebbia tra il cozzare di piccozze e moschettoni, imbragati di tutto
punto con le ultime raccomandazioni sussurrate, ad affrontare il sentiero.
Io personalmente il secondo occhio sono riuscito ad aprirlo solo
all'imbocco vero e proprio del ghiacciaio, quindi due ore dopo.
Passo dopo passo, giungiamo compatti in punta, ma ahimé compatta
era anche la nebbia! Giusto il tempo della foto di rito che tosto puntiamo a
valle i ramponi e giù veloci, prudenti ma con le ali ai piedi fino al rifugio e
poi con più calma, con un tempo più favorevole, e quindi con fare quasi
salottiero, fino al piazzale delle macchine.
Gita di due giorni dunque ottima per compagnia, paesaggio ed organizzazione,
intenti ad ammirare il massiccio Des Ecrins, così affascinante
con le sue nobili vette, che van dicendo all'animo di tutti gli alpinisti di
"passaggio": noi siamo qui da sempre, organizza presto un'altra gita, arrivederci!
Francesco Quaglino
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17-18 luglio - Rocciamelone
Una ricorrenza particolare quella di questo 1999 per la Madonna del
Rocciamelone: cento anni fa, grazie al paziente impegno di migliaia di bimbi
che avevano inviato i loro piccoli risparmi alla redazione del loro giornalino
"L'INNOCENZA", sulla cima ardita di questa montagna veniva eretta la
bellissima statua in bronzo di Maria Regina.
Per questo l'appuntamento della Giovane Montagna sulla vetta, acquista
oggi un significato tutto particolare.
I due gruppi (i più giovani e forti provenienti dal rifugio Tazzetti e gli
altri "un po" meno giovani e vigorosi? dal rifugio Ca' d'Asti) si incontrano
al completo (circa 30) sulla amata cima ancor prima dell'ora prevista ed insieme
rivivono le emozioni profonde che la montagna riserva ai suoi amici:
strette di mano a non finire ... un momento di preghiera particolarmente intenso
nella accogliente piccola cappella traboccante di fiori ... immancabili
foto di gruppo abbarbicati al basamento della statua. Ed intanto lo sguardo
spazia sull'ambiente maestoso, offuscato a più riprese da nebbie che salgono
inesorabili. A tratti uno squarcio di cielo sereno occhieggia tra uno
spumeggiare di nuvole candide.
Su tutte e su tutti si posa lo sguardo di questa Madonna bellissima e
forte che ti accoglie a braccia aperte ... E persone in vetta, oggi, ne sono
salite proprio tante: oltre ai gruppi che hanno pernottato nei due rifugi (letteralmente
saturo Ca' d'Asti) una vera e propria processione di folla variopinta
continua a salire senza interruzione. In più la corsa annuale "Mompantero
- Vetta e ritorno", che vede gareggiare i corridori più forti della valle,
conferisce una nota di colore tutta particolare alla solenne escursione.
Tra le poche ragazze partecipanti è d'obbligo segnalare la nostra socia,
Paola Salasco, che ha realizzato l'intera salita in 3 h 16 min, e che si è
poi intrattenuta amichevolmente con noi a Ca' d'Asti. Congratulazioni!!!
Un grazie particolarmente caloroso ai gestori del rifugio per la simpatica
e calorosa accoglienza.
Anche il tempo è stato clemente con noi: le nebbie intermittenti hanno
reso fresca e meno faticosa la salita al rifugio. Il temporale del sabato
sera non ci ha turbati più di tanto, perché nelle prime ore della notte è tornato
il sereno e la vista della valle illuminata ci ha riempiti di gioia.
Anche la discesa ovattata di nebbia non turba le nostre amene chiacchiere
e non ci impedisce di ammirare la splendida fioritura che costella il
sentiero da cima a fondo. Solo alla Riposa incomincia a piovere e riusciamo
ad arrivare tutti non troppo umidi alle auto.
Ci salutiamo cordialmente e balziamo in macchina per il ritorno con il
cuore e gli occhi colmi di cose belle.
Ancora una volta ... grazie, Madonna!
Anna Farò
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17-18 luglio - Rocciamelone
Mi chiamo Rossella e siccome non faccio parte della G.M. e non ero
mai andata sul Rocciamelone sono stata nominata "volontaria" da Antonello
per scrivere la relazione sulla gita del 17/18 luglio.
