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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 2003



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.








VITA SEZIONALE


   Giovedì 18 dicembre alle 19,30 h


Come ogni anno rieccoci all'ormai abituale appuntamento dove ci
scambieremo in amicizia gli auguri per le prossime feste e per un nuovo
anno "in grazia di Dio".
Alle ore 19,30 h verrà celebrata in sede la S. Messa per ringraziare,
chiedere perdono, offrire, implorare, pregare e cantare insieme la gloria di
un Dio che ancora una volta ci invita ad una revisione di vita, alla rinascita
con Lui.
E dopo il sacro il profano: natalizia abbuffata a base di piatti freddi
(o appena da riscaldare) che generosamente un buon gruppo di soci preparano
per l'occasione. Ma, chissà come mai, ogni anno le bocche aumentano
quindi ogni apporto nuovo è sommamente gradito. Sotto dunque i
nuovi soci: ci facciano gustare quanto sono bravi in cucina.
E chi non sa cucinare faccia un giro in cantina.

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ATTIVITÀ PREVISTA


   9 novembre - Monte Pelato (1088 m) Alpi Liguri (E)


Il Monte Pelato si colloca nella divertente cavalcata dei Serri di Mondagnola,
fra la Val Corsaglia e la Val Maudagna, dirimpetto alle due Frabose.
Da Torino in auto a Mondovì si sale verso Frabosa Sottana. Poco prima
di essa si lasciano le auto al ponte sul torrente Maudagna a 600 m circa
e ci si incammina per un sentiero fra castagneti. Si raggiunge la borgata
Maudagnola, si continua brevemente per la strada asfaltata e si riprende il
sentiero nel bosco che sale al colletto, si attraversa la strada che sale da
borgata Bassi, presso la cascina maneggio - con punto ristoro - detta "la
Pelata" e si prosegue verso la cima.
Possibile discesa a Sud, per colle di Straluzzo (fra Val Corsaglia e Val
Maudagna), Frabosa Soprana e vecchia pista fra le Frabose.
Salita ...................... : 1,40 h
Discesa ................... : 2,10 h
Coordinatore di Gita .. : Ettore BRICCARELLO tel 0112734822
cell 3338007651

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   16 novembre - Funzione religiosa al Monte dei Cappuccini


Come da consuetudine, anche quest'anno ci ritroveremo nella chiesa
di Santa Maria del Monte, al Monte dei Cappuccini.
La S. Messa sarà celebrata alle 09,30 ed in essa saranno commemorati
i soci scomparsi.
Farà seguito un breve incontro per festeggiare chi ci accompagna da
20, 50 e più anni.
Sono Soci da 20 anni: Antonella GAMERRO BARBI, Elena BARETTA, Ettore
BRICCARELLO, Riccardo DESTEFANIS, Daniela FORNERIS, Pier Luigi
FORNERIS, Anna BOSA RAVELLI, Immacolata ROCCO, GianLuca ROSSO,
Mario SALASCO, Maurizio TORCHIO, Laura VALLE.
Hanno raggiunto i 50 anni di Associazione: Rita FINELLO ORSOLANO e
Piero ROSAZZA.

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   23 novembre - Passeggiata in collina nel Monferrato (E)


Località di partenza ... : Montechiaro d'Asti
Percorso totale ......... : 8÷10 km, secondo le possibili varianti
DESCRIZIONE: La gita propone la visita a due gioielli di arte romanica del
Monferrato, risalenti entrambi al sec. XII. La chiesa dei Ss. Nazario e Celso,
presso Montechiaro d'Asti, è uno dei monumenti più interessanti del
Romanico piemontese, con facciata e campanile decorati con archetti, capitelli,
cornici e ghiere scolpite. L'altra chiesa, S. Secondo di Cortazzone,
presenta all'interno interessanti capitelli scolpiti; all'esterno notevoli le absidi
ed il fianco destro.
È previsto l'arrivo con bus Montechiaro d'Asti, lato est del paese, presso la
chiesa di S. Antonino. Si giunge alla chiesa di S. Nazario percorrendo una
strada sterrata.
Dopo la visita si raggiunge Cortazzone attraverso sentieri e strade di campagna
e si prosegue per la chiesa di S. Secondo, nei cui pressi è possibile
effettuare il pranzo al sacco.
Nel pomeriggio visita alla chiesa di S. Secondo e successivo rientro con
bus, con eventuale sosta e visita all'Abbazia di S. Maria di Vezzolano,
presso Albugnano, uno dei più importanti monumenti romanico-gotici del
Piemonte.
In caso di maltempo la gita verrà comunque effettuata usufruendo del bus
per ogni trasferimento e prevedendo una soluzione al coperto per il pranzo.
Ritrovo di partenza.... : p. Bernini alle 08,00
Mezzo di trasporto .... : bus (auto private in funzione del numero d'iscritti)
Coordinatori di gita ... : Piera AGNELOTTI tel. 011888323
Sandro ANSALONItel. 0114472657
Termine prenotazioni . : 13 novembre

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   14 dicembre - Sci in Pista


È ormai tradizione collocare in calendario un'uscita in sci sulle piste a
dicembre. Non sempre è stato possibile compierla, ma la volontà di farla
c'è. Presumibilmente si svolgerà al Monginevro, ma si attendono suggerimenti.
Pertanto, si invitano gli eventuali partecipanti a segnalare i loro desideri
per tempo.
In attesa di adesioni, non resta che segnalare i nostri numeri telefonici:
Sede .........................: tel 011747978
Ettore BRICCARELLO ..: tel 0112734822 cell 3338007651
Marco DEMARIA.........: tel 011357484 uff 0113170640 casa
cell 3355474993

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Io c'ero e Tu...?


Se vuoi saperlo vieni in sede giovedì 13 novembre alle 21,30 h. Sarà effettuata
una breve proiezione di vecchie fotografie in bianco e nero, con
qualche commento relativo alle stesse. In quegli anni le foto delle gite effettuate
si prenotavano dai rari compagni di escursioni che avevano la fortuna
di possedere la macchina fotografica, e la capacità di fermare gli attimi
migliori delle uscite sociali.
Proprio queste foto hanno fatto scattare dentro di me la voglia di tornare,
sul filo della memoria per ricordare un pezzo della vita sociale della Giovane
Montagna, quando ci si accontentava di poco e le diapositive a colori
erano ancora di là a venire. Nell'angolo dei miei ricordi più belli ci sono le
escursioni in montagna, prima con l'Oratorio, poi - il salto di qualità - con
la G.M..
Approfittando della collaborazione di Ferruccio, che mette a disposizione
l'Episcopio, effettueremo un viaggio nella memoria attraverso la forza evocativa
delle immagini. In quegli anni vi era ancora la possibilità di avere con
noi un sacerdote per la Messa Festiva, in vetta o al rifugio, che tante emozioni
ci ha regalato.
In una delle mie prime gite con la Giovane ho conosciuto il salesiano Don
Zuretti, già anziano; poi venne Don Piero Giacobbo (recentemente scomparso);
quindi Padre Lever, Rosminiano e ultimo, Padre Onorato, dei Servi
di Maria. Negli anni di transizione, tra un Cappellano e l'altro, riuscii a trascinare
con noi, per le gite domenicali, alcuni Salesiani che amo qui ricordare:
Don Piero Bongiovanni, Don Cesare Cerrato, Don Gino Borgogno
(tutti Piemontesi doc).
A quei tempi, quando portavamo nello zaino l'altarino da campo ed eravamo
(come si diceva in qualche ambiente) quelli della "Messa nel sacco"
non avevamo granché dalla vita, ma avevamo vent'anni! E' il caso di aggiungere:
"beata gioventù che passi e non ritorni più".
Franco Ghiglione

