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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 2017



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.







ATTIVITÀ PREVISTA


   26 novembre - S. Messa al Monte dei Cappuccini


Alle 09,30 h di domenica 26 novembre ci troveremo al Santuario di
Santa Maria del Monte, o Monte dei Cappuccini, per il consueto incontro
annuale. Ci sarà la Santa Messa in suffragio dei soci defunti che come
l'anno passato sarà celebrata nella chiesa. Al termine ci ritroveremo per
festeggiare i soci a noi fedeli da 20, 50 e 70 anni, e cioè:
20 anni: Gianna COLLA, Rodolfo RISATTI, Monica SUPPO
50 anni: Franco BO, Anna Maria GAINO, Lucia MASUELLI, Augusto
CARASSITI
70 anni: Giovanna SOLERA RAINETTO, Lodovico SOLERA

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   12 novembre - Gita di chiusura - Saluzzo


Come è consuetudine della GM anche quest'anno viene proposta la
gita di chiusura che vuole essere un momento conviviale per ricapitolare
tutti insieme l'anno ormai quasi concluso.
Vi chiederete quale sia in dettaglio il programma per questa escursione
fino a Saluzzo? Beh! vi posso dire che non servono scarponi né tantomemo
ghette o ramponi, per il resto starà all'inventiva di chi organizzerà
l'evento proporre qualcosa di accattivante non fosse altro che di culinario.
In fondo un po' di marketing si può anche fare anche solo stuzzicando
la curiosità di chi vorrebbe partecipare, ma è ancora indeciso. Venite numerosi
e scoprirete all'ultimo che avete fatto bene ad iscrivervi. Vediamoci
tutti in quel di Saluzzo.
Coordinatore di gita... : Livio VIARENGO

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   SABATO 18 novembre "BAGNA CAODA" in sede


Si, avete letto bene!!! Proprio una bella? bagna caoda? in compagnia!
Il nostro caro Livio, dopo una lunga battuta d'arresto, è di nuovo ai fornelli
tra marmellate, conserve ecc. Avendo recuperato felicemente la salute, è
disponibile a cucinare per noi questa tipica e "profumata" salsa piemontese
da accompagnare a una varietà infinita di verdure autunnali.
Per problemi logistici non sarà possibile accogliere più di 35 persone
quindi....chi tardi arriva rischia di restare a bocca asciutta. Segnatevi la data,
prenotatevi in tempo e portate il vostro "foiòt" con relativo lumino. Chi
ne fosse sprovvisto lo dica all'atto della prenotazione , qualche amico lo
porterà per lui (ce n?è un certo numero anche in sede). Si accettano volontari
per'sbucciare l'aglio?

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ATTIVITÀ SVOLTA


   14 maggio - Cima del Vallonetto


Sette partecipanti sono presenti la domenica mattina alla partenza.
Con il sole che già illumina le punte delle montagne intorno alla conca
del rifugio Levi-Molinari, iniziamo a risalire il ripido canale svalangato che ci
porta in breve ai pianori superiori.
Al lago delle Monache ci fermiamo per una breve sosta, terminata la
quale iniziamo a seguire i magnifici pendii del vallone che conduce con un
andamento sinuoso al bivio tra la nostra meta e il Sommellier.
Con alcune conversioni ci portiamo al passo dei Fourneaux dove molti
scialpinisti deviano per raggiungere il più frequentato Truc Peyron.
Continuando, costeggiano la cresta quasi in piano, arriviamo alla base
della Cima del Vallonetto e, con una breve salita, raggiungiamo la cresta.
La vetta, purtroppo non l'abbiamo toccata per alcuni metri in quanto
la neve abbondante poggiava su uno strato ghiacciato, impedendo
un'ascensione sicura senza ramponi.
Il panorama che si gode è veramente bello, con un'esposizione molto
particolare sulla sottostante Valle di Susa. Un breve spuntino, una preghiera,
si tolgono le pelli e siamo pronti a scendere.
La discesa ci ha messi alla prova, chiedendoci di esprimere tutta la
nostra abilità per riuscire a tracciare belle curve su neve estremamente discontinua
e molto pesante.
I risultati sono stati ottenuti con le più svariate tecniche: chi con
l'aumento della velocità (sfiorando il decollo), chi contando sulla attrezzatura di ultima generazione, chi spremendo fino all'ultima energia dalle
gambe già provate dalla salita.
In un modo o nell'altro siamo comunque riusciti a raggiungere il rifugio
Levi-Molinari sani e salvi per concederci una buonissima e meritatissima
fetta di torta con birretta di accompagnamento.
Marco Barbi

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   1-5 giugno - Trekking in Corsica: Désert des Agriates


Per sintetizzare questo bellissimo mini-trekking d'inizio d'estate ho
deciso di affidarmi ai commenti dei partecipanti, cui avevo chiesto di raccontare
le emozioni vissute.
Per la cronaca, il trekking è perfettamente riuscito anche grazie ad
una situazione meteo decisamente favorevole; otto i partecipanti effettivi
degli undici iscritti (purtroppo tre hanno dovuto rinunciare all'ultimo momento).
Il percorso litoraneo di circa 45 km tra St. Florent e Ostriconi è
stato percorso in due tappe anziché in tre per l'indisponibilità del posto
tappa intermedio, prediligendo la leggerezza dello zaino. Molto gradevole la
sosta balneare finale a Ostriconi.
A come Agriates ma non solo!
A come Aria. L'aria calda e ferma che opprime quando si cammina nel sole
rovente; l'aria fresca che ristora nelle soste all'ombra; l'aria densa di
profumi che riempie i polmoni; l'aria che si fa finalmente vento sull'alto
delle scogliere.
A come Acqua. L'acqua da bere che è risorsa indispensabile e peso gravoso
sulle spalle; l'acqua della doccia che lava via la sabbia, il sale e la
stanchezza; l'acqua del mare che forma l'orizzonte e delimita un percorso
fatto di dislivelli orizzontali.
A come Allegria. L'allegria contagiosa delle battute, del prendersi in giro e
del fare un po' del solito chiasso da "italiani in gita".
A come Amicizia. L'amicizia che si concretizza nel far le cose insieme e
collaborare con un sorriso; l'amicizia che conforta perché ci fa sentire
simili anche se diversi.
A come Andare e come Adesso. Mettersi in cammino cercando di lasciare
da parte tutto il resto; concentrarsi solo sul momento che si vive e
sforzarsi di "diventare" Aria, Acqua, Allegria, Amicizia.
Un'esperienza forte, dominante
Tra cielo e terra, tra il tutto e il nulla. Non il deserto di sabbia, ma
quello figlio dell'erosione del vento, dello scavare dell'acqua delle piogge
rare ma brutali, della vegetazione che resiste alla natura poco clemente. È
stata un'esperienza di ascolto, di estremo ascolto, dei miei sensi, del mio
essere, delle mie relazioni. È stato spazio, tempo e cammino, luogo di incontro
e di amicizia.
Un bel modo di stare insieme
Profumi e colori, una natura forte e commovente, tanto è bella. Ad
ogni angolo, ad ogni scorcio, Bellezza. Esperienza sensoriale continua e
l'anima vola. Non servono parole, basta guardare, ascoltare, odorare, toccare
e assaporare.
"Tutto è lì perché io possa goderne, a disposizione. Questa natura,
perfetta a prescindere, con il sole, il vento, la pioggia, mare calmo o agitato,
ogni sfumatura e sfaccettatura, è la mia (nostra) natura. Dimensione
del camminare, c"è una meta, ma potrebbe anche non esserci (stessa sensazione
durante il camino de Santiago). Pienezza! Sono sola in cammino,
ma non sono mai sola'ci si ritrova, ci si perde, ci si ritrova di nuovo.?
Dante
"Son poche e preziose le nostre canzoni
che posson competer nel dar l'emozioni
dell'ora serale il giunger a Ostriconi.
L'odor d'elicriso infonde il sorriso
sui volti pacati dei soci estasiati
con spirito intriso di tal paradiso."
Stupore ed entusiasmo
"Siamo abituati a camminare soprattutto in montagna, dove i panorami
e le sensazioni sono più o meno note, anche se sempre molto varie e
ricche. Qui è stato un tuffo in qualcosa di completamente diverso: si
camminava, e parecchio, a volte anche in salita, ma i profumi, le luci, i colori
e le sensazioni erano completamente diverse. Non che non me
l'aspettassi, ma l'intensità ha superato qualunque aspettativa. Mi sono rimasti
impressi in particolare il profumo di rosmarino, i cespugli di elicriso,
l'acqua trasparente, le spiagge bianche, le "scogliere" di alghe e la luce
dell'alba sul mare? L'unico rammarico è non aver potuto restare più a
lungo a gustare quella ricchezza.?
"Emozioni dietro ogni promontorio: calette, spiagge, profumi, silenzi"
Scenari incantevoli. Ma non solo, mi ha anche emozionato scoprire che: a)
un giorno all'anno, precisamente il 2 giugno, io russo, b) puoi sentirti un
po' imbra, ma c'è sempre uno più imbra di te che riesce a perdersi in 2 km
di costa, 3) se guardi la partita della Juve in un certo campeggio, la Juve
perde. E non è poco.
Bel gruppo, molto affiatato!