All'escursione partecipavano due gruppi, uno partito da Ca' d'Asti e
l'altro dal Rifugio Tazzetti. Io facevo parte del 2°, composto da 11 giovani
volenterosi e masochisti che avevano scelto quel percorso perché essendoci
il ghiacciaio sarebbe stato tecnicamente più impegnativo.
Vi chiederete perché masochisti?!? Perché il ghiacciaio non esiste
quasi più ma tutti erano muniti di imbrago e ramponi (tanto per salire più
leggeri) e i più fortunati per zavorrare ancor di più lo zaino avevano anche
le corde.
Sabato pomeriggio partivamo dal lago di Malciaussia e in 2 ore (1/2 in
meno del tempo stabilito) raggiungevamo il rifugio che hanno ristrutturato
di recente ed è bello ed accogliente.
Il sentiero in questa prima parte è facile (anche per una merendeiros
come me) ma ho capito che era fin troppo facile per Daniele, Alberto e
Giovanna, i primi della fila perché quasi correvano (non è che per caso mi
volevano eliminare?)
Per il mattino dopo Daniele inflessibile stabiliva la sveglia alle 4,15 e
la partenza alle 5. Il percorso era più difficile di quello del giorno precedente ma ancora fattibile (non so se i termini giusti sono roccette e sfasciumi
ma voi che ve ne intendete avrete certo capito).
Alberto nel primo tratto, tanto per tenerci svegli ci "allietava" con delle
canzonette (ciò ha fatto sì che accelerassimo il passo).
Gli ultimi 200 m sono stati i più tremendi, non ero scoppiata ma di sicuro
il mio obbiettivo non era più la cima quanto la torta di Giovanna (p.s.
ottima) che lì avremmo diviso con gli altri amici che di lì a poco ci avrebbero
raggiunto da Ca' d'Asti.
Alle 9,15 h raggiungevamo la cima (sembrava Porta Palazzo dalla folla
che c'era) ma alle 10 dopo aver salutato gli amici scendevamo già , anche
perché il tempo era cambiato e non era consigliabile fare il sentiero con la
pioggia perché le rocce sarebbero state scivolose. In 3 ore eravamo al rifugio
e dopo uno spuntino veloce ripartivamo per Malciaussia. Per fortuna iniziava
a piovere solo all'ultimo quando ormai ci trascinavamo verso le auto.
Di sicuro è stata per me una bella gita con gente simpatica e in un bel
posto. L'unica nota negativa è stata il tempo che non ha permesso di ammirare
il paesaggio.
Rossella Marasso
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24-25 luglio - Granta Parei
La Granta Parei è una splendida montagna già visibile dalla strada carrozzabile
di fondovalle della Val di Rhêmes.
La nostra gita si sarebbe dovuta svolgere in località Punta Polluce; le
condizioni critiche della neve e un nostro scarso allenamento hanno fatto
si che cambiassimo destinazione.
Ritrovo sabato 24 luglio in piazza Rebaudengo, la giornata è limpida.
Siamo in sei a partire incluso un amico della SUCAI, il "clima" è allegro
nonostante qualche ritardo di qualcuno.
Il viaggio è abbastanza lungo, finalmente giungiamo alla piazzola dove
lasciamo le automobili.
La Granta Parei è lassù e domina la valle. In un'ora circa, raggiungiamo
il rifugio Benevolo; il paesaggio è molto bello: la Dora di Rhêmes (attraversa
la valle formando "gole rocciose"), conifere, piante di vario genere
e altro ancora.
Il rifugio è al completo, siamo stati inseriti al secondo turno per la cena.
La gestione lascia un po' a desiderare, chiediamo di poter fare colazione
alle 4,30 h, i gestori dicono che è troppo presto, al momento di saldare
il conto diranno che i "buoni CAI" per il pernottamento non li prendono;
eppure il rifugio fa parte della sezione CAI di Torino.
5,30 h, iniziamo l'ascesa, sopra di noi nuvole; speravamo di vedere le
stelle.
Lungo il cammino via via le nuvole si diradano e con immensa gioia
godiamo di una magnifica alba in quota.
Al momento di doverci "legare", incontriamo un gregge di pecorelle il
quale ci segue addirittura per un breve tratto del ghiacciaio di Goletta.