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ATTIVITÀ SVOLTA


   1-4 maggio - Scialpinismo nel gruppo del Cevedale


Dopo una serie infinita di dossi e ondulazioni ecco il ripido pendio che
porta al colle del Pasquale: non si contano le conversioni lungo la traccia
un po' gelata che richiede qualche cautela. Una leggera discesa ed alla base
di un breve tratto di misto lasciano tutti gli sci; dato che più avanti la
cresta che sale al Cevedale ritorna più larga decido di caricarli sullo zaino
per quel breve e caratteristico tratto. A circa 100 m dalla vetta la pendenza
si accentua e le roccette affioranti obbligano a continuare a piedi con
piccozza e ramponi. Dalla vetta lo sguardo spazia a 360°, dal vicino Ortles
al gruppo dell'Adamello, al Disgrazia, ecc. Ma non possiamo indugiare
troppo; ritornato agli sci, la dorsale, in alcuni punti un poco obbligata, mi
permette di raggiungere in breve il tratto di cresta non sciistico; lo evito
sfruttando un ripido canalino (il sole ha già ammorbidito a sufficienza la
neve) che mi porta direttamente sull'itinerario di salita sotto il colle del Pasquale.
Ci raduniamo tutti, ormai il sole sta cuocendo ogni cosa e temiamo
per la qualità della neve: cercando le opportune esposizioni e inclinazioni
dei pendii arriviamo però fino al rifugio su bella neve primaverile. Di qui alle
auto abbiamo optato per il sentiero estivo, ormai sgombro di neve, lungo il
quale in meno di un'ora abbiamo trasportato i soliti zainoni, pesanti più del
primo giorno, avendovi caricato anche gli sci. Già, il primo giorno perché
ho cominciato dalla fine? Forse perché è stata la gita meglio riuscita,
che ha fatto dimenticare i dispetti del tempo dei giorni precedenti. Ma riprendiamo
con ordine.
Parcheggio dei Forni (S. Caterina Valfurva): il tempo è variabile, poi
peggiora rapidamente e con perfetto sincronismo, non appena siamo pronti
per partire, calano le nubi ed inizia a piovere. Precipitosa ritirata all'interno
delle auto. Attesa fiduciosa. Quando rallenta si parte, a piedi il primo tratto
fino ad attraversare il torrente sotto al piccolo sbarramento idroelettrico: di
qui parte la traccia che con lunghi mezzacosta va a riattraversare il torrente
(ponte in legno - impegnativo !?!) quasi in corrispondenza del rifugio.
Che, a causa del ritiro dei ghiacciai, è ben alto sopra le ripide e spoglie morene.
Una stradina a tornanti passa nei pressi del lago Rosole prima di raggiungere
il piazzale del rifugio. Il tempo migliora e ammiriamo l'imponente
cerchia di montagne soprastanti, tra cui spiccano il Pizzo Tresero (in realtà
la vetta è appena nascosta) e la Punta S. Matteo. Non saliremo né l'uno né
l'altra!
Per il giorno seguente le previsioni danno tempo incerto in peggioramento.
Scegliamo come meta il Palon de la Mare: è l'itinerario con meno
difficoltà di orientamento in caso di scarsa visibilità. Al mattino è bello: si
parte. I primi impegnativi traversi sui blocchi di neve gelata delle slavine
che nel pomeriggio di ieri hanno coperto le tracce mettono a dura prova
equilibrio e tenuta delle pelli. Una bella serie di conche e vallonetti fa poi
guadagnare quota fino a raggiungere il ghiacciaio, mentre l'orizzonte si
amplia progressivamente: da ovest avanza inesorabilmente l'annunciata
perturbazione. Un ripido pendio sbuca nei pressi di vecchi baraccamenti
militari; il tempo peggiora. Aggiriamo un grosso nodo di seracchi , attraversiamo
la conca glaciale soprastante e siamo sulla cresta sommitale. Al
di sopra dei 3500 m il vento è proibitivo: cristalli di neve e ghiaccio entrano
ovunque. Devi assicurare tutto ciò che posi a terra; lasciamo sci e zaini
zavorrati con grosse pietre. Proseguiamo a piedi per gli ultimi metri, sembra
che la cresta non salga più, dovremmo essere in punta. In alcuni momenti
della immediata discesa è difficile non solo capire quale sia la direzione
da tenere, ma anche riuscire a stare in piedi. Messi gli sci ed abbassatici
di quota le cose migliorano leggermente, ma la visibilità è sempre
scarsa. È caccia al tesoro, cioè alle bandierine rosse che un altro gruppo ci
ha lasciato lungo la traccia di salita e che dobbiamo restituire: ma prima
bisogna trovarle e recuperarle. Più in basso siamo al di sotto delle nuvole e
la discesa termina felicemente ... con la risalita al rifugio. Qui piove e nevica.
E così per tutta la notte.
E il giorno dopo' Secondo le previsioni il tempo migliorerà. Partiamo
con l'intenzione di andare verso la Punta S. Matteo. Raggiunta la conca del
ghiacciaio ci sono quasi 30 cm di neve fresca alquanto pesante e faticosa
da battere, così seguiamo l'unica traccia esistente (che non sappiamo dove
porti, dato che le nubi impediscono la visibilità). Il terreno diventa sempre
più ripido, gli apripista tornano già indietro giudicando i pendii soprastanti
pericolosi, il tempo peggiora e così rientriamo al rifugio: non è neanche
mezzogiorno. Improvvisamente la coltre di nubi si dissolve rapidamente,
lasciando un incredibile cielo azzurro - e noi un po' delusi. Passeremo il
pomeriggio ad oziare, leggere (qualcuno dice di aver studiato ...) e a passeggiare
nei dintorni sfruttando gli spazi ormai abbandonati dalla neve.
Giorgio Rocco

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   11 maggio - Incontro Intersezionale a Modena


Per raccontare le mie impressioni della gita a Modena, vorrei iniziare
dalla S.Messa, fulcro della manifestazione.
Infatti il motivo dell'incontro era la benedizione degli Alpinisti e degli
attrezzi, che ha riunito più di 205 Soci - provenienti dalle varie Sezioni - nel
Santuario della Fonte di S.Gemignano a Cognento di Modena (scelto in
quanto molto caro ai modenesi e perché aveva già visto nel 1999 il ritrovo
dei gruppi partecipanti al percorso della Via Francigena).
La funzione - seguita con viva partecipazione di preghiere e canti - ci
ha ricordato che la particolare benedizione ricevuta (coma ha scritto il Presidente
della Sezione organizzatrice) "deve essere sempre più stimolo ad
amare e rispettare la montagna nei suoi molteplici aspetti e un invito a
svolgere la nostra attività in serenità, amicizia ed allegria.".
Con questo spirito abbiamo continuato il nostro incontro intersezionale
nella vicina azienda agroalimentare HOMBRE ove un piccolo esercito di
"aspiranti" e cameriere in grembiulino giallo era pronto a soddisfare il nostro
famelico appetito (erano ormai le 14 passate!) con un ottimo primo ed
una sovrabbondante distribuzione di "tigelle" fragranti, farcite nei più svariati
modi ed alle quali abbiamo fatto veramente onore (complimenti ai
cuochi e cuoche).
E poi cosa dirvi ancora? La mattinata era stata impegnata in una piacevole
passeggiata nella riserva naturale Regionale della Cassa di espansione
del fiume Serchia, dove alcune giovani guide ci hanno illustrato come
vengono regolarizzate le periodiche piene del fiume e come si è sviluppata
una rigogliosa flora spontanea e fauna protetta.
E per noi che avevamo (con la sezione di Pinerolo e Moncalieri) anticipato
l'arrivo a Modena il giorno precedente, è stato possibile godere di una
interessante visita (anche questa guidata) della città di Modena (Musei,
Chiese Palazzo comunale) e dello splendido Duomo che meriterebbe da solo
un viaggio.
Il tutto condito da molta allegra gioia di ritrovare Amici di altre Sezioni,
dal piacere di gradite attenzioni dei cari Soci modenesi (come l'arrivo di
un buon vino per "bagnare" i nostri panini consumati sulle panchine del
Parco comunale), dalla sorpresa di un confortevole Ostello (della gioventù
?), dalla buona cena in trattoria.
Cosa si sarebbe potuto chiedere di più da questo incontro così ben riuscito
grazie all'ottima organizzazione e all'impegno dei cari soci di Modena.
Un arrivederci al prossimo!
Giovanna Pari