Da parte mia non aggiungo altro, tutto è stato già descritto benissimo
dai partecipanti (bravi tutti, non solo a camminare!); mi godo la soddisfazione
per questa "nuova" iniziativa in ambiente marino, che come tutte le
proposte nuove nasce tra i dubbi, cresce lentamente tra difficoltà logistiche
e imprevisti, e infine sboccia in pienezza: perché la sua riuscita sta anzitutto nelle persone che hanno deciso di viverla, insieme, con entusiasmo
e in semplicità. Come sempre.
Da ultimo un pensiero a chi non si è potuto aggregare per la perdita
improvvisa di un amico. Anche sostare un momento in preghiera per chi
non è più con noi è parte dello stare insieme
Grazie a tutti! Marco Valle

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   sabato 10 giugno - Ex Batteria La Court (Moncenisio)


Un gruppetto di ardimentosi si è incontrato nella solita p. Bernini e -
con sole tre auto - è partito per la suddetta meta. Gli organizzatori erano
Ferruccio e Vittorio e - se ricordo bene - tutte le altre componenti erano signore
e signorine.
Il tempo era splendido, con un venticello a tratti deciso per cui avevamo
fin ventilato l'ipotesi di rintanarci in un camminamento per ripararci
un po' per pranzare (ma non è poi stato necessario).
Al ritorno Vittorio ci ha fatto entrare in una galleria quasi totalmente
invasa dalla neve ed in cui c'era un grosso nido di gracchi che - molto preoccupati
- svolazzavano all'esterno tenendoci d'occhio. Alcuni di noi sono
poi andati con Vittorio ad esplorare un'altra galleria, ma senza nidi.
Grazie a Ferruccio e Vittorio per l'organizzazione e per la piacevole
passeggiata. A presto arrivederci.
Paola
Nota. Per chi fosse interessato alle vicissitudini storiche-strutturali dell'ex
Batteria italiana La Court, si può aggiungere:
La batteria venne costruita tra il 1905 ed il 1910 sulla sommità del mammellone
della Court, posto al termine sud-orientale della piana del Moncenisio,
subito sopra alla Piana di S.Nicola (traduzione dell'originale francese:
St. Nicolas e quindi non Nicolao) dalla quale si raggiunge con le "scale"
della strada napoleonica. Era una batteria corazzata costruita con blocchi
di calcestruzzo ed articolata su due piani: al piano terra erano localizzati i
locali tecnici e l'alloggiamento del presidio che si avvaleva anche del sottostante
casermone; al piano superiore - raggiungibile tramite due scale
poste alle estremità del corridoio - vi erano le riservette e le scalette a
chiocciola adducenti ai pozzi dei cannoni.
La batteria era dotata di 4 pozzi per altrettanti cannoni da 149/35A in cupola
corazzata tipo "Grillo". I pozzi del diametro di 5 metri e profondità di
2, erano ricoperti da una cupola di ghisa dello spessore di circa 14 cm a
forma di guscio di tartaruga. Esisteva un doppio locale polveriera adiacente
al complesso, il più grande destinato al deposito della balistite ed il più piccolo
alla povere nera. I locali seminterrati erano collegati con montacarichi
al piano soprastante. La batteria era dotata di un trinceramento scavato e
rivestito in pietra e con banchina interna per i fucilieri (tutt'ora in buone
condizioni) ed alcune postazioni per mitragliatrici in zona perimetrale per un
eventuale difesa ravvicinata.
All'inizio del secondo conflitto mondiale (giugno 1940) i cannoni della Batteria
vennero utilizzati contro i Forti francesi della Petite Tourrà, Ravet ed
Arcellins, tutti al fondo della piana/conca del Moncenisio localizzati sulla
dorsale prospiciente la Valle dell'Arc.
La Batteria La Court è stata l'unica costruzione militare - tra tutte quelle
già italiane passate alla Francia a seguito del Trattato di pace del 1947 -
ad essere pesantemente distrutta dai francesi, forse per timore di un futuro
"attacco" italiano?
Ferruccio

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   10-11 giugno - Week-end bimbi al rif. Gardetta


DRIIIIIIIIIIIN!!!!!!
Suona la sveglia e noi bimbi (e adulti) della G.M. siamo pronti a partire
per il weekend al rifugio Gardetta!!
Vediamo un po': scarponi, pantaloni lunghi, sacco a pelo, giacca a
vento mai servisse, cibo (essenziale),? preso tutto? E allora? via!
Eravamo Cristina e Camilla, Elena e Lucilla, Cecilia, Andrea e Marta,
Paolo, Irene e io tra i bambini; Dario e Daniela, Sergio e Chiara, Ema e Paola,
Alberto, Stefano e Clara tra gli adulti. Purtroppo manca fam. Baldi per
un imprevisto.
Fatto "l'appello" siamo tutti pronti a partire per la luuuuuunga gita.
Dopo una quantità indefinibile di passi e una quantità indefinibile di
bellissimi paesaggi siamo arrivati a destinazione: il rifugio Gardetta!!!! È in
una posizione alquanto suggestiva: in una conca circondata da montagne
dove proprio al centro c'è il rifugio.
Dopo esserci sistemati siamo andati a riposarci sotto gli ultimi raggi
del Sole ormai debole. Alla sera abbiamo mangiato delle lasagne fantastiche
e arrosto con patate al forno. Finita cena, dopo aver ammirato una luna
piena luminosissima, che ha "spento le stelle", siamo saliti in camera, e
dopo aver fatto un po' di baldoria, siamo andati tutti a dormire.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!
Suona la sveglia e noi bimbi (e adulti) della G.M. siamo pronti a partire
per tornare a casa.
Non abbiamo dimenticato niente? E allora via!!
Un gruppetto è partito un po' prima per salire una punta un po' più
difficile e rocciosa; chi sono questi intrepidi montani che sfidano la brezza
mattutina e non hanno (più o meno) paura degli strapiombi che si presentano
sotto i loro occhi? Eccoli lì! Sono Paolo , Cecilia, Dario e Alberto? un
momento, ci sono anch'io!!
Raggiunto il resto del gruppo per pranzo concludiamo insieme la gita e
il nostro weekend montano.
Noi già siamo pronti a ripartire.
Alla prossima. Silvia

