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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 2024



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.








VITA SEZIONALE


   Un nuovo calendario gite e nuovi progetti


Cari soci e amici
Siamo giunti al cambio di stagione e dopo l'estate è il momento della ripartenza, dei
nuovi progetti e per noi questo momento coincide con la messa a punto del calendario
gite 2025!
Per questo vi stimolo a partecipare in sede il giovedì sera oppure a mettervi in contatto
via mail con Dario Franco della Commissione Gite ( francodar@tiscali.it ) e
Maurizio Balzelli ( mbalzelli@gmail.com ) portando proposte e se possibile disponibilità
a organizzare una gita. Magari una meta che vi sta a cuore da tempo ma che
non avete mai avuto la possibilità di fare diventerà una gita sociale il prossimo anno.
La stagione estiva appena terminata ha visto oltre a numerose gite e trekking di
soddisfazione anche il successo della spedizione alpinistica/escursionistica in Bolivia
a cui hanno preso parte anche alcuni soci della nostra sezione. Approfitto ancora per
ringraziare Stefano Risatti organizzatore impeccabile e Daniele Cardellino per la
parte alpinistica, artefici determinanti della spedizione.
Avremo modo di sentire i loro racconti e quello degli altri partecipanti prossimamente
in una serata.
Infine, due parole sulla Casa per Ferie Natale Reviglio: abbiamo avuto una stagione
estiva un po' discontinua con settimane "tutto esaurito" alternate a settimane semivuote,
ma complessivamente è andato tutto bene. Come sapete abbiamo avviato un
iter per la gestione esterna a partire dalla prossima stagione 2025, iter che dovrebbe
concludersi con la firma di un contratto di affitto dell'immobile ad una cooperativa e
spero insieme a tutto il consiglio direttivo di darvene la conferma più avanti, forse
già nell'assemblea dei soci a novembre.
Nel frattempo, sono stati quasi completati i lavori di adeguamento necessari per le
normative con la costruzione, tra l'altro, di un bagno per disabili al piano terra. Ci
tengo a questo proposito a ringraziare vivamente i soci che hanno effettuato donazioni
per il sostegno economico dei lavori; e GRAZIE particolare ai soci che ci hanno
fatto pervenire due donazioni da 1.000 € ciascuna!!!
Buona Montagna!
Il presidente
Guido VALLE

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   L'Assemblea Ordinaria dei Soci


è convocata mercoledì 6 novembre 2024 alle ore 12, ed in mancanza del
numero legale, in seconda convocazione, giovedì 7 novembre 2024
alle ore 21,15 presso la Sede Sociale, per discutere e deliberare il seguente:
ORDINE DEL GIORNO:
1) Relazione del Presidente.
2) Aggiornamento gestione Casa per Ferie N.Reviglio
3) Esame del bilancio Consuntivo 01/10/2023-30/09/2024.
4) Relazione dei Revisori dei Conti.
5) Approvazione del Bilancio Consuntivo 01/10/2023-30/09/2024.
6) Proposta Quote sociali 2025.
7) Esame e approvazione del Bilancio Preventivo 01/10/2024-30/09/2025.
8) Iniziative Anno Frassatiano con la Diocesi
9) Varie ed eventuali.

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ATTIVITÀ PREVISTA


   24 Novembre 2024 - S. Messa al Monte dei Cappuccini - Premiazione dei Soci fedeli


Come di consueto ci troveremo alla Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini
alle ore 9 di domenica 24 novembre per l'incontro annuale.
Verrà celebrata in chiesa la Santa Messa in ricordo e suffragio dei soci defunti.
Al termine della funzione ci ritroveremo per un momento di festeggiamento e per
premiare i soci a noi fedeli.
Quest'anno i soci premiati saranno:
20 anni: Rachele MARINO,
50 anni: Giorgio Maria ROBATTO.

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   20 Ottobre 2024 - Monti della Luna (MTB)


Itinerario di alta montagna che si sviluppa su strade bianche e bellissimi single
track tecnici ma mai eccessivi.
Dal parcheggio del ponte tibetano di Claviere scendiamo sulle piste e attraversato
il torrente saliamo verso Monginevro su sponda sinistra orografica costeggiando i
campi da golf. Una prima rampa ci obbliga ad un breve portage, poi proseguiremo
su facile sentiero che in breve diventa una strada forestale. Raggiunto il colle del
Monginevro costeggiamo il Front de Neige e andiamo a prendere la strada che sale
nel comprensorio del Gondrand. La seguiamo, superando le partenze delle seggiovie
Gondrand e Observatoire, fino a quota 2250 dove deviamo a sinistra, sempre su
strada adesso un po' più ripida, che conduce al col du Gondrand est, 2315. Da qui,
direzione est, parte un bellissimo sentiero che rimanendo in quota, ma con qualche
saliscendi che obbligherà a qualche breve spinta, raggiungiamo il lago Gignoux o
dei 7 colori. Dal lago, 2330, breve ma intensa risalita su strada bianca in direzione
nord-est con qualche tratto a piedi fino alla caserma MVSN, 2370.
Da qui volendo è possibile con una breve deviazione salire in cima a punta Saurel,
2451. Salita a spinta, discesa ciclabile al 100% BC sostenuto, fondo smosso.
Dalla caserma inizia la discesa vera e propria. Seguiremo il sentiero che scende
nella valle Gimont dapprima in direzione ovest (qui qualche passaggio un po' più
impegnativo evitabile facendo due passi bici a mano), poi con semicerchio verso
nord percorre la sinistra orografica della valle con pendenze contenute e fondo
buono. Intercettata la pista 98bis, una brevissima risalita ci permetterà di imboccare
un ultimo tratto di sentiero nel bosco che riporta nei pressi dei campi da golf
di Claviere e da qui alla macchina.
In alternativa dalla caserma MVSN è possibile raggiungere il Colle Bercia e da qui
Claviere interamente su strada sterrata.
Complessivamente 850 m dsl+ (920 se si sale sulla punta Saurel).
Salita quasi interamente su strada sterrata, discesa interamente su sentiero BC,
con un paio di passaggi bici a mano. Grande ambiente e ampi panorami
Attrezzatura : Caschetto obbligatorio
Coordinatore di gita : Luca MARMO Cell. 339 1531629

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   9 Novembre 2024 - Villa Genero (E)


Penso che in quella data cercheremo il sole quindi la meta proposta lo offre in abbondanza.
Prima di allora avremo molte occasioni per capire insieme quale sia la più allettante
per chi ha voglia di fare ancora quattro passi in autunno inoltrato (prima che
gli alberi cedano il loro colorato vestito) e anche per combinare come raggiungere il
punto d'incontro.
Coordinatrice di gita: Laura REGGIANI Cell. 335 68 14 056
Tel. 011 38 88 59

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   10 Novembre 2024 - Cima del Bonom (1877 m) - Panorama sulla Valsessera (E)


