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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 2015



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ATTIVITÀ PREVISTA


   22 novembre - S.Messa al Monte dei Cappuccini


Alle 09,30 h di domenica 22 novembre ci troveremo al Santuario di Santa Maria del Monte, o Monte dei Cappuccini, per il consueto incontro annuale. Ci sarà la Santa Messa in suffragio dei soci defunti che come l'anno passato sarà celebrata nella chiesa. Al termine ci ritroveremo per festeggiare i soci a noi fedeli da 20, 60 e 70 anni, e cioè:
20 anni: Andrea BARBI, Brunalba DE FELICIS, Roberto FERRERO, Mario LEONE, Angiolina MARSILLI, Giovanni RICCABONE
60 anni: Rosangela BOGGERO, Maria Rosa CAROSSA CASTAGNERI, Orsola VALENTE
70 anni: Sergio MARCHISIO

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   15 novembre - Gita di chiusura a MONDOVÌ


Meta della nostra gita sarà Mondovì, bella città che guarda dall'alto la pianura ed ha alle spalle le "Alpi del mare". Inizieremo dal Borgo di Piazza con i suoi palazzi nobiliari e la Chiesa della Missione (con affreschi di Andrea Pozzo). Proseguiremo con il Museo della ceramica e con le Sale del Vescovado (arazzi fiamminghi) per salire a fare una passeggiata ( speriamo nel bel tempo!!) sul panoramicissimo belvedere con torre civica e parecchi orologi solari. Con la funicolare scenderemo poi a Borgo di Breo, altro punto molto interessante della città e pranzeremo ai "Tre limoni".
Nel pomeriggio assisteremo alla S.Messa alle ore 16.30 prima del ritorno a casa.
Prenotazioni : entro giovedì 5 novembre con acconto di 15 euro.
Ritrovo di partenza : di fronte al Maffei ore 7.30 - P. Pitagora ore 7.40
Coordinatore gita: : Laura REGGIANI tel. 011388859 cel. 3356814056

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Gioveì 22 ottobre alle ore 21.00 - SERATA FOTOGRAFICA


Anche il trekking-escursionistico nel nord-est della Sardegna è da porre in archivio.
I partecipanti vogliono condividere le emozioni vissute con tutti i Soci della Giovane Montagna, presentandone una sintesi fotografica la sera di giovedì 22 ottobre in Sede alle ore 21.00, con un brindisi ed un assaggio di dolcini sardi.
In questa occasione si formuleranno ipotesi e proposte per una programmazione di gite, escursioni e trekking per il prossimo anno
Franco

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   Giovedì 5 novembre alle 21.30 h - Selvaggio Blu


Selvaggio Blu: definito il trekking italiano più impegnativo per le selvagge condizione dell'ambiente e dei sentieri, per le difficoltà nel seguire il tracciato, per l'assenza di punti di appoggio, per la penuria di acqua, per le difficoltà alpinistiche, si svolge nel comune di Baunei nell'Ogliastra.
Blu: essendo costante la vista del mare blu del golfo degli Orosei.
La presentazione di Luigi Costa illustrerà il trekking, di sette giorni, i picchi di bianco calcare, il verde della macchia mediterranea, gli antichi ovili dei pastori, l'azzurro del mare nell'isolamento più completo e dai punti più belli del golfo di Orosei.

