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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 2021



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.







ATTIVITÀ PREVISTA


   17 Ottobre 2021 - Gita di Chiusura al Rifugio Jumarre


La gita di chiusura di quest'anno ricalca
pari pari il programma dello scorso anno,
purtroppo annullato.
Destinazione: Rifugio Jumarre in val
d'Angrogna, appena sotto il Colle Vaccera,
dove alle 13.30 consumeremo il pranzo e nel
pomeriggio assisteremo alla S.Messa
celebrata dal nostro Don Ezio Risatti.
Al mattino si faranno gruppi diversi a seconda delle preferenze/esigenze: gita al
Monte Servin (per i camminatori), passeggiata panoramica (per le lumache
stanche) giro in bici (chiedere agli esperti) o altro.
E' NECESSARIO sapere al più presto le adesioni per il PULLMAN e per
il PRANZO !!!!
Partenza pullman: Maffei ore 9.30
P. Pitagora ore 9.45
Per prenotazione
(Pullman e pranzo):
Laura REGGIANI
cell.
tel.
335 6814056
011 388859

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   21 Novembre 2021 - S.Messa al Monte dei Cappuccini - Premiazione dei Soci fedeli


Alle ore 9 di domenica 21 novembre ci troveremo alla Chiesa di Santa Maria al
Monte dei Cappuccini per riprendere il consueto incontro annuale, soppresso nel
2020 causa pandemia.
Verrà celebrata in chiesa la Santa Messa in ricordo e suffragio dei soci defunti
negli ultimi due anni.
Al termine della funzione saranno premiati i soci a noi fedeli che sono:
per il 2020:
20 anni:
Piera AGNELOTTI, Aldo MASTRORILLO,
Enrico PRINETTO, Piera Paola QUARANTA BALLERINI,
Laura SERRA;
60 anni: Franca BARBI, Bruno FRIGERO;
70 anni: Anna Maria OBERTI MAFFEI, Alessandra PONZIO.
per il 2021:
20 anni: Alessandro ANSALONI, Alberto BONINO
50 anni: Mario PALLADINO;
60 anni: Guido BOLLA.
La partecipazione alla premiazione, a causa delle restrizioni tutt'ora vigenti,
sarà limitata a 30 persone, munite di green pass.
Chiediamo ai festeggiati di dare tempestiva conferma (indicando il numero di
partecipanti) telefonando in sede, il giovedì sera al n.011.747978 oppure
inviando mail a torino@giovanemontagna.org
Per il rinfresco dovremo aspettare ancora un po'….speriamo il prossimo anno di
poter svolgere al meglio la nostra manifestazione!

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   Preparazione al Calendario gite


Come di consueto è giunto il momento di mettere insieme le proposte per stilare
il calendario gite del 2022.
Nel corso delle prossime settimane ci riuniremo in sede per discuterne insieme
ai soci che vorranno presentare i loro suggerimenti e proposte. L'obbiettivo è
quello di avere il calendario pronto per il prossimo Consiglio entro fine Ottobre.
Potete inviare le vostre proposte via mail o telefonicamente.
Ci riuniremo in sede Giovedì 21 Ottobre per discuterne insieme.
Riferimenti: Guido VALLE cell. 329 2305458
valle.guido@gmail.com
Alberto ZENZOCCHI cell. 338 8825148
alberto.zenzocchi@alice.it

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   31 Ottobre 2021 - Punta dell'Ancoccia (E)


Vittorio propone, in alternativa agli stagni di Caselette (ora piuttosto brutti), la
PUNTA DELL'ANCOCCIA raggiungibile con comoda mulattiera pianeggiante
dal Colle di Croce Nera (zona Sacra di San Michele) dove si posteggia.
La passeggiata dura circa un'ora per un percorso di Km 2,5 circa con splendido
panorama.
Ritrovo di partenza : Maffei oppure
C.so Allamano (Vigili del Fuoco) ore 9.30
Coordinatore di gita: Vittorio GERMANO tel. 011 3091547
cell. 338 3773976

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   7 Novembre 2021 - Punta Lunelle (1382 m) (E)


Località di partenza : Traves (620 m)
Dislivello : 830 m
(Percorso di rientro ad anello per Colle Cresta e
Pugnetto)
Vi propongo per questa
uscita la punta Lunelle da
Traves, un itinerario
escursionistico semplice ma
di soddisfazione. La salita
avviene lungo il sentiero
Frassati, che segue il
percorso della splendida
mulattiera lastricata di
servizio per le vecchie
miniere di ferro e rame che si incontrano salendo, vicino al colle delle Lunelle. Buon panorama sulle
montagne della bassa valle e sulla pianura. Il rientro può avvenire dallo stesso
itinerario di salita oppure attraverso un anello che tocca il colle Cresta e
Pugnetto, per uno sviluppo di circa 10 km.
Attrezzatura : da escursionismo, con abbigliamento adeguato
alla stagione.
Ritrovo : Piazza Massaua h. 7.45
Mezzo di trasporto : auto private
Coordinatore di gita : Marco VALLE cell. 347 6510744

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   7 Novembre 2021 - Parco della Colletta (E)