Località di partenza : Bocchetto di Sessera (BI) (1400 m)
Dislivello : 600 m
Difficoltà : E
Sentiero che parte dal Bocchetto Sessera e sale in vetta al monte Cima del Bonom,
passando per il Monte Monticchio, Colma Bella, e per la Pera Furà (pietra bucata),
una finestra naturale composta da lastroni di roccia erosi posizionati circolarmente,
all'interno dei quali sedersi in silenzio ad ascoltare il "respiro della montagna". Un
suono unico provocato dal vento che si insinua nelle fessure; mentre nell'apertura
più grande tra le rocce sembra emergere il volto di uomo di pietra. Dal Bonom, si
torna prendendo il sentiero per l'Alpe Artignaga, da qui si prosegue lungo una
strada sterrata, passando per l'Alpe Montuccia, fino al Bocchetto Sessera.
Bellissima la vista sulla Valsessera e sugli storici borghi in pietra della Valle Cervo.
Attrezzatura: Scarponcini, abbigliamento da escursionismo
Mezzo di trasporto: Auto private
Logistica: Verrà definita la settimana precedente
Coordinatore di gita : Alberto ZENZOCCHI
alberto.zenzocchi@alice.it
Cell. 338 8825148

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   15 Dicembre 2024 - Rocher de la Garde (2200 m) (SA)


Località di partenza : Chateau Beaulard (1400 m)
Dislivello : 700-800 m
Tempo di salita: 2,5 h
Difficoltà : MS
Confidando nelle nevicate, proponiamo di aprire la stagione scialpinistica sociale
con una gita sicura, facile e adatta a tutti. Naturalmente è impossibile prevedere
ora le condizioni che ci saranno a dicembre, ma se ci venisse regalato un inizio inverno
"come una volta", Rocher de la Garde potrebbe essere una meta adatta per
iniziare a sgranchirsi le gambe e magari invitare qualche neofita a cimentarsi con
questa attività.
Vicina alla più famosa Madonna del Cotolivier, la salita a Rocher de la Garde si
svolge nella zona dei vecchi impianti da sci di Beaulard - dismessi da molto tempo
- percorrendone le piste ancora abbastanza evidenti anche se la vegetazione sta riprendendo
i propri spazi. L'itinerario attraversa boschi di larici, abeti e ampie radure,
in direzione dell'imponente parete della Grand'Hoche, fino al casotto di arrivo
del vecchio skilift situato a quota 2100 m circa, oltre il quale si può eventualmente
proseguire ancora per un breve tratto più ripido.
Se poi le condizioni della neve fossero eccezionali, si potrebbe partire dal campeggio
di Beaulard aggiungendo ulteriori 200 m di dislivello.
Attrezzatura : Scialpinistica (obbligatori: ARTVA, pala, sonda -
possibile noleggio su richiesta al momento
dell'iscrizione)
Iscrizioni e dettagli
logistici:
Entro il giovedì precedente.
Coordinatrice di gita : Mariateresa BOLLA
mariateresa.bolla@gmail.com
Cell. 335 7750213

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Giovedì 24 ottobre 2024 Alle ore 21.15 - Bolivia 2024


I nostri amici soci partecipanti alla spedizione in Bolivia di Agosto 2024 ci
racconteranno con parole e immagini la loro avventura, non mancate!

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   ULTIMA ORA!


Stiamo lavorando per organizzare una serata di presentazione del
nuovo libro del nostro socio Antonello Sica sui Sentieri Frassati. La data prevista
al momento è mercoledì 6 novembre 2024 e il luogo da definire, seguiranno dettagli
in sede o via Newsletter. Non mancate!

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ATTIVITÀ SVOLTA


   18 Maggio 2024 - Cima delle Vallette


L'insolita (purtroppo!) abbondanza di neve non ha consentito di salire la meta
prevista (M. Malamot), e così, con l'intenzione di testare i materiali e rispolverare
l'uso corretto di picca e ramponi in vista delle prossime gite alpinistiche in
ambiente glaciale, nonostante il meteo piuttosto incerto, ci siamo ritrovati in sei al
Pian del Frais.
Saliti lungo il facile sentiero nel
bosco, piuttosto fangoso, poco sopra
q.1700 abbiamo trovato la neve.
Calzati i ramponi, abbiamo risalito
direttamente il canale in direzione
del Colle delle Vallette, ripassando
sotto l'occhio vigile di Daniele le
tecniche di salita in sicurezza. Da
qui abbiamo seguito la cresta fino
alla cima, inseguendo qualche raro
sprazzo di azzurro, ben presto
sopraffatto dalle nuvole, lasciando
alla sola fantasia la possibilità di ammirare il panorama.
La discesa nella neve abbondante e poco... "portante" ci ha in breve riportati al
bosco, e quindi, sotto qualche goccia di pioggia, alle auto e a un'ottima crostata.
Gianni SILETTO

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   19 Maggio 2024 - Punta Costafiorita


Come per altre gite di questo periodo anche questa, che aveva come mèta il Colle di
Luca, ha dovuto subire una variazione, essendo il percorso originale ancora abbondantemente
innevato.
La scelta è ricaduta sulla Punta Costafiorita, molto comoda in quanto la partenza è
raggiungibile in veramente poco tempo e, come si sa, dormire un po' di più fa sempre
piacere.
In "ben" 19 abbiamo raggiunto Celle (partenza del ben più blasonato Roccasella) e ci
siamo avviati lungo il sentiero che, costeggiando sul lato ovest sia il Roccasella, appunto,
e il Monte Sapei, attraversando
prima un fitto bosco reso molto umido
dalle ultime precipitazioni e successivamente
delle ampie pietraie - che hanno
dato quel minimo di difficoltà in più - ci
ha permesso di raggiungere il Colle La
Bassa: sella verdeggiante cosparsa di
genziane.
Dal Colle, seguendo il crinale erboso, che
divide la valle del Col del Lys da quella
del Colombardo, siamo arrivati in vetta percorrendo l'ultimo tratto su facili roccette.
Il panorama, purtroppo a causa della nebbia, non ci ha permesso di spaziare tutto
intorno come invece avremmo sperato, ma questo era quello che passava il convento
e ci siamo dovuti accontentare.
Dopo una breve sosta e la recita
della nostra consueta Preghiera,
siamo scesi raggiungendo nuovamente
il Colle dove, approfittando
dell'area attrezzata con tavoli,
panchine e fontana abbiamo pranzato.
Nell'ultima parte della discesa,
contrariamente alla salita, abbiamo
proseguito la cresta, risalendo fino a raggiungere la vetta del Monte Sapei -
facendo comunque attenzione a non superare i mille (1000) metri di dislivello per
non fare alterare Gianni A. e rimanere un suo "coordinatore gita" di fiducia -.
Scesi, sempre in cresta, il Monte Sapei ci siamo ricongiunti al sentiero normale che
scende dal Roccasella al Colle Arponetto e di qui abbiamo fatto ritorno alle macchine,
dove abbiamo ancora avuto modo di festeggiare il compleanno di Marta con qualche
dolcetto e bevendo il classico "bicchiere della staffa".
Alberto ZENZOCCHI

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   25-27 Maggio 2024 - Escursionismo nel Parco dell'Aveto