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   11 maggio - "MONCUNI"


Eccomi qui.
Questa storia che sono il più grande e quindi la relazione tocca sempre
a me sta incominciando a diventare un po' barbosa.
Non è che qualche bambino con più di otto anni ha voglia di venire in
gita con noi?
Non per la relazione, non preoccupatevi, semplicemente perché è divertente
passare una giornata tutti insieme noi bambini, e se siamo in tanti
è molto meno noioso che camminare solo con papà e mamma.
Ad ogni modo ecco a voi la relazione:
Al ritrovo sul piazzale del Decathlon eravamo in otto: Francesca e Davide
(due bimbi nuovi), Elena, Monica, Davide, mia cugina Silvia, mio fratello
Matteo e naturalmente io Andrea.
Assenti giustificati la sorella di Davide, Silvia, trattenuta a casa da
una fastidiosa malattia dell'infanzia di cui non ricordo il numero, e Francesco,
il fratellino di Elena e Monica, ancora un po' piccolo.
Ovviamente c'erano anche un po' di papà e mamme.
Dopo aver raggiunto con le auto un piazzale davanti ad una chiesetta
abbiamo preso i nostri zaini e ci siamo incamminati per una strada asfaltata
in mezzo a delle case, passato il paese siamo finalmente entrati nel bosco.
Ad un certo punto del sentiero, sulla sinistra avvistiamo uno splendido
tronco di castagno che sembrava aspettare proprio noi, così ci lanciamo
nella scalata ed ovviamente ..nella discesa.
Trascinati dai nostri genitori ricominciamo a salire per il sentiero nel
bosco finché non raggiungiamo un bellissimo prato in cui ci saremmo volentieri
fermati a giocare, ma ancora una volta gli esperti ci dicono che la
gita non è finita. Così ricominciamo a camminare, ma solo dopo esserci
fatti promettere solennemente che saremmo tornati al prato più tardi.
Raggiungiamo una cresta e percorrendola arriviamo alla croce di metallo
e all'altare posti in cima al Moncuni.
Arrivati!!!!
Salutiamo Gesù a modo nostro arrampicandoci sulla croce e dopo uno
sguardo veloce ai Laghi di Avigliana laggiù in fondo otteniamo il permesso
di tornare al nostro amato prato. Qui dopo un rapido spuntino (capirete
che avevamo molte cose da fare) ci lanciamo nelle nostre attività: pallone,
tiro alla fune, osservazioni botaniche e un bel falò sotto il controllo di
Gianni.
Sulla via del ritorno facciamo un piacevole incontro: un piccolo orbettino
scampato alle ruote delle numerose bici che frequentano il sentiero.
Alcuni di noi lo prendono in mano, altri si limitano a guardarlo da lontano.
Verso la fine del sentiero facciamo una piccola deviazione per andare
a rinfrescarci ad una fontana, poi torniamo allegramente alle macchine e ci
salutiamo.
Alla prossima! (Gita ovviamente?)
Andrea Barbi

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   18 maggio - Colle del Vento


Preludio per la fine di un mito: Il socio così attento, precisino, "persino
un po" pignolo? confonde l'ora del ritrovo e continua a gingillarsi in casa
nell'attesa di uscire poiché "come sempre, mi sono alzato troppo presto".
La realtà, invece, si palesa poco dopo con una telefonata degli amici che,
anche se pronti per partire, non lo vogliono abbandonare perché, non
comprendono come "proprio lui"....
Ed aspettano il "lui", che finalmente arriva con il capo coperto di cenere.
Perdonato e fine del preludio.
La comitiva, finalmente al completo, si avvia e raggiunge a Ferriera,
quasi all'ora prevista, l'altro gruppo formando, tutti insieme, una trentina
di persone accomunate dall'appartenenza alla serie degli ANTA + ANTA
+ ANTA.
La gita si annuncia come piacevole camminata primaverile tra boschi e
prati da percorrere senza farsi il fiato grosso e con previsione di soste sia
all'andata che al ritorno più una lunga distensiva pausa per il pranzo.
Bisogna poi aggiungere che, in ognuna di queste pause, c'è chi provvede
ad allestire una "quasi" cucina da campo per la preparazione di bevande
calde (tè e caffè) con distribuzione e scambio di biscotti, torte e pasticcini,
accompagnati da commenti del genere: assaggia anche i miei,
questa l'ha fatta mia nonna (?) e questi sono un prodotto etico (?) ecc. In
questi momenti potremmo sembrare un gruppo di signore borghesi riunite
per un tranquillo "five o" clock? ed invece, fortunatamente, è la riunione dei
suddetti "ANTA" ai quali piace anche fermarsi per riprendere fiato e per
compiacersi di respirare insieme aria buona ed amicizia.
Davvero una grande fortunata occasione per tutti.
Lodo Solera
P.S. La descrizione del: siamo partiti, ci siamo divertiti e siamo ritornati
stanchi, ma contenti, della bella giornata, la rimando alla relazione della
prossima gita. (Ma perché? Tutto è avvenuto proprio in questo modo).

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   25 maggio - Palestra di roccia ai Denti di Cumiana


Come da tradizione la prima uscita di alpinismo della stagione è dedicata
all'arrampicata in palestra, per ripassare le manovre e soprattutto per
togliere la "ruggine" accumulata durante la stagione invernale.
Anche quest'anno la tradizione è stata rispettata e così domenica ci
siamo ritrovati in 5, armati di corde e materiale vario e ci siamo diretti verso
Cumiana.
Meta prescelta i Denti di Cumiana, palestra conosciuta fin dagli anni
venti e frequentata da nomi "importanti" dell'alpinismo (Gervasutti, Boccalatte, ?). I Denti hanno sempre offerto una valida alternativa (o completamento)
alla Rocca Sbarua, distante pochi chilometri sulla stessa montagna.
Solo recentemente si è vista la sistematica riattrezzatura di quasi tutti
gli itinerari grazie ad un gruppo di scalatori, il Farc (Forze arrampicatorie riunite
cumianesi).
Il settore da noi prescelto è stato il Roc Botal, una formazione di
gneiss granitico alta circa 25 metri e larga il doppio dove abbiamo avuto
modo di provare l'arrampicata su placca. La progressione in questi casi è
essenzialmente in aderenza, cercando di affidarsi alle minuscole scaglie
che offre la roccia.
Il bilancio di fine giornata è sicuramente positivo, unico piccolo neo ?
le dita spelate!
Alberto Baldi

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   25 maggio - Gita-famiglia al lago Fiorenza


Più che una gita-famiglia, direi una gita fra pochi intimi: 5 adulti e 3
bimbi. Nonostante ciò, si parte incuranti delle previsioni meteo non proprio
ottimistiche alla volta di Valle Po. Salendo verso la destinazione le nuvole
basse non fanno ben sperare e, in vista della meta, una sbarra al Pian della
Regina impedisce l'accesso alle auto. Ci spiegano che la strada è bloccata
per il periodo invernale (!) e riaprirà fra quindici giorni. Per finire, si alza un
discreto venticello gelato che non si addice alle magliette e ai pantaloncini
corti. Pausa caffè per studiare il da farsi. Optiamo per due passi lungo il
Po, tanto per dare un senso alla nostra presenza lì.
Durante la digressione uno squarcio delle nubi e un sole caldo rianimano
le speranze: ci fiondiamo a prendere gli zaini alle macchine e tentiamo
l'ascesa in direzione Pian del Re. Qualcuno fa notare che non bisognerebbe
sfidare il tenente Giuliacci ma il partito dei fiduciosi ha la meglio e al
grido di - A SCIANCA! - ci incamminiamo. Breve salita e sosta per il pranzo
al riparo di un roccione sul quale i più piccoli improvvisano anche una minipalestra
di roccia, assicurandosi il brivido della giornata.
Non essendoci particolari segni di SCIANCAMENTO nelle nuvole nel
primo pomeriggio la comitiva è già sulla strada del ritorno. Scendendo a
valle parte un'idea luminosa: chiudere questa uscita un po' sfortunata con
una visita al Centro cicogne della LIPU a Racconigi; l'iniziativa è ben accetta
anche dai bimbi: insieme a loro impariamo qualcosa di più su questi
splendidi volatili. Arrivederci alla prossima occasione!
Marco Ponsero