Durante il sopraluogo per la preparazione della passeggiata mi sono convinta
che il luogo (ex galoppatoio) è molto diverso dalle descrizioni fatte dalla cronaca
locale e non è adatto ai nostri gusti e alle nostre esigenze.
Avrei pertanto deciso di proporre il più collaudato Parco Colletta anche se molti
lo conoscono meglio di me.
E' raggiungibile anche con i mezzi
pubblici (bus n. 19, fermata via
Carcano di fronte al liceo artistico).
Penserei di iniziare a camminare
alle 10,30 (lasciamo che i ragazzi
entrino a scuola…) e con qualche
fermata “letteraria”, un panino o,
chissà, una caccia al
tesoro…passare qualche ora in
compagnia.
Fatevi sentire e …passate voce!
Coordinatrice: Laura REGGIANI cell.
tel.
335 6814056
011 388859

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Giovedì 11 novembre 2021 ore 21.30 Lèggere di montagna


Maria Teresa CARPEGNA
Maria Teresa Carpegna è nata a Giaveno, abita in una borgata sopra Coazze e
lavora nei libri da sempre.
Si dedica alla cura dei testi come editor e talent scout, insegna in corsi di
scrittura narrativa e organizza laboratori su vari temi, sempre dedicati alla
scrittura.
Ama scrivere racconti, di cui ha pubblicato una piccola parte nella raccolta “In
un semplice giorno d'inverno”. Il suo primo romanzo invece si intitola “La strana
vita dell'editor di montagna”.

In un semplice giorno d'inverno
Quattordici racconti, quattordici storie di uomini e
donne normali, la cui vita scorre, giorno dopo giorno,
nella felicità ingannevole o nella semplice serenità. È
inverno, il freddo è attorno ai protagonisti e rischia di
insinuarsi dentro i loro animi. Le giornate frenetiche che
precedono il Natale, le feste sgargianti di fine anno e il
ritorno al silenzio del mese di gennaio sembrano
accentuare le semplici emozioni che ognuno di noi ben
conosce. In questi racconti c'è la neve, ci sono gli abeti e
le città rutilanti di luci e colori; c'è la montagna, che
l'autrice conosce e ama. Ma c'è anche la solitudine,
l'amarezza per quel che avrebbe potuto essere e non è
stato, per le scelte che richiedevano un coraggio che non
si è mai avuto. Talvolta c'è un senso di attesa, che
esplode in una imprevista tenerezza, nella comprensione
di un sentimento sopito. Le vite rappresentate in questo
e storie, lievi, malinconiche o divertenti, assistono ad un
minuscolo evento inaspettato, che porterà ad una svolta
imprevedibile.

La strana vita dell'editor di montagna
“L'editor di montagna ha spesso un carattere schivo e non ama le mondanità, al contrario
dell'editor di riviera o di città, spesso presente ai premi letterari, accompagnato da giovani
autori in camicia a righe e pantaloni a sigaretta. L'editor di montagna si nutre di libri, che
degusta con lentezza nel suo nido silenzioso e inospitale”.
Beatrice Cravero è questo strano esempio di editor,
una sessantaduenne che ha deciso di abbandonare
la città (Torino) per rifugiarsi in una borgata di
montagna. Amante della solitudine, non si è mai
pentita della sua scelta, anche perché i moderni
mezzi informatici le
consentono di mantenere i contatti utili e
fondamentali per la sua attività. A interrompere
quell'isolamento volontario, un giorno d'inverno
arriva Romualdo, un ex bibliotecario dalla “voce
piuttosto
profonda, che accompagnava l'ascolto come un
piacevole basso continuo, e parlava lentamente
senza sbalzi di tono, muovendo talvolta le mani con
gesti pacati”. Romualdo Bruni è piombato nel nido
di Beatrice con l'intenzione di scrivere un libro
sulla strana vita dell'editor di montagna.
Che poi, a dire il vero, tutto quell'isolamento nella
borgata non c'è, e Beatrice si ritrova immischiata in
una particolare indagine, alla ricerca di una verità
che stenta a venire a galla.

La scrittura di Maria Teresa Carpegna è vivace e fluida, la narrazione mi ha
catturato, i personaggi sono ben delineati, alcuni sono simpatici, altri no, com'è
giusto che sia. Non può definirsi un giallo, questo romanzo, ma la struttura, la
trama, la costruzione della sequenza degli eventi ci si avvicina abbastanza.
“Questo romanzo parla di amici, di libri e di montagna”, spiega l'autrice e sono
proprio gli ingredienti che ci ho trovato. Inoltre, ogni capitolo inizia con brani o
poesie, citazioni tratte da… dalla fantasia di Maria Teresa che, con grande
abilità, si è divertita a “immaginarli e scriverli”, cambiando completamente
registro narrativo rispetto al romanzo. Anzi, più registri narrativi, e non è cosa
da poco.
Che dire di più? Solo che, se vi piace lasciarvi catturare da storie che
contengano un po' di sentimento, un pizzico di mistero e una punta di leggerezza
e vivacità, allora potete andare a conoscere Beatrice, Romualdo e tutti gli altri,
amici e non, che animano la borgata di Riostorto. Io, nel frattempo, spero che ci
sia una seconda puntata.
Sergio GAIDO