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ATTIVITÀ SVOLTA


   10 maggio - Madonna del Sasso


E finalmente domenica 10 maggio uno scelto gruppo di amici della Giovane Montagna ha potuto realizzare la gita alla Madonna del Sasso, presso il lago d'Orta, già programmata per lo scorso ottobre, ma che, causa alluvione, era stata trasformata nella piacevolissima visita di Vercelli.
Il cambio di data e di stagione è stato però provvidenziale perché abbiamo potuto godere di una giornata radiosa e di paesaggi stupendamente adornati dalla piena fioritura primaverile, soprattutto di rododendri e azalee che ornano i curatissimi giardini della zona; e la bellezza è già nel percorso in pullman che, attraverso le verdi risaie, ci offre l'ampio panorama delle Alpi innevate, dominate dall'imponenza scintillante del Monte Rosa e dal Cervino che occhieggia alle sue spalle.
Finalmente, giunti a San Maurizio d'Opagno, incontriamo Marco, la nostra competente guida naturalistica, disponibile e attenta a segnalare i punti salienti o un po' difficoltosi del percorso.
Qui una divisione del gruppo: mentre alcuni proseguono in pullman, i camminatori guidati da Marco, si avviano sul "Sentiero degli scalpellini" che ci porterà con un piacevole avvio in dolce salita a quota 638 m, superando circa 250 m di dislivello, fino al Santuario.
Il cammino attraversa boschi secolari di castagni dai grossi ceppi contorti e di faggi slanciati e si snoda per buona parte del percorso come una agevole mulattiera, usata nel passato appunto dagli scalpellini, che lungo questa via trascinavano a valle i grandi blocchi di granito, cavati dalle pareti a picco sottostanti il Santuario.
Via via, salendo, il sentiero si stringe e si inerpica, fino alle ultime rampe, veramente tagliate nel sasso e protette da solide staccionate.
Lungo il percorso, in circa un'ora e mezza, Marco ci illustra la varietà del bosco, la vita degli scalpellini e della popolazione di queste valli, allevatori di armenti e coltivatori di foraggi oltre che cavatori di granito bianco e grigio, considerato il più bello e pregiato, tra i migliori d'Europa, scavato fino agli anni '50 circa, quando la cava viene chiusa.
Sbucare dal sentiero sul piazzale del Santuario è un'emozione: il panorama che si gode è eccezionale, siamo sul "balcone del Cusio" e ora la vista spazia sul lago, incastonato tra i monti tondeggianti, "montonati" cioè limati, milioni d'anni fa, dal ghiacciaio che ha scavato questa meraviglia, dominata dalla mole del Mottarone.
Qui è difficile trattenere i fotografi, che si scatenano alla ricerca delle inquadrature più suggestive.
Scattate le rituali foto di gruppo, entriamo nel Santuario, inizialmente una piccola cappella intitolata alla Vergine Addolorata, e successivamente ricostruito e dedicato alla Madonna del Sasso, proprio a sottolineare con la devozione popolare il forte timore per il "sasso", foriero dei gravi incidenti che frequentemente hanno costellato il durissimo e faticosissimo lavoro, svolto dai cavatori senza alcuna protezione antinfortunistica, e contemporaneamente per esprimere la gratitudine alla Vergine quando, scampando fortunosamente al pericolo, si sentivano da Lei miracolosamente protetti.
Con la Preghiera della Giovane Montagna, ancora una volta, ci siamo anche noi affidati alla sua materna misericordia.
Il Santuario è costruito in stile barocco, con una pianta a croce greca ; l'abside circolare è sormontata da una grande cupola affrescata con un sorprendente effetto di "trompe l'oeil" che si ripete nei finti marmi degli altari laterali, in un grande ciclo pittorico di Lorenzo Peracino, pittore e scultore valsesiano, che lasciò l'impronta del suo valore in numerose chiese del Cusio e dell'Ossola. Sul pavimento campeggia una stella in pietra ad intarsio. Di particolare interesse è il monumentale organo del XVI secolo costituito da 700 canne e da una tastiera di 58 tasti.
È ormai mezzogiorno: ancora un breve percorso attraverso il borgo e altri boschi verdeggianti e arriviamo al nostro Agriturismo dove ci ristoreremo e riposeremo, chi gustandosi in piena libertà un pranzo al sacco e chi, più godereccio, si siede al tavolo conviviale per gustare antipasti di salumi, assaggio di risotto agli asparagi e di ravioli con porri, arrosto al forno e, soprattutto, la specialità locale: polenta con "tapulon" un ragù di carne di asino (così dovrebbe essere) cotto con vino (credo). Torta finale, caffè di rito.
Nel pomeriggio, sulla via del ritorno, attraversando Boleto, vediamo le tipiche case con "lobie" (balconi con lunghe ringhiere in ferro) e un pozzo molto profondo, con vena di acqua freschissima, utilizzato in passato, anche come frigorifero, e arriviamo al piccolo ma interessante Museo degli Scalpellini, che raccoglie testimonianze, strumenti, documenti e immagini del lavoro dei cavatori e scalpellini che hanno esportato i loro manufatti in tutto il mondo. Un prezioso documento filmato dell'epoca, ritrovato e restaurato ci rende viva questa rude realtà.
Ci avviamo ormai al ritorno ma, scesi al lungolago di Pella, ci godiamo ancora la vista deliziosa del lago, dell'Isola di s. Giulio, di Orta e dei monti circostanti; ultime foto, un gelato o una fresca bibita e si riparte.
E tornammo a casa, stanchi ma felici....pronti per la prossima uscita.
Arrivederci! Paola

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   16 / 25 maggio - SARDEGNA Nord Orientale trekking-escursionistico