L'ultimo tratto di salita prima delle due cime, S (punto culminante) e N,
presenta alcune difficoltà con roccette da superare.
10,00 h, sulla punta S ammiriamo le vette valdostane. Recitiamo contenti
la preghiera della Giovane e un'Ave Maria, ritorniamo quindi a valle.
Antonello Saporito
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1-7 agosto - Settimana di Pratica Alpinistica a San Martino di Castrozza
Ricordi, immagini, sensazioni, si susseguono rapidi e si accavallano
mentre, ancora intontito, rientro al lavoro dopo la XXIII settimana di pratica
alpinistica trascorsa dal 1° al 7 di agosto a San Martino di Castrozza.
Ancora oggi, nonostante sia passato quasi un mese, i ricordi sono ancora
freschi; provo quindi a riordinarli per darvi un breve resoconto di ciò
che è stata la settimana.
Iniziamo con i partecipanti: della nostra sezione eravamo in tre e precisamente
oltre al sottoscritto, Francesco Polito e Stefano Risatti (anche
se quest'ultimo ad onor del vero è rientrato con un paio di giorni di anticipo).
La casa che ci ha ospitato (doveva essere il camper di Stefano, ma
questa è un'altra storia...) è quella gestita dalla Sezione di Verona ed è situata
proprio in San Martino.
Raggiungerla e trovarsi al cospetto delle maestose "Pale", mete delle
nostre future arrampicate, è stato per me già il coronamento di un sogno.
Il lunedì la mia voglia di arrampicare, sopita ormai da troppi mesi, è
stata in parte "placata" in una palestra situata a Passo Rolle. In breve quasi
tutte le vie (sono tutti monotiri) sono state compiute. Dopo aver iniziato
a conoscere i partecipanti anche delle altre sezioni, fatta un po' di attivitÃ
didattica (ripasso di nodi, manovre, controllo dell'attrezzatura), la mente
era già corsa all'indomani quando avrei finalmente avuto la possibilità di
scoprire cosa vuol dire arrampicare in "dolomia"( la palestra è di roccia
granitica quindi, un "déjà vu").
Il martedì finalmente la tanto attesa via di roccia in montagna. Non mi
importava che fosse una "cima" di prestigio, da curriculum o fosse una via
ai più sconosciuta; l'importante era che fosse la mia prima via di roccia in
Dolomiti. Nonostante la roccia non fosse delle più solide, nonostante il
temporale in parete (che purtroppo guardando alla settimana non è stato
un fatto sporadico), il raggiungimento della cima alle sette di sera ed il
rientro alla luce di una splendida luna piena lungo le piste di sci a San Martino
alle 22,30 h hanno suscitato delle sensazioni veramente indescrivibili.
Nei giorni seguenti si sono susseguite vie in gran parte tentate e non
portate a termine soprattutto a causa del tempo sempre incerto (la probabilitÃ
che piovesse era quasi una certezza!!) e in parte anche alle alzate
non troppo mattutine.
Non vi riporto un resoconto dettagliato delle ascensioni fatte e delle
vie percorse perché risulterebbe alquanto sterile e forse poco significativo,
se non per i partecipanti, ma piuttosto vi racconterò cosa è stata l'altra
"faccia" della settimana di pratica.
Una settimana in cui si sono condivisi momenti di allegria e di spensieratezza
ma anche di riflessione sulle motivazioni che inducono a mettersi
in cammino.
Da una traccia di riflessione che ci è stata consegnata in una giornata
di relativo riposo, durante la quale si sono svolte manovre di soccorso, vi
lascio alcuni spunti.
La route comincia: ci si mette per strada.
Non è solamente un campeggio dove si forma un'altra stabilità diversa da
quella domestica ma pur sempre solida e sicura: è un mettersi in cammino
per raggiungere ogni giorno una meta nuova, senza mai stabilizzarsi.
Perché si esce di casa? perché si affronta l'ignoto e si abbandona una sicurezza?
perché ci si mette in una situazione precaria?
C'è un richiamo, un invito: qualcuno o qualcosa ci ha stimolato, ci ha fatto
sentire una voce che chiama, ci ha fatto venire la voglia di uscire e di metterci
in cammino verso nuovi orizzonti.