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   7-8 giugno - Laghi d'Aver


Questa gita sostituisce la prevista al 5/6 luglio alla Tête de Viraysse.
Forse a causa della data anticipata gli aderenti risultano pochi, ma il
caldo che imperversa in città consiglia di perseverare. Si parte sabato pomeriggio e si raggiunge Demonte, cena in trattoria a Rialpo e pernottamento
in casa ospitale.
Di buon mattino affrontiamo la S.S. 21, poco dopo Vinadio prendiamo
a sinistra per il Colle della Lombarda, e appena passato Pratolungo, alla ex
casa della G. di F., ancora a sinistra per strada stretta e all'inizio asfaltata.
Entriamo così nella comba del Rio Freddo dove la strada presenta guasti
per eventi naturali e per lavori di captazione delle acque. Continuando a salire
alti, lungo la riva sinistra del torrente vediamo sul versante opposto i
resti di una fortificazione, poi improvviso sale sulla strada un camoscio,
che dopo avere corso avanti alcune decine di metri, si mette in salvo
sull'alta sponda di destra. Poco oltre, a quota 1550 incontriamo il divieto
di transito e lasciamo l'auto presso una fresca fontana. Sono le 8,30, il
parcheggio è quasi vuoto, e la temperatura ci ricorda che siamo nel vallone
di Rio Freddo. Proseguiamo sulla strada carreggiabile ammirando la mole
della Testa Malinvern (2939 m) che sbarra la testata della valle. Superato
il ponte sul Rio d'Aver (affluente di sinistra del R. Freddo) prendiamo sulla
destra il sentiero ben segnato con traccia gialla. Ora il sole comincia a
scaldare ma il sentiero, abbastanza ripido, è ben ombreggiato e segue, ora
alto, ora a livello, il corso d'acqua, sempre sulla riva destra. Inevitabile in
quell'ambiente anche l'incontro con le zanzare, abbondanti e fameliche.
Quando il bosco dirada il sentiero incontra un guado, non proprio arduo ma
scivoloso e rinfrescante. Passato in riva sinistra il sentiero si inerpica
allo scoperto fra cespugli di rododendri in fiore e qua e là bagnato da acque
indisciplinate. Ma oramai è fatta e in pochi passi si supera un dosso e
si raggiunge la conca che contiene il lago d'Aver inferiore (2136 m). Consumando
il panino osserviamo di fronte, verso occidente, i sentieri che
conducono: quello a sinistra, al Colle dei Morti, a destra al lago superiore e
al Colle d'Aver per confluire entrambi verso il Vallone di S. Anna. Salendo
un tratto del sentiero verso il lago superiore, la vista si allarga verso oriente
a scorgere i nevai che alimentano i numerosi corsi d'acqua, tributari di
destra del Rio Freddo. Durante la nostra sosta l'ambiente si è poi animato
con altri gitanti e alcuni pescatori che si sono disposti in prossimità
dell'immissario. Solo un preludio alle colonne di "pomeridiani" incrociate su
tutto il percorso: a piedi e in auto. Il parcheggio? Pareva lo stadio. E i partecipanti?
Mariarosa, Maria Teresa, Ugo e il sottoscritto.
Alessio Montanaro

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   15 giugno - Becca d'Aver


Ufficialmente ero di servizio al Reviglio, ma disubbidiente, con Giovanna
Pari siamo scappati a Torgnon per salire alla Becca d'Aver. Subito
punito: allora fai tu la relazione ....
Con Giovanna parto dallo Chapy e arrivo a Torgnon troppo presto:
giornata limpidissima, ariosa. Nell'attesa facciamo un salto alla chiesa affacciata
sulla balconata: la valle, Chamois di fronte.
Al Colle S. Pantaleone incontro con il gruppo in arrivo da Torino comprese
le famiglie con bambini di varie età, circa una dozzina. Una agevole
stradina tra i boschi ci invoglia a intrecciare conversazioni pacate, o intime
o pareri medici a seconda del compagno che ti affianca. Il bosco di pini mi
ha molto entusiasmato: non una pineta fitta, ma enormi pini secolari abbastanza
radi con cortecce spesse e grasse quasi fosse un sughereto. Il cicaleccio
è continuo, l'ambiente quasi fatato dà a tutti pace e gioia.
Ben presto perdiamo il gruppo dei bambini che preferiscono riposare e
giocare nei prati di una vicina verdissima conca.
La stradina dal Colle Des Bornes si restringe a un sentiero sempre più
ripido: piano piano subentra il silenzio intercalato dal ritmico alternarsi del
respiro. È il momento in cui la macchina umana è a regime: pronta per lo
sforzo cadenzato e armonioso quasi senza fatica.
Nessuno parla: ognuno dialoga con se stesso, intimamente solo, eppure
affiancato da cari compagni con cui condivide questo fuggevole momento
di comune fatica.
La vista del gruppo del Rosa scintillante nella sua immacolata veste di
ghiaccio, ci fa trattenere il respiro. È di una bellezza sconvolgente, irraggiungibile,
eterna ....
Mentre il Cervino si nasconde: una corona di nubi gli cinge la testa,
un re immobile maestoso, un po' arcigno che guarda dall'alto in basso noi
che osiamo ammirarlo. Alla mezza raggiungiamo la vetta a 2469 m e sorpresa
!!! tutti, quel giorno, hanno scelto la Becca d'Aver. Ben 27 gitanti
più noi: eravamo quindi un bel po....
Solo per poco il re Cervino ci ha fatto la grazia di scoprirsi e di farsi
ammirare: il panorama spazia dal Rosa, alla valle sottostante di Valtournanche,
alla valle collaterale di S. Barthélémy.
La discesa entusiasmante, rotolando a rotta di collo secondo le mie
prediche sulla marcia ....
Una bibita fresca a un bar e ritorno a casa.
Un'altra gita in armonia e pace che personalmente mi ha arricchito.
Carlo Allara

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   15 giugno - Anello di Saint Evence (Col di St. Pantaléon - Val d'Aosta)


Successo solo parziale per il tentativo di ripetere l'esperienza di Rocca
la Meja del 2000, quando tre gruppi, al termine di tre itinerari diversi si riunirono
puntualmente per il pranzo al lago della Meja. Per quanto concerne
il gruppo mountain bike, la partecipazione è stata limitatissima ( = Silvana
+ il sottoscritto). Ho il dubbio se possa ancora essere considerata "gita
sociale", ma dato che al Col des Bornes abbiamo raggiunto i numerosi partecipanti
della gita famiglie con i loro bambini, vi illustro brevemente il nostro
itinerario.
Partiti in bici da Tessella (borgata di Verrayes), siamo saliti su strada
asfaltata fin nei pressi di Vencorère, da cui uno sterrato porta ad una cava
di marmo. Di qui un panoramico e pianeggiante tracciato a mezza costa ci
ha permesso di unirci per il pranzo all'altro gruppo. La nostra gita è poi
continuata in discesa fino al Col di St. Pantaléon, da cui abbiamo seguito il
frequentato itinerario per la cappella di Saint Evence, tutto ciclabile con alcune
brevi ma impegnative rampe. Buon punto panoramico, molto affollato.
Si scende successivamente per un sentiero stretto, ripido e con gradoni
rocciosi: è più prudente portare la bici al fianco fino a quando la pendenza
si attenua. In breve siamo su uno sterrato, che porta sulla strada asfaltata
principale: con alcuni tornanti oltrepassiamo gli abitati di Semon, Plau e
Del; da quest'ultima località una strada a mezza costa ci riporta al punto di
partenza.
Giorgio Rocco