Un'altra piccola perla si è aggiunta all'archivio storico della Giovane Montagna.
Partiti da Torino il 16 maggio alle 13.00 e raggiunta Malpensa, in aereo siamo approdati ad Olbia in una bella giornata di sole ed in serata l'Hotel Pausania Inn, a respirare l'aria isolana.
Eravamo tutti ansiosi di vedere questi angoli che molti dicevano di aver già visitati ma curiosi di vedere quegli anfratti che avevo descritto ed esaltato per la loro particolarità.
Difatti il giorno dopo, percorrendo i sentieri di Capo Testa con la Guida del CAI Pietro che amichevolmente si è messo a disposizione, abbiamo percorso un itinerario assolutamente insolito tra i massi di granito forgiati dal vento e dall'acqua assumendo le forme più strane . Tra questi "mostri", il profumo della vegetazione primaverile e le varietà floreali, in un paio d'ore abbiamo fatto il periplo della penisola per poi saggiare finalmente le specialità ittiche della Sardegna.
Un inizio brillante che è proseguito con una passeggiata lungo la Costa Paradiso per provare a bagnare i piedi nel mare e camminare sulla fine sabbia delle spiagge, tra coloratissimi fiori.
Ma noi, gente di montagna, la Sardegna la volevamo vedere anche dall'alto, ed il giorno dopo abbiamo raggiunto tutti la punta del monte Limbara (1350 m), la più alta della Gallura, sempre accompagnati dall'esperto Pietro. Altro genere di Montagne rispetto alle nostre, ma ugualmente affascinanti e spettacolari, soprattutto per la varietà di fiori primaverili .
Il giorno dopo altra novità: con il trenino d'epoca delle Ferrovie sarde, si è raggiunta Palau per imbarcarci verso le isole dell'Arcipelago della Maddalena. Mare limpido e trasparente con scogli multiformi e spiagge finissime che hanno indotto alcuni di noi (ragazze?) a fare il bagno anche se le acque non erano per nulla intiepidite.
Cambiamo aria e ci inoltriamo nell'interno, nell'Ogliastra, e Bitti (800 m) ci presenta uno spettacolare altopiano collinoso con alberi piegati dal vento e vaste praterie per pascoli e orizzonti infiniti. È la patria dei "Tenores" e ne visitiamo il Museo, pregustando il Concerto che ci offriranno la sera stessa in hotel, ed i resti di un villaggio nuragico ampio ed articolato.
Giunti a Cala Gonone in un bellissimo villaggio-hotel e sistemati in graziose casette attorno alla piscina, pronti a gustare altre specialità della cucina sarda. Ma il piatto forte è il Concerto che i quattro componenti del gruppo guidati da Daniele, un ultra ottantenne tutto passione e poesia, ci deliziano e stupiscono.
È ora di affrontare le falesie strapiombanti del versante orientale dell'isola. Da Cala Gonone a Cala Luna in quattro ore di sinuoso sentiero tra boschi di ginepro e piante mediterranee, per giungere nella bellissima spiaggia per un meritato riposo distesi al sole. Poi veloci gommoni ci riportano al porticciolo fermandoci a visitare le particolarissime "grotte del bue marino".
Ma non è finita: il giorno dopo affrontiamo il Supramonte inoltrandoci nella "Gola del Gorropu" strapiombante spaccatura della montagna con pareti alte fino a 400 m. Quattro simpaticissime guide non solo ci accompagnano, ma ci preparano uno spuntino indimenticabile. Il restante del gruppo (una decina) visita Nuoro, la casa di G. Deledda, reperti archeologici e le sorgenti di Su Gologone.
Si cambia nuovamente aria e ci spostiamo nel Goceano a visitare la Foresta Burgos: grande distesa di piante di vario tipo, particolarmente di lecci e il raro tasso. Ivi si allevano cavalli di razza arabo-sarda che vivono allo stato brado e gli asini albini in branchi numerosi; bianchi, graziosi e teneri come pecorelle.
In serata si raggiunge Sassari, festosa e vivace in preparazione della Cavalcata Sarda che sfilerà la domenica 24, ultimo giorno di permanenza nell'isola. Una sfilata lunghissima che presenta i costumi tipici di tutte i paesi dell'isola. Davvero una presentazione varia e spettacolare, ricca di costumi elaborati, vivaci e caratteristici. Un ricordo incancellabile!
La giornata si conclude con la visita alla Basilica di San Gavino in Porto Torres ed agli scavi delle terme romane di recente visitabili al pubblico.
In serata ci imbarchiamo sulla nave della Tirrenia salutando l'isola in uno splendido tramonto ed il mattino, sbarcati a Genova riprendiamo la strada per tornare alla nostra città.
Ci portiamo a casa un bellissimo ricordo di belle giornate ma soprattutto di averle vissute in serenità cementando delle amicizie e l'aver vissuto giorni spensierati, intensi e pieni di esperienze nuove.
Franco

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   17 maggio - Mountain bike: Colle di Pramartino (Pinerolo), colle Cro, rifugio Casa Canada


e ritorno (con varianti)

Complici alcune defezioni e vari impegni, il preventivato giro in bici da montagna sull'altipiano delle Manie lascia posto a un più modesto tour nel pinerolese, comunque ricco di soddisfazione e... di imprevisti!
Tralasciata l'idea di partire da Pinerolo, il nostro piccolo manipolo di intrepidi - tra cui la "new entry" Donatella - decidiamo di risalire in auto la bella strada che si snoda lungo la Val Lemina, sino al colle di Pra Martino. Inforcate le bici procediamo in moderata pendenza e poi su sentiero (o "single track" che dir si voglia ....) fino al colle del Cro, anche seguendo alcune piacevoli varianti indicateci da alcuni bikers incontrati sul percorso.
Considerato che è ancora presto per il pranzo, decidiamo di proseguire verso il rifugio Casa Canada, che in effetti ci offre l'opzione di alcuni generi di conforto caldi che presto rimpiazzano i pochi panini portati da casa.
Le nuvole iniziano ad affollarsi e ci avviamo lungo il percorso di rientro, costellato di risalite, alcune anche un po' indigeste. Un tratto di strada sterrata rettilineo con alcuni dossi si rivela peraltro traditore e Stefano si trova gambe all'aria per terra. Passato lo spavento per il volo, riusciamo a "scortarlo" alle auto e rientriamo verso casa; i successivi referti ci tranquillizzano (anche se i "segni" su gomiti e ginocchia lo accompagneranno per un po'!).
Alla prossima, con la voglia di inserire altre iniziative di mountain bike in calendario.
Marco Valle

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   23 maggio - Lavori di apertura del Reviglio


Anche quest'anno, con la "bella stagione", arriva il momento di andare a preparare il Reviglio, in vista dell'apertura.
Inoltre, poiché la Casa sarà utilizzata prima del previsto in seguito alla richiesta di ospitalità di una scuola, abbiamo dovuto anticipare i lavori, previsti per metà giugno, a sabato 23 maggio.
Ci ritroviamo quindi di buon mattino in otto volenterosi: Daniela, Carola, Marta, Giovanna, Debora, Luca, Enrico ed io.
Alle 9,00 siamo già al Reviglio e ci diamo subito da fare.
Dopo la lunga chiusura invernale i lavori sono molti: aprire l'acqua e controllare che non ci siano stati danni all'impianto, togliere il divisorio del salone, pulire bagni e stanze, piccole riparazioni e molte altre cose per fare in modo che la Casa sia in ordine ed accogliente.
La squadra si dimostra affiatata ed efficiente e la mattina trascorre in queste incombenze.
Alle 13,00, finalmente, ci concediamo una pausa per pranzare.
Un tiepido sole consente di stare fuori a mangiare un boccone e, soprattutto, a far onore all'ottima crostata di Daniela.
Nel pomeriggio concludiamo quanto ancora necessario e poi facciamo ritorno a Torino.
Un sentito ringraziamento a chi è venuto a lavorare ed a tutti i soci che dedicano tempo e fatica a mantenere e curare il Reviglio.
Daniele