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ATTIVITÀ SVOLTA


   6 Giugno 2021 - Benedizione degli Alpinisti e degli Attrezzi


Passata la fase acuta della pandemia si è potuto programmare quest'anno la
tradizionale benedizione degli alpinisti e degli attrezzi che volutamente si è
tenuta nella bergamasca un territorio fra i più martoriati d'Italia. La giovane
Montagna ha così voluto rendere un doveroso omaggio alle numerose vittime e
partendo da questo evento riprendere il suo cammino verso una normalità da
tutti tanto attesa.
La località scelta per l'evento è stato il
paese di Valcanale in val Seriana nelle
Alpi Orobie.
Il programma si è svolto come previsto con
ritrovo per tutti i soci a Valcanale(986m) e
spostamento in mattinata al rifugio Alpe
Corte(1410 m). Da questo punto erano
previste due brevi escursioni a discrezione
dei partecipanti una al rifugio Branchino
(1796 m), l'altra alla Baita Neel (1600m).
Il programma si è svolto come
previsto con ritrovo per tutti i soci
a Valcanale(986m) e spostamento
in mattinata al rifugio Alpe
Corte(1410 m). Da questo punto
erano previste due brevi escursioni
a discrezione dei partecipanti una
al rifugio Branchino (1796 m),
l'altra alla Baita Neel (1600m).
Al termine delle escursioni tutti i
partecipanti si sono ritrovati nel
primo pomeriggio all'oratorio San Giovanni Bosco per la celebrazione della Santa messa all'aperto con
benedizione degli alpinisti e degli attrezzi.
Vale la pena ricordare che durante la celebrazione sono stati ricordati i tanti
soci e i loro famigliari che causa pandemia hanno lasciato i nostri monti per
quelli del cielo.

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   19 Giugno 2021 - Monte Robinet


Le ormai famigerate previsioni meteo hanno consigliato di anticipare la gita al
Sabato per evitare rovesci temporaleschi e in 7 più un cane bianco procediamo
sul sentiero che dalla strada di Pian Neiretto conduce al rifugio della Balma.
Saliamo nel bosco fresco sul versante destro orografico protetti dal sole che poi
in realtà non comparirà un granchè durante la giornata.
Procediamo abbastanza spediti e ci
ritroviamo al rifugio per una pausa
con nubi vaganti a coprire le cime
sovrastanti la testata della val
Sangone. Rifocillati e caricati
(soprattutto dall'aver prenotato al
gestore un tavolo per pranzo al
ritorno) riprendiamo a salire il
sentiero verso il colletto tra Robinet e
Rocciavrè e vediamo poco sotto di noi
Antonella intraprendere il giro dei
laghi inferiore e superiore, molto
suggestivi visti dall'alto.
Gli ultimi tornanti sotto il colle si drizzano parecchio e finalmente sbuchiamo in
alto con panorama a tratti tra le nubi e un paio di stambecchi a salutarci
proprio in vetta al Robinet.
Breve sosta con foto e poi giù veloci
per non mancare il giusto
appuntamento gastronomico al
rifugio!
La discesa poi risulta un po' lunga
fino alla macchina che non arrivava
mai. In ogni caso una gita riuscita su
una vetta vicino a casa e che da un po'
di tempo pensavamo di tornare a
visitare.
Guido VALLE

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   17-18 Luglio 2021 - Argentera - Cima Sud, Via Normale