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   18 giugno - Torrentismo Rio Audin


Giornata tecnologicamente funesta!! una macchina foto e 2 cellulari a
mollo nel fiume.
Ma attenzione? non contemporaneamente, ma cominciamo dall'inizio.
Parcheggiamo al paese di Fanghetto in Val Roya e prepariamo
l'attrezzatura: pongo particolare attenzione alla macchina foto NUOVA
gentilmente presa in prestito da mio figlio Paolo, la infilo nella custodia
morbida, poi nella custodia stagna, chiudo con un elastico di sicurezza,
aggancio in cintura allo zaino.... per la salita solo non fisso il moschettone
di sicurezza, in fondo è un normale sentiero.
I cellulari e portafoglio invece sono nel bidoncino stagno; lasciarli in
auto incustoditi può essere rischioso!!
Fatto l'avvicinamento bisogna scendere due roccette per guadagnare
il greto del torrente, con la coscia urto la borsina stagna che si sfila dalla
cintura, cade sulla roccia nel preciso punto di chiusura, rompe il gancio
(vanificando azione dell'elastico), e nel rimbalzo si apre lasciando sfilare la
compattina? il tutto con atterraggio nella prima pozza sotto i miei piedi!!
Sergio e Silvia mi vedono tuffare (imprecando) senza capirne il motivo.
Va bene che fa caldo ma almeno posare lo zaino!! Ne esco con la
macchina foto zuppa.
Per riuscire cosi a fare almeno 2 foto con il cellulare devo, ogni volta,
aprire e chiudere il bidoncino stagno e come la statistica vuole, più volte
ripeti un'azione più aumenta la probabilità di non chiudere bene il tappo.
Risultato: sosta obbligata per stendere tutto il contenuto al sole.
A parte tutto è stata un'ottima giornata di sole e SOPRATTUTTO oggi
è stato il battesimo torrentistico di Silvia, quindi a lei la parola:
"Il 17 giugno Dario ha organizzato l'uscita di torrentismo al rio Audin.
Voi direte: "sai che roba"?; il fatto è che c'ero io (per la prima volta)
ed ero un po' incerta su cosa mi aspettava.
Però, vediamo il lato positivo: il tempo era favorevole, gli adulti
c'erano, la voglia non mancava, e allora cosa si può volere di più?!
Così ci siamo messi la muta e siamo partiti tutti imbardati con il casco,
l'imbrago e l'attrezzatura necessaria?
Il primo "toboga" mi ha fatto un po' di paura e, non fidandomi, non
l'ho fatto? sigh!! Ma poi, procedendo nella nostra gita acquatica, una discesa
dopo l'altra, un salto dopo l'altro, mi sono divertita sempre di più e
quando siamo arrivati al fondo, dispiaciuta, ho fatto la "faccia brutta"?
!!! È STATO TROPPO DIVERTENTE !!!
Spero di tornarci presto
Silvia
P.S. ero con mio papà (Dario) e Sergio Duretto

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   18 giugno - Gita al Colletto Verde (2780 m)


Per la gita al Colletto Verde oltre all'interesse geologico che costituiva
lo scopo principale dell'escursione interessava anche fuggire dall'afa della
città che il giorno prima aveva fatto registrare ben 35°C.
Gli iscritti dodici in totale poi ridotti a 11 per l'assenza di Marco Valle
si sono ritrovati al colle del Monginevro. Corroborati dalla fresca brezza
mattutina ci siamo incamminati con passo tranquillo sul sentiero che risalendo
la valle dei Mandarini porta fino al colletto Verde. Durante la salita
un paio di soste hanno permesso al sottoscritto quale coordinatore di gita
di illustrare le caratteristiche geomorfologiche della zona, nella seconda di
queste tutti hanno potuto toccare con mano queste rocce senza troppo
badare alle mie spiegazioni. Giunti al colletto ci siamo cimentati in una breva
arrampicata sulle lave a cuscino che a nord del colletto costituiscono la
cresta. Tralascio le numerose battute legate al nome geologico che viene
normalmente attribuito a queste formazioni sta di fatto che il termine "cuscino"
non ha per nulla attutito un sfortunato scivolone che ha provocato
un fastidioso strappo a Gianni Antonucci costringendolo ad interrompere
l'ulteriore passeggiata e a ricorrere ad un passaggio sulla vicina seggiovia
per il ritorno a valle. Data l'ora non tarda abbiamo deciso di proseguire per
raggiungere la vetta del Mont Gimond (2649 m) ottimo punto panoramico
per spaziare sull'intera zona. Qui oltre ad ulteriori spiegazioni geologiche
proposte da Giorgio ci siamo lasciati andare ai ricordi delle gite effettuate
in passato vista l'abbondanza di mete di cui è ricca la zona. In effetti a
pensarci bene dovunque girassimo lo sguardo imbattevamo in qualche meta
scialpinistica o in un percorso per mountain-bike, un vero concentrato di
ricordi dove tutti potevano dire: "la ci sono stato".
Il ritorno avrebbe dato luogo ad ulteriori osservazioni geologiche circa
un tipo di rocce i gabbri che sono l'equivalente dei basalti visti prima, ma
che invece di uscire in superficie cristallizzano lentamente in tempi lunghissimi.
Purtroppo il gruppo si era già incamminato di buon passo verso le
auto senza badare? a dove metteva i piedi e perdendo così quest'ultima
occasione.
Alberto Guerci

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   24 giugno - 2 luglio - Settimana bimbi al Reviglio


A fine settimana abbiamo chiesto ai bambini quale giornata è piaciuta
di più?
In quanto organizzatore leggere tra i commenti che la gita migliore è
stata per TUTTI quella in PISCINA?!!!!? avrebbe potuto ferirmi terribilmente
nell'orgoglio
MA, considerando il fatto che è stata l'unica giornata "diversa" che
abbiamo fatto, sono riuscito ad alleviare il colpo!!!! (e poi se lascio andare
il bambino che c'è in me? condivido che mi sono divertito come loro!!).
Per fortuna la seconda in classifica è stata M.CHETIF?(con tutto il
casino di corde, cordini e roccette!!).
Ma il commento più bello è stato quello di Elisabetta:
"Tutte le gite sono state belle per me, e anche il giorno della piscina è
stato divertente. Ma la cosa più bella in assoluto è stata trascorrere le
giornate insieme ai bimbi della Giovane Montagna. Elisabetta "
Brava, grazie. Questo basta e avanza per dare stimolo a continuare?
Nel complesso è stata una settimana intensa e bellissima:
- Malghe Arminaz - Rif Bertone
- Mont Chetif (per il sentiero esposto verso Courmayeur)
- Cascate del Rutor - Rif. Bonatti e malghe Malatrà
Solo la giornata di arrampicata è stata disturbata dalla pioggia.
Visto l'affiatamento del gruppo a fine anno ci lanceremo anche in un
esperienza invernale: Capodanno al Reviglio!!
Dario

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   16 luglio - Punta Lunelle - Traves