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   Manutenzione al Bivacco Ravelli (Valgrisanche)


Mentre alcuni volenterosi sono saliti, chi il 21 giugno e chi il 22, ad iniziare
i lavori di manutenzione al Bivacco Ravelli, sito in alta Valgrisanche, il 6
luglio si sono conclusi tali lavori.
Saliti con due auto e relative autorizzazioni all'Alpe di Monte Forciaz, a
metà mattinata cinque soci si sono messi all'opera per completare i lavori
precedentemente iniziati. Si sono tesi i cavi, sostituite le federe dei materassi
e dei cuscini, tinteggiata la parte in legno. A metà pomeriggio, favoriti
da una bellissima giornata, i lavori si sono conclusi ed a malincuore si è
fatto ritorno alle auto, con la speranza che la nostra opera sia stata proficua.
Ettore Briccarello

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   20-25 giugno - Monte Pollino


Monte Pollino: Deliziosi contrasti tra una natura selvaggia e
bruciata dal Sole, e incredibili foreste con alberi giganteschi.
Già, alberi famosi, come il Pino Loricato: pare che esista
soltanto più qui, visto che hanno creato un Parco solo
per lui....Bella pianta, certamente, ma io preferisco forse i pini argentati,
magari coperti di neve, sono più romantici, andando a spasso ad inseguire
i sogni, che si materializzano solo nell'ombra fugace di un capriolo nelle
gelide mattino d'inverno. Anche perché qui, pur con tutta l'attenzione necessaria
non ho visto nessun ungulato od altro genere d'animali, (ovviamente
a parte noi), ed ho suscitato solo l'ilarità della Guida alla mia domanda
se ci fossero delle marmotte, (che vivono solo sulle Alpi, diamine!).
Pare che ci siano caprioli e cervi, più o meno importati, ma avevano troppo
da scambiarsi le impressioni sui colorati e chiassosi turisti, per farsi vedere
da noi e far quattro chiacchiere, che credo difficilmente avremmo capito,
abituati come siamo all'accento delle nostre montagne In compenso la
severità della foresta rende attonito e silenzioso il viandante che per avventura si inoltri da queste parti, un po' meno le garrule partecipanti alla
gita, vogliose di scambiarsi le impressioni, almeno finché fatica e fiato lo
consentano. Finito il bosco il panorama cambia, trasformandosi in una brulla
montagna, penso molto adatta ad essere istoriata con serpentine sciistiche,
ma sotto tale aspetto abbiamo decisamente sbagliato stagione. Rocce
carsiche affiorano qua e la, e i sassi più piccoli sembrano quei deliziosi dolcetti
che i miei compaesani chiamano "brut e bon". Ma credo che nemmeno
una capra tibetana sopravviverebbe quando picchia il sole. Rischio che
oggi non corriamo, in quanto la configurazione meteorologica si sta evolvendo
verso "una configurazione di cumulo nembo, ovviamente derivato
dal cumulus congestus, con elevata probabilità di idrometeora grandinoforme
con scariche elettriche, speriamo solo interne". Cosa che puntualmente
capitò, con relativo "sacraggio alli divini" avendo volutamente lasciato
in albergo la mantellina impermeabile, a vantaggio di un sacco più
leggero: "Pensa all'età e al peso degli anni - disse il mio meteorologo personale
- oggi il sole spaccherà i sassi ". Ma l'ombrello io lo avevo e lui no:
troppo fiducioso nella Scienza? Guardando la fila sgranata dei gitanti controluce
sul crinale, pensavo ai personaggi del Settimo Sigillo, anche se noi
"lo facevamo per divertirci" e non avremmo dovuto giocare a scacchi la
sera nel tenebroso castello, ma ci aspettava invece una nostalgica serata
di canzoni di montagna, in un confortevole albergo dotato di tutti i più moderni
ritrovati, "Salerno - Reggio Calabria" compresa.
Paola Bertoldi de Bono

La Processione. sia lodato e ringraziato ogni momento? ?
Questa invocazione, resa più penetrante da una accentuata inflessione
meridionale, ha accompagnato e scandito i passi dei
partecipanti alla solenne Processione del Corpus Domini a Lagonegro
(Basilicata) - Domenica 22/06.
Pomeriggio intenso di pietà popolare che noi, gitanti della G.M., abbiamo
condiviso con numerosi pellegrini lucani (sia pure concedendoci
qualche digressione tra i vicoli). Un tuffo in un passato neanche troppo
lontano, quando anche nei nostri paesini si facevano queste processioni,
ma con alcune pennellate di colore locale: il simpatico parroco che, benché
non più giovane e sorretto da un bastone, energicamente impartisce disposizioni
- tutti ordinati, in fila per quattro, dietro i due "Pali" (lunghe aste
con drappi e nastri, sorretti da robusti giovanotti).
Finestre e balconi addobbati con grandi tovaglie e tendaggi, impreziositi
da pizzi e ricami.
Partiamo da una chiesetta inserita in un container (triste ricordo
dell'ultimo terremoto), confondendoci tra i pellegrini locali, fra cui alcune
caratteristiche anziane donne di nero vestite e col capo coperto da velo nero.
Partecipiamo devotamente percorrendo il paese giù e su; ogni tanto
una cappella o un altarino all'aperto invitano alla sosta per una Benedizione. Preghiere, canti, invocazioni. Petali variopinti di ginestre, rose e mille
altri fiori, volteggiano nell'aria per poi dolcemente cadere lungo la via e
formare un morbido e accogliente tappeto al passaggio del SS. Sacramento.
Sono lanciati generosamente dai numerosi bambini in abito da 1a Comunione,
prelevandoli dai variopinti cestini. Finalmente, dopo un'erta scalinata,
giungiamo alla chiesa del castello dove sostiamo in preghiera più a
lungo. Ma non è finita qui: bisogna ridiscendere e risalire per raggiungere la
Chiesa Madre. Qui, dopo quasi tre ore di processione, si conclude con la
S. Messa. Per noi una full immersion in una realtà religiosa locale partecipata,
che per tutto il pomeriggio ha condizionato la vita del paese, albergo
compreso, dove la cena è stata servita alle 21: noi eravamo già quasi saturi
di spiritualità!
Graziano Cardellino

Le giornate calabro-lucane. Monte Pollino, atteso, desiderato,
capriccioso!!!; giornata splendida il 23 giugno; tutto
fa pensare per una bella salita, per strada ci raggiunge un
accompagnatore del parco del Pollino che con passo sicuro ci conduce in
vetta; al rifugio De Gasperi la mattinata era splendida, la lunga camminata
nella faggeta ci fa respirare a pieni polmoni, al colle Gaudolino scena montana
di rara bellezza: verde, mandrie al pascolo, vista all'infinito sui monti
Calabri; all'uscita dal bosco incontriamo i rarissimi pini loricati, superba bellezza
purtroppo in via di estinzione e scorgiamo qualche nuvoletta in vetta;
si sale di buon passo, troviamo un bel nevaio in vetta; una preghiera, un
panino veloce e giù di corsa; forse dieci passi frettolosi e poi grandine,
fulmini e botte da temporale di pieno giugno ci accompagnano per la dorsale
di discesa; al colle Gaudolino incontriamo il resto del gruppo e un
provvidenziale sole ci asciuga e crea armonia per un buon pomeriggio.
Ma questa è solo una giornata del nutrito programma Calabro-
Lucano!!; confortati da un'ottima ricezione alberghiera e genuini prodotti di
cucina, altri giorni ci attendono!!.
La visita all'Abbazia di Padula meriterebbe un discorso a sé per
l'interesse storico/religioso che racchiude, valorizzato egregiamente dalla
giovane guida che ci accompagna; le fresche grotte di Predosa ci accolgono
in barca e ci accompagnano in un cammino cavernoso e veramente interessante
per l'unicità del luogo.
Che dire della funzione liturgica serale della festività del Corpus Domini
a Lagonegro!!, commovente per il sottoscritto che rimembrava tempi
ormai lontani, piena di fede e di religiosità popolare; due ore e mezza trascorse
senza soffrire perché immersi in un percorso di fede e ritualità antica
e post conciliare, animati da un sacerdote che sapeva con possente e
suadente voce far elevare a Dio canti di gloria.
E poi Maratea e la splendida costiera ricca di insenature ed acque cristalline,
la salita al monte San Biagio su strada pensile (e vertiginosa) per
ammirare la statua del Redentore che spazia su vasti orizzonti di monti e
mare; la visita di Rivello, sito e architettura da conservare ai posteri per la
sua unicità, poi di Trecchina per i famosi dolcini, e poi, e poi!!!, troppo
lungo sarebbe descrivere tutto, ma di tutto dobbiamo esprimere gratitudine
ai nostri accompagnatori: Carletto Allara, Alessio Montanaro, Salvatore
Rocco, che modestamente si professano allievi organizzatori, ma la mia
ormai lunga esperienza organizzativa li promuove a pieno titolo ottimi navigatori!!.
Grazie dal sottoscritto e unanime dai 37 Giemmini montanari.
Piero Lanza