Siamo giusto una ‘sporca' dozzina la cui età media contraddice allegramente
l'attributo ‘giovane' che connota l'associazione cui apparteniamo. Ma tant'è.
Nel caldo pomeriggio di un sabato di luglio raggiungiamo il rifugio Remondino,
tra famigliole di stambecchi al pascolo e gruppi di arrampicatori ed escursionisti
impegnati nella merenda.
La nostra meta di domani
è la normale della Cima
Argentera, regina delle
Marittime, via facile ma
non banale.
Nella serata in sede con il
capo-gita Daniele si era già
stabilito come suddividerci
nelle cordate, chi le
avrebbe condotte, quante e
quali corde portare, chi le
avrebbe procurate. Ma,
dopo l'allegra cena a base
di prodotti locali molto
apprezzati, il briefing su
nodi e cordini, con riepilogo
della via di salita, assegna alla gita di domani quel pizzico di impegno che
acquista il sapore della piccola impresa.
Un bel tramonto, grazie al meteo compiacente, corona la serata e sarà di buon
auspicio.
Siamo tutti sistemati nell'accogliente sottotetto, dove possiamo rispettare
discretamente il prescritto distanziamento, suddivisi in due locali: ai più
fortunati tocca quello con una luminosa vetrata aperta da un lato direttamente
sulla valle e dall'altro sull'imponente Cima di Nasta, i cui fantastici speroni al
crepuscolo si colorano di arancio.
Nella notte si alza il vento che contro le lamiere spioventi del tetto genera
modulazioni armoniose, che ad alcuni non conciliano il sonno, ma di certo non
turbano il buonumore della compagnia.
Alla sveglia è tutto sereno e il vento si è placato. In tempo record siamo pronti
per la partenza. Con dispiacere Felicita ci annuncia che preferisce restare in
rifugio.
L'avvicinamento al Passo dei Detriti, porta principale di accesso alla via
normale, come dice la parola stessa è tutto un ciaplè, prima di enormi massi e
poi di pietrame man mano più fine e instabile. Salendo si disegna alla nostra
sinistra il profilo scuro della celebre cresta Sigismondi. Sull'altro lato si elevano
i severi speroni della Cima di Nasta e poi le placconate della più remota Cima Paganini. Siamo nello scrigno delle vie di arrampicata che rendono rinomata la
valle Gesso.
Nel faticoso canalone la compagnia si sgrana, e ciascuno si arrabatta al meglio
per raggiungere finalmente
il
curioso passaggio,
dove il sole fa una
rapida apparizione
tanto per
stemperare quella
sgradevole
sensazione di
freddo alle mani
che cominciava a
farsi sentire. Poi il
cielo si copre di
velature, se non
altro ci risparmierà la temuta canicola, mentre la visibilità si manterrà
eccellente.
Formazione delle cordate, ultime raccomandazioni per tenere l'incordatura corta
e tesa e si parte. Scavalcato un primo dosso di roccette appare d'improvviso il
grandioso anfiteatro della parete sud est dell'Argentera, attraversata a metà
altezza dalla famosa cengia, un'incrinatura regolare che corre da sinistra a
destra e, come un filo d'Arianna, conduce al tozzo torrione sommitale. Ad aprire
la fila la cordata di punta, con due solidi montagnini come Corrado e Renzo
insieme a Daniele. Percorriamo l'aereo ballatoio, a tratti molto sottile, a picco
sul sottostante ampio nevaio che corona il piede della parete, accompagnati da
una brezza fresca. A seguire ci siamo io, Federica e Gianni, con il compito
ingrato di frenare l'ardore della scalpitante cordata tutta femminile di Maria
Teresa e Paola. Marco, Antonella e Maurizio chiudono sornioni il serpentone che
man mano si allunga per restringersi in prossimità dei pochi passaggi protetti
da corde fisse dove occorre passare uno alla volta e dove ogni volta ci riuniamo.
Passato il ‘mauvais pas' del canale finale, alla croce della cima ci accoglie il sole
che decide finalmente di mostrarsi. Essere saliti tutti in buona forma e senza
problemi ci rende radiosi.
Il giro d'orizzonte è vastissimo, dalla pianura di Cuneo al Gelas, il vicino
anfiteatro del Baus con il lago Chiotas, laggiù il mare della Costa Azzurra e qui
sotto il vallone del rifugio Bozano. Foto singole e di gruppo, qualcosa sotto i
denti ed è ora di scendere.
Ora la cordata di Marco, che aveva proceduto per ultima, inizia la discesa, che
sarà costellata dall'abile posa di protezioni mobili incastonate come luccicanti
gioielli nella roccia in prossimità dei passaggi più esposti, onde consentire anche
a chi segue una conserva protetta.
Scendiamo così in una botte di ferro, godendo di scorci sorprendenti che in salita
ci erano sfuggiti. Un piccolo branco di stambecchi ci attende al Passo dei Detriti,
molto interessati ai bastoncini che qui abbiamo lasciato.
Smontate le attrezzature e le corde, chi più e chi meno celermente ripercorriamo
l'infinita ripida pietraia, poi il vasto ripiano di grandi massi e siamo al
Remondino.
E' primo pomeriggio, ci possiamo concedere un'ora godereccia tra scambi di
cibarie e fresche birre. Poi la discesa definitiva, a piccoli gruppi, con il sole
finalmente splendente a suggellare questa magnifica giornata tra le rocce
dell'Argentera.
Pier Luigi SALZA

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   25 Luglio-1 Agosto 2021 - 40ma Settimana di Pratica alpinistica C.C.A.S.A.