La numerosa adesione di soci al mini-trekking in val d'Aveto era premessa del sicuro
successo per la proposta volta alla scoperta di un un'area naturale protetta
nell'entroterra del Tigullio. La notevole ricchezza geologica, floristica e faunistica
della zona e il modesto impegno sportivo ha convinto molti a partecipare incuriositi
per la novità della proposta.
Un violentissimo temporale ci ha
accolti nella mattinata del primo
giorno sollevando dubbi sulla possibilità
di completare il giro programmato;
poi ha prevalso un netto miglioramento
che ci ha permesso di
arrivare sulla cima del monte Ramaceto
con vista in lontananza sul
mare. La zona, molto umida per
l'influsso delle correnti marine è coperta
da foreste di faggi caratterizzate
da totale assenza di sottobosco per lo spesso strato di foglie secche che ricopre il
terreno. Un ambiente fiabesco ricco di ruscelletti incisi fra il giallo delle foglie che
sembra progettato da un abile architetto.
Nel pomeriggio, presso un'area attrezzata del parco, grande festa per il compleanno
di Marco Barbi con un buffet ricco di vini e dolci in un'atmosfera di grande allegria.
Tornati al punto di partenza dopo breve trasferimento prima in auto poi a piedi abbiamo
concluso la giornata raggiungendo il confortevole rifugio Malga Zanoni a circa
1000 m di quota.
Il secondo giorno la meta era il monte Aiona (1695 m), zona caratterizzata da rocce
ultrabasiche (peridotiti) con vegetazione scarsa in ambiente quasi lunare. Raggiunto
il passo dell'Incisa come programmato si poteva con breve variante
aggiungere anche la salita al monte Penna (1735 m) con percorso andata ritorno dal
passo. I più allenati non si sono fatti mancare questa occasione raggiungendo la vetta
decisamente panoramica, mentre gli altri puntavano direttamente all'Aiona.
Il gruppo al completo si è quindi ricompattato in cima. Nel pomeriggio chi per impegni
doveva ritornare ha puntato direttamente alla Malga Zanoni per recuperare
quanto lasciato e raggiungere le auto. Per gli altri che avevano programmato anche
il terzo giorno del trekking non restava che dedicarsi alle caratteristiche geologiche
della zona puntando a raggiungere la "Pria Burgheisa" un affioramento roccioso particolare
citato nei testi di geologia. La roccia di questo affioramento simile ad una
piccola fortezza è una peridotite fra le più profonde e antiche d'Italia.
Grazie al nostro geologo Maurizio abbiamo potuto apprezzare anche altre caratteristiche
della zona come un modesto affioramento di basalti a pillow e la presenza di
diaspri dal caratteristico colore rosso scuro.
Il terzo giorno lasciata Malga Zanoni e raggiunte le auto ci siamo trasferiti a Vallepiana
dove abbiamo parcheggiato. Di lì imboccando un percorso in discesa nel bosco
mal segnalato e alquanto insignificante per via della
fitta vegetazione abbiamo raggiunto i ruderi della
chiesa di S. Martino di Liciorno e proseguito fino
all'abbazia di Borzone dove finalmente arrivati, in
attesa di recuperare tutte le auto ho scoperto un antipatico
compagno di viaggio: una zecca subito rimossa.
Purtroppo, non ero l'unico ad avere addosso
questi parassiti: altri di noi ne hanno trovate diverse
nei giorni successivi. A parte i parassiti il giro è stato
un successo.
Un doveroso grazie agli organizzatori Mariateresa e Marco.
Alberto GUERCI

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   25 Maggio 2024 - Parco della Villa Tesoriera


Dopo un lungo periodo di piogge violente, oggi erano previste schiarite ma, nel
dubbio, abbiamo preferito cambiare programma e ci siamo accontentati di un parco
vicino alla nostra sede in modo da poter consumare insieme un pranzo condiviso, e
da tutti gradito, con un tetto sulla testa.
Ci siamo pertanto trovati in 16 al Parco della Villa Tesoriera dove una nostra socia,
molto preparata, ci ha incuriositi con notizie storiche relative alla villa e agli alberi
veramente imponenti del giardino. Abbiamo quindi percorso in lungo e in largo i comodi
viali con il naso per aria ad osservare e riconoscere foglie, fiori, frutti e cortecce.
Ci hanno incuriositi, in modo particolare, il platano più vecchio del parco
(che abbiamo abbracciato e di cui abbiamo misurato la circonferenza del tronco di
ben 8 metri!!)
e ci siamo scattati una foto di gruppo davanti alla centenaria quercia da sughero: ci
siamo sentiti molto giovani...!!
Laura REGGIANI

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   1 Giugno 2024 - Monte Orsiera


In veste invernale, perfetto per un'alpinistica didattica,
il Monte Orsiera ci ha regalato un'ascesa piacevole
e soleggiata. D'impatto vedere i "tremila" piemontesi
ben innevati a giugno, con i laghi sottostanti in ghiaccio
e una neve (almeno fino a mezzogiorno) stabile.
Sempre bello passeggiare per il Rocciavrè, piccolo paradiso
naturale del pinerolese.
Umberto LEPORE

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   8/9 Giugno 2024 - Pelvoux


Parc National des Écrins, dal latino scrinium, scrigno.
In quei luoghi ed in tempi lontani, qualche ignoto sognatore fece istituire diverse
riserve per limitare l'avanzare dei pascoli e permettere alla natura di prosperare
libera.
Oggi noi ci avventuriamo in questa
cassaforte selvaggia ed incontaminata
per giungere sulla cima di uno dei
suoi brillanti più preziosi, il Pelvoux.
Avvicinandoci tra queste valli la pioggia ci accoglie scrosciate gonfiando i torrenti
già colmi, poi giunti tra le scure pareti di Ailefroide il cielo si cheta e ci permette di
risalire il vallone del Glacier du Sélé.
Le nuvole si alzano e si scoprono pendii ancora abbondantemente imbiancati sui
quali dozzine di camosci si soffermano lasciando i loro piccoli saltellare qua e là
sulla neve per la sola gioia di farlo. Giunti a metà del vallone il sentiero si inerpica
tortuoso sulla sinistra orografica intagliando le bastionate del massiccio del Pelvoux.
Arriviamo al rifugio giusto in tempo per assistere alle scariche pomeridiane
di neve sui pendii soprastanti, pare che la montagna voglia scrollarsi di dosso l'inverno.
Il mattino si parte ben prima dell'alba, il cielo coperto
ce la nega in ogni caso e con essa il rigelo.
Di buon'ora arriviamo all'imbocco del couloir Coolidge,
l' unica serratura di questo scrigno, almeno
per noi che non ci sentiamo dei Lupin quanto più
una banda bassotti.
Però la banda, avendo più cuore dei ladruncoli francesi,
affronta tutti i 400 metri e i 45 gradi del canale
uscendo sul plateau glaciale e da lì a poco giunge
alla cima.
Anche in cima il cielo rimane grigio come il metallo e
ci invoglia a ridiscendere concedendoci solo uno
sguardo alla faccia più arcigna della Barre.
Sulla cima rimaniamo solo il tempo di un abbraccio, la consueta riflessione ed una
foto che non ha bisogno di essere trasposta in bianco e nero. Il vento si alza ed assieme
al manto nevoso corrugato dai segni delle valanghe ci ricordano che siamo
ospiti, e che è ora di ripartire.
Una breve pausa di ristoro al rifugio e ci incamminiamo definitivamente verso
valle.
Nel frattempo, tuoni, grandine e lampi ci accompagnano all'uscita ricordandoci ancora
una volta che questo scrigno ha conservato la natura nel suo stato più indomito
ed affascinante.
Lorenzo GAIDO