La sveglia all'alba, l'aria fine e frizzante di una domenica di metà luglio;
sulla piazzetta di Traves spuntano altri baldi camminatori intenti nei
preparativi.
Don Luca Ramello, direttore dell'Ufficio per la Pastorale Giovanile e
anima dell'iniziativa escursionistica in occasione del ventennale dell'ultima
salita del beato Piergiorgio Frassati alle Lunelle, indirizza ai partecipanti un
breve saluto, seguito da un'invocazione allo Spirito; sono presenti varie
associazioni, gruppi, parrocchiani di varie comunità ma anche semplici famiglie
e villeggianti di Traves; dalla mia destra una voce richiama la sua
appartenenza alla Giovane Montagna. Mi volto e scorgo il volto sorridente
di Giuseppe Antonello, della sottosezione Giovane Montagna intitolata a
Piergiorgio Frassati. Ci salutiamo e scambiamo due parole, molte altre ne
seguiranno nella giornata.
La salita scorre tranquilla e piacevole, tra abbondanti "selfie" e foto alla
carovana che procede con lunghi zig-zag lungo il sentiero. La croce in
ferro donata dal CAI di Lanzo ci precede, simbolicamente portata da tante
mani diverse, fino al tratto finale più ripido che tocca ai giovani.
Siamo in cima alla Punta Lunella - quasi troppo ristretta per accogliere
tutta la comitiva di quella giornata speciale: i volontari del CAI posano la
croce e la targa con il ricordo di Piergiorgio Frassati, mentre don Luca ringrazia
tutti i partecipanti e organizzatori.
La manifestazione ha inteso ripercorrere idealmente il percorso
dell'ultima gita effettuata il 7 giugno 1925 da Piergiorgio, prematuramente
scomparso meno di un mese dopo; fu in tale occasione che egli stesso
scrisse - su una foto che lo ritraeva in arrampicata appunto sulla cresta
delle Lunelle - la famosa frase "Verso l'alto", perfetta sintesi della sua tensione
verso il Signore.
Poco sotto la punta viene poi celebrata l'Eucarestia, quasi in contemporanea
con la celebrazione presieduta dall'Arcivescovo di Torino nel campo
sportivo di Traves. Segue la discesa verso le auto, che pare più lunga
della salita, complice la temperatura ormai proibitiva delle ore centrali della
giornata. Infine, l'agognata polenta con spezzatino e salsiccia!
In sintesi:
·una bella giornata, in compagnia di persone nuove e volti conosciuti;
·un panorama inaspettato a mezzora da Torino, uno scorcio di montagne
ingiustamente dimenticate e abbandonate, ma ancora ricche di fascino
e di storie da raccontare;
·tante idee, su cui ragionare e confrontarsi, nella linea di far crescere
e diffondere nei giovani la passione per la montagna.
Un grazie particolare a tutti quanti si sono personalmente adoperati
per la ideare e realizzare questa giornata di festa; un grazie particolare a
Germana Moro dell'Associazione Frassati, per aver coinvolto la Giovane
Montagna nell'iniziativa, a Osvaldo Cagliero, sindaco di Traves, ad Antonello
Sica, ispiratore e realizzatore del progetto dei sentieri Frassati in Italia,
e a don Luca Ramello, che con gli amici del CAI di Lanzo ha "sponsorizzato"
dal primo momento l'escursione sulle orme di Piergiorgio.
Marco Valle

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   16 luglio - Pic du Lac Blanc


Ciao, mi chiamo Ash e sono uno dei tre partecipanti alla gita al Pic du
Lac Blanc in valle Stretta. A dire il vero 2 partecipanti (Guido, il mio padrone,
e Alberto) più un cane, che sarei io.
È stata una domenica stupenda, tempo bellissimo dal mattino, fin da
quando ho visto preparare lo zaino ho iniziato ad agitarmi facendomi notare,
di solito quando tirano fuori pedule e zaino è una pacchia se mi portano,
grosse corse nella natura per ore sono garantite. Dopo un bel po' di
auto (che noia!!) siamo partiti da una bellissima valletta stretta con delle
casette (ho sentito che le chiamavano rifugio 3° alpini e rifugio Re Magi) e
per un po' mi hanno tenuto al guinzaglio, ma finalmente vicino al cosiddetto
ponte della Fonderia mi hanno lasciato libero ed è stato fantastico: prima
seguivamo un sentiero in pineta poi una prateria sconfinata in cui mi
sono sfogato, per poco non prendevo una di quelle marmottone che fischiano.
Poi ragazzi sono arrivate delle pietraie e anche della neve, che rotolate
che mi sono fatto!
Ad un certo punto quel bradipo del mio padrone e il suo amico si sono
fermati a riposare ad un posto panoramico che chiamavano "colle" ma io
avrei continuato di corsa.
Poi una breve discesa e di nuovo salita ripida su pietraie, c'era un magnifico
lago azzurro lì vicino ma non ci siamo fermati. Il mio padrone mi richiamava
sempre vicino a se appena mi allontanavo da lui e dal sentiero
(che era abbastanza ripido) e abbiamo incrociato altri umani (che parlavano
una lingua diversa dal mio padrone, si dicevano tutti "bonjour" o qualcosa
di simile) e anche un altro mio simile. Ad un certo punto non c'era più nulla
sopra di noi e ci siamo fermati vicino a un cumulo di pietre con un palo
di legno, Alberto e Guido erano felici (e secondo me anche un po' stanchi)
e chiacchieravano, e poi è uscita la pappa! Per me un po' di prosciutto e
qualche pezzo di pane oltre a una super bevuta di acqua.
Poi ragazzi: mi hanno fatto rifare tutta la stessa strada di prima, e in
sostanza era la terza volta per me perché in salita me la ero già corsa due
volte avanti e indietro. Comunque nessun problema, sono abituato.
Al ritorno nella parte in piano dal ponte della fonderia mi hanno rimesso
il guinzaglio, sembrava di essere in città tanta gente c'era, uomini e bestie,
comprese capre e cani da pastore: ci siamo solo annusati alla veloce,
stavano lavorando e non avevano tempo per scambiare due parole.
Alla fine Guido e Alberto si sono anche fermati al rifugio a bere e
mangiare (panachè e crostata ci scommetto, conosco il mio padrone) mentre
io mi sono schiacciato un pisolino sotto il tavolo. È stata proprio una
bella gita in montagna effettivamente, ho scorrazzato nella natura felice
per tutto il giorno.
Alla prossima, magari in compagnia più numerosa e anche con un mio
simile con cui giocare!
Ash

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   23 luglio - Torrentismo - Vallungo e Piantonetto


Per riuscire a organizzare una uscita di torrentismo bisogna: trovare i
partecipanti, il giorno che vada bene a tutti, il percorso adatto, la possibilità
di fare navetta, Il METEO favorevole, la portata dei torrenti,
l'attrezzatura ma soprattutto trovare dove affittano le MUTE!!!
Per colpa di quest'ultimo particolare ogni tentativo fatto per far quadrare
tutti i punti precedenti è naufragato miseramente!
Alla fine mi sono trovato domenica a fare il rio Vallungo con Stefano
R. e tornare mercoledì a tentare il rio Piantonetto con Ema.
Arrivati al parcheggio del Vallungo Stefano mi dice: "ma questo parcheggio
me lo ricordo!!", che svampiti? in due non siamo stati capaci di
ricordare che questo torrente lo abbiamo già fatto anni scorsi!!
Ma ormai siamo qui? è comunque un torrente bello e limpido. Forse
un po' noioso nella parte centrale che ha molte disarrampicate, ma si riprende
nel finale con belle pozze, massi incastrati, calate e tuffi.
Proprio in una delle ultime calate, per colpa dei massi incastrati tra le
pareti del canyon, non riusciamo a recuperare la corda sono costretto a
fare una risalita in stile speleo (strisciando sempre tra i sopracitati massi!)
e ripetere la calata con la corda di soccorso (cosi non è solo un peso inutile!!)
La caratteristica principale di questa discesa è la caviglia dolorante da
Stefano!!
Il Piantonetto è invece una new entry nel nostro bagaglio torrentistico.
Comincia con dei bei taboga molto scivoloso e via via diventa decisamente
più tecnico e verticale.
Essendo solo in due abbiamo il tempo di procedere con calma, godendoci
la discesa e la bella giornata. Con le temperature di questi giorni è veramente
un piacere!
Dario