Al Reviglio, nella settimana dal 25 luglio al 1° agosto, si è nuovamente sentito il
tintinnare dei moschettoni!
La nostra Casa ha infatti ospitato la Settimana di Pratica Alpinistica,
organizzata dalla C.C.A.S.A.
Durante i pomeriggi un po' piovosi, o nelle sere in cui lo sguardo era rivolto al
cielo, il meteo ha condizionato le nostre aspettative ed i nostri programmi...
Ma non ci siamo mai scoraggiati, anzi abbiamo approfittato delle mezze giornate
di tempo abbastanza favorevole per andare a scalare; a volte su vie lunghe, a
volte solo in falesia, oppure per fare un po' di esercitazioni al Reviglio.
In fondo lo scopo della Settimana non è solo quello di fare delle belle ascensioni,
ma anche trasmettere nozioni ai partecipanti, in modo che siano in grado di
collaborare, nelle loro Sezioni, all'organizzazione delle attività sociali.
Il giorno più bello è stato il giovedì ed infatti, consapevoli delle previsioni
favorevoli, abbiamo “puntato” tutto su questa giornata per poter andare in
quota.
Con la prima funivia siamo saliti a Punta Helbronner, per poi incamminarci
lungo il ghiacciaio.
Due cordate si sono dirette alla Pyramid Du Tacul per salire la via Ottoz, le
altre hanno proseguito la traversata della Vallée Blanche, fino alla base della
cresta S, che porta all'Aiguille du Midi.
Da questo punto inizia “l'Arête des Cosmiques, la cresta che ci porterà
all'Aiguille du Midi (3842m circa), con una salita di misto, su roccia e neve, che
affrontiamo tutta con i ramponi ai piedi (anche questo fa parte della didattica e
dell'esperienza alpinistica!!).
Le cordate sulla via Ottoz rientrano un po' tardi, anche a causa di parecchie
altre cordate sulla via, e quindi decidono di pernottare al Rifugio Torino.
Nei giorni successivi il meteo
torna ad essere nuovamente
instabile, ma ci consente
comunque di andare il venerdì
in falesia ed il sabato di salire
la Cresta NE delle Pyramides
Calcaires, in Val Veny.
Che bello avere tanti ragazzi,
giovani (ed anche qualche non
!!), al Reviglio.
Loro sono stati affascinati dalla
bellezza del Monte Bianco che
noi, (intendo noi Soci di Torino),
siamo troppo abituati a vedere,
Il Monte Bianco ha una balconata privilegiata per lasciarsi ammirare….
Daniele CARDELLINO

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   11-18 Luglio 2021 - Apertura estiva al N.reviglio - Parte 1ma


28 bambini della scuola primaria, 6 animatori e 2 sacerdoti di Milano hanno
occupato la nostra casa nella seconda settimana di luglio. Un gruppo
multietnico: italiani – filippini – cinesi – giapponesi – vietnamiti – ecc. – quasi
tutti nati a Milano – ha riempito di festa e di gioia le fredde mura del Reviglio.
E sì, perché il tempo è proprio stato infame e la casa risentiva di clima e
temperature esterne; ciò nonostante tutte le giornate sono state sfruttate al
meglio grazie all'organizzazione dei due “don” ed al contributo degli animatori.
Passeggiate, partite di calcio, patinoire, giochi ed intrattenimenti vari oltre ai
momenti di riflessione e di preghiera sono stati fedeli compagni di questa
spensierata vacanza vissuta in comunità.
Visi sorridenti, qualche lacrimuccia, qualche litigio ed un piede fratturato hanno
dato alla settimana quel tocco di serenità e di spontaneità che solo i bambini ci
sanno regalare.
Due “personaggi” ricordo in modo particolare:
Federico, 7 anni, alto due soldi di cacio ma con arie da grand'uomo, sempre
polemico nei confronti di tutte le iniziative e dei compagni di gioco;
Za Ho, 7 anni anche lui, molto umile, sempre allegro e sorridente, ha perso le
suole degli scarponcini durante la gita al rifugio Elena e, senza mai lamentarsi,
ha proseguito il suo percorso arrivando a camminare con i piedi nudi sul
sentiero dopo aver distrutto anche le calze.
Anna FALETTI

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   8-15 Agosto 2021 - Apertura estiva al N.reviglio - Parte 2da


Ritornata al Reviglio per la settimana di Ferragosto, ho trovato un gran
fermento da parte del personale di servizio impegnato a seguire le regole
imposte dal protocollo COVID: pulire, lavare, disinfettare ed ozonizzare i locali
occupati durante la settimana precedente oltre a sostituirne copricuscini e
coprimaterassi utilizzati dagli ospiti.
Gli ospiti non si sono fatti attendere: 5 famiglie di genovesi, 1 famiglia di
Verona ed i soliti affezionati di Torino hanno cominciato, dal primo pomeriggio,
a riempire la casa.
Situazione meteo migliore della precedente ma un vento gelido e fortissimo ha
caratterizzato i primi 3 giorni tanto che le uscite sono state di tono
relativamente modesto.
A metà settimana cambio della guardia e cambio del tempo: nuove operazioni di
pulizia e disinfezione dei locali e cambio della biancheria: le famiglie di Genova rimpiazzate da soci, provenienti da sezioni diverse, riunitisi per il week-end di
Ferragosto, vento imperterrito ma il sole ha cominciato finalmente a scaldarci le
ossa.
Gli alpinisti si sono quindi cimentati in gite più impegnative ed hanno dato
sfogo alle loro energie.
La mascotte della casa, Riccardo, veronese di 2 anni, ci ha allietati con le sue
cantatine, i suoi balli e le sue macchinine che, diligentemente, tutte le sere,
metteva in garage (la rastrelliera ex portatovaglioli).
A fine settimana, vigilia di Ferragosto, rigorosamente seduti a tavola e
distanziati, una serata di festa con il consueto omaggio alle cuoche, biscottini,
vin brulè ed i soliti canti popolari accompagnati da una chitarra rinvenuta,
chissà come, dentro le mura del Reviglio.
Anna FALETTI