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   15 Giugno 2024 - Da Beaulard a Bardonecchia, fondovalle


L'itinerario previsto sulla pista da fondo da Beaulard a Bardonecchia è stato cambiato
per inagibilità della strada causa pioggia ma tredici coraggiosi armati di ombrello
hanno optato per un giro nel borgo di Beaulard. Siamo saliti fino alla
bellissima chiesa, dove Rodolfo ci ha letto esaurienti
informazioni, poi nelle vie caratteristiche
tra case molto curate, fontane fiorite e pareti decorate
da bellissimi murales. Ogni tanto uno squarcio
tra le nuvole ci lasciava vedere scampoli di
montagne ancora innevate malgrado la stagione.
Per pranzare con un tetto sulla testa Ivana e Rodolfo
ci hanno ospitati nella loro
casa sempre accogliente e dopo un allegro pic-nic
in compagnia abbiamo ancora camminato, stavolta
con un pallido sole, e visto angoli interessanti
di Oulx per finire alla Torre Saracena.
Giornata umida...ma molto positiva terminata con merenda, preghiera e un caloroso
ARRIVEDERCI qui il prossimo anno!!!!!
Laura REGGIANI

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   30 Giugno 2024 - Cima di Corborant


Le persistenti condizioni d'instabilità meteorologica ci hanno, purtroppo, impedito
di effettuare la gita prevista all'Aiguille de l'Argentiere. Abbiamo quindi ripiegato
sulla Cima di Corborant, salita in giornata dal versante dell'affascinante rifugio
Migliorero.
Una salita piacevole, con interessante finale alpinistico e bellissimo panorama sul
Piemonte meridionale. Soddisfacente e rincuorante percorrere nevai
ricchi, affiancati dai laghi a pieno carico, sinonimi di un inizio d'estate rigoglioso!
Umberto LEPORE

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   30 Giugno-7 Luglio 2024 - Settimana famiglie in Val Roya


La settimana estiva in montagna è ormai di rito per il nostro gruppo: è un'occasione
per incontrarsi, passare del tempo insieme, fare nuove conoscenze, ridere e divertirsi,
andando alla ricerca di luoghi e panorami nuovi di cui meravigliarsi.
Quest'anno la scelta è caduta sulla Val Roya, una valle francese, appena dopo il confine,
che si snoda stretta tra paesini pittoreschi, torrenti dall'acqua cristallina e un
passato che affonda le sue radici nella preistoria.
Proprio grazie alla presenza di numerosi torrenti, la Val Roya è conosciuta per la
singolare possibilità che offre: il torrentismo. Perciò già il primo giorno, dopo aver
affittato l'attrezzatura adatta, ci siamo diretti al Rio Para: tra pozze d'acqua limpida
in cui tuffarsi, calate in doppia e scivoli sulla roccia, è stata un'esperienza davvero
divertente e singolare. Altrettanto emozionante è stata la percorrenza del doppio
torrente Grognardo e Argentina che confluivano in un piccolo lago blu e la discesa
per il torrente Carleva, nella porzione bassa: insenature, canyon avvolgenti, vegetazione
rigogliosa e concrezioni simili all'ambiente di grotta hanno contribuito a rendere
l'esperienza unica e spettacolare.
Tuttavia, la Val Roya non offre solo panorami torrentistici: ci siamo cimentati
nell'arrampicata sportiva in
un settore di pareti circondato
da particolari accumuli
di sabbia dati dagli scavi per
la costruzione di un lago artificiale
poco distante su cui ci
siamo divertiti a saltare e rotolare;
abbiamo approfondito,
inoltre, l'affascinante storia
della Valle tramite una gita
tra i laghi di Valmasca nella
Valle delle Meraviglie alla ricerca
dei graffiti preistorici e
grazie a una visita al Museo
delle Meraviglie a Tenda; infine,
abbiamo intravisto il mare dalla cima di una piccola montagna nei dintorni
della modesta ma accogliente struttura in cui abbiamo soggiornato, a Breil-sur-Roya.
Non dimentichiamo, in ultimo, la tappa che abbiamo fatto durante il viaggio di
ritorno: la Grotta delle Vene sopra Viozene. Dopo un breve avvicinamento e dopo
aver indossato l'attrezzatura adeguata, ci siamo addentrati nella stupefacente grotta
che si snodava per la maggior parte del percorso alta e spaziosa tra una serie di
cunicoli ben segnalati. Tra una sorgente nascosta, piccole e grandi concrezioni e passaggi
più stretti e impegnativi, la grotta ha rappresentato una particolare e appagante
fine delle nostre avventure.
La settimana è trascorsa tra risate, musica, abbracci e lunghe chiacchierate. Le esperienze
sono state varie e ciascuna di esse ci ha permesso di assaporare la montagna
e le sue infinite sfaccettature da diversi punti di vista, senza smettere mai di stupire
e meravigliare.
In ogni caso, a mio parere, il fattore migliore rimane il poter condividere tale bellezza
con chi porta un sorriso e aggiunge, con la sua presenza, un ulteriore motivo di felicità
e di stupore al panorama.
Silvia FRANCO

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   4-7 Luglio 2024 - Settimana di Pratica Escursionistica


La settimana di pratica escursionistica , in passato appuntamento annuale organizzato
dalla CCASA, riprende "quota" quest'anno dal Reviglio per una decina di partecipanti
di varie sezioni, con età, provenienze ed esperienze diverse. La splendida
cornice del monte Bianco non tradisce le aspettative, complice anche una meteo tutto
sommato favorevole, che ha consentito di ammirare la bellezza e la grandiosità dei
panorami.
Bel clima anche nel gruppo, con provenienze ed esperienze variegate e tanta curiosità
di apprendere e sperimentare.
Portiamo a casa con noi l'importanza di una buona preparazione delle uscite escursionistiche,
anche al di là degli aspetti tecnici, con un occhio di riguardo per tutto il
gruppo. Interessanti gli spunti offerti nelle sessioni serali, con approfondimenti che
hanno spaziato dalla meteorologia alle condizioni
fisiche del gruppo. Ottima anche la
cucina...grazie come sempre Carmen!!
Grazie, infine, a Roberto e Paolo per l'ottima
organizzazione e conduzione, e a
Marta per il supporto logistico.
Un arrivederci a tutti i partecipanti
alla prossima edizione!
Marco VALLE

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   13/14 Luglio 2024 - Castore


Meteo e ghiaccio da urlo per la nostra ultima uscita alpinistica del calendario
2024.
Attaccato dallo spallone nord-ovest
in traversata (dal Mezzalama al
Sella, con base a Frachey), Castore
si rivela un piacevolissimo panettone
panoramico sul massiccio del Rosa,
dal quale rimane davvero affascinante
osservare lo scivolone che accompagna
al sottostante Felik.
Sempre bello passeggiare l'alta Val
d'Ayas, pranzando al Lago Blu e
scarpinando sul costone morenico
che porta al Mezzalama.
Divertente e stimolante
invece percorrere il tratto di
ferrata sotto al Sella, di
rientro verso il Bettaforca.
Umberto LEPORE