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   27-30 luglio - Tour du Queyras


Ho proprio dovuto farlo: decidere l'ennesima partenza all'alba per andare
in montagna! Estate piena, caldo e viaggio non breve per raggiungere
Château Queyras lo richiedono. Quindi equipaggi pronti (siamo in 11), sosta
a Oulx per imbarcare Renzo, pausa caffè e via!
Giorno 1- #trekkingcomodo
A Château Queyras in una bella mattina calda siamo subito operativi e
mentre il gruppo più numeroso si prepara e si avvia lungo il sentiero GR5
in 3 autisti portano due auto nella località di arrivo del trekking, L'Echalp
frazione di Ristolas; torneranno poco dopo a Château per seguirci.
La tappa prevede una salita dolce in un bel vallone con pineta, mucche
e pascoli tipico del Parco Naturale Regionale del Queyras. Superato un
primo colle compare invece un paesaggio lunare con sfasciumi e canaloni
che tagliano ripidi il fianco della montagna. Il tratto è breve e siamo al
culmine della tappa, il col Fromage. Sosta per pranzo e via in discesa verso
Ceillac, dove ci attende uno splendido alberghetto con due comode camere;
giusto il tempo di sistemarsi e ci concediamo una passeggiata rilassata
(birretta + merenda + souvenir) per le vie del paese: molto comfort rispetto
al classico trekking da rifugio a rifugio in questo Queyras! Prima di
cena alla luce del tramonto c'è ancora tempo per i coristi di intonare i canti
nel prato di fronte al rifugio.
Giorno 2 - #lesGabelousmonamour
Gran colazione rinforzata e si parte, 100 m e vai di pane fresco in
boulangerie, che dire un buon inizio! Ripercorriamo una parte del cammino
di ieri sempre sul sentiero GR 58 e ci dirigiamo verso il Col des Estronques
dove la meritata pausa pranzo ci attende; ritroviamo anche la
simpatica famiglia francese del giorno prima: padre madre 2 figli e asino.
Ecco che le famigerate varianti iniziano a manifestarsi, qualcuno si ferma al
colle e scenderà poi direttamente a St. Veran (con doccia gelata sotto una
cascatella del torrente per qualcuno), un drappello di indomiti allarga invece
il giro passando per il punto panoramico Tête de Jacquette, la crete de
la Blavette e sommet Jacquette sempre sui 2.900 con vista eccezionale
sul circondario. La discesa è abbastanza lunga ma è la risalita al paese di
St. Veran di circa 150 m di dislivello che si fa sentire col caldo del pomeriggio.
Per tutti però il bello arriva al gites Les Gabelous, ritrovo conosciuto
dei trekker del Queyras: dopo la doccia ci sistemiamo nel giardino antistante
e ci concediamo il relax meritato: panache, the, tisane, massaggi ai piedi;
prima di cena la ormai consueta passeggiata per le vie del paese per un
breve contatto con il bel paesino. Ottima cena e poi la scena la prende il
coro di Chiara Renzo Maria Grazia e Marco che strappano applausi e richieste
(canzoni occitane e "bella ciao") agli altri ospiti e ai gestori del gites.
Due chiacchiere con la simpatica Jocelyne, gestrice del rifugio con
Pierre, ci forniscono anche preziosi consigli per il percorso del giorno seguente.
Giorno 3 - #NavettaeVarianti
Anticipiamo un po' la partenza e ci avvantaggiamo della navetta che
ci toglie diversi km di vallone, sempre seguendo il GR58 raggiungiamo la
Chapelle de Clausis, chiesetta posta su un bel balcone panoramico. Ci separiamo
da Sergio e Giannella che seguiranno il sentiero principale fino al
col de Chamoussiere mentre noi attacchiamo la variante consigliataci: Réfuge
e Lac de la Blanche poi per tracce di sentiero in uno splendido valloncello
tocchiamo Lac Inferior e Lacs Blanchet con vista su Tête des Toillies
ardita guglia di roccia. Un breve traverso ci porta al col de St-Veran che si
affaccia direttamente su Chianale in alta Val Varaita infatti incrociamo italiani
saliti da lì.
Il tempo peggiora e il cielo si copre rapidamente mentre affrontiamo la
salita al Pic de Caramantran (3021 m) dove in vetta troviamo biker italiani
saliti dal versante opposto; acceleriamo il passo e chiudiamo l'anello scendendo
al col de Chamoussiere e di qui al Réfuge Agnel appena in tempo
per non prendere la pioggia. Sergio e Giannella per un lieve malessere preferiscono
anticipare il rientro e approfittando di un passaggio in auto (il rifugio
è a margine della strada che scende dal colle dell'Agnello) tornano a
Château Queyras dove hanno la macchina. Il rifugio, gestito da un gruppo
di giovani ragazzi, è un po' meno caratteristico dei precedenti ma comunque
sempre comodo e funzionale.
Giorno 4 - #nebbiasempredall'italia
Nella notte piove e anche al mattino il tempo non sembra un granché
(i simpatici gestori avevano sentenziato "il brutto tempo viene sempre
dall'Italia "?) per cui velocizziamo la partenza puntando al vicino Col
Vieux ma il temporale ci raggiunge e ci costringe a rinunciare alla variante
della salita al Pain de Sucre (sarà per prossima volta). Perciò filiamo in discesa
nel vallone che conduce a l'Echalp, per fortuna poco dopo
l'acquazzone il tempo di ristabilisce abbastanza per cui ci concediamo sosta
al Lac Egorgeou dove un temerario (io) fa un bagno velocissimo. Riprendendo
a scendere riusciamo a godere di una fugace vista sul Monviso
da nord-ovest comparso tra le nubi e a gustarci un pranzo in pineta prima
di arrivare alle auto a l'Echalp.
Bello questo Queyras che non avevo mai visto con calma: vallate ampie,
paesaggi aperti e spazio per tutti invitano a tempi lenti; l'ospitalità è
accogliente anche se i viaggiatori sono tanti che potrebbe essere
un'industria. Bello parlare con i gestori che ti indicano un sentiero non presente
sulla cartina e sentendo il bel canto ti invitano a rimanere un altro
giorno perché domani ci sarà una manifestazione di canti tipici in paese;
bello non avere il cellulare sempre per le mani.
Mentre ripenso alla bella esperienza vissuta mi viene un grazie anche
a chi negli anni 70 salvò questa zona dalle speculazioni (nessun enorme
resort, colate di cemento o mega impianti di risalita a deturpare l'ambiente)
con l'idea tenacemente perseguita di fondare un parco naturale unendo le
8 stazioni villaggio delle singole vallate, quasi una favola al giorno d'oggi:
una lungimiranza tesa al bene comune che ha prevalso sull'interesse del
singolo nel breve periodo.
Guido

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   Agosto 2017 - Manutenzione al bivacco Pol