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   24 maggio - Andrate. Benedizione degli Alpinisti e degli Attrezzi


Dopo essere andati ieri al Reviglio, per i lavori di apertura, oggi Marta ed io siamo nuovamente in viaggio sulla Torino - Aosta, ma la nostra destinazione è più vicina.
Infatti usciamo al casello di Ivrea, per seguire poi la statale fino ad Andrate, piccola borgata in cima alla Serra.
Questo è il luogo di ritrovo per l'incontro Intersezionale della Benedizione degli Alpinisti e degli Attrezzi, organizzato quest'anno dalla Sezione di Ivrea.
Noi siamo un po' in anticipo, ma ben presto cominciano ad arrivare gli organizzatori ed in seguito i soci delle altre Sezioni ed anche alcuni di Torino.
I partecipanti vengono divisi in due gruppi, a seconda di chi vuole fare il percorso più breve o più lungo e ci incamminiamo lungo i rispettivi itinerari.
Siamo un gruppo numeroso ed il serpentone colorato si snoda tranquillo tra boschi e radure.
Incontriamo una vecchia fornace, dove si produceva la calce, ed altre tracce del lavoro dei montanari nel corso degli anni..
Come sempre questi incontri sono anche l'occasione per rivedere vecchi amici e scambiare quattro chiacchiere con chi non si vedeva da tempo.
Il sole si è velato e filtra timidamente tra gli alberi; l'aria è frizzante.
Così la sosta per un frugale pranzo è breve.
Ripreso il cammino chiudiamo l'anello e, con percorso diverso dall'andata, facciamo ritorno ad Andrate.
Qui è già rientrato l'altro gruppo che ha fatto il percorso più breve e sono giunti anche coloro che sono andati ad arrampicare alla falesia di Montestrutto.
Il momento centrale della giornata è la Santa Messa, durante la quale viene benedetta l'attrezzatura alpinistica che ci è di supporto in gite ed ascensioni.
L'incontro si conclude convivialmente con una gustosa merenda-sinoira organizzata dagli amici di Ivrea.
Daniele

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   31 maggio - Rosa dei Banchi


Non solo imbocchiamo la Valle d'Aosta invece che la Val di Susa, ma scesi dall'auto ci accorgiamo che al posto di corda, imbracatura, moschettoni, rinvii, ecc. ecc. abbiamo preso gli sci! Così, invece della prima gita alpinistica (prevista al Grande Adritto), concludiamo oggi la stagione dello scialpinismo. Ma non si è trattato di chissà quale evento, anzi è stata una conclusione un po' in sordina, dato che eravamo soltanto in tre.
Partiamo da Dondena sci sullo zaino, dopo un'oretta raggiungiamo finalmente la neve e possiamo alleggerire le spalle. Il sole illumina il lungo vallone che alterna falsopiani con tratti più ripidi. Ma hanno la meglio nubi che vanno e - soprattutto - vengono, e la punta si nasconde sempre di più. Riteniamo che non valga la pena di arrivare fino al Colle della Rosa con gli sci ai piedi; li lasciamo allora alla base di un risalto roccioso aggettante e ci portiamo direttamente in cresta ben a sinistra del colle per un ripido pendio di neve, sprofondando abbastanza. La cresta è lunga ed alterna tratti rocciosi a tratti nevosi; aggiriamo le poche difficoltà sul versante sud, ormai con più poca neve. Finalmente - è quasi mezzogiorno - siamo in cima; le nubi ci impediscono di ammirare il panorama che altrimenti sarebbe estesissimo. A ben pensarci su questa montagna non ho mai trovato una giornata di pieno sole, anzi oggi è già andata bene perché le due precedenti volte che sono stato qui con gli sci (26 giugno 1977 e 14 febbraio 1982) ho dovuto fermarmi al Colle della Rosa e fare dietro-front causa maltempo e visibilità nulla.
Discesa rapida fino a riprendere gli sci, poi la neve sarebbe anche abbastanza ben sciabile, ma la luce lattiginosa crea le ben note difficoltà a valutare l'andamento del terreno e i cambiamenti del tipo di neve.
Un timido raggio di sole illumina le prime fioriture ai margini della stradina che scende a Dondena.
Giorgio

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   18/21 giugno - GM GIOVANI 2015 - Chapy d'Entréves


Al secondo anno la proposta della CCASA approda nella nostra casa ai piedi del Monte Bianco: è un piacere ed un onore mettere la nostra struttura a disposizione per questa bella iniziativa che cresce sensibilmente dallo scorso anno, rendendo persino necessario un appoggio logistico aggiuntivo in Entrèves.
La sezione di Vicenza e i membri della CCASA hanno pensato a tutto e - a parte il primo giorno "bagnato" - la meteorologia volge al bello e la salita di sabato al rifugio Monzino con annessa ferrata (con culmine sull'Aiguille de Chatelet) offre ampia soddisfazione e un panorama maestoso sui ghiacciai del Freney e del Brouillard, nel cuore del versante italiano del Bianco.
La domenica ci vede salire alla punta Helbronner con la nuovissima funivia Skyway, addirittura ancora da inaugurare; nonostante il panorama dalle terrazze non sia dei migliori a causa della nebbia e nuvolaglia che avvolge le cime circostanti, possiamo ammirare la vista verso valle e la maestosità dell'ambiente. Ridiscesi al Pavillon, stazione intermedia, la visita del giardino botanico, passato indenne dai lavori del cantiere, permette di conoscere in dettaglio le piante e fiori tipiche della zona e non solo.
Dopo il pranzo allo Chapy la comitiva si scioglie con l'arrivederci alle prossime edizioni. Personalmente sono molto soddisfatto dell'iniziativa, organizzata con cura e dedizione. Un grazie particolare a Beppe Stella e a tutti gli amici di Vicenza (staff della cucina ovviamente compreso), agli accompagnatori che dalle varie sezioni hanno partecipato, oltre che a Francesca Carobba e ai membri della CCASA a cui va il merito di aver ideato l'iniziativa ed averla brillantemente realizzata.
Marco Valle

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   Una settimana? montana!!!