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   20 Luglio 2024 - Taou Blanc


Decisione travagliata, quella di questa settimana: le condizioni di innevamento ancora
presente sulla P.ta Basei consigliano di cambiare meta, e, decidendo di restare
in zona, scelgo il Taou Blanc, ottimo punto panoramico da cui ammirare i 4000 della
Val d'Aosta, dal gruppo del Monte Bianco al Gran Combin, al Cervino e ovviamente
il vicino gruppo del Gran Paradiso. Poi le previsioni di tempo incerto per domenica,
mentre sarà bellissimo il sabato, mi convincono, d'accordo con i partecipanti iscritti,
ad anticipare la gita al sabato.
Ci troviamo quindi in sei a Cuorgnè, all'imbocco della valle dell'Orco, per compattare
le auto, e in una magnifica giornata saliamo al Rifugio Savoia ai piani del Nivolet,
dove parte il sentiero che ci condurrà, costeggiando il bel lago Rosset, al Col Leynir,
non senza dover attraversare qualche nevaio residuo. Feli a questo punto si ferma,
e in cinque proseguiamo sul breve tratto EE che ci porta sul (faticoso) pendio di sfasciumi
e infine in cima al Taou Blanc.
al Col Leynir
Di ritorno al colle ecco che sbucano dagli zaini un'ottima crostata e una bottiglia per
festeggiare la gita e... un mio anno in più: quale miglior compleanno?
Gianni SILETTO

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   2-23 Agosto 2024 - Spedizione Bolivia24 - Gruppo Alpinismo


Dopo quasi due anni di preparazione, la spedizione nazionale della Giovane
Montagna Bolivia24 è finalmente in partenza.
Siamo una trentina di soci tra alpinisti, trekkers e accompagnatori. La base di
appoggio, fondamentale per la riuscita della spedizione, è la missione di Peñas, che
provvederà in maniera impeccabile a tutta la logistica del viaggio, dai trasporti agli
alloggi alle guide di montagna.
Sbarcati all'aeroporto di El Alto, sull'altopiano soprastante La Paz, trascorriamo in
città i primi giorni. La Paz è un agglomerato di 3 milioni di abitanti disseminato
lungo una ripida scarpata che, simile a un gigantesco imbuto, sprofonda dai 4000
metri dell'altopiano ai 3200 metri del fondovalle.
Tra una miriade di casette di mattoni rossi non finite, senza intonaco e senza tetto,
sorgono qua e là dei centri residenziali con moderni grattacieli e corrono 12 linee di
cabinovie a far le veci della metropolitana.
Visitiamo il centro storico e il grande mercato di El Alto, pieno di animazione e donne
che vestono l'abito tradizionale, con diverse gonne indossate una sull'altra e la
bombetta in testa. Compiamo poi un'interessante escursione nella periferia orientale
della città in una profonda forra scavata tra alti calanchi di arenaria.
Da La Paz ci spostiamo
a Peñas, dove sostiamo
mezza giornata; inizia
poi la parte turistica del
viaggio, in comune tra
tutti i partecipanti.
Con un bus notturno,
accompagnati da
Daniele, Huanka e
Reina, ci trasferiamo a
Uyuni, nel sud ovest del
paese, e da qui su 5 grandi fuoristrada partiamo per il giro nel freddissimo Salar de
Ujuni.
L'immenso lago salato,
posto ad una quota di
circa 3650 m si estende a
perdita d'occhio, come una
piatta calotta glaciale,
contornato all'orizzonte
da antichi vulcani spenti.
Attraversiamo il tavolato
di sale lungo piste appena
più grigie del bianco
abbacinante.
Visitiamo le sorgenti di acqua dolce ribollenti e l'isola de Inca Huasi, colonizzata da
cactus giganti, e ammiriamo tramonti indimenticabili. Procedendo verso sud,
passiamo dal deserto di sale a un territorio vulcanico di monti colorati punteggiato
di infiniti piccoli cespugli, tra bellissime ‘lagune' popolate da fenicotteri rosa e
bianchi.
Guardiamo sorgere l'alba sul plateau
dei geyser a 4900 m, un paesaggio da
inferno dantesco nel quale ci aggiriamo
come fantasmi imbacuccati nei
piumini, tra fumarole e odore di zolfo.
Visitiamo infine un canyon di rocce
rosse toccando la bellissima Laguna
Negra.
Rientrati ad Uyuni, con un bus
notturno, ritorniamo a Peñas per un
paio di giorni di riposo.
A questo punto i gruppi di trekking ed
alpinismo seguiranno percorsi
separati.
Il villaggio di Peñas si trova a un'oretta da La Paz, sull'altopiano che precede
l'imponente catena innevata della Cordillera Real.
La Missione si affaccia sulla piazza del villaggio, ombreggiata da giganteschi
eucalipti, ed è una vera oasi di pace.
Veniamo accolti con una calorosa e colorata cerimonia di benvenuto e partecipiamo
alla celebrazione della messa per la sistemazione di una croce stilizzata, portata
dall'Italia, in una grotta poco sopra il paese.
L'attuale comunità, fondata da Padre ‘Topio' una quindicina di anni orsono, è gestita
da un gruppo di volontari italiani, con Daniele, guida alpina e responsabile, insieme
a Miriam, dell'organizzazione del nostro viaggio, Ketty, Lorenzo, Zeno e tanti altri.
Una delle principali attività avviate qui per coinvolgere i giovani del luogo è
l'Università del Turismo d'Avventura dedicata alla formazione di ragazzi e ragazze
che avremo modo di conoscere ed apprezzare nelle scalate in cui ci accompagneranno.
La prima meta è lo Janq'u Uyo, 5512 m, che affrontiamo partendo da un colle, a
un'ora e mezza di auto da Penas.
Sono con noi Asqui e Teci, giovani guide boliviane.
L'ambiente è selvaggio, con il ghiacciaio ricoperto di
penitentes, che sono lastre di ghiaccio modellate dal
vento inclinate tutte nello stesso verso, tra cui è molto
faticoso procedere.
In vetta c'è grande euforia e il panorama è
spettacolare, dal Chachacomani al più lontano
Ancohuma. Al ritorno allestiamo il campo tendato a
quota 4700. Tra i compagni di gita c'è un'ottima intesa
e una bella atmosfera; purtroppo, però, Marta e
Daniele ci devono lasciare per fare ritorno in Italia.
Il mattino dopo scaliamo il Paco Q'iuta, 5590 m. Ci
incamminiamo lungo un sentiero che, tra arbusti ed
erbe profumate, porta al piede del ghiacciaio.
Su questo versante non si formano i penitentes,
tuttavia c'è parecchio ghiaccio, i pendii sono ripidi e la
salita risulta impegnativa.
Arriviamo su un po' provati.
Rientrati al campo
festeggiamo con birre e tanta
allegria, poi smontiamo le
tende e torniamo a Peñas sui
furgoni.
Dopo un giorno di riposo si
parte per la terza gita, il
Pequeno Alpamayo, 5440 m,
nella spettacolare valle
del Condoriri.
Qui sistemiamo il campo
a quota 4700 m, nei
pressi di un bivacco in
muratura, in un
paesaggio severo e dai
forti contrasti tra
praterie, grandi ‘lagune',
i tormentati ghiacciai e le
nere pareti del massiccio
del Condoriri.
Dopo una breve notte e
un lungo avvicinamento
risaliamo il ghiacciaio in un labirinto di crepacci e arriviamo al colle quando
finalmente albeggia. Un gobbone ghiacciato ci porta in vetta al Pico Tarija, 5350 m,
che scavalchiamo per attaccare l'estetica cresta nevosa finale del Pequeno Alpamayo.
Una salita molto varia, tecnica e di grande soddisfazione su uno dei ‘5000' più belli
della Cordillera. Ritorniamo a Peñas felici ma anche piuttosto stanchi.
Un giorno di riposo e la comitiva riparte, con qualche defezione, per l'ultima
prestigiosa meta: il Chachacomani, 6070 m.
Un'ora o poco più di viaggio
e ci incamminiamo
nell'amplissima valle di
Chearoco, un angolo
remoto e solitario in cui si
alternano terreni aridi e
sabbiosi a verdi distese
erbose intrise d'acqua,
dove pascolano tantissimi
lama.
Montiamo il campo base a
4450 m e il giorno dopo
saliamo ai piedi del
ghiacciaio del Chachacomani dove allestiamo il campo alto, a 5150 m.
Una notte ancora più breve e alle 2 si parte. La ripida lingua glaciale lascia presto
luogo all'amplissima distesa del ghiacciaio che, con lungo giro a moderata pendenza,
conduce sul versante settentrionale della montagna.
Lo risaliamo con il primo chiarore e arriviamo alla cresta sommitale. Le tre cordate,
che nella lunga salita si sono distanziate, si riuniscono sulla cima al tiepido sole dei
6000 metri.
Soltanto di ritorno al campo, calata la tensione, ci rendiamo conto di avercela
davvero fatta, in un alternarsi di gioia, rilassatezza... e tanta stanchezza.
Scendiamo a pernottare al campo base dove ci ricongiungiamo al Gruppo Trekking,
che conclude qui il suo percorso, e agli accompagnatori saliti oggi da valle.
Al mattino smontiamo le tende e prepariamo i bagagli per i muli.
Intanto dalla missione arriva anche padre ‘Topio' per celebrare la messa insieme a
padre Melchor.
Momento molto suggestivo e toccante, solo noi nell'immenso pianoro, con il sole
caldissimo e il cielo senza una nube.
La sera alla missione festeggiamo il successo della spedizione e l'incontro con la
straordinaria comunità di Peñas.
Domani si torna, con l'animo colmo delle emozioni che le grandi montagne sanno
regalare e pieno di gratitudine per questa esperienza preziosa e dal grande valore
umano che rimarrà per sempre nel cuore di tutti noi.
Pier Luigi SALZA