C'è una intuizione, un desiderio, un sogno; c'è quel fascino dell'ignoto che
batte al nostro cuore e lo seduce; c'è quella attrattiva che viene da lontano
e vince le nostre riluttanze.
C'è una sintonia misteriosa che conduce verso realtà diverse e apparentemente
contrastanti con le nostre comodità e il nostro benessere e ci fa superare
le ultime resistenze...
Buona riflessione.. e un grazie alla Commissione Centrale di Alpinismo
che ha permesso questa splendida avventura !!
Alberto Bello
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17-20 agosto - Sulle Orme della Via Francigena
Dall'Abbazia della Novalesa alla Basilica di Superga
17 agosto: è appena l'alba e sul piazzale di fronte all'Abbazia della Novalesa
è un gran brulicare di gente e di auto, un'incrociarsi di saluti e di abbracci.
Siamo in settanta circa a salutare con una messa la partenza del
pellegrinaggio che in cinquantotto tappe più due di riposo ci porterà a Roma.
Il celebrante, un padre benedettino, depone sull'altare e benedice con
le offerte il bastone che accompagnerà i pellegrini e, passando di mano in
mano, arriverà a destinazione fra due mesi. È un momento magico: portando
nel cuore le parole del sacerdote e del Presidente Centrale Piero Lanza,
mettiamo lo zaino in spalla e pieni di entusiasmo, in quarantacinque, ci
mettiamo in marcia.
Per strade secondarie e sentieri (non manca un guado sul torrente Cenischia
per darci un tocco d'avventura) raggiungiamo Susa e la attraversiamo
fino alla Cattedrale dove ci fermiamo per un attimo di preghiera,
guidate dal parroco Don Ettore. Sul sagrato ci attende una graditissima
sorpresa! Pier Massimo ci offre focaccia di Susa, appena sfornata, poi
temprato il corpo e lo spirito attacchiamo la salita verso Meana e oltre.
Presso una croce ci fermiamo a mezzogiorno a recitare l'Angelus e poi
fino alla pausa pranzo in una bella radura con fontana.
Sono con noi anche una giornalista e una fotografa di Parigi, che per
fare un servizio veritiero seguiranno la comitiva per due giorni, documentando
con fotografie.
Dopo pranzo salutiamo alcuni amici che tornano a valle e imbocchiamo
un sentiero piuttosto ripido nel folto di un bosco di faggi. Il sole non si
vede più, l'aria è ferma, la fatica si fa sentire. Poco alla volta visto che il
fiato è appena sufficiente per respirare, si spengono le chiacchiere: si ode
solo più, oltre al proprio ansimare, il cinguettio degli uccelli e il ronzare delle
mosche attirate dal nostro copioso sudare.
Finalmente, stremati, giungiamo in un bel pianoro con la cappella di
Toglie (parlo naturalmente per me e per chi mi segue escludendo il gruppo
di testa, pieno di energie). Qui gli amici di Ivrea intonano canti di montagna
che, insieme al sole ritrovato, infondono nuove energie.
Il percorso infatti non è finito: siamo arrivati in quota (1435 m) ma c'è
ancora più di un'ora di marcia per sentieri molto belli in boschi di larici. Finalmente,
come un miraggio, ecco il rifugio Amprimo: prendiamo d'assalto
il ruscello e la fontana per ristorare gole riarse e piedi fumanti poi cena,
canti, e ... il meritato riposo. Abbiamo camminato più di dieci ore e percorso
circa ventisei chilometri.
18 agosto: sveglia 6,00 h, il tempo è di nuovo sereno.
Alle 7,00 h recitiamo una preghiera e siamo pronti a ripartire.
Oggi siamo in trentasei. Per un tratto il sentiero è gradevole e offre
spettacoli di foglie, fiori e funghi stillanti rugiada, poi si sprofonda in un
bosco buio e umido che in poco tempo ci fa perdere quota e toccando alcune
borgate ci porta alla Certosa di Montebenedetto dove una guida ci
ragguaglia sulla storia dell'edificio e sui restauri attuali. Ci rendiamo conto
che valeva la pena scendere fin qui, in questa conca tranquilla e amena
che ancora ci parla di uno stile di vita austero e semplice di lavoro e di
preghiera, ma già il pensiero corre a quei 300 m di dislivello che ora bisogna salire per riguadagnare la quota di partenza cosa che facciamo all'Alpe
Fumavecchia.