(ovvero settimana bimbi al Reviglio in versi e rima)
Tra giugno inoltrato
e luglio da poco iniziato
una bella truppa di grandi e piccini
con nonni, genitori e nipotini
si son regalati giorni felici
in compagnia tra buoni amici!

Il rifugio della nostra associazione
È stata per tutti un'ideale abitazione!
La vita insieme? in comunità
si è rivelata una bella realtà!

Tutti davano una mano?
ma non solo a far baccano!!!
C'è chi prepara eccezionali manicaretti
e chi apparecchia la tavola con i suoi amichetti.

C'è chi si diletta a leggere o a cantare
mentre altri si apprestano a giocare;
alla sera davanti al camino seduti
si raccontano storie da cinque minuti.
Queste dovrebbero al sonno accompagnare,
ma ancora i denti bisogna lavare!
Tra saluti e contagiose risate
Le anime infine? van riaddormentate!

Dopo un sonno ristoratore?
tutti son pronti per una giornata da batticuore!
Una buona colazione
è preludio per una bella escursione.

Tutti dotati di scarponi e zainetti
ci sentiamo abili camoscetti!
Sotto la guida del buon Dario
esploriamo il circondario!

Al Lago delle marmotte siamo andati,
e? non ci siamo scoraggiati!
Non c'era il lago ma c'era uno stagno
e uno dopo l'altro siamo finiti tutti a bagno!!!
Le marmotte non abbiamo trovato
ma i girini abbiamo allevato!!!

Un'intera giornata
all'arrampicata è stata dedicata:
tra corde, imbraghi e moschettoni
abbiam fatto le evoluzioni.
Un po' di paura nell'iniziare?
e chi fa sicura ci provava a tranquillizzare;
pian pianino uno dopo l'altro spostiamo mano e piede
e infine dall'alto? il mondo si vede!

E dopo il verticale
una passeggiata? in orizzontale!
In Val Veny, nel bosco incantato
di nuovo con l'acqua abbiamo giocato!
Tra pietre per dighe e terra per polpette
sugli orologi son corse le lancette:
con lo sguardo verso le vette
torniamo a casa come saette!

Un giorno speciale è stato il seguente
Dal Pavillon abbiam visto il Dente!
Con la nuova Sky Way siamo saliti
e con suspence ci siamo divertiti!
È un vero spettacolo da lassù,
e la nostra lode è andata a Gesù:
una Messa con canti abbiam celebrato
e il Creatore debitamente ringraziato.
Dopo la visita al "giardino roccioso"
ci siam concessi un pic-nic gustoso.

Il giorno dopo, prima che il tempo fuggisse di mano
ci siamo recati a un lago poco lontano:
Checrouit è il suo nome
e stavolta il lago? c'era eccome!!!
Qui c'è una splendida balconata
per vedere tutto il Monte Bianco con una sola e profonda occhiata!!!

Momenti e spettacoli di questi giorni
ci accompagnano tra andate e ritorni,
per grandi e piccini son belle esperienze
e l'età in queste non fa differenze!!!
La settimana del prossimo anno stiamo già aspettando
e l'entusiasmo di essere di nuovo insieme? va aumentando!
(Ballerini family)

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   sabato 27 giugno - Lago Monastero


La gita sostituisce quella che in programma sarebbe stata la Croce del Tournour.
Dodici sono i partecipanti: 9 si ritrovano in Piazza Bernini alle ore 8,00; altri 3 ci raggiungono alle 9,30 nella piazza di Chiaves, frazione di Monastero a 1000 metri di altitudine. Da Chiaves si prosegue in auto fino a 1600 metri dove la strada da asfaltata diventa sterrata. Parcheggiate le auto, dopo aver contemplato la bellissima catena di montagne ancora in parte innevate tra cui la Ciamarella e le Levanne, iniziamo a percorrere la strada sterrata fino ad arrivare verso le 12 al piccolo ma splendido lago alpino di Monastero a quota 2000.
Dodi e Vittorio proseguono al colle di Perascritta (2150 m), gli altri si fermano sulle rive del lago a consumare il pranzo al sacco. Maria Teresa improvvisamente viene derubata del suo panino al prosciutto crudo e formaggio da un cane che però non potendolo mangiare perché incartato lo butta nelle acque del lago. Il panino fradicio viene comunque ripescato e ridato alla proprietaria.
Nella discesa, per la fitta foschia non è possibile ammirare il fondo valle, ma ci consoliamo ad osservare le grandi tonalità di colori che ci offrono i fiori di montagna: il rosso dei rododendri che stanno sbocciando, il bianco dei gigli di montagna e degli anemoni, il giallo dei ranuncoli e delle potentille e per finire il blu delle genziane e delle genzianelle.
Risaliti in auto e dopo una bevuta alla fontana Sistina, ridiscendiamo a Chiaves per un gelato al bar Perrero. Prima di salutarci e ripartire per Torino, saliamo ancora i 45 gradi della scalinata che porta alla parrocchiale chiusa, ma ci viene aperta appositamente per noi potendo così ammirare l'interno della chiesa.
?