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   2-12 Agosto 2024 - Appunti di una "mezza Spedizione"


Come molti di voi già sanno, all'ultimo momento, proprio due giorni prima della
partenza Marta ed io abbiamo dovuto rivedere i nostri programmi.
A causa di problemi familiari siamo stati costretti a ridurre la nostra Spedizione a
dieci giorni, per poter rientrare a casa il 12 di agosto.
Dopo un primo momento di sconforto abbiamo pensato di rivedere il nostro punto di
vista; così, invece di una spedizione dimezzata, per noi è stato un bellissimo viaggio
di 10 giorni, con la "ciliegina sulla torta" della salita allo Janq'u Uyo, 5512 m.
Igi ha già raccontato in maniera entusiasta e completa questa avventura; io voglio
solo aggiungere qualche piccolo ma importante dettaglio che è stato fondamentale
per rendere indimenticabile il nostro viaggio.
In primo luogo, voglio elogiare la competenza e professionalità con cui siamo stati
accompagnati e con cui sono state affrontate le difficoltà e gli imprevisti occorsi.
Poi ci tengo a raccontare che, uno dei giorni di riposo, lo abbiamo dedicato a far visita
ad alcune famiglie seguite dai volontari della Missione.
Siamo andati in uno sperduto angolo dell'altopiano, dove una famiglia stava ricostruendo
la casa con mattoni di terra e abbiamo passato la mattinata a costruire
questi mattoni.
È stata un'esperienza coinvolgente
(e anche abbastanza faticosa,
vista la quota!), nonostante
la semplicità di impastare e formare
mattoni di fango, e ci ha
consentito di entrare un po' nella
vita di queste persone, così semplice
ma dignitosa nella loro povertà.
Qualcun altro è andato in un'altra
casa, a seguire una piccola
bimba bisognosa di fisioterapia...
La Santa Messa quotidiana, celebrata
da padre Melchior nei
luoghi che ci ospitavano, è stato il momento nel quale il nostro "andare verso l'Alto"
ha assunto valore di ringraziamento e condivisione tra noi e le diverse comunità locali
che abbiamo incontrato.
L'undici agosto, ultimo giorno per noi, dopo aver lasciato al campo alto il gruppo
alpinistico, siamo rientrati alla Missione, dove abbiamo incontrato il gruppo trekking
rientrato dai due giorni sul lago Titicaca.
La nostra serata di commiato è stata così ancora piena di allegria, di amicizia e abbiamo
potuto augurare buon cammino agli amici che il giorno dopo sarebbero partiti
per gli otto giorni di trekking in tenda.
Per loro si è trattato di un percorso impegnativo, che si è svolto sempre abbondantemente
sopra i 4000 m, con paesaggi mozzafiato e "confortevoli" pernottamenti in
tenda, per concludersi, come ha già raccontato Igi, con la Santa Messa tutti insieme,
celebrata al campo base del Chachacomani.
Le difficoltà non sono mancate; qualche disturbo leggero per molti e qualche problema
di salute un po' più grave per due amici, che hanno dovuto trascorrere alcuni
giorni in clinica a causa di problemi respiratori.
È stata davvero una bellissima esperienza, ricca di incontri, amicizia ed entusiasmo.
Marta RAINETTO e Daniele CARDELLINO

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   29 Agosto-1 Settembre 2024 - Trekking Orobie - Da Cassiglio a Passo S.Marco