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   E...STATE al Reviglio


Si, quest'estate sono stata parecchio al Reviglio e in contesti molto diversi.
A giugno l'apertura del rifugio con una squadra di volontari è stata più pesante
del solito: ragni, mosche e altra fauna locale avevano preso possesso della casa
rimasta chiusa più del solito e la cucina, bella, nuova ma vuota, andava di
nuovo riempita con piatti, pentolame ecc. ancora accatastati nel salone.
A luglio, con Maria Rosa, la solita bellissima esperienza con il gruppo delle
famiglie: una ventata di gioventù, di allegria, di voglia di vivere che hanno
portato il sole anche se il tempo non è stato granchè, e contagiato anche noi,
cuoche “stagionate”.
Il 15 agosto eccomi di
nuovo al fresco: alcune
belle famiglie di Genova e
Milano e il gruppo
agguerrito di Padova si
sono alternate nelle due
ultime settimane di
agosto. Ogni mattina,
complice il bel tempo,
armati di sacchetto gita
prendevano tutti il volo
verso le alte cime.
Ma….non mi lasciavano sola! Per quindici giorni mi hanno fatto compagnia tre
vispe ottantenni che, pur lottando a turno con
qualche acciacco, hanno fatto con successo insieme a me alcune belle
passeggiate nonché respirato aria buona (quanto vento quest'anno!..), pregato insieme, giocato a carte, letto molti libri, CHIACCHIERATO, e perfino…raccolto
e preparato rabarbaro selvatico per fare ottima marmellata che in cucina è stata
cotta per noi dalle solerti cuoche ( e portata a casa come souvenir). Carmen e
Olga si ci hanno veramente coccolati con splendidi pasti e pulizia perfetta: le
ringraziamo di cuore. Non voglio dimenticare Giacomo che, con poche parole e
grandi fatti, veglia e collabora instancabilmente.
Direi che il bilancio ( non
parlo di soldi ma di umanità)
è decisamente positivo anche
se noi, non più giovani,
abbiamo trovato spesso
faticoso far le scale tante
volte al giorno per andare ai
servizi e…in camera a
prendere le cose dimenticate
(la memoria…).
D'altronde questo edificio è nato
come RIFUGIO alpino, punto di
partenza per scalate e gite
impegnative non certo per
essere un PENSIONATO !!!!!
ARRIVEDERCI all'anno
prossimo !!!!
Laura REGGIANI

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   2-5 Settembre 2021 - Trekking Estivo GM - Percorsi Occitani in Val Maira


C'è una parola che non
troverete nel seguito di questo
resoconto del nostro trekking
2021: COVID; né la parola, né
il concetto, né le norme di
sicurezza, né altri riferimenti.
Quest'anno l'appuntamento era
per inizio settembre, partiti
e arrivati in 18,
previsioni: pioggia;
itinerario: si sale sui versanti
a nord della Maira all'altezza
di Stroppo, si raggiunge Elva,
si scende poi a Prazzo, quindi a Chiappera, poi (toccando le sorgenti della Maira) su per una valletta a sud della
valle principale, giù a Viviere, poi su al passo Gardetta, giù al rifugio adagiato
nel mezzo del meraviglioso altipiano omonimo; infine giù giù giù fino a Vernetti
(poco sopra Ponte
Marmora).
Diciotto persone
apparentemente
adulte, con qualche
acciacco affrontato
usando di quando
in quando auto e
minibus, a ridurre
l'impegno di
qualche tratto più
lungo o più
rischioso per
ginocchia, legamenti o schiene.
E poi, grande varietà di ambiente, di ritmo di camminata (mai alto), di attività;
non solo trekking, insomma.
Qualche esempio.
Cominciato a camminare il giovedì a metà giornata, si dedica una bella oretta
alla Fremo cuncuná ("donna accovacciata"), si raggiunge Elva per pranzo (gambe sotto la
tavola), si spende poi il
pomeriggio tra la bellissima
parrocchiale ed il museo dei
Cavié (un ordine per una
fornitura di capelli,
dattiloscritto dall'Australia,
del 1976) per finire con un
dopo cena a cantare sul
sagrato della parrocchiale
con uno sconosciuto
bravissimo corista di
Latina, aggregatosi per
l'occasione.
O la tappa del venerdì, quando il nostro suonatore di cornamusa scende a
riprendersi l'auto e ci attende al termine della discesa a San Michele di Prazzo,-
senza sapere che avrebbe digiunato con tutto il gruppo in attesa del minibus
(un'ostessa un po' rude non ci accoglie infatti come avremmo voluto). Poi una
spensierata passeggiata di un'oretta dall'alberghetto di Saretto all'abitato di
Chiappera; infine una specie di cena, impreziosita dalla recita improvvisata
della poesia nonsense "Il Lonfo" messa in scena dalla trekker più giovane
insieme a uno dei trekker più vecchi.
Anche il sabato fila via sulla stessa falsariga; la temuta galoppata con due salite
e due discese si rivela assai più domestica del previsto e ci porta a un rifugio
Gardetta assediato dalle marmotte e sede ... di un grande matrimonio con
decine di invitati! Gli acciaccati che hanno evitato - grazie all'auto - gran parte
della tappa stavolta sono due (il
suonatore di cornamusa e la
First Lady); così, tutti insieme, si
riesce poi a dar vita a una serata
di grande spettacolo, con balli
occitani accompagnati da
cornamusa amplificata, canzoni
piemontesi con
accompagnamento di chitarra e
canzonetta di Mozart
dedicata agli sposi (eseguita a cappella). Ed infine fila via la domenica, con una
vista mozzafiato della Rocca la Meja nel mattino azzurrissimo, una discesa
eterna dal Colle del Mulo alla bassa valle, molto impegnativa nel tratto iniziale
per un papà e un bimbo di 10 anni in mountain bike; ed un borgo meraviglioso
(Vernetti) a fine gita a sorseggiare tè, birra e cioccolata calda.
Parrocchiale di Elva:
Il Portale…
La cosa di gran lunga più bella secondo
me (per la natura ed i partecipanti
parlano le foto): molta libertà di andare,
fermarsi, chiacchierare, isolarsi,
raggrupparsi.
Ah, la pioggia: schivata.
Renzo MAINA