Nel sopralluogo di fine agosto dell'anno scorso erano emersi due principali
problemi tecnici: il chiavistello di chiusura presentava un gioco eccessivo,
il legno del bordo perimetrale della porta era fortemente degradato,
cosa che aveva avuto come conseguenza anche il parziale distacco della
lamiera zincata e la sua rottura in alcuni punti. Ho quindi studiato quali
soluzioni adottare, che devono essere semplici e comportare il minimo di
materiali e attrezzature da portare sul posto. Ho anche fatto diverse prove
di rinforzo/ricostruzione con vecchi pezzi di legno, cercando di riprodurre
una situazione simile a quella della porta del bivacco. Essendo previsti lavori
di falegnameria e meccanica, stilato un elenco di tutto ciò che potrebbe
essere necessario si giunge rapidamente ad un peso che richiederebbe
una nutrita squadra di volontari che però alla fine, essendo anche vincolati
alle previsioni del tempo, non ci sono quasi mai. Inoltre ci sono da portare
su anche le fodere nuove per i materassi, il cuscino mancante e le federe
per tutti e quattro i cuscini. Ridurre materiali e attrezzature significa
rimanere col dubbio di aver deciso di lasciare giù qualcosa che invece potrebbe
rivelarsi indispensabile per completare il lavoro .... Lavoro che per
ripristinare il bordo della porta è lungo, in quanto bisogna attendere
l'indurimento della resina e/o della colla; valuto che sia necessaria una
giornata intera, la fretta in questi lavori non porta a buoni risultati. Ecco
così il programma di massima: il primo giorno ci sono 5 ore di salita, e rimane
il tempo per sistemarsi e fare i lavori più brevi e meno critici; il secondo
giorno sarà dedicato al lavoro sulla porta; il terzo giorno resta il
tempo per recuperare eventuali ritardi e poi per scendere nel pomeriggio.
Le previsioni meteo per i giorni messi a calendario sono incerte, così
rimandiamo: la squadra è costituita da Daniele e dal sottoscritto, quindi
facciamo in fretta a trovare una nuova data. All'alba del 3 agosto passo a
prendere Daniele in piazza Rebaudengo; raggiunta Valnontey ci carichiamo
a dovere (15-18 kg a testa) ed in 5 ore e mezza saliamo al bivacco. I tre
giorni scorrono veloci, il tempo è favorevole, il programma dei lavori è rispettato,
anche se con due imprevisti. Il bordo inferiore della porta non è
da rinforzare, ma da ricostruire del tutto! Tra le varie cose portate ..... perché
non si sa mai.. ci sono uno scalpello da legno, un seghetto ed un listello
della misura adatta: riusciamo così a fare un pezzo nuovo che incolliamo
ed avvitiamo; c'è voluta qualche ora in più, ma il problema è risolto
al meglio. Il secondo imprevisto riguarda il chiavistello della porta: dopo
aver eliminato buona parte del gioco inserendo una boccola di ferro (fatta
a casa in base alle foto e alle misure prese l'anno scorso, e che si adatta
perfettamente), rimontando l'insieme inizia a rompersi l'estremità filettata
del perno, sulla quale si avvita il dado che blocca la leva interna. C'è il rischio
concreto che, qualora si rompa del tutto, non sia più possibile chiudere
bene la porta; al momento non possiamo fare nulla (ma siamo ben
consci che dovremo tornare al più presto?). Completati nella mattinata
successiva altri piccoli lavoretti migliorativi, è ora di scendere: guardiamo a
lungo la conca da cui si è ritirato il ghiacciaio di Gran Crou, al centro della
quale è stato costruito nel 1979 il bivacco Borghi; non ci siamo mai stati,
così arrivati alla Barma des Bouquetins abbandoniamo il sentiero e con un
lungo semicerchio per ripidi pendii e pietraie lo raggiungiamo. Di qui il sentiero
di discesa passa nei pressi dello storico bivacco Martinotti: si impone
una digressione fino lì.
Tornato a casa non è finita: ricomincio a studiare come riparare il perno
del chiavistello, con prove e simulazioni. La soluzione più semplice è:
rompere del tutto il perno, bucare, filettare e mettere una vite con una
rondella che blocchi la leva interna. Così il 22 agosto si ripete lo stesso
scenario, è cambiata solo l'attrezzatura (che è ugualmente pesante): trapano
a batteria, maschi, giramaschi, ecc. e poi, di già che ci siamo, anche
l'impregnante per ripassare il lato interno della porta e delle ante. Questa
volta è sufficiente dormire una sola notte, che passiamo nell'adiacente bivacco
Gerard-Grappein, non essendo a sera ancora ben essiccato
l'impregnante.
Non mi dilungo ulteriormente, altrimenti Enrico mi accusa di monopolizzare
il notiziario, ma chi desidera più dettagli tecnici non ha che da passare
in Sede il giovedì sera, e sarò ben contento di soddisfare la sua curiosità.
Giorgio

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   10 settembre - Passeggiata Valdellatorre - Givoletto


Il programma in calendario della gita era un altro. Ma per il tempo atmosferico
del giorno precedente è stato cambiato dal capogita in quello
esposto nel titolo.
Raggiunta in auto la frazione Moschette di Valdellatorre abbiamo iniziato
il sentiero nel bosco che in breve ci ha portati alla chiesetta santuario
di San Valeriano che si trova in un bel punto di osservazione sulla valle e
su Torino. Proseguendo prima in breve discesa poi su sentiero in orizzontale
in capo ad un'ora e mazza raggiungiamo le prime villette di Givoletto.
Costituiscono l'abitato un'antica villa e poi tutte abitazioni con giardino
sparse sulla collina. Di fronte al Municipio, dove abbiamo consumato il
pic-nic, c'è un supermercato grande e altri negozi.
Il ritorno è stato sulla stessa via dell'andata.
Mariateresa Morello

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   10 settembre - Gias Nuovo Fontana - Gita MTB


Sono partito da propositi decisamente (per me) più impegnativi, avendo
come meta designata il Col du Granon, per ripiegare al molto più tranquillo
ma non per questo meno interessante percorso, che raggiungeva il
piccolo alpeggio di Gias Fontana Nuovo in Val Grande di Lanzo sopra Groscavallo.
Il tempo che di buon mattino si presentava tutt'altro che bello è andato
decisamente migliorando, abbiamo infatti lasciato le macchine con un
bel sole.
Il percorso iniziale, che ci ha permesso di salire di quota, ha lasciato il
posto ad un divertente "munta e cala" che ci ha portati alla meta, immersa
nella nebbia non fitta ma che ci ha impedito di godere del panorama, come
speravamo. Discesa senza intoppi, con la ricerca di alcune varianti per poter
sfruttare il tempo a disposizione.
Un sentito ringraziamento per la partecipazione, agli amici Silvana ,
Alberto, Guido, Marco e soprattutto a Giorgio che mi ha proposto una
sventagliata di mete, cogliendo il mio desiderio di fare una gita rilassante.
Alla prossima!
Alberto Zenzocchi

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   Invito all'Alpinismo 2017 - 11 giugno - 25 giugno - 2 luglio