Quest'anno il trekking estivo ci porta in Lombardia, a camminare 4 giorni lungo
l'antico confine tra la Repubblica di Venezia, il Granducato di Milano e i Grigioni,
che si snoda in questa parte di Alpi Orobie lungo i crinali che separano la bergamasca
val Brembana dalla Lecchese Valsassina a Ovest e dalla Valtellina a Nord, seguendo
una parte del Sentiero Italia lungo il sentiero CAI n° 101.
Giorno 1
In tredici fortunati (!?) iniziamo il trekking da poco oltre il lago di Cassiglio (q. 650
circa), di buon mattino per evitare il caldo, svolgendosi questa prima parte dell'itinerario
a quote piuttosto modeste, ma con uno sviluppo e un dislivello considerevoli
(sarà per questo che per quasi tutto il percorso non abbiamo incontrato altri bipedi
o solo perchè oggi è giovedì?). Fortunatamente le temperature si manterranno sufficientemente
basse anche grazie al fatto che la prima parte della salita si svolge su
un versante boscato sul versante nord del carbonatico M. Venturosa fino a raggiungere
il Passo Baciamorti (1541 m). Curioso toponimo, pare derivato dall'antica
usanza di "passare" i morti al di là del valico, nella Brembana, per avere sepoltura
nell'unica parrocchia dei dintorni.... Da qui un gruppo raggiunge la cima del M. Ba
ciamorti e, lungo la cresta pianeggiante, il M. Aralalta (2009 m), da cui si ammira la
cresta che sarà percorsa nei giorni seguenti e le cime delle Alpi Centrali, purtroppo
visibili solo parzialmente per la foschia.
Il gruppo si ricompatta per pranzo alla baita Cabretondo, da cui prosegue per la
vicina bocchetta di Regadur (1853 m). Ci si divide ancora una volta: chi prosegue sul
sentiero 101, chi sale anche al M. Sodadura (2010 m), dove finalmente incrociamo
altri escursionisti. Alla fine, ci troviamo tutti al Rif. Nicola a sorseggiare qualche
buona birra fresca e rimirare il Resegone e poi il tramonto dietro le Grigne.
Giorno 2
Il percorso della tappa odierna, più breve del giorno precedente, aggira i dolomitici e
alpinistici Zuccone Campelli e Zucco Barbesino (qualche partecipante ricorda di
averli saliti in qualche raduno, ma questa è un'altra storia) per raggiungere i Piani
di Bobbio dove il panorama cambia piuttosto rapidamente: infatti si abbandonano le
rocce carbonatiche e si entra nella successione di rocce più antiche, formate da vulcaniti,
arenarie, conglomerati e micascisti. Superati il Passo del Cedrino e poi il
Passo del Gandazzo (1660 m), il sentiero inizia a salire con decisione lungo l'erboso
versante meridionale dello Zucco del Corvo (una provvidenziale sorgente ci permette
un attimo di refrigerio) fino a scavalcare la cresta terminale e, percorrendo una cengia,
raggiunge l'aereo passo del Toro (1950 m). Il sentiero prosegue quasi pianeggiante
e, scavalcata la bocchetta di Foppabona, scende un poco per salire e raggiungere
infine il rifugio Grassi (1987 m), costruito nei pressi delle miniere del Camisolo,
sfruttate alla fine dell'800 e poi ancora nei primi anni del ‘900 per l'estrazione di
piombo e argento, come attività complementare a quella pastorizia nei mesi invernali.
Ci accoglie la "gestora" Anna, energica, efficiente, oltre che ottima cuoca, con la sua
allegra tribù di figli e amici, che darà prova di grande simpatia festeggiando il compleanno
di MT con la regolare candelina sulla torta e perfino con un fuoco d'artificio!
Giorno 3
Anche oggi partenza piuttosto presto: si va al Pizzo dei 3 Signori, la cima più alta del
giro (2554 m), e l'itinerario prevede qualche difficoltà in più rispetto ai giorni scorsi.
Tutti i partecipanti, dopo qualche attimo di esitazione decidono
di abbandonare il sentiero 101, e salire in cima
lungo la "via del caminetto" per poi scendere dalla "normale",
in traversata.
La salita si svolge in allegria, lungo una traccia segnata
da bolli rossi, su terreno assai ripido, tra balze di roccia e
tratti di sentiero, fino a risalire un camino di roccia (Caminetto)
lungo 40 metri circa, quasi un antro cupo, che
sbuca sul tratto attrezzato finale prima della cima sormontata
da una grossa croce e con una tavola in bronzo
che indica le cime circostanti. Il Pizzo è molto frequentato,
oggi è sabato, e infatti la vetta è assai affollata.
La discesa sul versante opposto è decisamente più facile,
e ben presto siamo alla Bocchetta dell'Inferno (2306 m)
per pranzo. Il nome non ha niente a che vedere con Dante:
tutta la zona è sempre stata luogo di estrazione e lavorazione del ferro, e proprio qui
si concentravano le miniere e i forni per la fusione.
Secondo la leggenda, la fornace più grande era
stata assegnata in gestione a forestieri esperti nel
mestiere che, quando i forni erano a corto di carbone
e legna, prendevano un abitante del paese a
valle (Ornica) e lo gettavano nella fornace. I paesani,
sempre più intimoriti dalle voci che circolavano
su quel luogo, iniziarono a chiamarlo valle
dell'Inferno. Dopo aver a lungo sopportato le cattiverie
dei gestori del forno, i capifamiglia di Ornica
decisero di inviare un'ambasciata a Venezia per
chiedere rinforzi, ottenendo un carro di archibugi e
bombarde. Rafforzati nell'animo dall'aiuto dei veneziani,
gli abitanti costruirono in quattr'e
quattr'otto un fortino, dove sistemarono le armi e
iniziarono a far fuoco sui malvagi stranieri. Spararono
con tale convinzione sui forni da distruggere
in poco tempo tutta la struttura. I forni e i cattivi
gestori sparirono per sempre, ma la valle rimase
per sempre legata al nome dell'Inferno.
Decidiamo di seguire le raccomandazioni del CAI e non avventurarci sulla traccia
che ci permetterebbe di risparmiare circa 200 m di dislivello, confidando che sia preferibile
un bel sentiero... quindi scendiamo fino a ritrovare il 101, che però in questo
tratto è assai esile e faticosamente risale un ripido canalone con sassi instabili (è pur
sempre valutato EE!).
Proseguendo verso est lungo la cresta del Giarolo, ne raggiungiamo la cima
(2314 m), per poi scendere presso la Bocca di Trona. Piegando sul versante brembano
scavalchiamo il successivo intaglio presso la cima di Piazzotti Occidentale e,
tagliando i ripidi pendii erbosi, arriviamo al panoramico spalto roccioso che ospita il
rifugio Benigni (2222 m), dove ci aspetta Renzo per fare insieme l'ultima tappa.
alba dal Rif. Benigni
Giorno 4
Le previsioni meteo, in peggioramento per il primo pomeriggio, ci suggeriscono di
lasciare presto il rifugio. Quindi, ripreso il sentiero 101, scendiamo un ripido, selvaggio
e roccioso canalone fino al Passo Salmurano, accompagnati da un gregge di capre
(sembrano più a loro agio di noi). Il sentiero prosegue prima sul crinale, poi con un
lungo mezzacosta fino nei pressi del M. Avaro. Poco oltre incrociamo il sentiero che
sale ai Laghi del Ponteranica e i soliti curiosi decidono di andarli a vedere: 2 bei
laghetti, in cui si specchia la cima del Ponteranica Occidentale, che sarebbe stato
bello poter salire, ma... le nuvole aumentano! Attraversiamo in discesa i pendii
orientali del Ponteranica fino a raggiungere il Piano dell'Acqua Nera, da cui, sotto
ai laghi del Ponteranica
un breve acquazzone, con una leggera risalita, raggiungiamo in breve Ca' San Marco
(1829 m). Il luogo, da sempre utilizzato come valico commerciale tra la Repubblica
di Venezia e gli stati d'Oltralpe, è punto di transito della celebre via Priula, costruita
tra il 1592 e il 1593 su volere di Alvise Priuli, podestà di Bergamo. La via Priula
utilizzava il soprastante valico di S. Marco per passare dalla val Brembana alla Valtellina,
collegando Bergamo con Morbegno (SO).
sentiero "orobico"
Un po' di sole ci asciuga davanti a una meritata birra ai tavoli del rifugio, per un
brindisi finale dopo una lunga e a tratti aspra cavalcata in cresta tra storia, geologia,
e... sentieri EE! (ma cosa vorrà davvero dire quella E').
Gianni SILETTO