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   4-5 luglio - Rutor


Il weekend si presenta bello con temperature infuocate, e la salita al Rifugio degli Angeli dal versante della Valgrisenche in effetti si rivela particolarmente "faticosa"; il thè che ci viene offerto all'arrivo in segno di accoglienza fa particolarmente piacere. Il rifugio è gestito dai volontari dell'Operazione Mato Grosso e apprezziamo la cura del servizio, nonché la bontà della cena? ovviamente l'appetito non manca!
La giornata di domenica ci vede procedere di buon mattino su pietraie assortite e poi, calzati i ramponi, sui nevai che si scendono dal colle del Rutor; la neve piuttosto già molle in effetti non facilita la progressione ma superato il canale che conduce al colle a quota 3000 m circa lo spettacolo che si apre è notevole, con il Monte Bianco che appare maestoso verso nord. La cordata rosa (Maria Teresa, Marta ed Elisa), è in gran forma e precede tutti in vetta dopo l'ultimo traverso e tratto di cresta.
Spuntino, preghiera ed è tempo di scendere, mentre il caldo avanza e rende la discesa al rifugio piuttosto lenta. Un pranzo più sostanzioso ci ristabilisce e siamo pronti per divallare, con il sole caldo che continua inesorabilmente ad accompagnarci fino alle auto a Bonne.
Terminiamo con un assaggio collettivo del liquore di liquirizia gentilmente offertoci dagli amici della GM di Mestre, poi tutti a casa. Una bella e riuscita gita, in una cornice di accoglienza speciale da parte dei volontari dell'Operazione Mato Grosso, dopo la bella serata del 12 giugno a Torino con Giancarlo Sardini e Valerio Bertoglio.
Marco Valle

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   25 / 26 luglio - Castore (4.228 m)


Partenza da Torino a spizzichi e bocconi dovuta a ritardi e dimenticanze varie, ma poi alla fine ci si ritrova miracolosamente (e contemporaneamente) all'uscita dell'autostrada a Pont St. Martin.
Al parcheggio di Gressoney si assemblano come di consueto gli zaini distribuendo corde e "ferramente" varie mentre il "Pres." si preoccupa di acquistare i biglietti della seggiovia che ci porterà velocemente al colle della Bettaforca.
Frugale spuntino in una conca riparata dal vento, poi ci si incammina verso il Rifugio Quintino Sella. Il sentiero, inizialmente facile, poco alla volta diventa sempre più impegnativo ed alla fine si devono attraversare dei ponticelli che uniscono grossi blocchi di pietra.
Giunti al rifugio, ognuno si rilassa a proprio piacimento: chi fotografa il meraviglioso panorama, chi passeggia sul pianoro in attesa che vengano assegnate la camerate.
Finalmente riusciamo a sistemarci ed a riposare un po' accompagnati dal chiacchiericcio della lezione sull'utilizzo di corde ed imbragature che il capogita del gruppo, che è appartato nella camerata adiacente alla nostra, sta impartendo. Bene, un po' di ripasso non fa mai male?
La cena, accompagnata da chiacchiere e battute spiritose, viene consumata con il solito spirito di amicizia che ci accompagna in ogni gita. Poi quasi subito dopo a nanna perché, come al solito, domani mattina la sveglia (per chi riesce a dormire) suonerà molto presto.
Dopo una buona colazione si compongono due cordate classiche formate da tre persone, mentre Giovanni ed il sottoscritto faranno parte di una cordata da due.
La prima parte della salita si svolge su ghiacciaio quasi pianeggiante, tranne due attraversamenti di piccoli crepacci che ci destano dalla "camminata in stand by" (cammina e dormi in contemporanea - con un po' di esercizio si riesce.... ).
Ma giunti alla spalla che poi ci porterà al colle, e successivamente alla cresta, dobbiamo svegliarci per forza: l'impegno richiesto in termini di attenzione e lo sforzo eliminano definitivamente gli ultimi residui di sonno rimasti.
Prima di affrontare la cresta ci concediamo un attimo di riposo per rifiatare e scattare fotografie.
L'ambiente circostante è talmente affascinante da restare a bocca aperta. Il cielo è completamente sgombro da nuvole e le nebbie della notte, dissolvendosi con il sorgere del sole, scoprono i numerosi '4.000' che ci circondano. Spicca su tutti l'elegante profilo del Cervino, mentre più lontano si scorgono i gruppi del Monte Bianco e del Gran Paradiso; voltandoci incombono i Lyskamm con il loro inconfondibile "Naso", i Breithorn e buona parte delle cime che compongono il massiccio del Monte Rosa.
Nessuno di noi parla e il silenzio, rotto solo dal vento, esalta ancora di più il magico momento che stiamo vivendo.
L'esile crestina da percorrere ci riporta alla realtà e, facendo attenzione a dove si mettono i ramponi, piano piano ci avviciniamo alla meta: il Castore !
Sulla vetta il "traffico" delle numerose cordate fa si che si reciti la preghiera della GM, seguita dalla tradizionale foto di gruppo, in modo solerte prima di iniziare la discesa sempre in cresta, poi sulla parte finale del ghiacciaio dove finalmente possiamo procedere più facilmente.
Raggiunto il rifugio effettuiamo una breve pausa per recuperare le corde, toglierci l'imbragatura, ramponi e riprendere la marcia su roccioni e pietraie.
Come tutte le volte questa parte finale, secondo me, è la più faticosa e noiosa, perché ormai si è stanchi delle ore di cammino che si sono già accumulate ed inoltre non c'è più lo stimolo a raggiungere la cima, ma solo il desiderio di arrivare finalmente alla seggiovia che ci riporterà al piazzale dove ci aspettano le nostre auto.
L'ultima parte della discesa ce la godiamo comodamente seduti ammirando ancora una volta - stavolta dal basso - la meravigliosa cresta che porta alla punta del Castore.
Sicuramente porterò a lungo dentro di me tutta la bellezza e tutte le emozioni che mi hanno accompagnato in questi due giorni fantastici; quindi non mi resta che ringraziare gli amici e compagni di gita che mi hanno permesso di realizzare questo sogno.
Alla prossima.
Sergio