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   17-19 Settembre 2021 - Raduno intersezionale al Passo della Presolana (1)


A metà di questo settembre 2021 così avaro di bel tempo nei weekend, ho avuto
il piacere di partecipare al raduno intersezionale estivo della nostra
Associazione al Passo della Presolana.È stata innanzitutto per me una
occasione per visitare le Alpi (Prealpi?) Orobie che non conoscevo per nulla; non
ero l'unico ed è stato divertente sentire risuonare inflessioni venete e piemontesi
in questo angolo di Lombardia posto tra il lecchese delle Grigne, la Valtellina, la
Val Camonica e la pianura.
Con Luigi e Michele
siamo innanzitutto
passati al borgo "I
bricconi", dove i
ragazzi della cascina
hanno preparato gli
oltre 120 sacchetti
con farina per
polenta e un bel
pezzo di formaggio,
donati dalla sezione
di Milano a tutti i
partecipanti.
Formula tradizionale
per l'accoglienza, in
una grande casa di
proprietà della diocesi
di Milano (Casa Neve,
circa 1600 m, proprio
in cima al Passo, di
fronte alle piste da
sci).
Programma sostanzialmente rispettato, con tre bei giri il sabato:
· Extralarge (oltre 2100 metri di dislivello, ferrata e 12 ore di marcia!
Esausti anche i più forti)
· Medium (meno di 1000 m, bel giro intorno al Pizzo Corzene, doccia calda
in camera alle ore 15)
· Small, (andata e ritorno ai Cassinelli)
Niente pioggia, nonostante i timori di chi (in modo un po' nevrotico) spergiurava
sul meteo ostile.
Venerdì sera chiacchierata con un dirigente del
Parco delle Orobie (e video con moltissimi
fiorellini e uccellini); sabato sera, riflessioni su
immagini himalayane di Oreste Forno,
prestante settantenne grazie alla scelta di
mollare l'attività estrema al Makalu, fatta
decenni fa.La domenica la pioggia c'era, di
sicuro, e con gli ombrelli abbiamo fatto un bel
giretto guidati da Ernesto, simpatica guida
accompagnata dal cagnolino "Brezza".
Infine, prima del pranzo di congedo, la
tradizionale messa.In tutti e tre i giorni, molti i
sorrisi e le risate.
Renzo MAINA

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   17-19 Settembre 2021 - Raduno intersezionale al Passo della Presolana (2)


L'anno scorso, a causa della pandemia da Covid-19, la Giovane Montagna non
ha potuto organizzare il consueto Raduno Intersezionale Estivo. Quest'anno
siamo ripartiti proprio dal luogo che per primo è stato colpito dalla pandemia :
ci siamo così ritrovati, venerdì 17 settembre, in Val Seriana al Passo della
Presolana in più di cento soci, tutti con il desiderio di vivere un importante
momento di vita associativa.Sabato 18 settembre ci siamo divisi in 3 gruppi per
poter effettuare tre escursioni con diverse difficoltà e dislivelli.
Il gruppo più numeroso, 43 partecipanti, ha percorso il sentiero che permette di
effettuare il giro del Pizzo Corzene : salendo al Rifugio Cassinelli, proseguendo
per il Bivacco Clusone e la Cappella Savina e continuando su un bel sentiero a
mezza costa che ci ha consentito di ammirare l'imponente bastionata della
Presolana.
Purtroppo il tempo molto variabile e per lo più nebbioso non ci ha permesso di
apprezzare appieno la bellezza di questi luoghi; fortunatamente un'ampia
schiarita alla Cappella Savina ci ha dato la possibilità di recitare una preghiera
al cospetto dell'imponente e bella Presolana.
Altri 12 soci di
diverse sezioni
hanno invece
effettuato il più
impegnativo giro
della Presolana ed
il terzo gruppo,
con più calma, ha
percorso il
sentiero delle
Capre.
La giornata si è
conclusa con una
bella serata in
compagnia di
Oreste Forno,
alpinista con al
suo attivo diverse
ascensioni oltre quota ottomila nell'Himalaya, più volte capospedizione e
scrittore di montagna. I suoi racconti ed i filmati ci hanno “portato” in luoghi
lontani, ma è stato soprattutto il suo condividere con noi la sua trasformazione
umana che ci ha particolarmente colpiti : infatti dopo tanti anni passati a
scalare le montagne più impegnative della terra, Oreste Forno ha sentito la
necessità di cercare qualcosa o
Qualcuno “più in alto delle cime” e lo
ha fatto percorrendo i sentieri delle
montagne vicino a casa condividendo
queste sue giornate con la famiglia
che aveva trascurato nelle spedizioni.
Domenica 19 settembre il tempo è
decisamente brutto e piove;
l'escursione in programma è
annullata, alcuni effettuano una
passeggiata nei dintorni con una
guida naturalistica. Alle 12,00 ci
riuniamo tutti per la Santa Messa al
termine della quale seguirà il pranzo e
lo scioglimento del Raduno.
Carola RAINETTO