Il coordinatore con i suoi due assistenti desiderano, da queste pagine, ringraziare
ufficialmente tutti i partecipanti del gruppo al parco Nazionale del Pollino, per la
collaborazione e per lo spirito di squadra che ha animato tutti, permettendo così,
con il reciproco e fattivo aiuto di passare in serenità e letizia un bel periodo di
comune amicizia.
Salvatore Rocco Carlo Allara
Alessio Montanaro

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   28-29 giugno - Pyramide Vincent


Da Alagna, dopo una salita facile facile con l'ovovia e la seggiovia,
raggiungiamo la Bocchetta delle Pisse dove ci attende una spiacevole sorpresa
.. la pioggia ! All'inizio è leggera e quasi gradevole, ma man mano
che si sale diventa molto intensa con temperature in picchiata (che bella
l'afa di Torino !!). Passo dopo passo, dopo aver indossato mantelline e pile
e con la pioggia che intanto si è trasformata in grandine, arriviamo a Punta
Indren, si continua con Marta che mi indica il cammino.
Le roccette traditrici che ci impediscono di vedere il rifugio ci costringono
a salire una cinquantina di metri in più rispetto al necessario ma
ormai è fatta alle ore 19,30 il nostro ingresso nel rifugio Città di Mantova
(3500 m) sotto una bella nevicata, stanchi e bagnati.
La cena ci restituisce il buonumore, due parole con la guida ci infondono
fiducia per domani. Domani che comincia molto presto sveglia alle
4, alle 5 si inizia il cammino armati di ramponi, corda e piccozza. Arrivati al
Colle Vincent, la ragione (l'ultima seggiovia ci attende per le ore 16,00) e
la stanchezza ci consigliano di raggiungere la Piramid Vincent invece che la
Punta Zumstein come da programma, comunque un sempre bel 4215.
Con un po' di fatica alle 8 si raggiunge la vetta due foto, un panorama
emozionante, un po' di cibo, una preghiera e siamo pronti al velocissimo
ritorno. Alle 9,30 siamo di nuovo al Rifugio.
Dopo il meritato riposo, verso le ore 11,00 iniziamo la discesa la
nostra guida ci propone un percorso alternativo "molto più bello rispetto a
quello seguito ieri": scendiamo quindi a Punta Indren, risaliamo lo Stolemberg e passando per il Passo dei Salati, dopo un lunghissimo giro raggiungiamo
la stazione dell'ovovia da dove in brevissimo tempo siamo alle auto.
Sicuramente salendo verso il Rifugio con un tempo veramente orrendo
nessuno avrebbe pensato ad una domenica meteorologicamente stupenda
che ci ha permesso di fare una gita veramente fantastica.
Mauro Ronzano

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   5-6 luglio - Becca di Luseney (3504 m)


La calda estate era ormai cominciata, ma il percorso che in auto ci
conduce da Nus a Praz, risalendo la valle di S. Barthélémy, ci riporta alla
tragica alluvione di cui sono ancora troppo evidenti i danni.
Sotto un sole cocente ci carichiamo gli zaini e tutti baldanzosi ci avviamo
sulla strada, asfaltata per un lungo tratto, che purtroppo è chiusa al
transito. Passo dopo passo i nostri scarponi possono finalmente continuare
su un terreno a loro più consono, su di un sentiero che comincia a salire
gradualmente. Davanti a noi si apre un magnifico vallone che percorriamo
fino al fondo, rimontiamo una ripida balza ed in poco eccoci al bivacco.
È ancora presto, così possiamo goderci il caldo sole ed il gradevole
ambiente circostante, mentre studiamo cartina e relazione della salita che
andremo a fare l'indomani. La serata trascorre piacevolmente nel confortevole
bivacco dove non manca proprio nulla e dove traspare la cura che ne
ha la famiglia Rebulaz ed il rispetto di quanti lo frequentano.
Fa chiaro presto e noi lasciamo il piacevole giaciglio.
Risaliamo la ripida balza che ci fa guadagnare rapidamente dislivello,
proseguiamo per un lungo valloncello detritico ed infine, calzati i ramponi,
risaliamo il canale nevoso che nel tratto finale si fa piuttosto ripido. Sbucati
al colle ci attende il primo sole; una breve sosta e, fatte 3 cordate, ci
avviamo per un ripido pendio nevoso che porta all'intaglio della cresta alla
quota 3389. Qui lasciamo i ramponi e proseguiamo lungo la cresta; su
roccia abbastanza solida e con qualche passaggio divertente guadagniamo
la cima.
Il tempo di sgranocchiare qualcosa, ammirare lo splendido panorama
che si apre a 360 gradi, dire una preghiera ed è già ora di scendere.
La discesa avviene tutta lungo la cresta; un po' da cercare, un po' da
intuire, ma così possiamo evitare il ripido pendio ed anche il canale percorsi
all'andata. Daniele ed io passiamo a recuperare i bastoncini lasciati in salita,
poi raggiungiamo gli altri sfruttando in allegra scivolata tutte le piccole
lingue di neve.
Al bivacco facciamo una bella sosta, poi ci incamminiamo perché la
strada è ancora lunga. Vicino alle auto ci accoglie una bella fontana per
rinfrescare finalmente i nostri poveri piedi fumanti.
Partecipanti: Piermassimo Ponsero, con gli amici Giovanni, Francesco e
MariaRosa; Gigi Costa, con l'amico Alberto Re; Daniele Cardellino e Marta.
Marta Rainetto

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   13 luglio


Per cause tecniche la gita in programma è stata annullata
perché il Comune di Pragelato ha avuto la bella pensata di chiudere
l'accesso alla Val Troncea alle auto provate, non ha attivato la navetta e
neppure la seggiovia.
Abbiamo quindi optato per una gita già programmata lo scorso anno a
cui molti soci non avevano potuto partecipare. Eccoci dunque in otto al
Forte de l'Olive (già proposta da Vittorio Germano) raggiunto con molta
soddisfazione e tempo splendido.
Laura Reggiani

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   19-20 luglio - Monte Pelvoux


Il 19 - 20 luglio, per abbandonare la calura torinese, abbiamo pensato
di salire di quota alla ricerca del freddo e così con gli amici della G. M. ci
siamo diretti verso una classica salita del Delfinato: il Pelvoux.
Il sabato, con tre ore di marcia sotto il sole cocente, abbiamo risalito
l'arida montagna, raggiungendo il rifugio Pelvoux; un po' di riposo e poi
una cena "francese" prima di andare a dormire presto: infatti il giorno successivo
la sveglia suona alle tre!
Partiamo con il buio, ma, malgrado l'ora antelucana, la temperatura è
elevata e si sale in maglietta o in camicia! Le luci dell'alba ci vedono sul
ghiacciaio dove calziamo i ramponi e formiamo le cordate per risalire il canalone
Coolidge; senza problemi, salvo qualche scarica di sassi, raggiungiamo
la sommità e di qui, sempre su ghiacciaio, guadagniamo in breve la
cima.
Grandioso lo spettacolo sulle cime circostanti, ma la sosta è breve per
evitare, per quanto possibile, la neve marcia nella discesa. Così alle 12 ci
ritroviamo tutti al rifugio, poi la lunga discesa nuovamente con il caldo incredibile
che ha caratterizzato quest'estate, sia in pianura, sia in quota.
PARTECIPANTI: Daniele Cardellino, Pietro Bologna, Giovanna Bonfante,
Piermassimo Ponsero, Marta Rainetto, Sergio Sereno, Beppe Truffo.