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   4-6 settembre - Gran Tour della Bessanese


1ª giornata: qui comincia l'avventura
Itinerario: Pian della Mussa, passo delle Mangioire, lago della Rossa, colle Altare, rifugio Cibrario
Il nostro piccolo grande trek inizia in una bella mattinata di sole; dato che le previsioni meteo annunciano un po' di instabilità, alcuni ombrelli vengono infilati negli zaini a scopo scaramantico.
Superata brillantemente la prima difficoltà (recuperare l'esatto importo in monetine per il parchimetro), imbocchiamo il sentiero che si inerpica sulla balza boscosa, tra mirtilli, felci e funghi.
Il panorama diventa più selvaggio, con l'erba e gli arbusti che cedono il passo a sfasciumi e pietraie. La camminata procede tra salite, discese, traversi e risalite.
Dopo la pausa per il pranzo al bivacco San Camillo, con vista sul lago della Rossa, ci attende l'ultima salita della giornata fino al colle Altare. Da qui si scende direttamente sul rifugio Cibrario, che però è presto avvolto dalle nubi, come spesso avviene da queste parti nei pomeriggi d'estate.
Il rifugio è poco affollato e molto accogliente, con acqua calda nei bagni e locale per far asciugare il vestiario. Ci suddividiamo nelle camere in ordine di russamento decrescente e attendiamo la lauta cena a base di polenta e civet.
Alcune scodelle di vin brulè fumante conciliano la quadratura dei conti e il sonno che segue.
2ª giornata: di colli e discese, di guadi e risalite
Itinerario: rifugio Cibrario, colle Sulè, colle dell'Autaret, vallone della Lombarda, réfuge Avérole
"Dopo il colle è tutta discesa!" Questo l'incipit di una mattina ventosa e quindi abbastanza sgombra di nuvole. L'unico problemino è che questo fatidico colle è un po' timido e alquanto restio a palesarsi; prima incappiamo in una semplice depressione del terreno (in pratica, un colle farlocco), poi arriviamo al colle Sulè che, come tutti sanno, si trova tra la Testa Sulà e la Punta Sulè, mentre il colle dell'Autaret rimane un po' più in là.
Alla fine avvistiamo il colle dei nostri sogni, su cui si erge un'emblematica croce ombreggiata da nubi non troppo rassicuranti.
Nel dubbio, anticipiamo il pranzo godendoci il tepore del sole nei pressi dei laghi dell'Auteret e ammirando il panorama che ci circonda; quindi, ritemprati nel corpo e nello spirito, ricalchiamo le orme degli antichi romani e passiamo il colle, iniziando poi la lunga discesa - ma lunga davvero - seguendo il vallone della Lombarda. Per fortuna il sole continua ad accompagnarci e la traccia sembra ben segnalata.
Ad un certo punto però ci accorgiamo di aver perso un bivio: scendiamo fino a un allegro torrente, vediamo il sentiero battuto sull'altra riva, ma non sembra che si possa guadare agevolmente. Di fronte a questa impasse, la compagnia si divide: alcuni risalgono per cercare (e trovare) il comodo ponte, i più atletici optano per un guado "al salto" tra le pietre affioranti, altri scelgono un rinfrescante pediluvio con scarponi al collo.
L'ultimo tratto di cammino con varie gradazioni di pendenza ci consente di asciugarci e riscaldarci; e poi al rifugio ci aspetta una golosa merenda a base di crêpes au chocolat e tartelettes aux myrtilles.
3ª giornata: lo cammino erto più assai che quel di pria
Itinerario: réfuge Avérole, passo del Collerin, Pian della Mussa
Inizio di giornata con fitte nuvole basse; ci camminiamo dentro con la speranza che si dissolvano e alla fine siamo ricompensati: il sole splende e ci accompagnerà fino al Pian della Mussa.
Procediamo tra pietraie, laghetti e piccoli nevai, mentre osserviamo quel poco che resta dei ghiacciai.
Al passo del Collerin ci raduniamo per un momento di preghiera, quindi ci suddividiamo in due gruppi per affrontare più in sicurezza la prima parte della discesa, abbastanza ripida e molto sfasciumosa, ma facilitata da alcune corde fisse.
Tra rumori di rocce cadenti, raggiungiamo il sottostante Pian Gias, dove ritroviamo tracce più evidenti di sentiero. Da qui la discesa prosegue sempre più agevole e affollata man mano che ci si avvicina al parcheggio.
Una volta recuperate le auto e calzate scarpe più confortevoli, sostiamo ai rustici tavoli del bar per dissetarci con birra e gazeuse, e prolungare ancora un poco la nostra mini-vacanza sui monti, prima del rientro in città. E già si parla di montare le foto e vederle tutti insieme, ovviamente con cena inclusa!
Silvana

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   6 settembre - Sentiero dei Ginepri