Breve sosta alla fontana del Vallone dove ci si rinfresca, si beve, si
riempiono le borracce e poi ... su, di nuovo in fila, zitti zitti a macinare
passi uno dietro l'altro. Lo zaino sembra sempre più pesante, il fiato sempre
più corto ma prima o dopo eccoci tutti a quota 1850 m, al Pian
dell'Orso, dove troviamo una squadra di muratori che restaurano la cappella.
Pranziamo in compagnia (ci viene anche offerto il caffè!) ma la strada è
ancora lunga e, dopo una preghiera bisogna ripartire. Sale la nebbia dalla
Val Sangone e non ci permette di vedere il panorama; il sentiero a mezza
costa corre tra mirtilli, rododendri e lamponi però la lunghezza di questa
tappa non ci permette grandi scorpacciate ma solo qualche piluccamento
al volo. Il tratto fino al Col Bione sembra veramente interminabile e mentre
i primi pimpanti e indistruttibili continuano a passo sostenuto gli ultimi continuano
a trascinare i piedi e procedere per inerzia.
Ma ... eccoci al Colle: c'è la Cappella, tavoli e panche!!! Illusione: come
posiamo lo zaino e il sedere su una panca qualcuno è già pronto a dire:
si parte! E così, anche se attorno a noi ci sono tante cose belle da gustare
ci rimettiamo in marcia. Di qui è tutto un saliscendi di cui ho perso il conto
(meno male che c'è un programma scritto) ogni tanto si vede la Sacra ma
è sempre così lontana! Abbiamo anche la gradita sorpresa di una magnifica
fontana presso cui c'è sul prato un tappeto di susine "ramasin". Che scorpacciata!
Dopotutto i pellegrini non hanno sempre fatto così?
Esausti arriviamo finalmente al piazzale della Sacra di San Michele: la
giornalista entusiasta ma stanchissima ci ricorda che siamo in marcia da
dodici ore e dieci minuti e se leggiamo il programma sappiamo anche di
aver macinato circa trentatré chilometri, con un dislivello di 1050 m in salita
e 1424 m in discesa. Per oggi può bastare.
19 agosto: la nostra preghiera saluta il nuovo giorno dalla Sacra di San
Michele che lasciamo alle nostre spalle per scendere sulla Via dei Principi,
verso Avigliana. Siamo rimasti in trentuno.
Comincia a far caldo e si sente che scendiamo verso la pianura anche
se il cielo è grigio. Dopo aver attraversato la palude dei Mareschi, breve
sosta-ristoro sul lago di Avigliana poi nuovamente alla bellissima chiesa di
San Pietro. Purtroppo si deve percorrere un buon tratto di strada asfaltata
tra case e casette con giardino dove veniamo rumorosamente salutati da
tutti i cani del circondario. Proviamo ogni genere di strada: asfalto, sterrato,
mulattiera, viottolo dei campi, sentiero. Qui non più lamponi ma more
ci tentano a qualche sosta fuori programma finché arriviamo a S.Antonio
di Ranverso. Preghiera di mezzogiorno e ultimo strappo prima di pranzo:
due km di asfalto al sole in leggera salita, quanto basta per arrivare sfiniti
al punto tappa.
Qui sarebbe ora di riposarsi un po' ma ... qualche goccia fa alzare gli
occhi al cielo e con il boccone ancora in gola siamo di nuovo sulla strada.
Il resto è senza storia: tanti passi nel bosco fino al Castello di Rivoli.
20 agosto: i poveri pellegrini sono di nuovo in piedi all'alba e dopo il saluto
e la benedizione di Don Antonio, che li ha ospitati nella sua parrocchia di
Cascine Vica (Rivoli), si mettono per via attraversando Collegno, Grugliasco
e poi avanti fino al cuore della religiosità di Torino: il Santuario della
Consolata.
Qui si aggregano altri amici della sezione di Torino e dopo un magnifico
momento di riflessione da Don Garbiglia e la Santa Messa tutti sono
pronti a partire armati di entusiasmo e di ombrello.