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   Soggiorno estivo al Natale Reviglio 13 luglio-31 agosto


Questa torrida, soleggiatissima estate ha concesso al nostro Natale Reviglio
un periodo magico: addirittura Sette Settimane di esercizio pieno al
massimo livello, al punto di aver serie difficoltà ad accontentare tutti.
Oltre agli habitué da lunga tradizione, numerose e folte le famiglie con
giovani mamme e tanti bambini dalla più tenera età, un mese, in avanti.
Quasi tutte le Sezioni sono state rappresentate: le più numerose Genova,
Roma, Cuneo, Verona.
Le gite escursionistiche sono state assai frequenti, giornaliere e ricche
di partecipanti, viste le costanti ed ottime condizioni meteorologiche: Bertone,
Testa Bernarda, Bonatti, Fiorio, Boccalatte, La Palud, Chetif, lago
Combal, lago Liconi, Chamonix, ecc; ferrata allo Chetif e al Rif. Borelli.
Mi piaceva il vasto orizzonte dalle mie finestrelle del sottotetto dove
avevo la mia branda: però com'è brullo!! Rocce, rocce spelate, grigiastre,
quasi piombo fuso. Striminziti i ghiacciai eterni, anche loro ricoperti di pietrisco
grigio: una pena vederli piangere la loro agonia di morte in mille lacrime
che rigano la montagna immobile e muta, quasi rassegnata sotto il
sole implacabile. Aridi i prati, polverosi; l'erba secca: distese marroni. Solo
il nostro prato, irrigato notte e giorno dall'acqua della fontana si accende
di un bel verde consolante.
Ancora due i colori che richiamano alla vita e danno gioia: i boschi di
un bel verde cupo e il cielo azzurro limpidissimo, immoto, inesorabilmente
sereno.
La compagnia, come sempre affettuosissima: vecchi amici, confidenze
segrete con la liberazione di intimi travagli, qualche innocente scherzo,
tanta condivisione dello stesso tempo libero.
Oh, si lo stesso, semplice stare insieme.
Come Direttore e come medico ho avuto vari problemi organizzativi,
logistici, di pronto intervento: dalle bolle ai piedi, agli incidenti più seri da
Centro Traumatologico.
Grande, spontanea e gentile è stata la collaborazione di tutti:
dall'aiuto in cucina, ai tavoli, ai servizi nelle camere dei piani. Dei bravi volonterosi
mi hanno persino segato la legna per le eventuali serate più fresche.
Le settimane allo Chapy sono sempre un'esperienza entusiasmante
ricca di sorprese, ma anche di valori sinceri e profondi che lasciano affaticati
ma appagati e sereni.
Carlo Allara

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SERATE IN SEDE


   giovedì 12 giugno - "Con gli occhi del cuore"


Malgrado il caldo tropicale la sala era gremita. Tutti ci siamo ritrovati
ad ascoltare i canti della nostra corale, ad apprezzare i progressi e a godere
del suo nuovo repertorio, a rispecchiarci nei vecchi brani carichi di riferimenti
e di memorie per ognuno di noi.
Ma ciò che, almeno per me, è stata una deliziosa, graditissima sorpresa
sono state le poesie di Olga Martino.
Con squisita delicatezza e gioiosa simpatia, ci ha resi partecipi dei
suoi affetti famigliari, delle memorie antiche racchiuse nelle pietre delle sue
vecchie case, delle sue montagne.
Grazie Olga, per averci radunati e raccolti idealmente intorno al focolare
dei tuoi ricordi, ad assaporare un momento di riposo lungo il cammino
(non so per voi - ma per me l'inverno era stato faticoso!).
Cara Olga, ci hai insegnato a cantare per un amore lontano, e lo faremo,
con te, in occitano!
Anna Maria Prato

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   giovedì 12 giugno - Poesie e Canti - Saggio Corale G.M.


Alle 20 del fatidico giorno, mio marito era già pronto con camicia
bianca, per partecipare finalmente al grande evento, dopo mesi di diligenti
e sofferte serate di prove.
Il suo entusiasmo mi ha commossa: pensavo a una infatuazione senile
e invece niente!! continuava a insistere di cantare, lui che è sempre stato
un dissonante cacofonico.
Alle 20,30 arriviamo in sede con ventilatore sotto il braccio: lui si inabissa
subito nell'interrato, (ultima affannosa prova) da dove poco dopo risuona
il peana di guerra, a dire il vero non male. Che mio marito abbia imparato
a cantare, mi sono detta: dopo quarant'anni di matrimonio un'altra
sorpresa!! Si vede che mio marito è un vulcano e non lo sapevo. Comunque
ho avuto subito un compito: Tu siedi in quell'angolo e apri la porta!!!
I soci, alla spicciolata, sono arrivati numerosi e criticamente ben disposti,
benevoli speriamo bene!! In verità ero un po' scettica. Ma tant'è
l'atmosfera già calda, temperatura in progressivo geometrico aumento, due
ventilatori al massimo, si raffredda quasi e si placa all'introduzione piana,
gentile e scherzosa della nostra principale interprete della serata, Olga Martino
che con un breve excursus ha saputo trasmettere a tutti noi il suo
amore quasi materiale per la sua Occitania, la terra che non c'è, in quanto
insieme di popoli, valligiani francesi e italiani, uniti dalla stessa antica lingua
d'oc.
Le sue poesie, magistralmente introdotte da Bruna Riccabone, tenere
pulite, di una gentilezza toccante, squisite nella loro struggente semplicità,
ma ricchissime di reconditi contenuti e messaggi hanno catturato
l'attenzione di tutti noi trasportandoci in un mondo magico, antico, pieno
di sentimento e di pace.
Rodolfo Risatti, il maestro, ha saputo guidare il coro con forza e dolcezza
e tanta pazienza!!
Le poesie, intrecciate alle canzoni del coro, e i cori intrecciati alle poesie,
hanno creato un tessuto tenue e vaporoso che tutti ci ha ricoperti come
sotto un velo fantastico in un abbraccio fraterno e collettivo.
Lo struggente canto del "Signore delle Cime" ha degnamente concluso
con entusiasmo una serata che mi aveva vista all'inizio un po' titubante
e incerta.
Complimenti di cuore a tutti!!
Lillina Allara

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VITA SEZIONALE


   FIOCCO ROSA


La casa di Rossana e Marco Ponsero è stata allietata
dalla nascita di Rebecca.

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   FIORI D'ARANCIO


Due coppie di Sposi sono entrate nella
grande famiglia della Giovane Montagna: il
24 maggio Daniela e Luca Borgnino, e il 14 giugno Rossella Marasso e Paolo
Bonfante; a tutti loro felicitazioni e auspici di ogni felicità insieme.