L?Invito all'Alpinismo è il Progetto, cominciato quest'anno, che la Sezione
di Torino ha realizzato per cercare di coinvolgere soci e non-soci in
un cammino di crescita: passare dal semplice escursionismo a salite che
presentino anche qualche difficoltà alpinistica.
A mio parere il bilancio dell'attività si può ritenere positivo e, sicuramente
con i dovuti aggiustamenti, dovremo riproporlo anche il prossimo
anno.
Vi racconto in breve cosa abbiamo fatto?
In primo luogo è necessario dire che il tutto è partito ancora alla fine
dello scorso anno.
Infatti il primo passo, indispensabile, è stato contattare e coinvolgere i
nostri soci più esperti, in modo da poter contare su capicordata affidabili, e
di conseguenza poter valutare le nostre forze per gestire le attività.
Successivamente abbiamo contattato la Guida Alpina (ma anche amico)
Riccardo Olliveri, con il quale abbiamo impostato il programma, deciso
le uscite e valutato tutti gli aspetti che l'organizzazione di quest'impegno
comporta.
Vi assicuro che la voglia di proporre un'attività emozionante, con salite
di soddisfazione e panorami mozzafiato, era tanta; ma c'era anche un
po' di apprensione e, soprattutto, la necessità di valutare al massimo tutti
gli imprevisti ed ogni possibilità di rischio. Questi due aspetti dell'andare in
montagna, Avventura e Sicurezza, sono difficili da conciliare; abbiamo cercato
di fare il nostro meglio, forse (anzi sicuramente) dando più peso alla
Sicurezza?
Giustamente, secondo me! Anche perché l'Avventura, in montagna, ci
attende sempre dietro la prossima curva del sentiero!].
Quindi?
Al primo incontro di presentazione dell'Invito all'Alpinismo abbiamo avuto
solo tre ragazzi, che sono venuti in sede a sentire la nostra proposta.
Non ci siamo persi d'animo e, grazie allo stimolo del Presidente Marco,
è stato deciso di confermare il programma, anche con poche partecipazioni.
In seguito abbiamo avuto ancora un paio di adesioni.
Le uscite sono state precedute da tre serate, al giovedì in sede, durante
le quali si è preparata la rispettiva gita, si è verificato il materiale individuale
necessario e definiti tutti i vari dettagli.
Domenica 11 giugno Bardonecchia -Parete dei Militi
La prima uscita è stata decisa in falesia (ovvero palestra di roccia con
vie attrezzate per l'arrampicata) per conoscerci "sul campo" ed imparare (o
ripassare) manovre di assicurazione e tecniche di arrampicata.
La giornata è stata bella; quando arriviamo, alle 10,00 del mattino, fa
fresco e per tutto il giorno una lieve brezza non ci fa patire il sole (a Torino
il caldo imperversa; per la scelta della meta della gita abbiamo tenuto conto
anche di questo).
Riccardo ha dedicato la prima parte della giornata alla didattica ed alle manovre
di cordata; illustrando la teoria prima e poi sorvegliando la pratica.
I ragazzi, alle prime esperienze arrampicatorie, si sono impegnati ed
anche divertiti; noi "vecchietti" abbiamo tolto un po' di ruggine e gustato
nuovamente il fascino dell'arrampicata.
Quando il sole si è nascosto oltre le cime, e la parete ha cominciato a
proiettare la sua ombra, la temperatura si è subito abbassata.
C'è comunque stato ancora il tempo per gli ultimi tiri di arrampicata e
qualche doppia didattica.
Poi, soddisfatti ed un po' stanchini, siamo rientrati a casa.
Partecipanti: 11
Domenica 25 giugno Cristalliera - Cresta delle scuole (SSO)
La cresta SSO della Cristalliera, anche se discontinua e senza grandi
difficoltà, è già una salita alpinistica.
Lasciate le auto al rifugio Selleries ci incamminiamo per il sentiero,
che all'inizio è piacevolmente in piano. Ben presto, però, comincia a salire
e Riccardo tiene un passo abbastanza vivace, per testare le nostre gambe.
Poco dopo il lago Laus abbandoniamo il sentiero e saliamo per i ripidi
prati che portano all'ampia sella, all'inizio della cresta. Qui, dopo esserci rifocillati,
ci leghiamo in cinque cordate da due persone.
Riccardo ci da le indicazioni per la salita: il primo tratto della cresta è
poco ripido e consente di procedere di conserva.
La giornata è bella ed anche abbastanza calda; l'arrampicata non è
mai troppo faticosa, anche per i ragazzi che affrontano per la prima volta
questo tipo di terreno.
Saliamo quindi di buon passo, sempre sotto lo sguardo vigile di Riccardo
che ci concede diverse pause per spiegare e correggere qualche particolare.
Arrivati sulla cima di un primo torrione ci attende una calata in
corda doppia di circa 15 metri. Nella seconda parte del suo sviluppo la cresta
diventa un po' più verticale e, proprio al termine, presenta il suo passaggio
più impegnativo.
Ovviamente, a seconda delle difficoltà che incontriamo, dobbiamo
passare dalla progressione in conserva con protezioni ad alcuni tratti in cui
si fa sicurezza su di una sosta. D'altronde lo scopo didattico di questa gita
era proprio quello di imparare a procedere in sicurezza, su un terreno di
questo tipo, con difficoltà discontinue e varie.
Alle 13,30 circa siamo tutti in cima, dove possiamo concederci il meritato
ristoro.
La discesa, nel primo tratto su pietraia con tracce di sentiero, richiede
una certa attenzione e piede fermo; anche su terreno facile come questo è
necessario non distrarsi! Al colle Superiore di Malanotte c'è ancora un po'
di neve ed il sentiero, a tratti, rimane ancora coperto.
Ci concediamo una breve pausa al lago La Manica, per ripercorrere
con lo sguardo la cresta che abbiamo scalato: da questo punto si vede in
tutto il suo sviluppo. Poi, di buon passo, torniamo al rifugio Selleries, affollato
di turisti , famigliole, escursionisti e noi!
Per alcune ore siamo stati in una realtà solo nostra, noi con la montagna?
Partecipanti: 10
Domenica 2 luglio Punta Fourà
Sarebbe stato bello completare il nostro percorso con una gita speciale,
come quella che avevamo programmato, nel gruppo del Monte Bianco e
con panorami sterminati: le Aiguilles Marbrées per la cresta NE. Gita su
terreno misto, ghiacciaio e roccia; senza difficoltà tecniche particolari, ma
in alta quota, con tutte le incognite che ci può riservare la montagna oltre i
3000 m.
Fino all'ultimo abbiamo accarezzato il sogno di potervi andare?
La tecnologia, in questo caso, è stata amica e nemica: in realtà semplicemente
uno strumento utile agli alpinisti per poter valutare le condizioni
delle gite che vogliono fare. Infatti la webcam posta sul rifugio Torino è
stata il nostro riferimento, poiché punta esattamente sulle Aiguilles Marbrées.
Il maltempo degli ultimi giorni di giugno ha lasciato un'abbondante
imbiancata, che le immagini ci riportano in tutta la sua bellezza.... e le previsioni
meteo non sono comunque buone.
Per noi, però, vuol dire dover cercare un'alternativa; niente di nuovo,
in fondo, perché spesso capita di dover cambiare i programmi, in base al
meteo ed alle condizioni della montagna.
Il difficile è riuscire, all'ultimo momento, a trovare una gita con le caratteristiche
che cerchiamo.
Dopo molte consultazioni, valutazioni, analisi, ecc' decidiamo di dare
la priorità a quelle che, in fase di programma, erano state le caratteristiche
scelte per l'ultima gita dell'Invito: gita in quota, su neve per poter calzare i
ramponi, con anche qualche passaggio di misto.
La decisione finale (mia, in base a considerazioni logistiche e tecniche)
è stata per la Punta Fourà, dal Colle del Nivolet. In macchina si può arrivare
abbastanza in alto (fino a trovare ancora neve) ed il meteo in zona non
era troppo brutto.
Così domenica mattina, verso le 9,30, ci incamminiamo lungo la
"Strada Reale"; una bella mulattiera che collega il Colle del Nivolet con Ceresole.
Dopo circa un'ora ce ne discostiamo, per salire verso il colle di Punta
Fourà. Finalmente troviamo qualche nevaio; calziamo quindi i ramponi,
non solo per fare un po' di pratica, ma anche perché la neve comincia ad
essere dura ed il cammino è un po' più ripido. Le gambe cominciano già ad
essere molli; camminare sulla neve, con i ramponi ai piedi, non è come una
"passeggiata in centro"!
Arriviamo sulla cresta, un poco a monte del Colle di Punta Fourà
3124m, ed un forte vento ci colpisce con tutta la sua violenza.
La vetta è a poco meno di 300 m di dislivello, ma il vento è veramente
forte e non sappiamo in che condizione sia il passaggio più delicato della
gita; quindi, a malincuore, decidiamo di rientrare.
Il ritorno, ancora su qualche nevaio, poi semplicemente sul sentiero, è
un po' mesto; spiace aver camminato tanto senza raggiungere la cima!
La montagna, ancora una volta, ci ha posto davanti ad una scelta, e
noi abbiamo deciso di privilegiare la sicurezza.
Punta Fourà, oppure tante altre cime, saranno le nostre mete nei prossimi
anni; sarà importante cercare di coinvolgere altre persone, soci e non, per
fare crescere la GM, ma anche per contribuire a divulgare una cultura amante
e rispettosa della montagna.
Partecipanti: 10
In conclusione posso dirvi che io sono contento di quest'attività che
abbiamo organizzato, e spero che le persone che si sono avvicinate alla
GM, e ci hanno conosciuti, abbiano voglia di venire ancora in gita con noi.
Ci tengo, più di tutto, a ringraziare i soci che hanno dedicato disponibilità
e capacità a quest'attività; senza di loro non avremo potuto nemmeno
cominciare.
In ultimo ci tengo a ringraziare Riccardo, la Nostra Guida Alpina che
ha gestito tutto il Progetto.
Lo ringrazio soprattutto perché, abituato a salite molto più difficili, si è
"calato" al livello delle nostre esigenze, ed è sempre stato attento, tecnico
nella didattica, mai noioso.
Daniele