È stata una giornata di notevole bel tempo, contrariamente a quanto verificatesi nei giorni prima e dopo a causa delle nebbie sulle cime. Dopo aver visitato l'Orrido di Foresto lungo il quale scende il Rio Rocciamelone e visto l'antico lazzaretto, ci siamo incamminati sulla mulattiera che un tempo serviva per salire in vetta al Rocciamelone. Dopo un tratto ripido abbiamo abbandonato la mulattiera per percorrere un sentiero che ci ha portati alla località detta I Piani? dove si inizia no a vedere i ginepri che danno il nome al percorso. Abbiamo consumato il pranzo al sacco in un posto magnifico sotto un albero, con una piacevole brezzolina e un panorama notevole. Iniziata la discesa ci siamo diretti alla frazione Ambruna, anziché alla frazione Chiodo, perché nella gita preparatoria ci era stato sconsigliato quel percorso molto malagevole. Ad Ambruna avremmo dovuto percorrere la statale 25 per un breve tratto; purtroppo, a causa della mancanza di cartelli indicatori della ciclo-strada (che in aprile erano in sito) abbiamo dovuto seguire la statale fino al passaggio a livello di Crotte con notevole disappunto di tutti. Tornati alle auto lungo la ciclo-strada, ci siamo poi recati a Torino in sede per festeggiare i 60 anni di matrimonio di Giovanna e Ferruccio, ai quali abbiamo fatto tanti tanti auguri.
Vittorio

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SERATE IN SEDE


   giovedì 7 maggio - Le montagne sotto e sopra il mare


con Marco Levetto
L'idea di una prospettiva insolita che descrivesse le montagne anche.... sotto il livello del mare mi è venuta guardando e commentando con l'amico Marco alcune sue foto subacquee relative a una recente immersione nelle acque dell'isola di Marettimo. In effetti siamo spesso portati a considerare solo la parte emersa delle molte isole dei nostri mari, mentre ve n?è una parte, certamente meno accessibile ma sicuramente ricca di vita e colori, che ci può stupire e catturare la nostra attenzione, come le splendide immagini delle immersioni alle isole Egadi e alle Seychelles ci hanno confermato.
Passando poi alla parte "emersa", Marco ci ha poi mostrato alcune immagini della testata della Valpelline, ritratta nel pieno dell'autunno con le sue tinte calde e rese ancor più suggestive dal bellissimo abbinamento musicale.
Un grazie particolare a Marco Levetto, valente escursionista e scialpinista, nonché sub provetto, ma soprattutto fotografo appassionato e attento. Arrivederci alla prossima!
Marco Valle

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   12 giugno "Verso l'alto, verso l'altro"


Serata con Valerio Bertoglio e Giancarlo Sardini dell'Organizzazione Mato Grosso
Considerato il tema della serata, incentrato sull'avventura in America Latina dell'Operazione Mato Grosso attraverso il progetto "Guide di Don Bosco", abbiamo pensato ad uno spazio più grande della nostra sede, per favorire la partecipazione di chiunque fosse interessato a conoscere qualcosa di più su questa coraggiosa e affascinante avventura nelle Ande. Gli amici del Gruppo Scialpinismo del CAI UGET ci hanno gentilmente ospitati nel loro salone e Giancarlo e Valerio, vecchie conoscenze della Giovane Montagna, ci hanno intrattenuto raccontando la loro storia personale, tra fatiche, insuccessi e grandi gioie, per promuovere un progetto di turismo educativo e solidale sulle Ande del Perù.
Le immagini ci hanno trasmesso la passione e il significato di questo progetto, che ha permesso a vari ragazzi andini, di scegliere un percorso diverso da quello del "campesino", abbracciando il mestiere di guida alpina, pardon, andina.
Le parole di Giancarlo e Valerio, nella loro semplicità e umanità, insieme ai tanti volti sorridenti di bambini e ragazzi andini, ci hanno richiamato il senso autentico del salire in montagna, ben sintetizzata dal titolo "Verso l'alto, verso l'altro".
La serata ha tra l'altro permesso di raccogliere circa 650 euro, destinati al sostegno dei rifugi andini gestiti dalle guide di Don Bosco. Come spiegato da Giancarlo nella sua mail di ringraziamento, il sostegno ai rifugi consente loro di destinare l'intero ricavato della gestione al sostentamento dei 6 asili che l'Operazione Mato Grosso ha costruito nella periferia di Chimbote per far fronte ai 40.000 sfollati che dalla Sierra si sono spostati verso le coste del Pacifico.
Chiudo con le parole di Giancarlo: "C"è bisogno di una mano continuativa, amorevole e perseverante, come del resto il cammino della Carità....
Grazie a tutti
Marco Valle

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VITA SEZIONALE


   LUTTI


Il 10 luglio ci ha lasciati all'età di 92 anni la nostra simpatica socia Faustina Rossetti Castelli. Ultimamente era stata festeggiata per i suoi 70 anni di fedele appartenenza alla nostra associazione.
Di lei non possiamo che ricordare con ammirazione il suo coraggio, la sua costante serenità, la sua voglia di vivere e di conoscere, che non le ha impedito, nonostante la vista molto ridotta, di godere al meglio tutto quello che il Signore le permetteva ancora di fare. Grazie Faustina per il tuo esempio.
Una socia che ti ha voluto bene.
Jolanda Rastelli
Annita Rosazza Manuel
Socia per oltre 60 anni, da tempo non la si vedeva alla GM, ma i vecchi soci non possono dimenticare la sua figura, l'intelligente vivacità che portava in sede, sempre attenta ai problemi sociali. Nelle gite, quando il pullman si riempiva di chiacchiere e la sua voce acuta partiva con i canti, un coro di amichevoli e scherzose proteste dava inizio a simpatici battibecchi ai quali lei teneva brillantemente testa. Anche nelle altre sezioni era conosciuta, era presente negli incontri intersezionali e in tutte le manifestazioni.
Problemi di vista e di movimento hanno reso pesanti gli ultimi anni; manteneva i contatti con lunghe e vivaci telefonate, ma si sentiva la delusione per questa forzata prigionia. Noi la pensiamo ora libera di viaggiare, camminare e sciare con tutti gli amici di lassù: fallo anche per noi, Annita!
Rosangela e Lina

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