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   Due iniziative a ricordo di una nostra socia


Lo scorso 15 giugno è stata dedicata a Maria Cristina Rosazza, figlia
dei nostri soci Celsa e Piero, (scomparsa il 27 gennaio 2001 sulle
cascate di ghiaccio di Lillaz), una cima innominata in Valle d'Ayas a quota
2899 raggiungibile da Estoul, al cospetto del M. Rosa, Rosa dei Banchi,
Tersiva, Gran Paradiso. Su questa elevazione, ora Punta Cris, sono convenuti,
con i genitori, decine di amici della Sezione di Torino del CAI, Geat,
Sucai.
La seconda iniziativa, con il determinante apporto della Società Guide della
Valpelline, la famiglia Rosazza e l'Amministrazione Regionale Valdostana,
ha interessato la sostituzione dell'ormai fatiscente bivacco Savoie al Velan.
Il 19 luglio, alla presenza di centinaia di persone, è stato dedicato a Maria
Cristina il nuovo Bivacco in grado di ospitare 14 alpinisti/escursionisti. La
struttura ora denominata Savoie/Maria Cristina Rosazza, è raggiungibile in
circa 3 ore dalla frazione Glacier di Ollomont. Posto in località Col du Boégno
Bà a 2654 m è consigliato per le ascensioni al Velan, Molari di Valsorey,
nonché per itinerari sci-alpinistici al Col de Valsorey e Gran Testa di
By.
Un ricordo e una dedica nei confronti di una grande appassionata alla montagna,
dallo sci-alpinismo al grande alpinismo (NO del Gran paradiso, Kuffner
del Maudit, cresta Signal al Rosa, Aiguille Triolet, ?) alla arrampicata
sulle fatali cascate di ghiaccio del gennaio 2001.
Franco Bo

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   LUTTI


L?11 giugno è mancato il Socio Paolo Benna: ai famigliari le condoglianze
di tutta la Sezione.
La Socia Luciana Bombana ved. Valle è entrata nella Sezione Celeste in Paradiso:
ai figli Laura, Guido e Marco e famiglie l'affettuoso ricordo di tutti
i Soci.
In settembre è mancata la Socia vitalizia Chapy Fernanda Cornaglia: le nostre
preghiere siano di conforto alla sorella.
Sergio Buscaglione - 26 giugno 2003
Appena conosciuta la tristissima inattesa notizia, il commento costernato
degli amici è stato unanime: incredibile, è incredibile.
Ci troviamo sempre impreparati, increduli, sconvolti, di fronte a tale evento.
In poco più di due mesi una malattia incurabile aveva vinto la sua forte
fibra.
Il macigno che, quando è stabilito, ci rotola addosso, aveva travolto anche
lui; tutti siamo impotenti, inchiodati al suolo ad attenderlo senza poterlo
evitare. La nostra condizione è questa.
Nella scorsa primavera, una delle tante domeniche che, rimasto solo, ero
invitato da Sergio e Silvia nella loro bella casa, dopo pranzo, mi disse sorridendo:
"sono cinquantotto anni che siamo «nemici», purtroppo tra due
saremo costretti a festeggiare "!?
Era giovane, era rimasto giovane, Sergio, giovane dentro, negli ideali che
contano, schietto sempre. Aveva della giovinezza - dël nòstr pì bel temp -
come mi diceva Carlottina Rocco - l'entusiasmo di vivere, di fare, di dare
tutto e sovente anche qualche cosa di più; così sentiva l'attaccamento alla
"GIOVANE" - una bandiera - e le sue due grandi passioni: "La Montagna" e
"l sò Tòr.
Della nostra bella età aveva conservato nel cuore sentimenti rari: il senso
profondo, limpido dell'amicizia disinteressata, poco esternato, quasi nascondendola
con un cipiglio risoluto, un po" dartagnesco, ma fatta di generosa
disponibilità, di sostegno.
Inoltre e soprattutto era per lui naturale la correttezza etica: questo sentimento,
questo modo di vivere gli era congeniale, sia nell'amicizia, che esige
sincerità e fiducia, come nell'attività di dirigente amministrativo e nei
rari vari importanti incarichi ricoperti negli anni.
Dopo la penosa vicenda che dettagliatamente conosceva e la tragica conseguente
scomparsa della mia povera, carissima Laura, nel momento più
doloroso della mia ormai lunga esistenza, il Suo aiuto e sostegno è stato
determinante.
Nella solitudine disperata, nell'angoscia opprimente che sentivo travolgermi,
la Sua affettuosa sollecitudine quotidiana, mi ha tenuto in piedi.
Sergio carissimo, grazie, grazie di tutto, anche da Laura: quanti ricordi ci
uniscono, i ricordi di una vita.
Chissà se Dio, che ci ha visti salire faticosamente in alto infinite volte insieme
per sentire, più vicini al cielo, quella indefinibile magicità che ci attirava
ed incantava, vorrà - dopo questo insondabile mistero umano - concederci,
nella sua onnipotente bontà, quel Paradiso?
Altri amici parleranno di te, un trascinatore, di quello che hai fatto e dato,
per oltre cinquant'anni alla Giovane.
Con la tua scomparsa, però, la nostra Società non ha soltanto perso una
delle sue figure più rappresentative: ha perso un uomo onesto e leale, senza
compromessi, difficilmente sostituibile.
Io ti piango, ma mi asciugo subito gli occhi, perché mi sgrideresti ancora
una volta, alla tua maniera. Nelle telefonate quotidiane eri sempre tu ad infondermi
coraggio, fino alla fine.
Ti abbraccio forte, Sergio, forte.
Ernesto Proserpio
20 agosto 2003 - Silvia Artusio Buscaglione
Le sue condizioni di salute erano da tempo precarie. L'età avanzata, ma
con una forza d'animo eccezionale, faticosamente è rimasta accanto a
Sergio fino all'ultimo. Non sono trascorsi due mesi e anche Lei, serenamente,
ha chiuso gli occhi.
Aveva portato a termine il suo impegno, ora doveva riposare e, forse, rivedere
Sergio.
Commossi, ti salutiamo, Silvia.
Ernesto Proserpio

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   CONSIGLIO di PRESIDENZA CENTRALE


La Presidenza Centrale ha compiuto i lavori del Consiglio Centrale il giorno
5/7/03 presso la sez. di Milano. Presenti il Presidente con un Vicepresidente,
quasi tutti i Consiglieri e i Presidenti di Sezione invitati (sez. di Verona,
Modena, Moncalieri, Pinerolo).
Prima della lettura del verbale del precedente Consiglio del 5/7 il Presidente
Centrale commemora il Consigliere Sergio Buscaglione, figura di spicco
per capacità professionale e per la dedizione alla G.M., improvvisamente
scomparso il 26/6/03. Tutto il Consiglio pratica un minuto di silenzio e lo
saluta con una breve preghiera.
Vengono esaminati i problemi inerenti le nostre attività:
1) C.C.A.S.A. per la spedizione in Perù, nostra prima spedizione extraeuropea: ci
si propone di sfruttare l'evento per il futuro con documentari, foto, relazioni
ecc. (calendario, libro, pubblicazioni, documentazione per bacheca).
2) Settimana di pratica alpinistica allo Chapy.
3) Settimana di pratica escursionistica a San Giacomo di Entraque.
4) Aggiornamento di roccia accorpato con il raduno estivo al M. Baldo.
Si considerano ancora dettagli organizzativi sulla Assicurazione dei Bivacchi
e sull'aggiornamento della Via Francigena sul sito Internet.
Il Consiglio di Presidenza Centrale si conclude con le prime proposte di attività
intersezionale 2004 in preparazione della prossima Assemblea dei
Delegati a Marostica.
La Sig.ra Dina Ghibaudo socia della Sezione di Cuneo subentra a Sergio
Buscaglione quale Tesoriere.
Con l'esame della situazione di Segreteria si concludono i lavori del Consiglio.
Carlo Allara

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   CAPODANNO SULLA NEVE


La casa per ferie Natale REVIGLIO, come gli scorsi anni, sarà aperta ai Soci
durante il periodo natalizio per iniziare il Nuovo Anno in allegria e godere
alcuni giorni di vacanza sulla neve. Le date esatte saranno concordate in
funzione delle richieste e del minimo numero di presenze accettabile (almeno
15 per giorno).
Poiché i posti disponibili sono limitati (max 35), si ricorda ai Soci interessati
di prenotarsi per tempo.
Le prenotazioni si accettano in Sede, presentandosi o telefonando allo
011747978 il giovedì sera dalle 21,00 h alle 22,30 h, oppure rivolgendosi
a Daniele CARDELLINO, telefono 0118120681.

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