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   APERTURA ESTIVA DEL NATALE REVIGLIO


Anche quest'anno la stagione estiva allo Chapy si è svolta regolarmente,
iniziata con la settimana bimbi in autogestione a fine giugno, cui ha
fatto seguito da metà luglio il periodo di sei settimane gestito con cuoca
che si è concluso domenica 27 agosto. La casa ha poi ancora riaperto a
metà settembre per ospitare per alcuni giorni, in pensione completa, un
gruppo di glaciologi che hanno svolto attività nell'area del monte Bianco.
Il tempo si è mantenuto per lo più buono, favorendo le escursioni e le
passeggiate anche se talvolta il caldo anche qui si è fatto sentire?

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SERATE IN SEDE


   giovedì 23 marzo - Nino COSTA, poeta del Piemonte


Chi a Torino non ha mai sentito nominare Nino Costa? Forse nessuno.
Ma, prima di ieri sera, molti di noi avrebbero saputo dire a malapena che è
un poeta in lingua piemontese.
Invece Michele Conte, in un'ora e mezza, ci ha perfettamente inquadrato
il personaggio nel suo tempo e nello spazio geografico da lui frequentato: Torino, l'astigiano, il canavese. E ce ne ha fatto il ritratto prendendo
spunto dalle sue stesse poesie, semplici ma anche profonde, alcune serie e
dolorose altre birichine. Ha saputo scegliere fior da fiore tra le tante raccolte
e ne è uscito un vero campionario, tale da delineare la figura del poeta
ora sognante, con la testa tra le nuvole, ora giovane innamorato, ora padre
felice, poi padre disperato. Abbiamo così potuto condividere i suoi sogni,
ci siamo commossi alla sua sventura, abbiamo sorriso alle storielle un po'
pepate (dalla raccolta Sal e peiver?) e ascoltato, dalla voce dalla chitarra
di Michele, le poesie che sono state musicate.
È stata una serata bellissima! Bravo Michele! Sei già prenotato per un
prossimo incontro!!!
Laura

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VITA SEZIONALE


   Lutti


In giugno è mancato il socio Ugo Quaranta: alla e moglie e ai familiari le
condoglianze e le preghiere di tutti i soci.
Rosalia con Nicola, Teresa, Stefania e Piera e nipoti tutti vi ringraziamo
per la vicinanza e la preghiera con cui ci avete accompagnati
nella camminata verso la vita eterna di Ugo Quaranta.
Con affetto, davvero grazie: la fatica condivisa, come in montagna,
è più sopportabile!
Viareggio, 20-06-2017
È mancato il socio Giancarlo Gandini: alla moglie e ai familiari le preghiere
di tutti i soci.
Siamo vicini a Giovanni Brunetto e famiglia per la perdita del Padre.

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   Consigli di Presidenza Centrale (10/6/2017)


Nel consiglio di Presidenza Centrale dello scorso 10 giugno è stata esaminata
la proposta di modifica dello Statuto così come formulata nelle sue
possibili varianti nel testo anticipato da Stefano Vezzoso ai componenti del
consiglio di presidenza e ai presidenti per posta elettronica il 4 giugno
scorso, testo che viene allegato al presente verbale e ne costituisce parte
integrante.
All'esito di un ampio ed articolato dibattito, è opinione condivisa che sia
opportuno modificare sia l'articolo 24 che l'art. 27 dello Statuto Fondamentale
prevedendo appositi limiti di mandato.
A questo punto il Consiglio, considerato che ai sensi dell'art. 34 dello Statuto
Fondamentale le proposte di modifica devono essere comunicate alle
sezioni almeno tre mesi prima dell'assemblea dei delegati, all'unanimità, ha
deliberato:
a) di proporre all'Assemblea dei Delegati convocata a Vicenza per i giorni
28 e 29 ottobre pv. la modifica degli articoli 24 e 27 dello Statuto Fondamentale;
b) di sottoporre all'approvazione dei delegati, fatta salva la possibilità di
eventuali modifiche, in considerazione delle opinioni che dovessero pervenire:
b1) la modifica dell'art. 24 nei termini che seguono "Gli eletti durano in carica
per un triennio e sono rieleggibili senza limitazioni temporali, ad esclusione
del Presidente Centrale e dei Vicepresidenti Centrali. Il Presidente
ed i Vicepresidenti centrali non possono essere rieletti dopo aver
ricoperto l'incarico per un arco temporale pari a due mandati consecutivi.
Resta ferma la possibilità di rielezione alla stessa carica dopo un periodo
di interruzione pari ad un mandato";
b2) la modifica dell'art. 27 nei termini che seguono: "Ogni Sezione è retta
da un Consiglio di Presidenza eletto dall'Assemblea dei propri Soci effettivi
e onorari ai quali esclusivamente è riservato il voto deliberativo. Gli
eletti durano in carica fino a tre anni e sono rieleggibili senza limitazioni
di ordine temporale. La stessa persona non può peraltro ricoprire la carica
di presidente sezionale per più di due mandati consecutivi. Al Consiglio
di Presidenza spetta curare l'attuazione dello Statuto fondamentale
e dello Statuto interno";
Si dà atto che nel corso della discussione è stato precisato:
a) che l'eventuale riforma opererà per l'avvenire e non ha quindi carattere
retroattivo;
b) che il limite dei due mandati per la presidenza centrale e per le presidenze
sezionali decorrerà pertanto a far data dalla scadenza dei mandati
medesimi;
c) che le sezioni, in caso di approvazione della riforma, potranno modificare
i loro statuti interni affinché i mandati dei rispettivi consigli di presidenza
abbiano durata pari a quella della Presidenza Centrale.
Sito centrale
Vezzoso riferisce che gli aggiornamenti derivano dalla penna di Carobba e
Fiorentini. In generale è stato rimarcato come non solo occorra dare avviso
dell'evento, ma anche fare i resoconti da porre in evidenza sull'home page
nazionale, facendo un link eventualmente alle pagine e/o siti sezionali. In
merito alla situazione degli indirizzi email sezionali, stante il quadro degli
indirizzi email della mailing list nazionale, Vezzoso invita le sezioni a cercare
di raccogliere gli indirizzi email dei soci.
Situazione soci
Circa la situazione dei soci, Vezzoso rileva che l'associazione ha perso il
5% dei soci con il rinnovo 2017. È un decremento importante perché modifica
i flussi di tesoreria e conseguentemente occorrerà rivedere le voci di
bilancio. Sul punto occorrerà necessariamente ritornare con dei dati precisi,
dati che Vezzoso si riserva di ottenere dal Tesoriere o dai Revisori.

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