Percorriamo il lungo Dora fino a Sassi e ci fermiamo per il pranzo al riparo
dalla pioggia sotto il portico all'ingresso della locale chiesa. Dopo la
preghiera seguiamo il percorso '26 di Beria Grande? che si snoda tra boschi
selvaggi e qualche prato in discreta pendenza, ma ormai siamo allenati
e riusciamo a chiacchierare anche in salita. Qualche sosta per raccolta di
more (serve anche a prendere fiato) e un po' con la pioggia, poi con la
nebbia e poi con il sole riusciamo anche oggi a fare una gran sudata ma ad
arrivare sani e salvi alla meta.
In attesa che la Basilica apra i battenti si stende la biancheria al sole
che in questo momento brucia, si succhia un gelato, ci si riposa su una
panchina: ci sentiamo pellegrini!
Ma arriva il momento di passare il "Testimone" agli amici di Moncalieri:
il Padre Priore della Basilica guida la nostra preghiera e ci saluta con la
benedizione. Auguriamo a chi continua la fatica di avere fortuna come abbiamo
avuto noi: il tempo, la salute, l'entusiasmo e l'amicizia nella gioia e
nella fatica. AUGURI!!
Un grazie speciale a chi ha dedicato tanto tempo e impegno alla preparazione
e organizzazione di una manifestazione così bella, e a Gino che
ci ha seguiti con la macchina ogni volta che gli era possibile incrociare il
nostro percorso sostenendo i poveri pellegrini erranti con cestini di frutta e
pomodori del suo orto nonché bottiglie di vino fresco. È proprio vero che
quando c'è fede la provvidenza arriva.
Laura Reggiani
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SERATE IN SEDE
giovedì 13 maggio - Everest e dintorni
L?amica Emanuela Morelli del CAI di Chivasso è tornata per raccontarci
un altro meraviglioso suo viaggio: questa volta in Himalaya, al cospetto
delle sue vette più alte. Abbiamo così ammirato "da breve", dalla loro base,
l'Everest, il Lhotse, il Nuptse.
E' stata un'emozione vedere da vicino la parete sud del Lhotse, arabescata
da un'infinità di effimeri quanto splendidi canaloni innevati, di una
neve recente e ancor più soffice...
La nostra ammirazione è accresciuta quando ci ha illustrato
l'ascensione ad un seimila della zona: essere partecipi dell'attività della
cordata, salire pendii innevati, procedere su creste, essere sulla vetta, spaziare
a 360 gradi ed ammirare l'immenso orizzonte...
Anche noi siamo stati pervasi da un senso di contemplazione, ci siamo
guardati intorno meravigliandoci dinanzi alle più belle montagne della
Terra.
Non meno degni di nota i tramonti e le albe, con colore dominante il
rosso fuoco, fra l'oscurità della notte e la luce piena del giorno, con la neve
fresca, bianca, scintillante.
Veramente una bella serata, giunta al momento propizio per affrontare
gli "impegni" estivi, facendoci immaginare sveglie prima dell'alba e vedendo
già la luce apparire a poco a poco all'orizzonte ....
Grazie Emanuela, per averci fatto vedere da vari angoli le cime più alte
del mondo.
Ettore Briccarello
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giovedì 10 giugno - "SOGNO AMERICANO"
Elisa Pistono, della sezione di Moncalieri, è venuta ad illustrarci un suo bellissimo
ed interessante viaggio compiuto lo scorso anno nei parchi americani
Sequoia, Kings Canyon, Yosemite, Death Valley e Grand Canyon.
La qualità delle immagini presentate, nonostante lei si sia dichiarata una
neofita in campo fotografico, è stata veramente ottima. Sicuramente i paesaggi
mozzafiato hanno aiutato la nostra fotografa "in erba" contribuendo
al bel risultato della serata che è trascorsa veloce fra sequoie giganti, cascate,
pareti scoscese e anche orsi ( seppure in lontananza ).
Penso così di non essere stato il solo quella sera ad aver provato un po' di
invidia: per chi ama la natura, i paesaggi sconfinati dove l'occhio si perde
all'orizzonte e dove la propria sete di conoscenza e di scoperta continua
costantemente ad essere alimentata, questo è infatti un viaggio veramente
da non perdere.
In attesa di prossimi viaggi e dei prossimi riscontri fotografici, grazie della
bella serata!
Alberto Bello
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VITA SEZIONALE
Lutti
A Gabriella LIFFREDO, vogliamo essere vicini ed esprimere le nostre più vive
condoglianze per la perdita del Caro PAPÀ.
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