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VITA SEZIONALE


   Rocciamelone 28 agosto 2021 - Fulgido Tabone


Quest'anno una serie di coincidenze non ci hanno permesso di salire al
Rocciamelone ad inizio stagione come previsto dal calendario; lo abbiamo fatto
verso la fine di agosto, ma più che raccontarvi della nostra salita, preferisco
soffermarmi su una persona speciale.
Eh sì, è un vero record da guiness dei primati, quello di Fulgido Tabone, da oltre
quarant'anni custode del rifugio Cà d'Asti: 1200 salite alla vetta del
Rocciamelone. La ricorrenza è stata
festeggiata il 5 agosto 2021, in occasione
della Festa della Madonna del
Rocciamelone.
La storia di Fulgido ruota attorno al
Rocciamelone sin dai lavori per la
ricostruzione del rifugio, della cappella e
del nostro bivacco in vetta; da allora
assunse la responsabilità del rifugio Cà
d'Asti, restando sempre in prima linea,
disponibile per tutti i frequentatori e i
gitanti.
Per noi della Giovane Montagna, come
per tutti gli assidui frequentatori del
Rocciamelone, Fulgido ha sempre
rappresentato un punto di riferimento:
quando sabato 28 agosto 2021 con Marta
e Daniele siamo saliti in vetta lo abbiamo trovato sulla porta della Cappella
mentre assisteva alla S. Messa celebrata in punta per la ricorrenza dell'AVIS
Valsusa. Terminata la funzione, eccolo seduto sul muretto del piazzale a servire
il thé caldo, offerto come ogni domenica insieme alle paste agli escursionisti in
arrivo.
Servire, questa è la parola che meglio definisce chi ha dedicato la vita ad una
montagna e a chi la frequenta. Senza chiedere niente in cambio. La dedizione è
il suo tratto distintivo, e lo si coglie ad esempio nel ripristino del sentiero che
conduce alla vetta, talvolta rovinato dagli eventi atmosferici.
Per il suo impegno, Fulgido ha ricevuto il cavalierato e il premio “Penna al
merito” dagli Alpini della Valsusa.
Grazie Fulgido!
Marco VALLE

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   Libertà e sicurezza in montagna


In questo periodo sono diversi i temi trattati in sede di Consiglio. Temi quali il
terzo settore o la Sicurezza in montagna sono ormai nell'ordine del giorno.
A tal proposito pubblichiamo in anteprima il testo della lettera inviata dal
nostro socio Renzo Maina alla Rivista centrale.
Libertà e sicurezza in montagna.
Caro direttore,
noi che amiamo gli spazi aperti abbiamo frequenti occasioni per riflettere sul tema del
rapporto tra libertà e sicurezza, in montagna come in mare; ce ne offre spesso la cronaca, ce
ne offre a volte Alessandro Gogna con il suo bel blog, per fare solo un esempio.
L'ultima occasione di riflessione ci viene dall'interessante webinar che la Presidenza
centrale ha organizzato recentemente sulla responsabilità dei capi-gita; dove, ad un certo
punto, si è sostenuto che la vigente normativa in materia di sicurezza nella pratica degli
sport invernali (Legge 363/2003 e D.Lgs. 40/2021) è applicabile ovunque, anche in aree
libere, mentre a me pare che essa lo sia solo nelle "aree sciabili attrezzate" definite ed
individuate sul terreno dalla normativa stessa.
Possibile?
Che si possa anche soltanto pensare di imporre per legge come attrezzarsi per
l'autosoccorso a persone che se ne vanno a spasso d'inverno con le racchette da neve, o con
gli sci, "into the wild"?
Sembra invece logico ed accettabile farlo limitatamente alle "aree sciabili attrezzate",
frequentate da "utenti" ed affidate a "gestori", che certo non possono essere responsabili per i
danni che uno sci-alpinista incauto può procurare a se stesso o ad altri all'interno di quelle
aree.
Auspicando che sulla questione si sviluppi un dibattito libero ed ampio (del quale mi
piacerebbe la Rivista desse conto), ti ringrazio per l'attenzione.
Renzo Maina.

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