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   7 Settembre 2024 - Rocciamelone


Rieccoci al Rocciamelone, questa volta nel segno del
"Verso l'Alto" di Pier Giorgio Frassati. Sempre bella e
mai banale questa salita, il sostare in vetta al cospetto
della statua di Maria affidandole le nostre preghiere.
Ieri in 11 soci, in una
giornata iniziata con
qualche squarcio di sole e
azzurro, poi solo nuvole e
temperatura piuttosto
fresca, con panorama
purtroppo solo immaginato.
Un saluto e un grazie
speciale a Fulgido, impareggiabile
custode di questo
luogo magico.
Marco VALLE

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   13-15 Settembre 2024 - Raduno Intersezionale Estivo - Vernante (Cn)


La sezione di Cuneo della nostra Associazione quest'anno ha compiuto 100 anni, un
bel traguardo festeggiato nel migliore dei modi organizzando il Raduno Intersezionale
Estivo.
In molti, da quasi tutte le sezioni, hanno risposto all'invito e così ci siamo ritrovati
in circa 160 soci.
Molte le attività proposte per consentire a tutti i partecipanti
di scegliere quella che più si addiceva alle proprie
capacità e/o preparazione. (La gita alpinistica prevedeva
la salita alla Rocca dell'Abisso).
Una di queste attività proposte era l'escursione da Palanfrè
ai Laghi Frisson e Albergh, alla quale hanno partecipato
una cinquantina di soci.
La gita, partendo dal borgo di Palanfrè, sale prima in
una bella faggeta per poi continuare nel vallone degli
Albergh al fondo del quale si trovano il Monte Frisson e
il Monte Ciamoussè. Si raggiunge prima il lago Frisson
e dopo circa un'ora il lago degli Albergh. In prossimità
di questo lago ci fermiamo e ci ricongiungiamo con i soci
che erano saliti al Passo e alla Cima del Ciotto Mien e
con loro scendiamo nuovamente a Palanfrè.
Alle 18.00 ci ritroviamo tutti insieme per partecipare
alla Santa Messa celebrata dal Vescovo Emerito della
Diocesi di Cuneo-Saluzzo; seguirà poi la cena e la presentazione
del libro "I nostri primi 100 anni"
Carola RAINETTO

"SUPERLATIVO" è il termine che mi viene alle labbra per definire l'incontro di
Vernante per festeggiare i 100 anni della sezione di CUNEO. E superlativi sono stati
tutti i soci (a cominciare dalla Presidente Anna TESTA e dal super-organizzatore
Cesare ZENZOCCHI) che si sono prodigati in maniera eccellente perché tutto fosse
perfetto: cordialità, accoglienza, sistemazioni, orari, pranzi, serate,
gite, omaggi...TUTTO insomma!!
È sempre bello rivedere i soci di tutte le sezioni che periodicamente si incontrano
(con la fatica, spesso, di lunghi viaggi...) per vivere insieme le nostre montagne.
Io ho partecipato alle gite più brevi ma non per questo meno interessanti.
La visita di Vernante con i suoi murales di Pinocchio (realizzati da Carlet e Meo), il
museo dedicato ad Attilio Mussino ( illustratore del libro "Pinocchio") spiegato in
modo semplice ed efficace dalla guida, ci hanno introdotti in una atmosfera da favola.
La socia Dina GHIBAUDO ci ha poi accompagnati
lungo un percorso "interiore" che
passo dopo passo, murales dopo murales, ci
ha portati a vedere Pinocchio in noi stessi
con i nostri difetti e le nostre virtù. Modo inconsueto
e "adulto" di interpretare un libro
che ritenevamo per ragazzi e che ora tutti ci
siamo ripromessi di rileggere. (grazie Dina!)
Il giorno seguente la passeggiata ci ha portati
prima al castello con il suo splendido panorama,
poi con ripido sentiero alla borgata
superiore e infine ad un curioso laghetto alla
base di una parete rocciosa da cui
Tempo addietro si estraeva il talco.
Tante chiacchierate ma anche consigli, incoraggiamenti e mani tese nei punti più
impegnativi hanno sigillato antiche e nuove amicizie.
Ottime anche le serate che ci hanno mostrato le montagne vicine e lontane raccontate
dai "custodi" del Parco Alpi Marittime e da chi raggiunge e scavalca le montagne
in bicicletta.
Quindi...complimenti e un grande GRAZIE alla Sezione di CUNEO e a tutti i
partecipanti.
ALLA PROSSIMA !!!!!
Laura REGGIANI

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SERATE IN SEDE


   6 Giugno 2024 - Serata "Ali e colori di Islanda"


Bella serata fotografico-naturalistica quella realizzata da Luca GIORDANO, conosciuto
e apprezzato al raduno GM. di Ivrea e subito coinvolto nelle nostre serate:
persona appassionata che ha saputo ben coniugare la capacità del fotografo con la
passione del naturalista. Ne è venuta fuori una esposizione molto interessante che
ha tenuto alto il livello di attenzione ed ammirazione del pubblico presente in sala.
L'argomento presentato, abbastanza inconsueto, riguardava l'Islanda detta Terra
del silenzio principalmente per il fatto che, nonostante il turismo, la presenza
dell'uomo non risulta fastidiosa.
Altra caratteristica è la grande varietà di animali polari (come cane artico, volpe
artica, foche e balene) relativamente facili da avvicinare e quindi da cogliere
nell'attimo fuggente di uno sguardo, di un salto, di un tuffo.
Un capitolo a parte merita l'avifauna, presente con un centinaio di specie di uccelli
di vario colore e dimensione, con becchi di differenti lunghezze , diversa apertura
alare e potenza di volo che consente di realizzare, nonostante le dimensioni non eccezionali,
migrazioni annuali anche di 12000 Km in andata e ritorno. E che dire
della nidificazione su diversi livelli delle pareti costiere, delle acque termali e delle
magnifiche cascate?
TUTTO MOLTO BELLO ed emozionante!!!
Nel ringraziare l'amico Giordano per averci offerto questa seconda serata di immagini
e colori perché non domandargli di tornare quanto prima in sede per altre immagini
ed osservazioni su un argomento così stimolante come è la fotografia naturalistica?
GRAZIE e... A PRESTO !!!
Bruna e Gianni
RICCABONE

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